Fanfic su attori > Orlando Bloom
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Autore: tearaindrops    05/01/2013    3 recensioni
-- Tratto dal primo capitolo --
"Dal piano di sopra si sentì il rumore di una porta che si apriva, e subito dopo dei passi che si avvicinavano. Ero curiosa di vedere chi possedeva quella casa stupenda e...
Mi si bloccò il respiro.
Dalle scale era appena sceso... Orlando Bloom?
Guardai mia madre un po' spaventata, ma lei sembrava esserci abituata. Oppure semplicemente non l'aveva riconosciuto.
-Edith, che piacere rivedervi! E questa dev'essere tua figlia Jennifer, vero? - disse l'attore sfoggiando un magnifico sorriso, - mi ha parlato molto di te – aggiunse poi sussurrando rivolgendosi a me.
Orlando Bloom mi ha appena sussurrato qualcosa. Mantieni la calma, mantieni la calma"
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo due.

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Mi svegliai presto e di buon umore. Forse l'incontro del giorno prima mi aveva fatto bene. Ovviamente non contavo sul fatto di poterci parlare ancora, però dentro di me forse ci speravo. Ma solo un pochino.
Mi feci una doccia veloce e mi vestii leggera dopo aver sbirciato dalla finestra che tempo c'era. Il sole era ancora basso, ma presto avrebbe scaldato tutto quello che aveva sotto di lui.
Si preannunciava una bella giornata. Si, alla ricerca del mio primo lavoro.
Passai dalla camera di mia madre e vidi che ancora dormiva, così non volli svegliarla.
Uscii di casa allegramente. Mi misi le cuffie dell'iPod nelle orecchie e mi incamminai. Da dove potevo cominciare? Magari da un bar. O forse in un negozio di vestiti.
Presi la via per il centro, e raggiunsi un parchetto desolato.
- Come sei mattiniera! - una voce alle mie spalle mi spaventò a morte. Una voce calda, suadente,
- Signor Bloom, salve! - lo salutai più imbarazzata del giorno prima. Okay, l'avevo incontrato di nuovo.
- Chiamami Orlando, daccordo? - mi sorrise. Attacco di panico, attacco di panico.
Tentennai per qualche secondo e quasi persi l'equilibrio, ma mi rimisi subito in piedi come se non fosse successo nulla.
- Perchè non ci sediamo a parlare? - chiese dopo essersi accertato che stessi bene.
- Mi piacerebbe, davvero, ma ho un mucchio di cose da fare e...
- Sei strana – sentenziò lui ad un tratto.
- Come? - chiesi cercando di apparire il più normale possibile.
- Milioni di ragazze vorrebbero sedersi su una panchina in un parco desolato assieme a me, e tu rifiuti. Mi fai dubitare di me stesso! - spiegò sempre col sorriso sulle labbra. Se non la smetteva di sorridere...
- No è che io... Oh, va bene – risposi abbassando lo sguardo. Sia per la disperazione, sia per non incontrare più i suoi occhi. Bellissimi.
Ci sedemmo sulla panchina più vicina. Cercai di stare il più lontano possibile da lui ma mentre io mi allontanavo, lui si avvicinava. Rischiavamo di cadere per terra. Così mi fermai.
- Posso chiederti una cosa senza che tu ti offenda o mi tiri uno schiaffo? - disse dopo qualche minuto di silenzio. Io annuii. Cosa voleva chiedermi? Di sicuro qualcosa di imbarazzante, dal tono della sua domanda.
- Anzi facciamo due cose. Per te va bene?
Di male in peggio. Annuii ancora.
- Allora... sei fidanzata? - fu la prima domanda, che sinceramente non mi aspettavo proprio.
- N-no – risposi con la voce che tremava, - Perchè?
- Curiosità – sorrise ancora, e poi rimase in silenzio.
- Allora, non mi dovevi chiedere un'altra cosa? - dissi rompendo il silenzio come per dire “non ho tutto il tempo del mondo, mr. Bloombastic”.
