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Autore: Stellina_chan    06/01/2013    1 recensioni
Medusa alla sua morte non ha lasciato solo un cavallo alato e dei coralli. Se avesse avuto una bambina? E se questa, ormai adulta, cercasse vendetta?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una volta riattraversato il portale, ritornai alla mia forma umana e mi buttai sul divano di casa.
Un paio di domande però mi assillavano. La prima era perchè Atena aveva deciso di aiutarmi.
Cosa voleva intendere con la frase "Voglio investire sul tuo futuro"?
Ma soprattutto: chi tra tutti gli eroi stava per arrivare?
Sinceramente speravo in Odisseo. Era un uomo astuto, forte e coraggioso. In più era il prediletto della mia dea favorita...
Volendo la mia matrigna avrebbe potuto desiderare aiutarlo. E di conseguenza aiutare me.
Anche Orione non mi sarebbe dispiaciuto. Senz'altro un buon arciere.
Achille proprio no. Prendeva le cose troppo sul personale... bastava guardare cos'era successo grazie alla sua piccola e insulsa lite con Agamennone.
Basta arrovellarsi, dissi a me stessa, ora pensiamo a Tati.
Appena formulato questo pensiero, ecco il campanello.
Andai ad aprire e mi ritrovai la mia amica con la forma di un' umana sfinita: ad un occhio esterno, ad una persona che del nostro mondo non sapeva niente, sarebbe parsa una malata terminale di cancro.
 Eravamo abituate, era successo così tante volte, ma ogni volta pensavo che se fosse stata un'umana, l'avrei persa.
E questo mi tormentava.
-Allora? Hai intenzione di lasciarmi morire qui, sulla porta di casa?- disse con un sorriso stanco.
-Avanti, entra e non fare la vittima, tra dieci minuti sarà tutto finito e lo sai meglio di me.- ribattei con uno sbuffo.
Entrò e si diresse nel soggiorno, poi assunse la forma da fenice e mi stupii di quanto mi facesse paura: era si mia amica, ma rimaneva pur sempre il mio nemico naturale.
Aveva grandi ali dorate, con una spruzzata di blu all'estremità, una testa da cui spuntava un appuntito becco nero ad uncino e in cui si trovavano due occhi rossi come le fiamme dell'ade e una lunga coda che utilizzava come timone durate il volo.
La parte del corpo su cui cadeva il mio sguardo non erano tutte quelle cose, ma mi rimaneva sempre fisso sugli accuminati artigli che aveva per unghie dei piedi.
Quelli che usava per fare a pezzi la carne delle sue vittime.
Ovviamente lei non l'avrebbe mai fatto, ma quelle armi le aveva comunque, ed era meglio starne alla larga.
Si accucciò nel caminetto, accese le fiamme con un soffio e chiuse gli occhi.
Io misi i pop-corn nel microonde.
Quando furono pronti li misi sul tavolino in soggiorno e accesi la TV.
-Sbrigati a morire, il film sta per cominciare.- le dissi.
Dal becco uscì una grossa lingua biforcuta. -Prova tu a risorgere, poi ne riparliamo...- rispose tranquillamente.
Trenta secondi dopo smise di respirare.
Il fuoco del camino le divorò il corpo in meno di un minuto.
Ora cominciavo ad agitarmi.
Era sempre così, dopo che di lei rimaneva nient'altro che cenere, mi facevo prendere dalla sciocca paura di non vederla ritornare.
Istintivamente presi i pop-corn e cominciai a masticarli nervosamente.
Aspettai.
E aspettai.
Poi, finalmente, un lampo di luce, un forte calore e... non sentii più la ciotola contenente il mais scoppiato nelle mie mani.
Girai la testa verso destra e lei era lì, seduta di fianco a me, sul divano, con i pop-corn tra le sue "grinfie" umane.
Ancora una volta mi aveva fregato il mio spuntino.
Accidenti.
-Bene, abbiamo finito la parte noiosa. Possiamo cominciare.- sorrise.
Poi iniziò il film.

 
  
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