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Autore: Ria_27    08/01/2013    3 recensioni
Non ero ancora nata quando la scoperta del Dr Gregory l’H273 rivelò le sue drammatiche conseguenze.
Ma nel mondo in cui vivo chiunque conosce questa storia.
Sono passati ormai trent’anni da quando tutto questo ebbe inizio ma ancora oggi l’unica cura che si conosce contro gli Affetti è sterminarli .
Questo però non impedisce loro di fare sempre più vittime tra le quali mia madre .
Era all’ottavo mese di gravidanza quando venne contaminata .
Le indussero il parto portandomi alla luce, donandomi la vita prima che quella di mia madre le venisse sottratta.
Non so quand’è stato il momento preciso in cui me ne resi conto.
Quando un bambino riesce a rendersi conto di essere diverso?
Non saprei rispondere.
Di sicuro però ricordo il momento in cui due agenti dell’FBI arrivarono all’Istituto .
Erano venuti a cercare me, erano li per me ,questo era tutto ciò che seppi-
Avevo solo tredici anni ero una ragazzina arrabbiata con il mondo se pur non capendolo eppure ero ormai consapevole di essere fuori dal comune.
Così non ebbi altra scelta .
Scappai.
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come promesso eccomi qui con il nuovo capitolo :)
Spero di non avervi fatto attendere troppo ma questi sono giorni infernali pieni di cose da fare quindi procedo a rilento >.<
Però non vi abbandono e questo è l'importante ;)
Ok in questo capitolo ritorna Christopher in tutta la sua pungente ironia quindi vediamo di godercelo dato che è mancato negli ultimi due capitolo!
Ringrazio chi ha commentato:Marmaid,Kitsune4573,Smartis98 e Ciambella 98 <3 e chi si limita a leggere o inserire la storia fra preferite/seguite/ ricordate!
Sono costretta a scappare e quindi vi lascio semplicemente questa brevissima nota >.<
Come sempre aspetto vostre notizie fatemi sapere!!
A presto; Ria_27



Capitolo 13-Passato Difficile

Una serie di colpi.
Questa fu la prima cosa che riuscii a percepire .
Il silenzio ovattato nel quale mi era sembrato quasi di aleggiare fino a quel momento venne scosso da altri tonfi sempre più forti .
Il terreno tremolò leggermente mentre qualcosa di pesante scricchiolava prima di crollare rovinosamente al suolo.
La porta
Fu tutto ciò che la mia coscienza mi permise di intuire mentre lo scalpiccio di una serie di scarpe si fece largo all’interno della bolla di sapone nella quale mi era sembrato di esser rinchiusa.
_Soggetti a terra signore,ripeto soggetti a terra_
Qualcuno parlò con tono conciso e professionale nonostante la frase che ne emerse non fosse delle più tranquille.
Percepii l’irrefrenabile desiderio di aprire gli occhi.
Il dolore era cessato.
O almeno così mi sembrava mentre galleggiavo in quel groviglio di incoscienza e semiveglia.
_Rachel_ qualcuno in lontananza chiamò il mio nome.
_Oddio _ dei passi sempre più vicini scricchiolarono sul legno .
Sto bene
Sentivo la strana necessità di cacciar fuori quell’assurda rassicurazione seppur non fossi in grado di stabilirlo.
Il mio corpo continuava a rimanere inerme mentre il cervello percepiva ciò che lo circondava senza reale interesse.
Era tutto estremamente tranquillo,pacifico.
 Avrei potuto vivere per sempre in quello stato in cui  tutti i sensi erano perfettamente ovattati.
_Rachel_ quella voce ,era così familiare.
_Sta bene?_ un secondo timbro mascolino,ma più esitante
_E’ viva, se è questo che intendi _ stizza
Tentai di risalire oltre la cortina d’incoscienza che mi imprigionava ma ancora una volta questa ebbe la meglio tornando a risucchiarmi dentro come un vortice.
