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Autore: Nata dalla Tempesta    05/01/2013    5 recensioni
-Se non sbaglio...- la voce di Desari interruppe il corso dei miei pensieri -...noi due non avevamo ancora finito.-
Sorrise maliziosa, ed io capii al volo dove voleva arrivare. Mi tolse gli occhiali e mi baciò, affondando le dita nei miei capelli.
Subito dopo eravamo di nuovo insieme, di nuovo uniti in quell'estasi di anima e corpo così meravigliosa, così perfetta da rimanere senza fiato.
"Desari, non so ancora se ti amo. Ma se questo non è amore, di sicuro è la strada per arrivarci."
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ishida Uryuu, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Da due giorni bazzicavo nei pressi del negozio di Urahara nella speranza di vederla, di poterle parlare, o semplicemente di prendere quel farabutto a calci nel suddetto. Ma ogni volta che tentavo di avvicinarmi alla porta mi fermavo e tornavo indietro con la coda tra le gambe, sentendomi un vigliacco. E poi, qualora fossi riuscito ad entrare, che avrei fatto? La Benihime di Urahara era più potente delle mie frecce di reiatsu che, comunque, non potevo scagliare a distanza ravvicinata. E senza quelle che cosa avevo?
Niente. Assolutamente niente.
Persino nel corpo a corpo ero più debole. Ero inferiore a lui, che aveva centinaia di anni di esperienza alle spalle. Cosa potevo sperare di ottenere irrompendo da solo nel negozio? Gli avventori mi avrebbero preso per pazzo e Kisuke non ci avrebbe messo molto a darmele di santa ragione.
Così, ancora una volta, tornai sui miei passi. Prima che potessi dare del tutto le spalle al locale, scorsi un movimento con la coda dell'occhio. Mi girai di scatto e lei era li, bella come il sole. Indossava un kimono bianco che portava ricamati deliziosi petali di ciliegio, e aveva i capelli raccolti in una morbida treccia. Poggiò per terra un sacco nero, uno di quelli che si usano per raccogliere l'immondizia, e si accorse che la stavo guardando. Ricambiò il mio sguardo e rimase immobile come una statua. Non riuscivo a spiccicare una parola, e poi cosa avrei potuto dirle?
Desari piegò leggermente la testa di lato e aggrottò le sopracciglia, e stava per dire qualcosa quando fu interrotta da una mano che le si posava sulla spalla.
-Dara, torna dentro o prenderai freddo.-
Quel viscido verme la stava toccando. Di proposito. Certamente mi aveva visto, e aveva mandato fuori Desari per farmi un dispetto. Ma io non gli avrei dato la soddisfazione di vedermi crollare, no.
Lei annuì e rientrò, non senza prima lanciarmi uno sguardo incuriosito.
-Allooooora, che ci fai qui?- mi chiese lui -Sei venuto a comprare delle caramelle?-
-Togliti quel sorriso dalla faccia, idiota.- risposi sistemandomi gli occhiali. -Io ti odio.-
-Uuuuuuuuh, hai ferito i miei sentimenti!- scoppiò in una fragorosa risata. -Io credo che dovresti andartene prima che mi venga voglia di sfoderare Benihime.-
-Ricorri subito alla violenza. Forse perchè non riesci a sostenere un dibattito?-
-Te lo ripeto, le tue frecciatine non mi scalfiscono.- si fece improvvisamente serio. -Sono stato fin troppo buono permettendoti di avvicinarti tanto, ma la prossima volta sarai fortunato se riuscirai anche solo a guardare l'insegna del mio negozio.- aprì quel suo odioso ventaglio e tornò dentro.
Digrignai i denti fino a farli stridere, e mi accorsi di aver stretto i pugni così tanto che mi si erano conficcate le unghie nei palmi delle mani. Allentai la presa poco a poco e, con un enorme peso sulle spalle, tornai verso casa. Il sole che tramontava sembrava accompagnare i miei passi.
