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Autore: Ria_27    13/01/2013    2 recensioni
Non ero ancora nata quando la scoperta del Dr Gregory l’H273 rivelò le sue drammatiche conseguenze.
Ma nel mondo in cui vivo chiunque conosce questa storia.
Sono passati ormai trent’anni da quando tutto questo ebbe inizio ma ancora oggi l’unica cura che si conosce contro gli Affetti è sterminarli .
Questo però non impedisce loro di fare sempre più vittime tra le quali mia madre .
Era all’ottavo mese di gravidanza quando venne contaminata .
Le indussero il parto portandomi alla luce, donandomi la vita prima che quella di mia madre le venisse sottratta.
Non so quand’è stato il momento preciso in cui me ne resi conto.
Quando un bambino riesce a rendersi conto di essere diverso?
Non saprei rispondere.
Di sicuro però ricordo il momento in cui due agenti dell’FBI arrivarono all’Istituto .
Erano venuti a cercare me, erano li per me ,questo era tutto ciò che seppi-
Avevo solo tredici anni ero una ragazzina arrabbiata con il mondo se pur non capendolo eppure ero ormai consapevole di essere fuori dal comune.
Così non ebbi altra scelta .
Scappai.
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buona Domenica a tutti :)
Questa volta riesco ad essere più veloce e a lasciarvi un nuovo capitoletto.
In questo capitolo Charlotte e Rachel sono ancora a zonzo per il Circuito ma qualcosa va storto.
Che cosa??
Scopritelo voi stessi ;)
Come sempre fatemi sapere cosa ne pensate!!!
Ria_27


Capitolo 15- Minaccia

_Siamo già passate da questo punto_ sospirai stancamente soffermandomi accanto ad una corteccia particolarmente rugosa.
_Hai per caso messo un segno su ogni albero per riconoscerli?_ la replica di Charlotte fu piena di piccato sarcasmo,i suoi occhi si volsero per soppesarmi criticamente.
Continuava a non andarle a genio la mia compagnia,questo era più che evidente,ma almeno aveva smesso di lamentarsi dopo i primi dieci minuti.
Ignorai le sue parole indicando con un gesto della mano lo sprazzo circostante _Riconosco la disposizione degli alberi ,in questo punto è più rada_
_Davvero?!_ Charlotte tornò ad osservarmi con evidente scetticismo.
Inspirai a fondo cercando di non sbraitarle contro qualcosa di poco gradevole _E’ più di un’ora che giriamo a vuoto forse dovresti iniziare a darmi ascolto_
_Dare ascolto a te?_ i suoi occhi si ampliarono con stupore _E quando sarebbe stato il momento in cui saresti diventata una specialista di orientamento?_ incrociò le braccia sul petto arcuando le sopracciglia con marcata ironia.
Sostenni il suo sguardo assottigliando appena il mio _ Da quando sembra essere la ventesima volta che procediamo nella stessa direzione_
Ce l’avevo messa tutta per cercar di far funzionare le cose ma sembrava essere arrivato il momento di metter da parte l’accondiscendenza.
Di quel passo avremmo finito per passare la notte all’aria aperta nella vana speranza che fossero i ragazzi a trovarci ,smagnetizzarci e porre fine a quell’assurda sfida.
_Nessuno ha chiesto il tuo parere, quindi sta zitta e limitati a seguirmi_ fece schioccare la lingua come fosse una frusta mandandomi appena un bagliore duro con lo sguardo prima di voltarsi per rafforzare il suo punto.
_Siamo una squadra Charlotte,e se non te ne fossi accorta fin’ora abbiamo seguito esclusivamente le tue indicazioni senza arrivare a nulla! Non credo neanche che i ragazzi siano in questa zona_ allargai le braccia con palese frustrazione.
_Invece ti dico che sono vicini_ tornò a puntare la braccia sui fianchi scattando nuovamente verso di me con aria stizzita.
_Credi che si siano mimetizzati con la vegetazione circostante?_ un sorrisetto fece capolino sulle mie labbra mentre mi prendevo gioco di lei.