Lentamente tutti i suoni andarono diminuendo d’intensità.
L’ultima cosa che riuscii a percepire furono un paio di braccia dal tocco familiare raccogliermi in una stretta sicura.
Poi tutto tornò silenzioso.

 ***
 
Secondi.
Minuti.
Ore
Non ho idea di quanto tempo passò precisamente,sembrava quasi che ne fossi stata tagliata fuori durante il suo lento decorso.
Troppo intontita per rendermene conto.
Continuai a galleggiare nel buio, totalmente alla deriva .
Fino a quando semplicemente non aprii gli occhi.
Sbattei un paio di volte le palpebre cercando di mettere a fuoco l’ambiente circostante.
La penombra nella quale era avvolta l’intera zona sembrava aver aiutato la difficile fase dell’adattamento nonostante gli occhi facessero comunque fatica a rimanere aperti.
Li strizzai appena ,provando a riacquistarvi maggiore lucidità, prima di soppesare lo spazio attorno.
Pareti spoglie, un armadio non molto lontano e una piccola scrivania.
Non mi ci volle molto per identificare quel posto.
L’Alloggio, si presentava esattamente come l’avevo lasciato quella mattina prima di prender parte alla Missione.
La Missione
Quel pensiero mi provocò una fitta lancinante alle tempie.
Ero stata troppo stordita per ricordarmene in un primo momento ma a quel punto era quasi impossibile allontanare gli ultimi ricordi coscienti che avevano preceduto quel torbido blackout dei sensi.
Il volto pallido e sconvolto di Charles Reinold tornò a farsi spazio nei meandri della mia mente .
In un istante la giornata appena trascorsa si stagliò nitidamente in una serie di ricordi concatenati fino ad arrivare a quello che poteva definirsi l’atto finale.
Il pallido colore della pareti rossastre dello studio Reinold si delineò nel mio cervello mentre ripercorrevo l’ultimo scorcio di ricordo che possedevo .
I miei occhi tornarono a scattare nel crepuscolo delle mura dell’Alloggio.
Com’ero arrivata fino a li?
Di sicuro non sulle mie gambe.
Abbassai lo sguardo sul mio corpo,a parte le scarpe ormai scomparse,ero ancora fasciata negli indumenti della missione.
Stavo quasi per lanciarmi in una rapsodica serie di congetture su cosa potesse esser accaduto in quei momenti di interminabile vuoto mentale,quando alcuni colpi alla porta mi costrinsero a rimandare quel momento d’introspezione.
Lanciai un’occhiata confusa verso i battenti nuovamente scossi da alcuni colpi.
Davanti all’ennesimo tonfo leggero il mio sguardo corse verso i caratteri digitali della piccola sveglia.
Le quattro del mattino.
Chi poteva mai trovarsi al di fuori della mia porta alle quattro del mattino?
Senza smettere neanche per un secondo di mostrarmi perplessa scostai mi diressi con passo leggermente traballante verso la porta.
Dovetti fare uno sforzo mentale abbastanza sostenuto per riuscire a ricordarmi le cifre che componevano la chiave d’apertura per quella sorta di trappola.
Ma fortunatamente la memoria ebbe la meglio sull’alone di confusione che continuava ad ottenebrarmi la mente.
Un click metallico precedette il lento scorrere del metallo che una volta  scostato rivelò l’identità del mio visitatore.
Un paio di intensi occhi plumbei si soffermarono sul mio volto catturandone l’espressione di puro stupore che si andò a delineare.
_Christopher?_ boccheggiai incredulamente.
La figura elegante del biondo mosse qualche passo sul posto con fare quasi incerto.
_Ehi…_ fu la sua semplice replica mentre un sorrisetto andava ad imperlargli le labbra.
_Lo sai che sono le quattro del mattino ,non è vero?_ tutto ad un tratto percepii l’assurdità di quella situazione piombarmi addosso.
Incrociai le braccia sul petto con aria quasi protettiva mentre il ragazzo continuava a soppesarmi con infinita attenzione.
