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Autore: Laady    10/01/2013    4 recensioni
I pensieri di Rudi dopo la partenza di Alice, le emozioni che passano tra cervello e cuore dopo la sua partenza. Un'ipotetica sesta stagione dal punto di vista di Rudi alternato ai pensieri di Alice, come andrà a finire?
Breve aggiunta di Marco/Eva. Hope you like it ;)
Genere: Commedia, Fluff, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cudicini, Eva Cudicini, Marco Cesaroni, Quasi tutti, Rodolfo Cesaroni
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qua, bella gente!
Avete visto che velocità razzo ci ho messo questa volta? *-*
Non indugio oltre, buona lettura ragazzi miei, spero che il capitolo non sia troppo.. poi capirete. 
Ecco il tredicesimo capitolo!
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POV RUDI
 

“Ma che cos'è questa storia?! Che è, eh?! Cosa significa?!”

Alice strinse la mia mano, sapevamo che l'ora era giunta e l'unica cosa che potevamo fare era lottare per il nostro amore.

“Giulio, io e Rudi ci amiamo.”
“Vi amate? No, voi siete due adolescenti in preda agli ormoni, non sapete nemmeno cosa significhi il termine 'amore' e ciò che ne comporta.” Mio papà stava andando in fibrillazione, la sue tensione e la sua ira erano palpabili nell'aria.

“Ma avete minimamente pensato a quello che state facendo? Dico, non pensate un po' alla vostra famiglia? Non vedete quanti problemi stanno generando Marco ed Eva, dovete mettere del vostro per forza?!”

“Si, dobbiamo.” Questa volta presi io l'iniziativa, un sorriso amaro si impossessò del mio volto.

“Sai papà, quante volte ho desiderato non amarla. Sai papà, ci ho provato, davvero, ma ogni mio pensiero, ogni mia decisione, mi portano a lei, ad Alice. Sempre. Hai approvato la scelta di Marco e tempo fa, difficilmente è vero, ma perchè non puoi approvare la mia e fidarti di me? Prova a fare qualcosa anche per me, ogni tanto.”

Ero sull'orlo di una crisi, avevo gli occhi lucidi, non sapevo se per la rabbia o lo sforzo di non urlare.

“Alice, esci.” soffiò Giulio.

“Rudi, non osare parlarmi così. Io ho provato a far di tutto per te e la tua felicità, ho quasi rinunciato a Lucia tempo fa per te, non permetto che tu mi tratti così, non devi nemmeno pensarci di far ricadere la colpa su di me.”

“Me, me, me. Quante volte è esistita la parola 'me'? In ogni occasione, a me, non veniva conservato niente. Solo scarti, sia di felicità, che di affetto o comprensione. E la sai una cosa, papà? Io sono stanco. Vengo sempre scartato, pensate solo al vostro bene, al vostro me. Ora che ho trovato una persona che riesce a rendere libero anche il mio 'me', voi non me la porterete via.”

“Mi dispiace figliolo, ma non funziona così. È tua sorella.”

“Quando Marco e Eva hanno avuto Marta non erano fratelli, no è?”

“Infatti è stato un'errore. Hanno passato tante interperie nella loro relazione, hanno sofferto, pianto, litigato. E ora Eva soffre come un cane, Marco si sente in colpa, ma guardalo, guardalo com'è felice con Maya. Potresti avere la stessa felicità, se solo tu non fossi così cocciuto e iniziassi a guardarti attorno.”

“E se provassi tu a guardarti attorno, a mettere da parte i tuoi stupidi ideali e vedere quanto io e lei siamo perfetti insieme? Cos'è, è troppo difficile per te? Solo io devo tentare di approfondire l'impossibile?”

“Ora basta. Sono tuo padre e tu devi rispettare le mie decisioni, vivete entrambi sotto al mio tetto, è casa mia. Sono io che comando.”

“Non siamo a casa tua, qui. E se basta così poco per sfuggire al tuo controllo allora va bene. Me ne vado.”

“Rudi non dire fesserie ora, non se ne va nessuno, ma voi due dovete smettere di vedervi.”

“Si, smettiamo di vederci vivendo insieme. Andiamo papà, fai ridere, non sai nemmeno tu cosa devi dire. Nemmeno se Alice rimanesse qui e io tornassi alla Garbatella riusciremmo a starci lontani.”

