Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: Zoa    26/07/2007    3 recensioni
la partita ricomincerà, e tu Sakura giocherai, un'altra volta lassù...con le carte tu dovrai ritrovar i 7 talismani dell'amore...risalendo lassù,dove il cielo è più blu... i 7 talismani dell'amore,sono dentro ognuno di noi...i 7 talismani son già qua, ma tu non lo saprai dove, mai! il petalo di ciliegio giù cadrà,giù...i 7 talismani dell'amore... nel regno dove tutto si può...tre metri più in là...in là,lassù...OLTRE IL CIELO PIU' BLU!
Genere: Romantico, Avventura, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un pò tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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12

Salve salvino amicici!!

Come state??

Spero bene…

È da un’eternità ke non scrivo…e me ne dispiace!

Me ne sono successe di tutti i colori…ex ke appaiono, scompaiono e ricompaiono…cambiamenti di università…mezzi esami preparati…litigi con la mia migliore amica…diciamo ke x quello ke penso ora, mi sembra di essere Peter Pan ke arriva sulla Terra dall’Isola che non c’è e capisce ke il mondo non è come lui immagina…ke è molto ma molto peggio e non vede l’ora di ripartire verso la seconda stella a destra….

Così ho pensato ke scrivere mi avrebbe fatto bene…credo ke il mio stile sia un po’ cambiato, ma dopo un’attenta lettura di quello ke avevo scritto ho ripreso il filo del discorso…in caso ci fossero problemi, ditelo!!!se doveste avere bisogno di un riassuntino della storia, l’ho già bello che pronto e se volete posso postarlo nel prossimo capitolo che prometto sarà in linea presto!

Ora vi lascio…buona lettura….e commentate…

 

 

CAPITOLO 12

 

 

Maggio era alle porte e con lui le belle giornate, il sole, i fiori. La primavera esplodeva davanti agli occhi da Sakura che stava passeggiando nel parco insieme ad un ragazzo moro, dai lineamenti cinesi.

-Shaoran, con Yamazaki hai più parlato?- stava domandando la castana.

-Si. Ora le cose vanno bene. l’incidente sembra aver cancellato ogni traccia di stupidità da lui- entrambi risero e Sakura si portò la mano davanti la bocca per darsi un contegno. Nel farla ricadere lungo il fianco sfiorò la mano di Shaoran ed entrambi rabbrividirono.

In quel momento stavano passeggiando lungo un viale pieno di rampicanti, che avevano messo da poco radice nel parco e piccoli raggi del Sole giocavano tra le foglie evocando strani disegni sui volti dei due ragazzi che si ritrovarono fermi, l’uno davanti all’altro con le facce rosse. L’imbarazzo regnava sovrano.

Shaoran sorrise compiaciuto vedendo il ciondolo che portava Sakura. Da più di un mese non se ne separava mai. Istintivamente accarezzò la stellina che era adagiata sul petto della ragazza che, osservando il gesto del cinese, aumentò il ritmo del respiro.

Si guardarono negli occhi e la mano di Shaoran risalì lungo il collo si Sakura con una lievissima carezza, e poi si posò sulle gote rosse e calde. Le si avvicinò e depositò un bacio lievissimo sulla sua guancia.

Sakura chiuse gli occhi, perdendosi in quel momento e istintivamente abbracciò quel corpo che lei tanto amava. E si sentì avvolgere dalla morbidezza, da una freschezza che la pervase.

-Shaoran… io…- mormorò lei.

-Shh! Non dire niente!- sussurrò lui mentre stava per baciarla.

 

-SAAAAAAKURAAAAA!- disse una vocina gracchiante e fastidiosa vicino al suo orecchio.

-NOOOOOOOOOOOO!- urlò disperata la ragazza ritrovandosi avvinghiata al suo cuscino e non a Shaoran. –Era un sogno stupendo, Kero-Chan! E tu mi hai interrotto sul più bello!!- urlò rivolta al peluche lanciandogli contro l’ormai odiato cuscino che ogni notte prendeva le sembianze di un moro niente male.