Lo vidi tentennare per qualche secondo concentrando il proprio sguardo sul mio volto ancora contratto dalla confusione.
Finalmente tornò ad annuire _ In effetti credevo che dormissi_ un altro sorriso colpevole.
Corrugai leggermente la fronte con fare critico _Beh sarebbe stato senza dubbio carino da parte tua svegliarmi_ borbottai causticamente .
Il suo volto si contrasse leggermente quasi rabbuiandosi appena,il sorriso vacillò leggermente prima che un sospiro stanco lo portasse via del tutto.
_Volevo accertarmi che stessi bene, quando ti ho lasciata eri ancora priva di coscienza_
_Aspetta un attimo,cosa? Sei stato tu a portarmi fin qui?_ strabuzzai gli occhi nuovamente sorpresa.
Sul volto di Christopher si riaccese un sorrisetto ironico _ Credevi forse di aver fatto tutto autonomamente?! Difficile considerato che i tuoi occhi non si sono aperti neanche per una frazione di secondo e non credo che tu sia una sonnambula_
Sbattei un paio di volte le palpebre analizzando quelle parole.
Christopher mi aveva riportata fin li.
Ovviamente sapevo di non aver fatto tutto da sola ma era comunque abbastanza strano scoprire la reale dinamica dei fatti.
_Beh…grazie_ mi mossi nervosamente sul posto finendo per farfugliare quelle parole.
Lo sentii ridacchiare leggermente _Quando vuoi_
_Dovevi dirmi qualcos’altro?_ inarcai un sopracciglio con curiosità.
Lo vidi giocherellare distrattamente con il lembo della maglietta in cotone prima di tornare a sollevare lo sguardo sul mio volto in attesa.
_Ti va di fare quattro passi?_il suo tono fuoriuscì perfettamente tranquillo e neutro com’era solito far.
Come se non mi avesse appena proposto di sgattaiolare, in piena notte ,nei meandri del quartier generale della DS.
_Sono le quattro del mattino Chris_ la mia espressione critica si accentuò mentre gli regalavo un’occhiata di perplessa curiosità.
Per tutta risposta lui alzò le spalle con indifferenza _Lo so_
_E vuoi fare quattro passi…_ ripetei le sue stesse parole cercando a mia volta di trovarvi un senso.
Ancora una volta annuì senza scomporsi _ Esattamente_
Tornai a soppesare la sua espressione con attenzione_Stai scherzando vero?_
_Perchè dovrei?_ inarcò un sopracciglio rimarcando la propria curiosità
Sospirai scuotendo appena la testa _ Roba da pazzi_ borbottai sempre più turbata.
_E’ un no?_
_Non ho detto questo_ mi affrettai ad aggiungere tornando a far scattare il mio sguardo su di lui.
Se ne stava li, davanti a me,fissandomi con estrema tranquillità attendendo semplicemente una risposta.
Quel ragazzo era una fonte continua di novità,questo era certo!
_Se non è un no è un si allora…_ snocciolò quelle frasi con casualità sollevando appena le spalle.
Ero abbastanza sicuro che stesse facendo il possibile per farmi impazzire.
Assottigliai lo sguardo portandomi una mano al fianco _Chissà perché sono convinta che  le passeggiate notturne non sono presenti nel regolamento della DS_
Sul volto del ragazzo si delineò un’espressione di marcata ironia _ Pensavo che non ti interessasse il loro regolamento!_ mi lanciò un’occhiata furba mentre un sorrisetto vittorioso andava ad imperlargli le labbra.
Istintivamente aprii bocca per ribattere cacciando fuori qualche replica appropriata ma tutto ciò che riuscii a produrre fu una specie di vocalizzo insensato.
L’espressione di puro divertimento sul volto del ragazzo si accentuò ulteriormente .
_Andiamo, voglio mostrarti il mio posto speciale_ si allontanò appena dalla soglia dell’Alloggio indicando con un gesto del capo il dedalo di corridoi della DS.