Il volto della ragazza si rabbuiò ulteriormente davanti a quella provocazione _Sapevo che non avrei dovuto darti ascolto,avrei dovuto procedere da sola fin dall’inizio così avrei evitato di dover sopportare le tue inutili lamentele_
_Perchè invece non ammetti semplicemente che ,forse, se iniziassi a darmi retta potremmo riusciremmo a concludere qualcosa?!_ mossi qualche passo nella direzione in cui lei continuava a scrutarmi con aria infastidita.
Nel suo sguardo passò un bagliore scuro _Vuoi procedere da sola? Fai pure, mettiti a girovagare a vuoto mentre io trovo quei tre gradassi smagnetizzo il loro recettore e dopo di che me ne torno alla Base!Ma sta tranquilla dirò a Samantha di lanciarti qualche osso e un sacco a pelo per la notte_ senza aggiungere altro tornò a voltarmi le spalle incedendo con passo sicuro nella direzione opposta.
Roteai gli occhi inspirando a fondo.
Mi ero sempre considerata una persona a corto di pazienza,in quel momento fui costretta a ricredermi.
_Charlotte _ tornai a chiamarla esasperatamente.
_Cosa vuoi!_ sbottò scocciata
_Che tu la smetta di comportarti come se avessi un bastone ficcato su per il culo e ti soffermassi a darmi ascolto_
Il suo bel volto si contrasse ulteriormente mentre il mio sguardo si posava con sfida.
Contrasse i pugni con vigore _Senti un po’ piccola…_ non ebbe il tempo di portare a termine quell’ennesima replica.
Uno scricchiolio non udibile ad un orecchio poco  allenato ,si insinuò nella radura.
Entrambe smettemmo di fulminarci con gli occhi spalancandoli al contempo con sorpresa.
La mia testa scattò a fendere l’aria alla ricerca di nuovi rumori.
Ma come era prevedibile non un solo rumore tornò a emergere.
Chiunque fosse stato a produrre il primo non avrebbe ripetuto lo stesso errore.
Ma ad ogni modo non importava,quello era bastato.
Prontamente Charlotte tornò a puntare il suo sguardo su di me facendomi cenno di raggiungerla all’estremità opposta.
Non obbiettai minimamente e con uno scatto le fui accanto.
Se c’era un momento in cui bisognava accantonare le divergenze e far fronte comune era proprio quello.
I ragazzi avrebbero contato sul fatto che fossimo divise,ci speravano forse,perciò avremmo dovuto utilizzare la situazione a nostro vantaggio.
_Si stanno avvicinando_ il sussurro di Charlotte fu preceduto da un secondo suono fra le sterpaglie.
I miei occhi continuavano a saettare in quella direzioni in cerca di movimenti da individuare.
Mi aspettavo che da un momento all’altro Christopher o forse Sebastian e David ne sarebbero sbucati fuori pronti a smagnetizzare il ricevitore che portavo in bella vista sul petto.
Strinsi maggiormente nella mano la pistola elettronica che ,all’improvviso, sembrava aver preso la consistenza di un’arma vera e propria.
L’unica che mi avrebbe garantito la vittoria.
Bastava che fossi più veloce di loro,ne avevo la capacità,bisognava sfruttarla nel modo migliore.
_Tieniti pronta_ il corpo di Charlotte si irrigidì sollevando a sua volta la sua arma.
Entrambe le canne delle pistole elettroniche vennero puntate nella direzione in cui adesso era perfettamente udibile uno scalpiccio.
Strano,credevo che fossero più accorti di così.
Ebbi appena il tempo di soffermarmi su quel pensiero che una figura si fece strada nell’ombra degli alberi.
Istintivamente il mio dito corse ad accarezzare il grilletto attendendo il momento esatto per scattare.
Ma la persona che emerse poco dopo nel cono di luce ci colse del tutto impreparate.
_Ma cosa_ Charlotte abbasso la propria pistola scrutando con aria stordita la figura in completo scuro dell’agente davanti a noi.
_Cosa ci fai lui qui?_ domandai evidentemente confusa.
Samantha non aveva minimamente menzionato la presenza di altri all’infuori di noi cinque nel Circuito .