-Oh! Scusami padrona se ho reputato giusto svegliarti visto che sono le sette e mezza e tu devi essere a scuola alle otto, dato che per questa settimana sei la capoclasse!- disse tutto d’un fiato e stizzito Kero-Chan. –Io! Il meraviglioso, stupendo, superbo, mitico…- sakura realizzando che ora fosse, si alzò di scatto e si diresse in bagno la sciando l’orsacchiotto giallo ad elogiare le sue indubbie qualità.

Alla velocità della luce si preparò e scese, facendo attenzione a non fare troppo rumore per evitare gli insulti di suo fratello. Ma appena mise piede in cucina si rese conto che in casa non c’era nessuno e sulla lavagnetta bianca lesse: -Io e papà staremo via per una settimana. Siamo andati a sistemare le cose per il campeggio. Mi raccomando! Ricordati di venire domenica con Tomoyo e gli altri mostriciattoli tuoi amici. Fai la brava e non mangiare troppo. Ti aspettiamo per domenica. Un bacio, Touya (dai un bacio anche a Tomoyo da parte mia)-

“Che sdolcinato!” pensò Sakura. Ma un altro pensiero si impossessò della sua mente. -La vacanza in montagna!- disse allegra mentre mangiava un toast che sicuramente suo padre aveva lasciato là per lei. Nell’ingresso s’infilò i pattini e si avviò verso la sua scuola pensando ai bellissimi giorni che l’aspettavano per le vacanze di primavera insieme ai suoi amici, e al suo Shaoran.

 

-Ma dov’è!- si chiese spazientito un ragazzo cinese, mentre aspettava la sua amata Sakura per riordinare l’aula. Aveva fatto i salti mortali per riuscire a convincere Tomoyo a cedergli il suo posto di capoclasse, solo per passare qualche minuto solo con lei. Voleva farle una sorpresa, ma con tutto il ritardo che lei stava facendo sicuramente sarebbe entrata in classe con il professore.

-Uff! scusami Tomoyo, ma sta mattina stavo facendo un bel sogno, sai con chi, ihihih! E Kero-Chan mi ha svegliata e mi sono arrabbiata! Sai che odio essere interrotta mentre sogno il mio S… Shaoran!!- urlò Sakura che era entrata correndo in aula e si era stesa su un banco per riprendere fiato senza rendersi conto che nell’aula non c’era Tomoyo, ma Shaoran stesso.

-Stavi sognando me?- chiese lui con un sorriso beffardo.

Lei prima impallidì e poi le si imporporò il viso. –Ma che dici! Perché avrei dovuto sognarti! Ahahahah! Che assurdità vai dicendo! Ahahah!- diceva Sakura imbarazzata, ma il suo tono non parve convincere il castano che le si avvicinò con uno sguardo malandrino e l’afferrò dalla vita. Si stavano specchiando negli occhi. Un mare verde in un oceano di miele. Il naso all’insù di lei contro quello marcato di lui. “Dimmi che non è un sogno! Dimmi che non è un sogno! Dimmi che non è un so…”

-Ehy! Ragazzi!- esclamò una vocina dalla cartella di Sakura.

-K E R O – C H A N!- sibilarono entrambi verso il peluche giallo che svolazzava per l’aula, ignaro di ciò che aveva interrotto (o forse l’aveva fatto apposta? Ihihih sghignazza zoa) .

-Che ci fai tu qui?- chiese stizzita la ragazza, cercando di far sparire il rossore sulla guance facendo dei respiri profondi. Ma un sussurro, che solo lei potè sentire, vanificò tutti i suoi sforzi: -Avremo tutto il tempo, tranquilla piccola- disse Shaoran dietro di lei depositandole una carezza tra la guancia e il collo, una carezza che le toccò le corde dell’anima.

-Mi sono detto: che faccio tutto solo a casa, mentre qui a scuola Sakura se la spassa con Tomoyo? A proposito! Dov’è Tomoyo?- chiese il peluche tutt’ad un tratto sospettoso.

-Già! Dov’è Tomoyo?- chiese anche Sakura alla volta di Shaoran.

-Ehm… Posso spiegare tutto!- esclamò terrorizzato dagli indici inquisitori che cattura carte e guardiano (più che indice, zampetta inquisitoria, dovrei dire XD ndzoa ) gli puntavano contro “Ed ora che mi invento? Che me la sono mangiata?”

