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Autore: Cathy Earnshaw    14/01/2013    3 recensioni
"Era una calda serata estiva, di quelle che restano incollate addosso con il loro profumo di fiori e di rosmarino, con il frinire delle cicale, con le risate degli amici. Tutta la popolazione della piccola cittadina di Pothien si era riunita nella piazzetta principale. La musica colorava con le note eteree dell’arpa le serate del Nord della Terra dei Tuoni, e i cantori narravano le loro storie affascinanti a chiunque le volesse ascoltare."
Non è un'introduzione, lo so..ma credetemi se vi dico che è ancora tutto troppo vago anche per me per poter scrivere un'introduzione coerente ;) Vi piaciono i racconti con maghi, elfi, duelli e lunghi viaggi in terre desolate? Benvenuti nella Terra dei Tuoni, amici!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Di guerre e cascate - La Terra dei Tuoni'
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Abby si appisolò tra le coperte vicino al fuoco, e Liam si trovò a misurare l’antro a larghi passi. C’erano tante domande che si affollavano nella sua mente, ma, per quanto si fosse ripromesso di non avere pietà, di fronte alla crisi di pianto di Abby aveva ceduto. L’aveva mandata a dormire e aveva rimandato l’interrogatorio alla mattina successiva.
“Che gentiluomo, Liam. Le donne in lacrime ti commuovono sempre” pensò con amarezza.
Abigail e Irthen in viaggio verso la Cascata del Potere. Lui all’inseguimento, intralciato da Abigail stessa e da Caleb. La sirena a sua volta ingannata dagli stregoni. Il tutto per colpa di una stupida profezia? Che cosa c’era dietro a tutta quella storia? Dipendeva tutto da quella sciocchezza del colibrì? Significava che gli stregoni tenevano i fili di tutti i burattini che si muovevano sul palco della Terra dei Tuoni? Era tutto già deciso? E che cosa poteva aver spinto Abigail a scegliere di aiutarlo? Possibile che lo facesse davvero per esaudire l’ultimo desiderio di Kore? Quanto rischiava, venendo meno alla parola data agli altri stregoni? E che cosa poteva cambiare, nella dinamica dei loro piani, il voltafaccia di Abby?
“Abigail, non Abby. Abigail. Non prendere confidenza, bello, questa potrebbe pugnalarti nel sonno con la stessa tranquillità con cui spezzerebbe una pagnotta”.
Niente da fare, per trovare risposta a quelle domande avrebbe dovuto aspettare il risveglio dello stregone. Quanto avrebbe impiegato il suo messaggio ad arrivare a Natìm? E quanto i rinforzi a raggiungerlo? Si sedette accanto ad Irthen. Sembrava semplicemente addormentato, il respiro e il battito erano regolari. Osservandolo bene, Liam ebbe la sensazione che in quei pochi giorni fosse cambiato molto. Il viso più spigoloso, i capelli più spettinati, gli abiti sporchi lo facevano sembrare molto più uomo di quanto non fosse.
Curioso, avrebbe dovuto sentirsi furioso, invece non riusciva a fare a meno di pensare che senza l’aiuto di quella donna non sarebbe mai riuscito a compiere il miracolo. Incredibile come la rabbia fosse dominata dalla speranza. Follia.
Si distese e chiuse gli occhi, con la certezza che non appena si fosse addormentato, lo stregone l’avrebbe pugnalato al cuore.
 
Ma questo non avvenne. Quando riaprì gli occhi, la luce dell’alba faceva capolino dall’ingresso dell’antro, e la sua sgradita coinquilina stava ravvivando ciò che rimaneva del fuoco. Liam si trasse a sedere e si stiracchiò. Aveva tutti i muscoli indolenziti e le ossa doloranti.
«Sono invecchiato» mugugnò.
«’Giorno, mago» disse Abby.
«Che fai?» domandò Liam.
«Preparo la colazione. Ieri è avanzato del cinghiale. Vuoi favorire?»
Liam annuì. Mise la testa fuori dalla grotta e scoprì che, accanto a Baio, pascolava un altro cavallo, di un bianco quasi accecante.
«Ehi, quello è amico tuo?» domandò rientrando.
«Sì, lei è Luce» rispose la ragazza.
«Non è un cavallo normale.»
Abby sorrise.
«No, è uno degli ultimi Antichi del Sud.»
«Ne ho sentito parlare. Non sono quell’incrocio tra cavalli e Unicorni, quelli che vivono sul Monte Alba, nella Terra dei Draghi?»
«Esatto. Ne sono rimasti pochi ormai. Luce è con me da molti anni, ed è un ottimo cavallo.»