Gli agenti sarebbero intervenuti solo una volta che una delle due squadre avesse vinto ma questo non era ancora avvenuto.
Charlotte si schiarì la gola _Ci dev’essere un errore, i nostri recettori sono ancora attivi e ,a meno che i ragazzi non si siano smagnetizzati fra di loro, anche i loro sono in funzione! Non abbiamo concluso,ancora!_
L’uomo all’altro capo della radura continuò a fissarci in silenzio.
Se ne stava perfettamente composto ,dritto sulle spalle,mentre i suoi occhi passavano lentamente fra le nostre figure.
Percepii una scarica di tensione pervadermi mentre l’uomo continuava a scrutarci con lenta accuratezza.
_Qualcosa non va_ deglutii leggermente accostandomi maggiormente al rigido corpo di Charlotte .
La ragazza si mosse nervosamente _Mi hai sentito?_ alzò il tono di voce _Ho detto che non abbiamo portato a termine la prova,quindi puoi tornare alla base e riferire_
Niente.
L’uomo continuò a fissarci impassibile.
Sul volto di Charlotte era ora visibile la stessa confusione che si leggeva nel mio.
Ad un tratto l’agente smise di far scorrere il proprio sguardo su di noi e con un gesto semplice estrasse qualcosa dalla cintura.
_Oh merda_ Charlotte sbiancò di qualche gradazione .
_Scommetto che quella non è finta_ i miei occhi si ampliarono ulteriormente alla vista dell’oggetto stretto fra le mani dell’uomo .
Una pistola luccicante puntava la canna verso di noi nella mano tesa dell’uomo.
Charlotte fremette di rabbia riacquistando un po’ di fiducia _Ehi amico ma che problema hai,che …_
Le sue parole vennero messe a tacere dal rumore sordo di uno sparo.
Ebbi appena il tempo di immaginare solamente la traiettoria cha la pallottola avrebbe preso e senza pensarci ulteriormente mi scagliai verso Charlotte trascinandola verso il suolo.
Cademmo rovinosamente a terra mentre con occhi sgranati osservammo la pallottola passare dritta nel punto in cui fino a pochi secondi prima si era trovata la testa di Charlotte.
_Hai visto?_ il tono di Charlotte uscì gracchiante e poco sicuro .
A mia volta mi ritrovai ad annuire ancora palesemente scioccata _Si_
Per fortuna il mio istinto di sopravvivenza ebbe la meglio sul torpore dettato da quello schock.
Tornai a volgere con uno scatto la testa verso il punto in cui l’agente stava caricando un nuovo colpo.
_Andiamo via di qui_ urlai balzando in piedi.
Charlotte non ebbe bisogno di chiedere alcuna spiegazione,con uno scatto si mise a sua volta dritta sulle gambe.
Iniziammo a correre giusto nel momento in cui un secondo sparo fendeva l’aria.
Ci buttammo a capofitto nella cortina di alberi e vegetazione.
Percepivo il cuore martellarmi furiosamente nel petto minacciando di emergerne fuori mentre le gambe scattavano velocemente in una corsa folle.
_Per di qua_ gridai imboccando una piccola diramazione semi nascosta fra due querce.
Charlotte continuò a corrermi accanto voltandosi di tanto in tanto per assicurarsi che non fossimo sotto il tiro preciso di una pallottola.
_Dov’è andato?_ strillò istericamente .
_Non lo so_ ammisi semplicemente.
_Questo è ridicolo_ senza il minimo preavviso Charlotte puntò i piedi a terra frenandosi.
_Cosa stai facendo?_ sbraitai incredulamente arrestandomi a mia volta per voltarmi a scrutare la ragazza con aria sbigottita _Sei impazzita?_ aggiunsi intuendo che non aveva alcuna intenzione di riprendere la corsa.
Charlotte mi lanciò un’occhiata tagliente _Sono una Recluta Speciale non ho alcuna intenzione di fuggire come uno stupido coniglio!_
Strabuzzai gli occhi con maggiore impeto _Charlotte quell’uomo è armato ,ha una pistola vera con dei proiettili molto realistici! Noi al massimo avevamo dei giocattoli e abbiamo abbandonato anche quelli_
_Non mi importa,lo affronterò ugualmente_ puntò maggiormente i piedi a terra incrociando le braccia con fare risoluto.