-Ciao a tutti!- esclamò Tomoyo entrando e osservando la scena con un sorriso: Sakura e Kero-Chan che intimidivano Shaoran, più grosso e alto di tutti e due, ma con un’aria spaurita. Lui si voltò verso la mora e con gli occhi le lanciò un messaggio chiaro: AIUTO!

-Ah Shaoran! Grazie per avermi sostituita! Dovevo salutare Touya prima che partisse!- dopo aver udito questa frase, Sakura e Kero-Chan si calmarono e insieme cominciarono a riordinare l’aula prima dell’arrivo degli altri.

Anche se scherzava allegramente, Sakura era un po’ imbronciata. “Che scema che sei – si diceva- credevi davvero che avesse convinto Tomoyo a cederle il posto solo per vedere te?”

E altri pensieri omicidi vagavano per la testa di Shaoran: “Dannato peluche! Mi mancava tanto così, e l’avrei baciata! Ma un giorno…”.

“Ihihih! Anche stavolta sono riuscito a sventare le loro smancerie! Questa volta Touya me ne sarà più che riconoscente e mi darà tutti quei dolcetti di Tomoyo che mi ha promesso!” si diceva il guardiano felice per aver obbedito agli ordini di Touya.

“Chissà chi si è opposto contro questi due benedetti ragazzi! Speriamo che la vacanza serva a qualcosa!!” pensava Tomoyo che decise di introdurre l’argomento: -Allora? Siete pronti per la vacanza?- chiese allegramente.

-Si!- esclamarono all’unisono i due ragazzi che si guardarono e sorrisero imbarazzati per l’ennesima prova della sintonia che li univa!

 

“Mi è sempre piaciuto osservare il cielo. Nuvole che si rincorrono, il sole che sbuca timido e caldo allo stesso tempo…” diceva Sakura a sé stessa mentre il suo sguardo si perdeva verso i tetti della città. “Stavamo per baciarci… un’altra volta! E siamo stati interrotti… Se va avanti così… Non credo che ne usciremo illesi… Però… pensandoci bene, Shaoran è così paziente… Un altro si sarebbe già imbufalito e avrebbe lasciato perdere tutto” si girò a guardarlo e lo beccò a osservare i suoi lunghi capelli castani. Entrambi arrossirono e si sorrisero cercando di dare ascolto alla lezione di matematica.

 

“Accidenti, quanto è bella! Quando arrossisce poi… Giuro che taglio la testa al peluche e voglio vedere se in quel dannato corpicino giallo ha del cotone! Sono stato interrotto per l’ennesima volta!” pensava stizzito Shaoran mentre esplorava con gli occhi la schiena della ragazza che amava. La testa poggiata pigramente sul braccio, gli occhi rivolti al pallido sole di maggio. Ci sarebbe annegato in quelle pozze verdi. “Ma cosa vado a pensare! Sto diventando troppo romantico! Questa ragazzina mi farà dare di matto! È che la amo così tanto!”. In quel momento la ragazzina in questione si era voltata a fissarlo e lui era rimasto imbambolato e scocciato per essere stato scoperto nell’atto di osservarla.

“Meglio prestare attenzione al professore!” si consigliò saggiamente il ragazzo.

 

La settimana proseguì velocemente e finalmente arrivò la domenica mattina. Tomoyo aspettava la solita ritardataria insieme ai suoi amici, mentre le sue guardie del corpo aiutavano le ultime arrivate, Naoko e Rika, a caricare i bagagli nel pulmino di proprietà Daidouji.

-Ma quanto ci mette!- ringhiò stizzito Shaoran, mentre tutti lo canzonavano.

-Si deve fare bella per qualcuno!- sorrise Tomoyo nella sua direzione, pensando con occhi sognanti al completino che le aveva dato la sera prima.

 

La sera prima…

-Sakura! È arrivata Tomoyo!- aveva gracchiato Kero-Chan mentre divorava dei biscotti. Sakura scese di corsa le scale, già pronta per la serata che le aspettava: film, popcorn, pizza e un salto nel locale vicino al cinema per farsi quattro salti.