“Sai che è una bella idea figliolo? Hai ragione. Da domani Alice si trasferirà in Inghilterra e tu tornerai a casa, sotto la mia protezione e la mia superiorità.”

“Non siamo più bambini, e tu non devi proibirci nulla! Non puoi obbligare Alice, tua figlia dannazione, l'amore della mia vita, a rimanere qui. Non puoi.” Stava iniziando a parlare la mia disperazione, le lacrime erano traboccate fuori. Era come se un vaso pieno d'acqua e colmo di bellissime rose bianche, come la purezza, e rosse, come il peccato, fosse caduto a terra dopo una mazzata ben assestata frantumandosi in mille pezzi, mille cocci. Le rose sparse, una divisa dall'altra; con l'acqua che tenta di riempire il vuoto, espandendosi nello spazio circostante, senza riuscire nel suo intento. Io mi sentivo così, frantumato. Senza rendermene conto mi inginocchiai percependo che stavo perdendo tutto quel che di bello avessi mai avuto, come se portare le gambe al petto in posizione fetale potesse racchiudermi in un bozzolo facendo da scudo a tutta quella sofferenza.

“Ormai ho deciso, domani torniamo a casa. Ma Alice resta qui.”

Mio padre era incosapevole che con una frase, aveva stravolto tutto il mio mondo. Non restava che sperare in Alice, forte e con la sua determinazione, avrebbe sicuramente migliorato le cose.

 

Quanto mi sbagliavo..

 

POV ALICE

 

Mi sentivo in ansia oltre ai limiti dell'immaginabile, avevo sentito tutto, e una strana calma aveva iniziato a pervadermi dentro. Non era da me, tutto questo. Se fossi stata in me avrei preso, buttato giù la porta ed esposto il mio amore, il mio volere, com'ero solita fare. Cosa stava succedendo, mi stavo rammollendo? Tutto quello che avevo, tutto il mio amore e la mia felicità, mi veniva strappato e io cosa facevo? Restavo a guardare e a sentire i pezzi di me, i miei nervi e il mio cuore, spezzarsi pezzo per pezzo, mi stavo pian piano decomponendo. Ma chi avrebbe raccolto i miei pezzi, chi avrebbi ricomposto il puzzle se l'unica persona che n'era in grado se ne stava andando? Immersa nei miei dubbi non mi accorsi più del resto, era come se il mondo andasse avanti e io rimanessi indietro. Una voce dentro di me mi urlava: Alice, svegliati cazzo. Questo non è un gioco, non è un film. Non puoi premere reset a fine giornata, usare lo stop, cercare i trucchi su internet e vincere contro il nemico.

Niente, non riuscivo ugualmente a svegliarmi dal coma, le mie certezze alla fin fine mutarono non lasciandomi più niente in cui credere, lasciandomi vuota, in preda alla mia tristezza, al mio orgoglio, alla mia paura.

 

Non tenevo il conto del tempo, aprii soltanto gli occhi una mattina e mi alzai dal letto di botto e come se sentissi un ronzio fastidioso nelle orecchie mi alzai, mi levai tutto rimanendo nuda, spoglia da tutto, come se bastasse a mandar via quella brutta sensazione che s'era impossessata di me.

Presi il cellulare e lo guardai, una cinquantina di chiamate perse, una decina da Iolanda e il resto da Rudi. Innumerevoli brividi mi invasero e come se quel distante contatto mi avesse riportato alla realtà ricevetti una scossa dal mio corpo, i miei nervi si erano risvegliati, Alice era tornata. Presa dalla smania di riassaporare le emozioni del mio corpo ancora una volta, come sveglia da un coma perdurato fin troppo, composi il numero e lo chiamai.

Non pensavo però che quel mio comportamento avesse suscitato tanta rabbia e sofferenza altrui..

 

POV RUDI

 