Liam annuì distrattamente. Una colomba era entrata planando e si era posata su uno sperone di roccia. Alla zampetta portava legato un biglietto. Abby seguì lo sguardo del mago e aggrottò la fronte.
«Che cos’è?»
Liam sorrise e si affrettò a slegare la pergamena.
«Un messaggio di Amina. Impara, stregone: questa sì che è classe, non quella tua civetta spennacchiata…»
«Dove la trovavo una colomba in piena notte?!» sbottò la ragazza.
Liam si strinse nelle spalle. Il biglietto diceva soltanto:
“Ricevuto. Ruben è fuori, ma entro l’alba sarà qui, e allora verrà a prendere Irthen. Guardati le spalle, Liam!
Amina.”
La rilesse un paio di volte prima di infilarsela in tasca. Il dado era tratto.
«Allora? Che dice?» domandò Abby.
«Che dall’alba in poi dobbiamo aspettare l’arrivo del capo.»
Lo stregone annuì. Liam si sedette davanti a lei e la guardò attentamente. Incredibile come, negli ultimi setti anni, non fosse cambiata di una virgola.
«Che hai da guardare?» domandò sospettosa.
Il mago scosse il capo e addentò un pezzo di cinghiale.
“Niente confidenza, Liam, pugno d’acciaio! Ok la necessità di salvare Irthen, ma da lì al fare l’amicone ce ne passa”.
«Ho accettato di imbarcarmi in questa avventura con te, Abigail, a mio rischio e pericolo. Non so a che cosa sto andando incontro, non mi fido di te più di quanto mi fiderei di una vipera, e meno ancora mi fido di Caleb, che mi pare di capire sia il tuo capo. Tuttavia, e il mio osso del collo prega che sia così, mi sei sembrata sinceramente pentita. Per questo ho acconsentito. Inoltre, per quanto tu mi abbia mentito senza alcun ritegno, devo riconoscere che i mesi passati con te non sono stati disprezzabili…in memoria dei vecchi tempi, fingerò di credere che tu voglia riparare al danno.»
Abigail lo fissò per qualche secondo, sbattendo le ciglia.
«Non ti ricordavo così teatrale, Liam» commentò.
«Probabilmente non lo ero. Quello che volevo dire è che, dato che nella mia immensa magnanimità  non ti ho obbligata a parlare questa notte unicamente perché mi sei sembrata sconvolta, mi aspetto delle spiegazioni soddisfacenti adesso, prima che arrivi quel ficcanaso di Ruben.»
«Non è gentile parlare così del tuo nuovo Maestro.»
«Non divagare» insistette Liam.
Abby storse il naso.
«Quali spiegazioni dovrei darti?»
«Quali?!» esclamò il mago. «Tutte quelle che hai! Ho passato buona parte della notte a chiedermi come cavolo ci sia finito Irthen in questo casino, e perché mai io dovrei poter mandare a rotoli i piani di non uno, ma ben tre stregoni! Perché mio fratello se ne sta lì con l’attività psico-fisica di una pianta grassa, dannazione?!» gridò.
La ragazza si stropicciò gli occhi.
«Non ti posso raccontare i dettagli del piano, Liam…»
«Il piano non esiste più, Abigail» rispose duramente.
Abby sospirò.
«Hai ragione, anche se mi duole ammetterlo. E decidendo di aiutarti sono già venuta meno al mio impegno con la Congregazione degli stregoni, sì?» si massaggiò le tempie. «Caleb sa che tornerò, non oserà attaccarci mentre siamo insieme: perdendo me, perderebbe un’alleata preziosa, e tu l’hai già sconfitto una volta…»
«Che cos’è la Congregazione degli stregoni?» domandò Liam.
«Un accordo che lega me, Caleb, Rafik e Selene. Una specie di patto di non belligeranza.»
«Non ne ho mai sentito parlare.»
«Naturale, perché è segreto! Se ci combattessimo tra noi ci distruggeremmo a vicenda, per questo esiste la Congregazione.»
Liam rifletté per qualche momento sulle implicazioni di un simile accordo.
«Anche Selene?» domandò ancora.
«Anche lei, ma in realtà la sua presenza è solo formale. Vive nel suo bel tempio, non le importa nulla del presente. Si limita a farci avere qualche informazione utile, quando vede qualcosa che può servirci.»
Liam annuì. Simpatica, la Veggente. Che fosse quello il motivo dei suoi ricordi andati in fumo?
Il fatto che Abigail avesse deciso di aiutarlo, la poneva in una posizione difficile rispetto al resto della Congregazione, anche se sembrava convinta di potersi permettere una simile scappatella. Dopotutto, gli stregoni interessati alla guerra erano solamente tre, uno in più o in meno poteva fare la differenza.