Accolse l’amica che la guardò con occhio critico: -E tu vorresti uscire così, sta sera?- disse guardando i semplici jeans e la maglietta con lo scollo a barca che Sakura si era messa.

-Cos’ho di brutto?- disse la castana osservandosi nello specchio dell’entrata.

-Sakura?! È sabato, andiamo al cinema e poi a ballare e con noi ci sarà Shaoran. Vuoi farlo cadere ai tuoi piedi o no?- la sgridò Tomoyo bonariamente. –Meno male che ci sono io!- sospirò mostrandole una busta con dei vestiti.

Dopo mezz’ora Sakura era diventata una ragazza da copertina di Cosmopolitan: maglietta a righe bianche e blu, gonna di jeans a piegoline con i bottoni laterali a stella e dei fuseaux lunghi fin sotto il ginocchio bianchi. I capelli legati con una coda alta e il trucco sul blu. Il complesso le piaceva molto, ma quando vide le scarpe, si pentì di aver accettato la proposta dell’amica. Due altissime decolté blu elettrico le fecero drizzare i capelli dietro il collo. Quando provò a camminare su quei nove centimetri di tacco, quasi caracollò dalle scale dell’entrata.

-Tomoyo! Sono sempre più convinta che vuoi attentare alla mia vita!- la risata che seguì quella frase la raggelò. “Ma chi me l’ha fatta fare!”

Al cinema ci arrivarono con il motorino di Sakura senza non pochi problemi a causa di quei benedetti tacchi e lì di fronte trovarono già i loro amici: Shaoran, Rika, Naoko e Yamazaki attaccato a Chiharu.

-Ma quant’è bello?- chiese in un bisbiglio Sakura alla sua amica osservando il suo Shaoran in jeans, camicia bianca e giacca nera, poggiato pigramente alla sua moto, i capelli al vento e lo sguardo pensoso poggiato su Sakura.

“Tutta opera di Tomoyo! Quei tacchi sono pericolosissimi sulla moto… al ritorno l’accompagno io” pensava Shaoran rimirando a sua volta la sua Sakura con quella gonna cortissima.

Salutati tutti decisero di entrare per prendere i posti e Tomoyo, sicura del fatto suo, cominciò la sistemazione “casuale” delle coppie. In ordine: Naoko, Rika, Chiharu, Yamazaki, Shaoran, Sakura e lei.

-Che sistemazione “casuale”, amica mia!- ringhiò Sakura rivolta a Tomoyo.

-Dai! Non prendertela! Avrete qualche attimo di intimità così!- le sorrise la mora.

-Si, come no!- sospirò lei e si perse tra i pensieri. “Io e Shaoran… Vicini… Cinema… Buio… Potrebbe succedere di tutto! Potrebbe prendermi la mano, passarmi un braccio attorno al collo…” i suoi pensieri furono interrotti dal suo amato: -Sakura? Sakura? Ci sei? chi devo chiamare per farti rinvenire? Le scarpe sono troppo strette e non ti fanno circolare il sangue?- le diceva Shaoran scuotendola.

-Eh? Si? Dimmi!- esclamò lei stupita.

-Popcorn o patatine?- le disse lui gentilmente.

Lei lo fissava imbambolata e a parte le sue labbra che si muovevano non capiva niente.

-Sakura? Pianeta terra chiama Sakura! Bella addormentata??- quell’appellativo la scosse definitivamente e chiese gentilmente al ragazzo di ripeterle la domanda. Lui dopo averla scrutata con aria preoccupata e divertita insieme, le chiese per l’ennesima volta: -Popcorn o patatine?-

-Oh… popcorn, grazie…- sussurrò delusa “Cosa credevi che ti avrebbe chiesto? In chiesa o al comune il matrimonio?”

I ragazzi tornarono quasi prima che in sala spegnessero le luci stracarichi di roba da mangiare. Shaoran mostrò a Sakura una mega confezione di popcorn –Ho pensato di prenderli in un formato gigante solo per me e per te, dato che solo noi due li volevamo e non ce n’erano più, ti spiace?-

-Oh no! Tranquillo!- “Adesso dobbiamo anche mangiare dallo stesso… piatto…” pensò agitata.