Camminavo a testa bassa, con le mani in tasca e nessuna voglia di sorridere. Fu allora che le sentii. Due reiatsu potenti e familiari, per niente ostili. Tuttavia non mi andava di incontrare nemmeno loro, per cui li ignorai.
-Non ci saluti nemmeno? E dire che siamo venuti qui apposta per te!-
Una cascata di capelli rossi mi oscurò la visuale, facendomi il solletico al naso. Il possessore di quella chioma si beccò una gomitata che lo centrò in pieno.
-Ahia!- si lamentò.
-Così impari ad importunare la gente.- dissi sistemandomi gli occhiali sul naso -Vedo che sei rozzo come sempre, Renji.-
-Hai ragione, certe abitudini sono dure a morire.- mi fece eco quella simpatica nanerottola di Rukia sbucando da dietro le spalle del rosso.
Sapevo già da diverso tempo che si erano fidanzati (quella parola, anche solo pensata, mi dava un senso di solitudine indecente), per cui non mi stupii nel vederli mano nella mano.
-Che ci fate voi due qui?- chiesi -No, fatemi indovinare. Vi ha chiamati Ichigo.-
Renji sorrise a mo di conferma.
Mi sistemai gli occhiali, stizzito. Possibile che tutti mi trattassero come un bambino? Avevo già compiuto i miei buoni ventitrè anni, ero adulto e sapevo badare a me stesso.
-A titolo informativo, sono grande e vaccinato, e non ho bisogno della baby sitter.- dissi incrociando le braccia al petto.
-Su, non fare i capricci!- fece Rukia mettendosi le mani sui fianchi -Lo facciamo per risollevarti il morale.-
-Siamo persone magnanime, dovresti esserci grato.- annuì Renji.
Realizzai che non avevo vie di fuga, così accettai la compagnia di quella bizzarra coppia e li invitai a stare a casa mia. Preparai loro il divano letto in salotto sperando che, se fosse venuta loro in mente l'idea di passare delle notti infuocate, almeno non mi avrebbero distrutto la casa.
-Sai, non mi aspettavo che Urahara-san agisse così.- disse Rukia sedendosi sul bordo del letto -Lo conosco da così tanto tempo...lo credevo una persona buona e gentile, anche se un pò strano.-
-Credimi, ne sono rimasto stupito anch'io.- risposi poggiandomi allo stipite della porta.
-Potrà sembrarti una domanda sciocca, però...come ti senti? Probabilmente te l'avranno già chiesto mille volte...-
-Cosa posso dire...tu come ti sentiresti se una persona di cui ti fidavi ti portasse via tutto ciò che ami?-
Rukia ci pensò su per un attimo, poi si voltò a guardare Renji.
-Devastata.- fu la sua risposta.
Io annuii. Era così che mi sentivo: devastato, col cuore in frantumi e l'anima straziata, come se la felicità se ne fosse andata via con Desari. E ne ero fermamente convinto, senza di lei non sarei mai più potuto essere felice. Tutta la luce e la bellezza che aveva portato nella mia vita erano sparite di botto, proprio quando stavo iniziando ad abituarmici, quando cominciavo a credere che ci fosse altro nella vita oltre l'odio, la freddezza e la solitudine. Forse, in fondo, me lo meritavo. Chi ero io per meritare la felicità? Chi ero io per sperare che l'amore avesse progetti anche per me? Probabilmente era quello il mio destino, stare da solo.
-Ishida-kun...- Rukia mi raggiunse e mi poggiò una mano sulla spalla -Ti aiuteremo, lotteremo con te. Faremo nostra la tua battaglia e la vinceremo.-
Le sorrisi, riconoscente.
I miei amici erano tutti dalla mia parte. Avremmo lottato insieme, avremmo vinto, avremmo riportato indietro il mio amore.
-Buonanotte ragazzi.- li salutai con un mezzo sorriso e andai in camera mia.