«Perché vuoi aiutarmi?»
Abby fissò gli occhi nei suoi.
«È stato l’ultimo desiderio di Kore» rispose.
«Solo questo?» incalzò Liam. «Possibile che, in dieci giorni di convivenza, tu non ti sia affezionata nemmeno un po’ a lui?!»
La ragazza si morsicò il labbro inferiore.
«Taci, mago, non sai di cosa parli» mormorò.
Liam alzò un sopracciglio con aria scettica. Possibile che fingesse così bene?
«Sembri davvero scossa, Abigail. Vuoi dirmi che mi sono sbagliato? Che, contrariamente a quanto pensassi, tu ti sei davvero legata a lui? Infondo, non è forse tua abitudine far cadere ai tuoi piedi ragazzi ingenui per prenderti gioco di loro? Sarebbe davvero una beffa se la tua vittima ti avesse a sua volta conquistata…»
Abby agitò un braccio, e una folata di vento lo rovesciò.
«Non è mia abitudine» mormorò. «Tu mi piacevi, Liam. E anche Irthen mi piace. Non avevo nessuna intenzione di finire in questa situazione, quando ho capito che era interessato a me ho fatto di tutto per allontanarlo. Ho rischiato di rivelargli il piano! Ma è dannatamente cocciuto…»
Il mago si accigliò.
«Qual era il piano, Abigail?»
Abby sospirò di nuovo. Balzò in piedi e prese a misurare l’antro a larghi passi.
«D’accordo, Liam, te lo dirò. Ma dovrai dare sfoggio di tutta la tua limitata pazienza, perché parte da lontano, sì?»
Liam annuì e si mise comodo.
«Dunque…quando i draghi decisero di rompere l’accordo, tutti noi ci riunimmo ad Effort. Ruben e Micael proposero i loro piani, e voi maghi vi riuniste attorno all’uno o all’altro, ma noi stregoni no. Queste cose già le sai. Quello che non sai, è che noi avevamo già preso contatti con i draghi. Ci dissero che, se non li avessimo intralciati, ci avrebbero offerto Lumia, e la possibilità di fare ciò che più ci aggrada per tutta la Terra dei Tuoni. Rafik non era d’accordo, credeva che questo patto ci avrebbe resi vassalli dei draghi, e secondo me aveva ragione. Tuttavia, Caleb desiderava Lumia, e anch’io, quindi accettammo. Ad Effort si definirono gli equilibri. Ruben e Micael si dichiararono tacitamente guerra, e noi ne approfittammo. Non potevamo certo sperare, in tre, di riuscire a tenere testa ad una schiera di maghi uniti contro di noi…convenimmo che la scelta migliore fosse aspettare: quando fosse stato il momento giusto, i due schieramenti si sarebbero combattuti tra di loro, il piccolo Lukas, che all’epoca aveva poco più di un anno, sarebbe caduto tra le mani di Micael e avrebbe distrutto la schiera di Ruben, oltre che sé stesso, e a quel punto sarebbe stato facile per noi sbaragliare i pochi seguaci di Micael superstiti. Sarebbe stato perfetto. Ma qui subentrasti tu, Liam. Selene ci fece sapere di aver avuto una visione sul tuo conto, ci disse che ti saresti alleato con Ruben, e che avresti sottomesso Lukas prima che il suo potere deflagrasse. Questo sarebbe stato un dramma: tutto il nostro piano sarebbe andato in fumo. E ci saremmo trovati da soli contro a tutte le creature unite della Terra dei Tuoni. Non potevamo permettere che ci mettessi i bastoni tra le ruote. Dato che ti conoscevo bene, Caleb mi chiese in che modo avremmo potuto fermarti. Rafik propose di ucciderti, ma io e Caleb ci opponemmo, perché temevamo che questo avrebbe sollevato tutti contro di noi, ed era l’ultimo dei nostri desideri. Anche tenerti prigioniero era fuori discussione, qualcuno avrebbe certamente cercato di liberarti, non sono molti i maghi di elemento acqua, e sono molto utili quando si ha a che fare con tipacci sputa fuoco. In un primo momento pensai di servirmi di Chloé, ma poi mi dissi “no, il Liam che conosco non metterebbe in pericolo il suo fratellino per nulla al mondo, nemmeno per lei”. Così, decisi di servirmi di Ir. Per quasi quattro anni abbiamo atteso il momento giusto. Amina della Terra lo sorvegliava da vicino in tua assenza, rendendo impossibile avvicinarsi a Pothien senza essere scoperti. Poi, ecco che finalmente ha deciso