Il film cominciò e Sakura e Shaoran mangiavano placidamente i loro popcorn.

“Potrei passarle casualmente un braccio attorno alle spalle…” pensava Shaoran guardandola con la coda dell’occhio. Nelle scene romantiche i suoi occhi si facevano lucidi e sognanti, mentre in quelle da brivido serrava le palpebre.

Avevano scelto un film horror con una storia d’amore in sottofondo, in modo da soddisfare sia ragazzi che ragazze. Dopo una scena particolarmente cruenta Chiharu e Yamazaki si erano abbracciati e Sakura spontaneamente si aggrappò a Shaoran, rannicchiandosi contro il suo petto. Il ragazzo divenne tutto rosso e stava immobile come un asse di legno, ma i suoi pensieri erano escandescenti.

Sakura non si staccò più per tutta la durata del film e solo quando le luci si erano riaccese, si accorse di aver abbracciato Shaoran per più di un’ora. Si staccò immediatamente e la sua faccia si fece color porpora e mormorò uno –Scusa- in direzione del castano.

-E di cosa?- rispose lui preso alla sprovvista.

-Di averti, ehm… stretto, durante il film!- rispose Sakura sempre più imbarazzata. Camminavano vicini ed erano gli ultimi del gruppo, lui le aveva poggiato un braccio attorno alla vita e lei camminava in stile robot.

-Sakura… È un discorso difficile, ma prima o poi dovremo affrontarlo- disse Shaoran prendendosi di coraggio. –Sono anni che va avanti così. Appena uno dei due si avvicina all’altro, inizia l’imbarazzo. Perché? Perché non possiamo comportarci normalmente? Cavolo! Siamo due persone normali. Io non mangio te, tu non mangi me…-

Sakura, sorpresa dalle parole del ragazzo, non sapeva davvero cosa dire. Aveva indubbiamente ragione. Ma tutto quello che accadeva tra loro era una conseguenza dei sentimenti che li univano. –Shaoran, io…- ma furono interrotti dai loro amici che li chiamavano per decidere dove passare la serata. Alla fine si erano ritrovati a casa di Naoko davanti a delle pizze, patatine e birre.

Sakura e Tomoyo parlottavano tra loro del comportamento di Shaoran.

-Non so perché ha preso quel discorso- stava dicendo Sakura all’amica.

-Beh, amica mia, di sicuro la situazione lo sta facendo disperare! Appena lui ti si avvicina tu balbetti, arrossisci e diventi intrattabile, e a lui succede la stessa cosa. Non è mica facile!-

-Oh ma lo so che non è facile. Ma mica è colpa mia se siamo due timidi! E poi dopo tutto quello che è successo… come può pretendere che tra me e lui sia tutto facile?-

-Sakura, il punto è che tra voi non è successo un bel nulla e proprio a causa della vostra timidezza!- esclamò Tomoyo stizzita.

-E cosa devo fare?- le chiese la castana timidamente.

-Non lo so. Se non lo sapete voi due, non può saperlo nessuno. Ora andiamo, avviciniamoci agli altri!- disse alla fine la mora dirigendosi verso il gruppo.

La serata trascorse allegra, tra risate e brindisi alla birra e all’una era arrivato il momento di salutarsi.

Tomoyo, Yamazaki e Chiharu furono accompagnati a casa dalle guardie del corpo della mora, Rika rimase a dormire da Naoko e Sakura e Shaoran sarebbero tornati a casa con le rispettive moto.

Arrivati sotto Shaoran prese Sakura da un braccio e la bloccò.

-Ragazzina, non vorrai tornare a casa da sola!- esclamò con una finta voce dura.

-Ehi, ragazzino, cosa intendi dire? Che non so badare a me stessa? Ricordati che sono la Card Captor- rispose lei con un tono simile al suo.

-Card Captor o no, tu a casa da sola, vestita in quel modo, non ci torni. È immorale- le rispose lui facendo il duro, ma con lo sguardo serio.