Il mio sguardo corse verso quelle diramazioni soffusamente illuminate.
Attesi qualche secondo prima di capitolare sospirando arrendevolmente.
_E va bene genio del crimine, ma se Vanya Vanderbilt ci costringerà a qualche ora in sua compagnia per farci pentire di questa scampagnata notturna, giuro che ti uccido!_gli regalai un’occhiata carica d’avviso minacciandolo con un dito puntato dritto sul petto.
Ancora una volta le sue labbra si schiusero in una risata caustica _Stà tranquilla,in tal caso dirò che l’idea è stata esclusivamente tua_mostrò un piccolo occhiolino furbo senza smettere di ghignare beffardo.
Inarcai entrambe le sopracciglia con evidente scetticismo _Divertente ,davvero divertente_ lo apostrofai prima di superarlo all’interno del corridoio _Adesso andiamo prima che decida di mettere in atto le mie minacce a partire da subito_ mi voltai appena per lanciargli uno sguardo d’intesa.
Le sue labbra si distesero in un ulteriore sorriso mentre con lunghe falcate mi era di nuovo accanto indicandomi la direzione da seguire.
 
_E questo sarebbe il tuo posto speciale?_ scrutai con aria di marcata critica le pareti interne della Sala Allenamenti .
_Fantastico non è così?_ Christopher ignorò senza troppe cerimonie l’occhiata carica di scetticismo che gli regalai.
Richiuse alle sue spalle i pesanti battenti della Sala prima di voltarsi per ammirarla con aria entusiasta.
Sembrava un bambino all’interno di una fabbrica di giocattoli.
Inclinai appena il capo per scrutarlo con maggiore attenzione _ Lo sarebbe senz’altro se solo non passassimo le nostre intere giornate chiusi in questo posto_ corrugai ulteriormente la fronte ritrovandomi ad osservare la polverosa fune che pendeva dal soffitto.
_Quanto sei polemica_ Christopher sospirò con estrema teatralità tornando ad affiancarmi _ E’ proprio questo il bello non  capisci? Siamo costretti a condividere questo posto con una serie di persone che lo rendono a dir poco affollato e caotico mentre a quest’ora del giorno non c’è nessuno a rovinarlo! E’ tutto per me!_ concluse quell’affermazione abbozzando un sorrisetto soddisfatto mentre i suoi occhi vagavano gioiosi negli angoli più disparati di quel luogo abbracciandolo con un’occhiata .
Rimasi per qualche secondo in silenzio contemplando quell’inaspettata riflessione.
Osservai a mia volta i contorni silenziosi di quel luogo.
Dovevo ammettere che era molto più piacevole passarvi del tempo quando non eri attorniato da una serie di rumori caotici e opprimenti.
Era quasi…rilassante!
Sospirai nuovamente _E va bene,te lo concedo! Questo posto è più piacevole di quanto pensassi una volta smaltite le decine di persone che lo affollano solitamente_
Annuì compiaciuto ampliando quel sorrisetto che non lo aveva abbandonato neanche per un secondo da quando avevamo messo piede in quel posto.
_Già ,è tutta un’altra cosa…_
_Questo però non spiega come tu abbia fatto ad entrare in possesso di quella_ tornai ad occhieggiarlo con aria curiosa indicando con un gesto la carta magnetica che stringeva nella mano destra.
Lo vidi abbassare confusamente lo sguardo fino ad incontrare l’oggetto ritrovandosi a sorridere con fare tronfio _ Ti dirò ,sono un tipo importante io_ tornò a rivolgermi un’occhiata mentre gongolava come un ebete.
Emisi una risatina di scherno con evidente scetticismo _Oh ma fammi il piacere, a chi l’hai rubata piuttosto?_
A quel punto il sorriso scivolò dalle sue labbra mentre mi regalava un’occhiata torva _Chi ti dice che non l’abbia ottenuta con del duro lavoro?_
Inarcai un sopracciglio _Per duro lavoro intendi concedere favori di tipo sessuale a Vanya?_
Quelle parole avrebbero dovuto mettere in soggezione chiunque.