Chiusi la porta a chiave e mi buttai sul letto. Non avevo la forza di muovermi, ero sopraffatto dalle emozioni negative e mi sembrava di soffocare, di sprofondare in un abisso senza fine.

{Qualche ora dopo}

Mi svegliai con qualcosa di morbido sulla faccia e, quando capii di cosa si trattava e soprattutto a chi apparteneva, per poco non mi misi ad urlare.
-Che ci fai qui a quest'ora della notte?-
-Sono venuta per portarti un regalino!- rispose Yoruichi, con l'espressione più soddisfatta che io avessi mai visto.
-Un regalo?- chiesi -Che genere di regalo?-
-Oh, ti piacerà moltissimo!- esclamò, eccitatissima.
-Cos'è?-
-Non cos'è.- sorrise -Piuttosto, chi è.-
Impietosita dalla mia espressione scioccata, Yoruichi mi fece cenno di avvicinarmi alla finestra. Mi alzai, incuriosito, e scostai le tende.
-Guarda giù.- mi disse, sparendo poi con uno shumpo.
Abbassai lo sguardo e credetti di morire. Lei era li, vestita di bianco, i capelli sciolti e sembrava un angelo disceso dal Paradiso. Mi sorrise timida e rimase ferma li. Deglutii a fatica e mi precipitai fuori dalla stanza, nel corridoio, nel salotto e poi fuori, fino alla strada. E lei era ancora li, bella come solo poche cose al mondo potevano permettersi di essere. Mi avvicinai lentamente, quasi impaurito dalla sua presenza. Le sfiorai il viso con la punta delle dita, temendo che potesse sparire all'improvviso. Invece era reale, calda e morbida come l'ultima volta che avevo accarezzato la sua pelle. Lei sorrise debolmente e alzò una mano per ricambiare la mia carezza. A quel contatto mi sciolsi e l'abbracciai forte, stringendola così tanto che avrei voluto nasconderla dentro di me per sempre.
-Mi fai male...non respiro...- balbettò lei.
-Oh, scusa.- allentai la presa e la guardai negli occhi -Mi...mi sei mancata...-
Le passai le dita tra i suoi setosi capelli neri e la attirai a me, baciandola con delicatezza. Lei mi passò le braccia attorno al collo e mi mordicchiò leggermente il labbro inferiore.
-Posso entrare?- mi chiese -Fa freddo fuori, e ho solo questo addosso.-
Feci cenno di si con la testa e la condussi fino alla mia stanza, attento a non fare rumore.
-Chi sono quei due nel soggiorno?- mi chiese sedendosi sul mio letto.
-Oh, amici. Sono venuti qui per...per te.-
-Me?-
-Si, per riportarti indietro.-
Desari mi prese una mano tra le sue, piccole e delicate, e la strinse gentilmente.
-Come fai ad essere qui?- le chiesi -E Kisuke?-
-La signorina Yoruichi ha fatto ubriacare mio zio, così lui si è addormentato e adesso sono qui.-
-Per quanto?- chiesi.
-Non molto, purtroppo.- disse con lo sguardo triste e le lacrime agli occhi. -Volevo tanto rivederti, Uryu. Mi mancava parlare con te, abbracciarti, baciarti...mi manchi da morire...-
Senza pensarci nemmeno, la presi tra le braccia e la strinsi. Aveva corso un grande rischio per venire da me, e promisi a me stesso che non sarebbe stato vano.
-Fai l'amore con me...- sussurrò contro il mio petto -Fammi dimenticare tutti i giorni bui, tutti i momenti in cui mi sono sentita sola, tutte le notte in cui ho cercato il tuo nome nelle stelle.-
-Ti amo.- le dissi, sicuro ormai dei miei sentimenti.