Sakura si guardò le scarpe. Tacchi alti o no doveva guidare. Infondo non era stato difficile da casa sua al cinema. –Perché è immorale? Non è stato difficile guidare prima!-

-Ti si deve spiegare proprio tutto!- esclamò Shaoran esasperato –Hai una gonna, dei tacchi… Non ti dice niente la parola “malintenzionati”?-

Sakura lo guardò preoccupata, e alla fine disse: -P-p-puoi scortarmi s-s-se vuoi…-

Dopo qualche minuto di silenzio Shaoran acconsentì con un cenno del capo e salirono sulle loro moto.

 

“Diamine! Avrei voluto portarla io a casa, come quella sera… Dopo la gita dovrò partire per la Cina e volevo stare un po’ solo con lei… Ha paura di me!” dal nervosismo aveva accelerato troppo e dovette rallentare per farsi raggiungere dalla piccola moto di Sakura. Dopo pochi minuti erano davanti la casa della castana.

-Grazie, Shaoran!- disse lei con un sorriso.

-Figurati- rispose lui.

Cadde un silenzio imbarazzante. Tutti e due fissavano interessati le proprie scarpe e nessuno si decideva a dire qualcosa.

Alla fine Sakura balbettò: -T-t-ti va d-di e-entrare?- era rossa fino alla radice dei capelli.

Lui la guardò per un istante. Le gote arrossate, gli occhi languidi, smarriti e spaventati allo stesso tempo. Due pozze verdi in cui lui avrebbe voluto specchiarsi per tutta la vita se non per l’eternità. –Si- rispose inconsciamente e seguì Sakura che si avviava verso la porta di casa camminando in stile robot.

 

“Ma cosa mi è saltato in mente? Invitare Shaoran in casa mia, del tutto soli…- pensava Sakura mentre apriva la porta di casa –è sconveniente!- si rimproverò, poi però in testa le baluginò un pensiero: -Siamo abbastanza grandi per stare soli! Se tutto va bene nessuno lo scoprirà mai e…” ma i suoi pensieri furono interrotti dal cinese che le aveva chiesto dove avrebbe potuto poggiare il casco. Sakura si voltò verso di lui e l’osservò nella semioscurità dell’entrata. Un dispettoso raggio di Luna creava misteriose ombre sul suo viso, illuminando solo in parte i suoi bellissimi tratti. “visto così, nell’oscurità, è ancora più bello” pensava Sakura, mentre provava un irrefrenabile impulso di sfiorargli il viso con una labile carezza, ma proprio quando aveva alzato la mano, lui aveva acceso la luce dall’interruttore.

-Sakura? Sei sicura di star bene? è tutta la sera che sembri assorta nei tuoi pensieri!- disse Shaoran preoccupato avvicinandosi a lei.

Solo quando i loro nasi stavano per sfiorarsi, Sakura interruppe quel contatto per andare in cucina –Mettilo là, il casco- disse infine e gli indicò un ripiano sul quale poggiare le sue cose e con un cenno gli indicò la cucina.

Dopo essersi tolta le scarpe che le facevano male, cominciò a preparare del tè a piedi nudi.

 

Shaoran la guardava estasiato. Non avevano detto neanche una parola, ma non ce n’era bisogno in quel momento. Il rumore delle tazzine, del fuoco, il respiro di Sakura, erano parole più che esaustive. Qualcosa di magico stava accadendo.

-Sakura, grazie- sussurrò il castano dolcemente.

La ragazza sussultò. –E di cosa, Shaoran! Sei stato molto gentile ad accompagnarmi a casa. È il minimo che io possa fare offrirti del tè- sistemò le tazzine sul tavolo della cucina e prese dei biscotti.

Bevendo il tè parlarono della partenza prevista per il giorno dopo.

 

Il tempo stava passando veloce senza che i due ragazzi se ne accorgessero. Seduti sul divano chiacchieravano sui vecchi tempi, sulle Clow Cards, sulla nuova missione e semplicemente di loro.

-Era da molto tempo che non passavamo una serata così!- esclamò Sakura allegra. L’imbarazzo era scemato grazie a Shaoran che l’aveva messa a suo agio come quando erano ragazzini.

-Già- rispose lui assorto. –Tu mi vedi solo come un amico, Sakura?- chiese all’improvviso.

La ragazza trasalì.