Inutile dire che con Christopher non sortirono quell’effetto,anzi,se possibile lo stimolarono ancor di più.
_Lascia stare_ borbottai corrugando le labbra con fare schifato mentre sulle sue labbra tornava a disegnarsi un ghigno furbo.
Lo vidi scuotere la testa sghignazzando con palese divertimento _ Non sono ancora arrivato a tanto sta tranquilla_
Roteai gli occhi mormorando qualcosa che doveva suonare come ‘’idiota’’ ma tutto ciò che dissi in realtà fu _Allora come?_
Scrollò leggermente le spalle con fare indifferente _ Non dormo molto,così capitava che andassi in giro per i meandri della DS senza una meta precisa! Inutile dire che Sam ben presto l’ha scoperto e ha convinto Kellar e Vanya a consegnarmi la chiave per la Sala Allenamenti almeno avrei potuto sfruttare il tempo che invece ,a detta sua,sprecavo a girovagare per questa latta di metallo_
_Wow, credi che se mi dimostrassi sonnambula mi consegnerebbero le chiavi della porta principale?_ ampliai gli occhi con finta aria speranzosa nonostante il mio tono suonasse di puro scherno.
_ Prima dovrai sviluppare un fascino pari al mio_ si voltò appena per regalarmi un’occhiata provocatrice.
Scossi la testa battendomi il palmo della mano sulla fronte con fare disperato _Perchè mi caccio in certi discorsi_ mormorai tra me e me .
Lo sentii ridere di gusto mentre muoveva qualche passo all’interno dell’ampia sala.
Si mosse con disinvoltura giocherellando con qualche strumento prima di montare sopra la trave.
Lo vidi percorrere lo stretto spazio con facilità ,senza bisogno di stendere le braccia per mantenere una maggiore stabilità.
Ricordava quasi un acrobata, solo più spavaldo e disinvolto allo stesso tempo.
Lo osservai silenziosamente per qualche secondo mentre una domanda premeva per fuoriuscire dalle mie labbra.
Scrutai la sua espressione concentrata per qualche secondo e alla fine non resistetti più.
_Devo farti una domanda_ mossi qualche passo verso la direzione in cui continuava a rimanere sospeso sulla trave.
Il suo volto si accigliò leggermente _Dimmi_ concesse senza però smettere neanche per un secondo di muoversi sul legno sottile.
Tamburellai con due dita sul fianco prima di sospirare socchiudendo appena gli occhi.
Tanto valeva tirar fuori il rospo.
_Per quale motivo hai deciso di condividere questo posto con me?_
Finalmente smise di prestare attenzione all’esercizio arrestandosi del tutto.
Inclinò appena il capo per poter incontrare il mio sguardo curioso puntato sul suo volto.
Per un secondo mi sembrò quasi di vederlo tentennare,come se stesse silenziosamente cercando una risposta adeguata a quella domanda.
_Non lo so_ ammise infine tornando a saltar giù dalla trave con un gesto estremamente semplice.
Corrugai la fronte con ulteriore perplessità _Come sarebbe a dire non lo sai?_ .
Ancora una volta impiegò qualche secondo per trovare qualcosa di congeniale da dire.
Il suo sguardo si soffermò sul mio volto incatenandomi con un’occhiata intensa.
Non vi era più neanche un accenno della spavalda ironia che aveva mostrato fino a pochi secondi prima.
Sospirò pesantemente distogliendo il proprio sguardo dal mio volto per riportarlo sul soffitto. perdendosi in un punto non ben identificato.
_Mi sembrava la cosa più giusta da fare…_ quelle parole suonarono come una confessione taciuta fino a quel momento.
_Cosa…che vorresti dire?_ la mia voce tremò leggermente.
Sapevo dove voleva andare a parare.