Ero incredulo, l'unica persona che mi aveva giurato amore eterno mi aveva abbandonato. Ero andato da lei dopo il litigio con Giulio ma trovai la porta della sua camera serrata. Mi aveva sbattuto fuori dalla sua vita dopo che io avevo fatto tanto per lei, dopo che il nostro amore mi avevano portato a voltare le spalle alla mia famiglia. Un'aspra risata si impossessò di me. Ora le aveva voltate lei a me. Certo che il karma era proprio stronzo e la dea bendata non era da meno. Preso a calci dalla mia vita me ne andai dalla Garbatella, affittai un appartameno abbastanza grande in centro. Dava sul tevere, accerchiato dal verde di un grande parco. Era piuttosto spazioso e sobrio. Avevo trovato un lavoro in poco tempo alla radio, la mia canzone fece successo e il mio cognome mi aprì tante strade nel mondo musicale, ringraziavo immensamente Marco per aver aver intrapreso quella carriera. In poco tempo scrissi un paio di canzoni che andarono a ruba, letteralmente, in questo modo seppi mantenermi. Prima dell'avvio del programma mi arrivò una chiamata, avevo eliminato il suo contatto dal cellulare. -Bravo stupido, cos'è cambiato? Il numero lo conosci a memoria. E un 'delete' da un'aggeggio elettronico non può riscuotere lo stesso valore e la stessa funzione dal tuo cuore.- Alice sarebbe stata una ferita del cuore, l'unica cosa che volevo e speravo era che si cicatrizzasse in fretta, eppure quell'organo screanzato non voleva saperne. Il telefono continuava a vibrare ma il mio cuore fece di più, saltò letteralmente. Non sapevo cosa fare, - Rispondo o non rispondo? -

“Rudi tra poco inizi” Mi dissero soltanto.

“Lo so, arrivo.”

Corsi in bagno, ero una furia.

Guardai di nuovo il telefono, lei non demordeva. Ora doveva ritrovare il suo spirito? Doveva pensarci un mese fa.

“Pronto?” La mia voce uscì atona e fredda, quasi non riconoscevo neppure io.

“Rudi!” La sentivo con la voce tremante.

“Si.”

“Sono Alice!” Ecco, ora era pure contenta di sentirmi.

“Lo so” Un silenzio si impossessò di noi, credo avesse percepito il mio tono freddo.

“Io..” Non sapeva cosa dire, mi maledissi per il tono che stavo usando.

“Dimmi” Dissi più dolcemente, dandole una nota di speranza

“Oh, Rudi!” Stava piangendo.. Una corona di spine venne posata sul mio cuore. -Oh, dannatissime lacrime, guai a voi se osate scendere.-

“Ripeto, dimmi” Riusai la freddezza, forse l'arma migliore per credermi più forte

“Scusami”

Mi aveva chiesto scusa, soltanto. SCUSA.
“Ma cosa diavolo hai al posto del cervello, Alice? Mi imbocchi di tante belle parole, di promesse, e quando avevo bisogno di te per andare avanti, tu non c'eri. Te la sei svignata nella tua stanza, mi hai lasciato solo Ali, lo capisci? Sai cosa significa lottare e perdere?” Non sentivo nessuno dall'altra parte della cornetta e le vomitai letteralmente tutta la mia sofferenza.

“No, tu non lo sai, perchè sei solo una bambina. Fai la grande e la matura con le parole, ma con i gesti sei una rammollita. Non hai esitato un attimo nel lasciarmi alla mia sorte,” iniziai a tirar su col naso, come a riprendere la tristezza e richiuderla a chiave nel cofanetto presente nella mente e nel cuore con la scritta: “Pericolo”

“tu! Si, tu, proprio tu, quella che mi ha aiutato, mi ha spronato, mi ha amato, odiato, alla fine mi ha ammazzato. Mi hai dato un veleno amaro Alice, mi hai ucciso dentro, e ora non basta il bacio del vero amore per farmi risvegliarmi dal sonno. Tu mi hai tradito. E io odio i traditori. Quindi vedi di girare a largo d'ora in poi, non sono il tuo giocattolo.”

Non le diedi il tempo di rispondere perchè chiusi il telefono e lo buttai nel cesso. Perchè non potevo fare altrettanto con i miei sentimenti?

 

Angolo dell'autrice

 

Ero assorbita da testi deprimenti mentre ho scritto questa storia, tanto per immergermene completamente, con il risultato che ora sento una nuvola nera alloggiarmi in testa. Spero di aver reso al meglio la sensazione di tristezza e disperazione che ha provato Rudi, e lo so, non dovevo fare un'Alice così svogliata. Ma era come se quella notizia l'avesse completamente cambiata, per poi svegliarsi dall'incubo. Come continuerà la storia, Alice si rassegnerà come ha fatto Rudi o tentarà di far tornare l'amore? Buooooon pomeriggio a tutti, belli e brutti! ;)
Grazie a chi segue silenziosamente e a chi si fa sentire, vi apprezzo tantissimo!

  
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