#Parkinson
Pansy
“Se
continua a non parlare, a non spiegarci quale posizione aveva la sua
famiglia, le conseguenze potrebbero essere gravissime.”
“ … “
“Sul serio? E' questa la sua linea difensiva?”
“ … “
“ … “
“Sul serio? E' questa la sua linea difensiva?”
“ … “
Non era mai stata simpatica, Pansy Parkinson.
Riusciva ad attirare le occhiate maligne di tutta la scuola con un solo gesto, con una sola parola.
Non era mai stata simpatica, nemmeno cordiale con quelli della sua casa.
Era maledettamente orgogliosa di quell'isolamento voluto, quell'aspro tentativo di essere impenetrabile e dura.
Applicava con precisione i pochi insegnamenti che sua madre le aveva impartito a suon di grida e Maledizioni Senza Perdono.
La freddezza è la miglior armatura di una donna; così le ripeteva la madre.
Ogni tanto si concedeva una frase, un breve racconto di un aneddoto, un insulto sussurrato con voce arrochita dalle sigarette babbane che fumava di nascosto, nei bagni dell'ultimo piano.
Nonostante i colpi al viso, il sangue che colava copioso dalla tempia, le mani legate e segnate da centinaia di tagli, le labbra spaccate, la gola secca e le momentanee perdite di coscienza, Pansy non aveva mai parlato.
Non aveva mai supplicato.
Non aveva mai pianto.
Come un soldato addestrato sopportava tutto con una certa stoica indifferenza.
Solo gli occhi fiatavano.
Quegli
occhi verdi che mandavano bagliori di accesa e violenta freddezza, il triste
preludio di una vendetta.