Oh si,lo sapevo bene .
Christopher inspirò a fondo socchiudendo appena gli occhi mentre con gesti lenti tornava ad abbassare il capo verso di me.
I suoi occhi si schiusero appena anticipando le sue parole _ So che l’ultima cosa che vorresti sentirti dire in questo momento è che capisco cosa stai provando,ma è la verità! La mia prima missione…beh è stato un disastro ho finito persino per dare di stomaco un numero infinito di volte per quanto ero sconvolto! Non è mai facile per nessuno la prima volta… _
L’estrema chiarezza di quello sguardo mi inchiodò con una semplicità disarmante.
La sincerità di quel tono basso e confidenziale mi toccò come fossi una corda di violino tesa e quelle fossero le sapienti dita di un maestro.
Mi ritrovai spiazzata,senza sapere bene come dover comportarmi.
Io e Christopher scherzavamo si,ci allenavamo e probabilmente passavamo molto tempo insieme ma non avevamo mai veramente avuto un momento in cui condividere dei pensieri tanto profondi.
Così,mentre i suoi occhi cercavano i miei infondendogli un senso d’intimità mai provato prima mi sembrò quasi di poter osare .
Cercare della sincerità in più in quello stesso sguardo.
_Perchè sei qua Chris?_ mi costrinsi a cacciar fuori quella domanda senza distogliere lo sguardo.
Era necessario che mantenessi quel contatto ,solo in questo modo non avrebbe fuggito quella curiosità.
Lo vidi abbandonare quell’aria sicura corrugando appena la fronte.
Era palesemente perplesso da quelle parole.
_Te l’ho detto…volevo mostrarti questo posto e…_
 _No,non intendevo questo_ scossi leggermente la testa .
A quel punto il suo sguardo si fece più duro.
_Intendi come sono finito alla DS?_ la sua mascella si contrasse lievemente mentre i suoi occhi venivano oscurati da un’ombra.
Annuii _Esattamente_
_Le mie vicende non hanno niente di eroico Rachel potrebbero deluderti_ il suo tono fuoriuscì ironico come sempre ma nonostante il sorriso caustico che utilizzò come incentivo non riuscì a mascherare la nota di frustrazione che gli incrinò la voce conferendo tutt’altra interpretazione a quelle parole.
_Cosa intendi per eroico?_ ancora una volta mi ritrovai perplessa finendo per inarcare un sopracciglio con curiosità.
Sulle labbra di Christopher si dipinse un sorrisetto spento.
_I miei genitori non sono stati assassinati da un gruppo di Epigoni,ne tanto meno sono andati incontro a contaminazione! Sono queste le motivazioni che spingono tutti voi a fare ciò che dovete fare ,no ?_ fece una piccola pausa fissandomi con aria indecifrabile .
_Mia madre era una donna bella quanto volubile ,o almeno questo è ciò che mi hanno sempre raccontato perché vedi,mi è difficile ricordarmi qualcosa di lei dal momento che ha fatto le valigie ed è scomparsa qualche mese dopo la mia nascita! Ho passato i primi anni della mia vita con un uomo che sono costretto a definire padre a causa del DNA che ci accomuna,in realtà era più un fantasma che una reale figura genitoriale.Passava le sue giornate a bere durante infinite partite di poker nelle quali finiva sempre per rimettere i pochi spiccioli guadagnati. Di lui ,invece ,mi ricordo piuttosto bene ,rientrava in casa ubriaco fradicio urlandomi contro qualche epiteto colorito e poi si stravaccava nella poltrona continuando a borbottare parole senza senso mentre io me ne stavo a fissarlo pregando che non si accorgesse della mia presenza_
Una fitta mi pervase mentre il cuore si contraeva in una morsa feroce.
Nelle mente si andò insinuando un’immagine raccapricciante : un piccolo Christopher rannicchiato dietro un polveroso mobilio intento ad osservare la figura poco raccomandabile del padre con sguardo carico di terrore.
