Entro a casa. È tutto buio. Accendo la luce del corridoio lo attraverso osservando i muri: ci sono tante foto dell’Italia, Marco, il proprietario della casa, è italiano. Sto per entrare nella mia stanza quando vedo che c’è la mia coinquilina, mi sarei presentata ma stava dormendo. La guardavo mentre dormiva: dei lunghi capelli biondi alcuni erano adagiati sul morbido cuscino di piuma celeste, altri le disegnavano il profilo del torace. Respira piano, è tranquilla. “Se si sveglia e mi vede fissarla le verrà un accidenti” penso. Così la lascio riposare ed entro nella mia stanza. Mi sento così sola, adesso sono veramente sola. Mi cambio, mi fisso allo specchio: ho i capelli ricci come quando ero piccola, sono scuri come il cioccolato, e lunghi. Ho sempre pensato che i miei capelli non stavano bene con il colore dei miei occhi: sono verdi smeraldo. Ho la pelle chiara. Squilla il cellulare: è mia madre. “Pronto?” rispondo. “Charlotte Elisabeth Williams avevo detto che dovevi chiamarmi quando arrivavi!” urlava. “Si mamma, l’ho dimenticato” “Tu, cosa?! L’hai dimenticato?!” “Si ed è tardi sono stanca e la mia coinquilina dorme. Buonanotte.” “Charlotte non riattaccare!” “ ‘Notte.” “ CHAR..” Ho riattaccato. Stacco il telefono, mia madre mi avrebbe richiamata sicuramente. Mi infilo il pigiama, mi metto a letto sotto le coperte come quando ero piccola e la notte avevo paura dei mostri. Quelle sere a volte dormivo con mia sorella ma sta sera sono sola. Erano le 4.30 di mattina e ancora non riuscivo a prendere sonno quindi decido di scendere in cucina a bere un po’ d’acqua. Con la scaltrezza di un ladro scendo le scale accendo la luce della cucina e prendo un bicchiere di acqua ghiacciata dal frigo. Quando finì stavo per ritornare in camera quando mi accorsi di un biglietto sulla sedia. Lo prendo, lo apro: è di Ed. “Dimmi se hai bisogno di una mano amorevole che ti aiuti ad addormentarti stanotte”. Ed. Salgo in camera, accendo il cellulare, mi arrivano subito 10 messaggi dalla segreteria delle chiamate di mia madre ma non mi importa. Volevo sentire Ed, la cadenza della sua voce, la sua risata ma ricordo di non avere il numero così con la tristezza nel cuore mi rimetto sotto le coperte con il suo bigliettino in mano: “Ho davvero bisogno di una mano amorevole che mi aiuti ad addormentarmi stanotte.” Sussurrai.