Facendo appello a tutta la mia sicurezza, la presi per i fianchi e la aiutai a mettersi a cavalcioni su di me. Oh, i suoi fianchi! Morbidi e femminili anche se leggermente pronunciati, fatti apposta per essere accarezzati dalle mani di un uomo. Rimasi ad accarezzarla per qualche minuto, poi le sfilai il vestito dalla testa. Dio, se era bella! La vita sottile e la gabbia toracica stretta mettevano in risalto i suoi seni pieni e sodi, morbidi e profumati come petali di ciliegio. Li baciai con timore reverenziali, carezzandoli piano attraverso la stoffa sottile del reggiseno. La sentii sospirare e passare le dita tra i miei capelli. Mi chinai per baciarle il ventre per poi risalire verso il collo.
Quando la sentii gemere, mi resi conto di non essere più il ragazzino inesperto di un tempo. Ero cresciuto, avevo incontrato l'amore, e avrei fatto di tutto per tenerlo con me.
-Ti amo anch'io...- ansimò vicino il mio orecchio, cosa che mi fece rabbrividire di piacere.
Le aprii il reggiseno e accolsi i suoi seni tra le mani, carezzandoli lentamente. I suoi capezzoli si inturgidirono subito, e ricordai quanto era bella l'intimità con lei. Desari, dopo avermi sbottonati la camicia, me la sfilò e la gettò sul pavimento. Inutile dire che i miei pantaloni e i miei boxer fecero la medesima fine. Lei si posizionò su di me sorridendo, radiosa come l'alba.
-Ti amerò per sempre.- mi disse prima di accogliermi dentro di lei.
Ciò che successe, fu pura meraviglia. I nostri respiri si mescolarono, diventammo una cosa soltanto e, alle prime luci dell'alba, mi facevano male posti che non pensavo potessero fare male. Desari aveva la testa poggiata sul mio petto, i capelli sparsi sulle lenzuola. La carezzai piano per non svegliarla, desiderando che quel momento durasse per sempre.
Purtroppo, Yoruichi venne a bussare alla mia finestra e così dovetti alzarmi per farla entrare. Lei andò subito a svegliare Desari che, appena la vide, si mise a tremare.
-Non voglio tornare, Yoruichi...- la sentii sussurrare.
Sentii il mio cuore come stretto in una morsa, e mi vennero le lacrime agli occhi nel vederla in quello stato.
-Tesoro, mi dispiace.- le rispose la gatta aiutandola a rivestirsi -Purtroppo devi tornare a casa. Ma ti porteremo presto fuori da li, te lo prometto.- le fece una carezza gentile -Ti aspetto fuori.- si diresse verso la finestra e, dopo avermi dato una pacca amichevole sulle spalle, saltò giù.
Desari mi guardava con gli occhi pieni di lacrime che minacciavano di rigare il suo splendido viso. La abbracciai forte, cullandola.
-Verrò a prenderti, amore mio, te lo prometto.- le sussurrai.
-Ed io ti aspetterò.- mi baciò delicatamente -E quando mi sentirò sola ti cercherò tra le stelle.-
-Lo farò anch'io. Guarderemo lo stesso cielo e ci sentiremo di nuovo vicini.-
Ci baciammo un'ultima volta e poi la accompagnai da Yoruichi.
-A presto, Uryu.- mi disse prima che la gatta la prendesse in braccio e sparisse con uno shumpo.
Alzai lo sguardo verso il cielo. L'alba stava prendendo il sopravvento sulla notte, ma si vedevano ancora delle stelle. Allungai una mano come per toccarle, e mi sentii meno solo.


Genteee!! Perdonatemi per il ritardo, ma sono stata poco bene e non me la sentivo di scrivere. Ad aggravare la situazione, poi, è sopraggiunto un terribile calo di ispirazione! Però tutto si è risolto e, come vedete, anche questo capitolo è completo! I miei ringraziamenti vanno, come al solito, a fafnir, Rakegy e Saeko_san. Questa volta, voglio ringraziare anche unholy spirit e mrs black. Siete favolose <3
Al prossimo capitolo!
NdT.
   
 
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