Christopher scosse appena la testa contraendo ulteriormente la mascella _Avevo nove anni quando rientrò in casa più furioso che mai, gli strozzini gli erano addosso,il lavoro non gli permetteva di guadagnare quanto bastasse per ripagare i debiti e le partite a poker ne creavano sempre di nuovi, un vero e proprio circolo vizioso…Così tutto ad un tratto mantenere un figlio sembrava il maggiore dei problemi,potevi anche convivere con lo strozzino alle porte ma non con un ragazzino che ha bisogno di cure_ la pungente ironia di quelle parole caricò l’atmosfera di una nuova tensione.
Gli occhi di Christopher continuavano a brillare sprezzanti mentre fissavano un punto indefinito nel vuoto.
_Cosa…cosa è successo quindi?_ trovai appena il coraggio di mormorare quella domanda nonostante i brividi che mi stavano già accapponando la pelle.
Chris scosse appena il capo come per destarsi da un sogno ad occhi aperti,anche se molto più probabilmente quello era più un incubo.
_Il giorno dopo mi sono ritrovato davanti i cancelli di un Istituto nel Distretto 4, praticamente da tutt’altra parte rispetto a dove ero cresciuto! Ho passato la mia vita li dentro come un orfano qualunque fino a quando,cinque anni dopo,non ne sono scappato_ sollevò le spalle con finta neutralità.
Voleva far credere che quella storia non lo toccasse per niente.Si nascondeva dietro quella continua maschera da sbruffone che sembrava caratterizzarlo tanto bene.
Ma in quel momento era troppo evidente per rimanere celato; quell’atteggiamento da duro era una mera corazza che si era eretto addosso per tener fuori i dolori inferti dal mondo.
Lo vidi sospirare appena cacciandosi le mani in tasca con aria tranquilla _Ho girovagato qua e la per qualche tempo senza una meta precisa finch’è non sono iniziati a comparire in giro tutti quei manifesti sul reclutamento di giovani leve alla Divisione Speciale . Sono stato io a scegliere questo posto Rachel! Nessuno mi ha costretto o minacciato,sono arrivato fin qui con le mie stesse gambe e l’intenzione precisa di prendervi parte_ mosse appena un passo tornando a portarsi nuovamente a pochi centimetri da me ancora totalmente in balia delle sue parole.
I suoi occhi cercarono i miei imprigionandoli per qualche secondo.
_Adesso capisci?!_ quella domanda era carica di muta consapevolezza _Non ho nessun movente per fare ciò che faccio se non la consapevolezza che questo è il primo posto in cui mi sono sentito realmente vivo,accettato...Per la prima volta qui dentro ho iniziato a contare qualcosa ! Sicuramente le mie ragioni non sono neanche lontanamente giustificabili come quelle di Sebastian, Charlotte o David i loro genitori sono stati fatti fuori dagli Epigoni adesso loro cercando vendetta,è plausibile.Io invece faccio tutto questo semplicemente perché mi è chiesto di farlo da coloro che mi hanno dato una casa_
Rimasi a fissarlo in silenzio mentre le sue parole continuavano a vorticarmi nella mente.
La sua infanzia,no,la sua intera vita era stata un inferno fino a quando la DS non era arrivata a salvarlo.
Chi ero io per giudicarlo?
Probabilmente avrei fatto la stessa cosa se solo la mia ruota fosse girata come la sua.
Io ero costretta ad odiare la DS almeno tanto quanto odiavo la mia stessa razza,entrambe avevano contribuito alla morte di mia madre.
Ma per Christopher non era andata così, qualunque persona a cui si fosse aggrappato aveva finito per abbandonarlo senza un motivo, l’unica cosa su cui aveva potuto contare era quel posto.
_La lealtà è un piccolo prezzo da pagare in confronto a ciò che ho ottenuto,non credi?_ inarcò appena le sopracciglia nonostante il suo volto non nascondesse quanto poco confidava nella mia comprensione.