- Si, certo, dunque... Mi spieghi quella cosa di Legolas? Quella di cui ha parlato ieri Edith, cioè, tua madre – disse, e potei notare un po' di imbarazzo in lui.
Imbarazzo!?
- Ehm, è meglio che io vada, adesso. Scusa, ciao – dissi, e non lasciandogli neanche il tempo di fermarmi presi e scappai.
Che cretina. Ancora.
Non mi andava di raccontargli della mia 'cotta adolescenziale' per Legolas. Soprattutto a lui. Lui era Legolas, in un certo senso. Era come se fossi capitata nella Terra di Mezzo e avessi incontrato Legolas, gli fossi saltata addosso e gli avessi detto “Ehi, principe elfo, sai che ho letto la tua storia in un libro del mio mondo e mi sono innamorata di te?”
Beh, magari non proprio così, però... ho reso l'idea, diciamo.
Mi addentrai in un piccolo boschetto che mi avrebbe portato in città e iniziai a rilassarmi.
Speravo con tutto il cuore di non rivedere mai più quel tipo. Mai.
Ad un tratto sentii qualcuno venirmi addosso e caddi di schiena con gli occhi chiusi. Quando li riaprii, vidi un Orlando Bloom con le guance tutte rosse e i capelli scompigliati sopra di me. Cercò di sorridermi, e io non potei fare altro che sciogliermi. Non potevo avercela con lui per essermi saltato addosso. Sicuramente non l'aveva fatto apposta... o sbaglio?
- Scusa, ti stavo rincorrendo perchè sei scappata così e... di colpo ti sei fermata e... - cercò di spiegare.
- Puoi spiegarmi tutto anche da seduto, non devi per forza stare sopra di me – gli dissi e risultai un po' acida forse, ma lui non se ne rese conto.
Si alzò frettolosamente e si mise seduto sull'erba. Ne approfittai per osservarlo un po' più da vicino e notai i suoi lineamenti delicati, la sua pelle liscia, i suoi capelli arruffati come nessuno – almeno credo – li aveva mai visti... E contemplai tutto l'insieme rendendomi conto ancora una volta di quanto fosse magnifico.
- Stai sbavando – disse lui interrompendo i miei pensieri. Le mie guance andarono in fiamme.
- No, cosa, non è vero io...
- Tranquilla, ci sono abituato. E poi, anche se forse non te ne sei resa conto perchè evitavi il mio sguardo, è la prima cosa che ho fatto anche io quando ti ho vista ieri... - confessò con una punta d'imbarazzo.
Aspetta, cosa aveva appena detto?
- Cioè tu stavi...?
- Ehm, diciamo di sì. Ehi, per cambiare discorso... non mi hai ancora detto perchè sei così mattiniera! - disse. Era molto abile a cambiare discorso, questo dovevo riconoscerlo.
- Sto cercando lavoro. Sai, mi sono appena laureata e adesso è ora che trovi qualcosa da fare. Magari qui in città.
- O magari proprio difronte a casa tua! - sorrise. Cosa aveva in mente?
- Cioè?
- Capiti a proposito. Sto cercando una 'segretaria' part-time che lavori per me. Sai, non è roba difficile. Sai usare un computer, vero? - io annuii – bene, allora sei perfetta! E la paga è molto, molto profumata. Allora, che mi dici?
Segretaria. Mmh, beh, poteva andare come primo lavoro, no? E poi non ero sicura di poter trovare qualcosa in città.
- Daccordo! - gli sorrisi.
Si offrì di riaccompagnarmi a casa e io accettai. Mi disse che potevo cominciare l'indomani alle otto e mezza. Sarebbe venuta Gloria a citofonarmi.
Lo salutai ed entrai in casa.
Mia madre era sveglia e non persi tempo a raccontarle tutto quello che mi era capitato quella mattina.
- Tesoro mio, sono così felice!
Anche io lo ero. Lavorare per Orlando Bloom. Wow.
Speravo solo di non combinare guai. Non avevo mai lavorato prima di quella volta.

  
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