Niente da fare,era impazzita.
_Ci ucciderà_ replicai allargando la mani con un gesto secco.
_Lo farò prima io_
Una risatina isterica fuoriuscì dalle mie labbra _Io non ci conterei _
Non riuscii neanche a formulare una sequela di convincenti motivazioni su quali fossero le schiaccianti ragioni che mi spingevano a credere ciò ,poiché ancora una volta dei rumori misero a tacere le mie parole.
Questa volta ebbi appena il tempo di voltarmi prima che la figura dell’uomo tornasse ad emergere fra gli alberi.
_Vi ho trovate,molto bene_ un sorriso storto si fece largo sui tratti famelici dell’uomo.
Avanzò con la canna della pistola ben dritta.
Rimasi immobile come una statua di sale mentre l’arma scorreva da me a Charlotte a pochi passi di distanza.
_Cosa vuoi?_ il tono della ragazza fuoriuscì teso,per niente sicuro.
Avrei potuto giurare che si era appena pentita di aver smesso di correre,di sicuro mai quanto me che le avevo dato retta.
L’uomo proruppe in una risata _Mi sembra ovvio,non credi_ con un gesto non molto casuale del capo indicò la pistola fra le sue mani.
Il mio sguardo seguì la fredda forma dell’arma,avevo ingenuamente creduto di aver dimenticato l’orrenda sensazione che ti attanaglia quando ne hai una puntata addosso,quando senti che quelli che stai vivendo potrebbero essere i tuoi ultimi istanti di vita.
_Ma tu sei un agente della Divisione Speciale…_ trovai il coraggio di cacciar fuori quella confusione .
Lo sguardo dell’uomo corse su di me prima che si abbandonasse ad un nuovo moto d’ilarità _Oh non essere sciocca ragazzina,io sono molto di più e tu dovresti saperlo_
Un brivido di puro gelo mi percorse lungo tutta la schiena.
Deglutii con fatica _Cosa vorresti dire?_
Le labbra dell’uomo si distesero in un sorriso arcigno _ Siamo uguali io e te _
_Sei un Epigono _ il tono di Charlotte fuoriuscì accusatorio mentre i suoi occhi si rivolgevano duramente all’uomo ancora sorridente.
_Bingo _
Una sequela di domande sempre più chiassose si andava contorcendo nei meandri della mia mente contribuendo solo a destabilizzarmi ulteriormente.
_Com’è possibile…_ non riuscivo a capacitarmi io stessa di come una cosa simile potesse aver luogo.
_Ti sorprenderebbe scoprire quante cose siamo in grado di fare _ l’uomo accentuò la propria espressione soddisfatta.
_Ma adesso basta parlare,mettiamo fine a questa storia!_ con un gesto l’uomo sollevò appena la pistola puntandola saldamente contro Charlotte la quale tornò ad irrigidirsi.
_Ultime parole bellezza?_ l’uomo la provocò con un sorrisetto strafottente.
Dovevo intervenire prima che fosse stato troppo tardi.
Qualche secondo e il grilletto sarebbe stato premuto e questa volta nessuno avrebbe potuto sottrarre Charlotte dalla traiettoria di quella pallottola.
Il mio sguardo iniziò a vagare istericamente per l’intera radura alla ricerca di qualcosa che potesse esser utile .
Sentii Charlotte muoversi nervosamente _Vaffanculo_ replicò gelidamente contro l’uomo.
Quest’ultimo emise un rantolo infastidito _Peccato_
Percepii i secondi susseguirsi velocemente quando il mio sguardo si soffermo su qualcosa di lucente.
Senza pensarci due volte approfittai del fatto che l’uomo fosse concentrato su Charlotte e con un gesto mi piegai a raccogliere la lucente pietra che sembrava brillare per richiamare la mia attenzione.
Il rumore di un nuovo colpo che veniva caricato produsse una scarica di pura adrenalina nel mio corpo che si concluse all’altezza della mano contenente la pietra.