Sospirai leggermente prima di annuire appena _ Credo che in questo caso sia così_
Lo vidi strabuzzare leggermente gli occhi con incredulità.
Non riuscii a trattenere un sorrisetto appena percettibile _ Ti sorprende tanto che ti possa capire?_
Soppesò per qualche istante le mie parole prima di arcuare le labbra a sua volta in un sorriso _Non lo credevo possibile,devo ammetterlo_
_Beh sono una donna dalle mille sorprese_ scrollai le spalle con finta aria indifferente facendolo ridere di gusto.
Scossi la testa ridendo a mia volta sollevata dal modo in cui la tensione sembrava essersi allentata e il peso di quella conversazione andava scivolando via rimanendo solo un fulgido ricordo.
All’improvviso però si affacciò alla mia mente un nuovo dubbio.
Mi morsicchiai il labro prima di tornare a rivolgergli l’ennesimo quesito del giorno _ Non riesco a capire ancora una cosa … Se non disapprovi i metodi della DS per quale ragione eri tanto contrario a lasciarmi prendere parte ad una Missione?_
Sul suo volto tornò a manifestarsi un’espressione spiazzata .
Tornò a sospirare con serietà prima di riabbassare il proprio sguardo attento su di me.
_Solo perché una cosa va bene per me non significa che debba essere lo stesso per te! Avrei preferito risparmiarti alcune cose per il momento_ quelle parole fuoriuscirono come una leggera confessione.
Un piccolo sorrisetto sincero andò ad increspargli le labbra mentre sul mio volto si animava un’espressione di pura sorpresa.
_Oh…_ fu tutto ciò che riuscii a boccheggiare in un primo momento _Beh ad ogni modo credo che tu non debba più preoccuparti di tutto ciò…Questo posto cambia la gente_ quella conclusione mi si palesò davanti con tutta la sua estrema veridicità .
Il volto di Christopher si accigliò appena prima che si sciogliesse in un sospiro.
Con un gesto portò due dita a chiudersi lievemente intorno al mio mento imprimendovi una leggera pressione per far sollevare il volto.
Non riuscii ad evitare di sussultare lievemente,colta alla sprovvista mentre i miei occhi d’ambra si allacciavano a quelli magnetici color del cielo durante una tempesta che in quel momento regalassero un’occhiata flemmatica.
_Ti cambia solo se sei disposta a cambiare! Ricordalo sempre_
Per una frazione di secondo rimanemmo semplicemente così.
La sua mano ancora a sollevare il mio mento.
I miei occhi magneticamente legati ai suoi.
E i nostri respiri a saturare la stanza.
Tutto ad un tratto qualcosa nel mio cervello scattò come una molla facendomi prendere coscienza di tutto ciò.
Improvvisamente sentii le guance andarmi a fuoco mentre quella situazione diveniva improvvisamente scomoda.
_Credo…beh,insomma è tardi,è meglio se  torniamo ai nostri Alloggi_ riuscii a cacciar fuori quelle parole incespicando appena.
Mossi qualche passo indietro scostandomi dal suo tocco gentile che ad un tratto sembrava quasi avermi scottato.
Alzai appena lo sguardo giusto in tempo per cogliere un misto di sorpresa e imbarazzo in quei tratti perfettamente armoniosi.
_Si,hai ragione…è meglio che andiamo_ si schiarì leggermente la voce tornando a mostrarsi perfettamente composto prima di muovere qualche passo verso la porta dandomi le spalle.
Sospirai ancora leggermente a disagio socchiudendo appena gli occhi.
_Allora? Hai intenzione di seguirmi oppure rimani direttamente qui pronta per l’allenamento del giorno?_ Christopher si soffermò accanto alla porta lanciandomi un’occhiata ironica.
Sollevai appena gli occhi verso il soffitto prima di tornare a rivolgere la mia attenzione verso la sua figura ancora in attesa, _Si…arrivo_




  
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