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Autore: Kitty For Peace    06/01/2013    2 recensioni
Fine ha ventiquattro anni,una ragazza come tante,che sta per coronare il suo sogno d’amore. Finalmente è arrivato il gran giorno,ma il destino decide di giocarle un brutto scherzo: pochi minuti prima dell’inizio della cerimonia,il fidanzato Shade rimane gravemente ferito a causa di un incidente stradale. Il ragazzo entra in coma,le possibilità di risvegliarsi sono scarse. Fine ogni giorno si reca in ospedale,facendogli ascoltare canzoni e sfogliando vecchi album,ricostruendo la loro vita insieme.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8






Auler prende la testa fra le mani e la scuote piangendo.
-Scusami Fine,ma il ricordo di quell’incidente è ancora offuscato non riesco a ricordarlo per intero. La mia memoria va a gocce,ogni tanto ricordo un particolare …. ma molte volte si rivela insignificante.-
-Non importa,non ti preoccupare!Non riesci neanche a ricostruire l’incidente?Cosa hai detto alla polizia?-chiedo tamburellando nervosamente le dita sulla borsa.
A volte,anche il dettaglio più insignificante può rivelare qualcosa di utile.
-Gli ho detto che la mia memoria è instabile. Ricordo qualcosa ora,fra qualche minuto già la dimentico .Ma mi capita solo nel ricostruire l’incidente .Per me è come un trauma,la mia mente non lo vuole ricordare. Appena esco di qui,devo andare assolutamente da uno psicologo. La responsabilità è mia,guidavo io quella macchina e se è successo qualcosa a Shade è solo colpa mia … -
-Non è vero!Se la colpa è di qualcuno,è di colui che ha causato l’incidente!Tu non c’entri proprio niente!-dissi rassicurandolo-Comunque,devo andare,mi dispiace lasciarti qui.Verrò appena avrò tempo.Ci vediamo!-dico salutandolo mentre esco dalla stanza.
Lui mi saluta cercando per l’ennesima volta di alzarsi in piedi,ma dietro di me entra di nuovo l’infermiera e si corica frettolosamente.



Raggiungo il parcheggio e mentre guido decido di non tornare a casa.Almeno,non ora.
Mi direggo verso il porto,e dopo dieci minuti di viaggio parcheggio sotto il bazar.
L’ambiente è molto suggestivo:le case sembrano appartenenti a un presepe,con la biancheria stesa e un profumino invitante che arriva da non so quale abitazione. Il porto è pieno di barche e di yacht parcheggiati lungo la riva. La cornice di questo splendido quadretto è la fila di alberi che si estende in modo semicircolare.
Appena entro,saluto  e mi direggo verso il bancone.
Le pareti sono costellate di souvenir di tutti di tipi:portachiavi,cartoline,magliette,statuette e tazze. Fanno bella mostra di se anche vari quadri antichi di chissà quale pittore,raffiguranti svariati paesaggi. Insieme a loro,ci sono tanti oggetti per ogni settore:fermacarte,bomboniere,decorazioni,fiori secchi,vasi antichi e pregiati …
Appena arrivo al bancone,una signora dai capelli rossi come i miei  fa capolino dal retrobottega e sorride.
-Fine!Come stai?Da quanto tempo non ci vediamo!-dice venendomi incontro.
-Zia Astrid!Devo dirti molte cose … -
Zia mi fa sedere su uno sgabello consumato e scompare nel retrobottega.
Dopo pochi minuti ricompare con una tazza di caffè fumante.
-Prendi!L’ho appena fatto!-
Si accomoda anche lei su una sedia e beve un sorso.
-Zia,sono venuta qui perché innanzitutto non ci vediamo da parecchio tempo,ma anche perché ho bisogno di parlare con qualcuno di cui possa fidarmi.-
Zia mi guarda e sorride,poggiando la tazza sul bancone,pieno di scartoffie e fotocopie varie.
Prima di parlare,bevo un sorso di caffè e ne approfitto per riflettere.
Mi sento male solo al pensiero di dirle che stavo per sposarmi e lei non lo sapeva nemmeno.
Forse ho sbagliato a venire qui. Se lo saprebbero mamma e papà,mi ucciderebbero.
Perché diamine mi è venuta l’idea di tornare qui al bazar dopo tanti anni?
Zia Astrid potrebbe  pensare che vengo da lei solo quando ne ho bisogno e non è giusto.
Dopotutto,c’è anche Rein con cui posso parlare. Ma come mi fido di zia,non mi fido di nessuno.
Forse è meglio dirle la verità .Anzi,devo togliere il forse.
Non posso fare una figuraccia alzandomi e andandomene.
-Di cosa mi devi parlare?-mi chiede fissandomi e ridestandomi dai miei pensieri.
Mi faccio coraggio e cerco di mascherare il nervosismo.Non so come reagirà,e anche se conosco il suo carattere generoso e gentile,una reazione negativa sarebbe più che giustificata.
-Zia,devi sapere una cosa. Ti ricordi di Shade?-
-Certo che lo ricordo,non potrò mai dimenticare quel bravo ragazzo e nonostante i suoi sbalzi d’umore,il suo animo buono.- Sorrido quando sento parlare di lui positivamente. Non dimenticherò mai quel periodo della mia vita.Ma il sorriso scompare quando penso a quello che tra poco le dirò.
-Zia,quello che volevo dirti è che …-
Non faccio in tempo a finire la frase,che una figura entra nel bazar con fare arrabbiato.
Si dirige verso il bancone a grandi passi.
A causa della scarsa luce,non riesco a distinguere i lineamenti del volto,riesco solo a notare che porta ai piedi degli stivali e che è avvolto in un cappotto.





Il mio cuore incomincia a battere più forte quando sento pronunciare il mio nome.








  
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