Nessun indugio,i miei gesti si susseguirono in una perfette sequenza sincrona.
Percepii il mio braccio contrarsi prima di stendersi con furia nello stesso istante in cui la mano si apriva permettendo al ciottolo tagliente di librarsi nell’aria.
La pietra sfrecciò con una velocità appena percepibile ad occhio,non curvò,non deviò,la sua precisione fu estrema e in un attimo si scontrò con la pistola colpendola con un tale impeto da sottrarla alla presa dell’uomo.
Gli occhi di Charlotte corsero con sorpresa verso di me ancora protesa in avanti nella posizione di lancio.
_Tu razza di…_l’uomo calò la testa verso le proprie mani vuote prima di sollevare lo sguardo su di me.
Ma prima ancora che potesse concludere quelle parole Charlotte scattò in avanti e con un balzo gli fu addosso.
L’uomo crollò a terra sotto i colpi incessanti di Charlotte che sembrava voler far scorrere tutta la rabbia che stava velocemente sostituendo la tensione.
Sbattei un paio di volte le palpebre ancora vagamente interdetta poi vidi l’uomo disarcionare Charlotte e cercare di colpirla e a mia volta scattai in avanti.
Assestai un calcio nelle ginocchia dell’uomo facendolo lamentare dal dolore.
Charlotte si liberò nuovamente dalla sua presa e con un balzo raggiunse la pistola abbandonata a pochi passi di distanza.
Istintivamente i miei occhi corsero verso l’arma nuovamente tesa,questa volta avendo un nuovo bersaglio.
Capii subito le intenzioni della ragazza e una nuova morsa di sgomento mi pervase.
_NO CHARLOTTE_
Le mie grida vennero soffocate da un nuovo sparo.
L’uomo emise appena un rantolo contraendo le labbra in una smorfia prima di accasciarsi esanime al suolo.
Le mie palpebre si ampliarono ulteriormente osservando il corpo ai miei piedi .
Non poteva essere vero.
Non un’altra volta.
Non ancora.
La testa mi pulsò con furia mentre percepivo un gelo incontrollabile attanagliarmi.
_Respira_Charlotte mi lanciò un’occhiata critica.
Ad un tratto un’altra serie di rumori si diffusero intorno a noi facendoci tornare all’erta.
Charlotte preparò un nuovo colpo nella pistola prima di voltarsi e puntarla davanti a se con sicurezza.
_Wo wo wo,abbassa quell’arma_David si arrestò di scattò sollevando le mani in aria sotto la traiettoria della pistola impugnata da Charlotte.
_Che diavolo è successo?_ Christopher si fece largo a grandi falcate seguito a ruota da Sebastian.
I ragazzi avanzarono di qualche metro finchè non furono in grado di vedere ciò che io stessa stavo ancora fissando.
_Un agguato_ Charlotte parlò per prima lanciando un’occhiata ai volti storditi dei tre ragazzi.
L’attenzione di tutti sembrava esser puntata sul corpo insanguinato riverso al suolo.
Christopher battè un paio di volte le palpebre prima di scostare lo sguardo _Un agguato?_ ripetè con maggior confusione.
Charlotte si ravvivò i capelli con una mano ancora leggermente tremante _Si e c’è di più_ fece una piccola pausa catturando l’attenzione di tutti.
I suoi occhi corsero sui vari volti prima di soffermarsi su quello attento di Christopher _Un’infiltrazione di Epigoni alla Base_
Per una frazione di secondo sembrò che i respiri fossero smorzati.
Nessuno trovò il coraggio o semplicemente la forza per aggiungere qualcosa.
_Sei sicura?_ Christopher inspirò socchiudendo gli occhi appena prima di tornare a riaprirli rivolgendo quella domanda secca.
Charlotte tornò ad annuire _Si,assolutamente_
_Ma come è potuto succedere?_ Sebastian corrugò la fronte con palese sgomento.
_Ora non è il momento adatto per discuterne_ Christopher tagliò ogni possibile replica sull’argomento con fare pratico _Abbiamo un problema più grosso a cui fare fronte,dobbiamo tornare immediatamente alla Base!_





  
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