Dopo anni di sentimenti provati e malcelati, proprio adesso doveva esserci la resa dei conti. Nella mente di Sakura turbinavano infiniti pensieri. Nessuna soluzione esisteva, se non parlare chiaramente. Aveva giocato col fuoco e ora si stava bruciando.

Si sentiva come una falena pericolosamente vicina ad una lampadina. Le sue ali si sarebbero di certo bruciate di lì a poco, quando avrebbe aperto bocca e l’unico suono che ne sarebbe uscito  era: nulla. Silenzio totale. Aveva la bocca aperta e nessun suono proveniva dalla gola.

-Sakura? Hai una paresi?- disse Shaoran. “Certo che potevo evitarmela la battuta” pensava il ragazzo. In qual momento anche la sua vita era appesa ad un filo. Anzi, alle corde vocali della ragazza davanti a lui. Cosa avrebbe risposto? E soprattutto: avrebbe risposto?

-Io non ti ho mai visto come un amico- proruppe poi lei. Rossa da fare invidia ad un pomodoro, gli occhi accesi e di un verde intenso. Si guardarono negli occhi.

Quella frase rimase sospesa. Carica di significati. Ma l’anima di Shaoran gli diede l’unica vera interpretazione. –Questa risposta mi basta. Per ora- aggiunse infine e alzatosi, posò un bacio leggero e dolce come le ali di una farfalla sulle labbra socchiuse di Sakura e se ne andò lasciando la ragazza immobile nella penombra del soggiorno.

Solo pochi minuti dopo si riprese sentendo il rombo della moto del cinese. Si porto una candida mano alle labbra e sorrise dolcemente.

Qualcosa si era smosso dalle profondità dei loro cuori. Un gesto e una frase li univa e li teneva lì, dove solo gli innamorati riescono ad arrivare (chiedo umilmente perdona a federico moccia!!!).

 

 

 

Torniamo al presente.

Una nuvola di capelli castani si agita in una camera situata al secondo piano di una casetta gialla nel centro di Tomeada.

-Dove sono i miei orecchini a stella?- urla verso un peluche giallo che degusta placidamente dei biscotti a l cioccolato.

-Nel primo cassetto del comodino- le indica.

-Nel primo cassetto, nel primo cassetto- si ripete la proprietaria dei capelli sopra citati.

Trovato quello che cercava comincia ad indossare quello che la sua migliore amica le aveva lasciato la sera prima in una busta: una maglietta rosa con le maniche di velo e dei pinocchietti neri con dei veli dello stesso colore della maglietta. A completare il tutto c’erano dei calzini di velo rosa e delle bamboline di pelle nera con dei buffi pom-pon fucsia.

Ecco la nostra Sakura pronta per partire. Nessuna valigia al seguito, in quanto la sua amica Tomoyo aveva insistito per prepararle tutti i vestiti che avrebbe dovuto mettere in campeggio. Tutto ciò che le serviva era in uno zainetto fucsia nel quale si era infilato anche Kero-Chan.

 

-E dopo mezz’ora di ritardo, Sakura è qui!- esclamò Yamazaki vedendo l’amica scendere al volo dalla moto ancora in corsa, scaraventare il mezzo contro il muro di cinta di casa Daidouji, fare una capriola sul tettuccio del mini-van in cui avrebbero viaggiato, e calarsi dal finestrino per finire seduta su un sedile.

-Allora, si parte?- ebbe la faccia tosta di dire con tono annoiato l’ultima arrivata. Il tutto fu seguito da una caduta in stile manga dei suoi amici.

Lasciato il motorino fumante e semidistrutto sul marciapiede, i sette ragazzi partirono verso la loro meta.

 

 

 

Mi sono già scusata x l’immane ritardo? Se non bastassero le mie scuse precedenti, ve le ripropongo ora: S C U S A T E M I!

Ringrazio tutti quelli che hanno recensito il capitolo 11. non vi ringrazio uno per uno perché ora non ho tempo, ma riprenderò sicuramente dal prossimo capitolo!

Adesso vi lascio…spero che siate clementi con me, povera autrice senza cielo…

Questo capitolo è in cantiere da 3 mesi circa e adesso ho avuto di nuovo la forza di scrivere…

Beh…che dire di più?a presto, e recensite numerosi!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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