di partire! Era l’occasione che aspettavamo. “Che cosa faremo del ragazzino?”, mi chiese Caleb. Cosa potevamo farne di lui? Se lo avessimo ucciso non avremmo ottenuto niente. Se lo avessimo imprigionato avremmo rischiato che, in qualunque momento, tu riuscissi a liberarlo. No, ci serviva un incantesimo potente, uno fuori dalla tua portata, uno da cui soltanto noi avremmo potuto liberarlo. Pensai a Kore. Se avesse indotto il suo sonno magico ad Irthen, lui sarebbe stato al sicuro, e solamente lei avrebbe potuto liberarlo. Ma era una Vestale, perciò dovevo convincerla che, agendo in quel modo, avrebbe agito per il bene della Terra dei Tuoni. Le dissi che se ci fossimo opposti ai draghi, non avremmo fatto altro che spingerli a distruggere con maggior crudeltà, e che sarebbe stato meglio assecondarli e cercare in seguito di ricondurli alla ragione. La persuasi. Poi, le raccontai che c’era un uomo pericoloso, che aveva l’ambizione di sedere sul trono di Storr e che voleva riunire i maghi sotto al suo comando per affrontare i draghi. Che l’unico modo per fermarlo era questo: prendere in custodia suo fratello per costringerlo a restare inerte fino alla fine del conflitto. All’inizio era perplessa, ma poi…poi…» si asciugò una lacrima con il palmo della mano. «Kore aveva perso l’abitudine di sondare il mio cuore, perché si fidava di me, e io…» sospiro. «Io non potevo immaginare che la punizione degli Dei potesse essere tanto dura.»
Liam si grattò il capo. Troppe informazioni in un colpo solo.
«Ma perché accompagnare Irthen fino a qui? Non sarebbe stato più semplice rapirlo appena lasciata Pothien e portarlo direttamente dalla sirena?»
Abby scosse la testa e le treccine sottili dondolarono.
«No, perché tu saresti arrivato arrabbiato e preparato. Magari avresti anche raccolto consensi e alleati. In questo modo, invece, eri convinto di inseguire un ragazzo inesperto e non hai insistito perché qualcuno ti accompagnasse. Inoltre, ti sei debilitato lungo il viaggio, sia nel fisico che nella mente. Ma Caleb non avrebbe dovuto portarti tanto vicino alla Cascata. È stato un errore grossolano.»
«E se Irthen si fosse diretto verso un'altra meta? Se non avesse deciso di partire?» domandò Liam.
Abby si strinse nelle spalle.
«Nel primo caso, l’avrei avvicinato e gli avrei raccontato di essere diretta qui. Sai bene che mi avrebbe seguita. Nel secondo caso…beh, ci sarebbe stata un’altra occasione. Senza fretta. Noi stregoni siamo immortali, sì?»
«Sì…» mormorò Liam. «Quindi, riassumendo: volevate tenere Irthen prigioniero di un incantesimo che soltanto voi avreste potuto infrangere fino alla fine della guerra, per impedire a me di impedire a Lukas di distruggere Ruben e i suoi, così che voi avreste dovuto affrontare solo Micael e non anche Ruben…e poi? Credo di essermi perso…»
«Poi, avremmo vinto la guerra, e ci saremmo spartiti il bottino con i lucertoloni.»
«Ah, già.»
«Ma Caleb ha combinato un disastro. Se non ti avesse portato qui, con un po’ di fortuna non avresti capito che tipo di incantesimo imprigionava Irthen, e di certo non avresti spiattellato a Kore la verità. Anche se, forse, il vero casino l’ho fatto io.»
«Sarebbe a dire?»
«Credo di essermi fatta prendere un po’ troppo la mano, e…beh, cercando di tenerlo lontano da me, io…» spostò lo sguardo su Irthen e tirò su con il naso. «Credo di essermi presa una cotta per lui, Liam. Una grossa cotta. Anzi, diciamo pure che mi sono innam-»
«Per carità, non dirlo nemmeno per scherzo!» esclamò Liam. «Innamorata di Irthen, robe da matti! E sarebbe questo il tuo modo di dimostrarlo?!» sbottò allargando le braccia.
«Senti, non potevo farci niente, sì? Al massimo potevo lasciarlo diventare uno stregone e attirarlo dalla mia parte con la promessa di insegnargli a controllare i poteri. Ma oramai eri troppo vicino, mi hai messa con le spalle al muro.»
Liam incrociò le braccia e la guardò storto.
«Ah, quindi adesso sarebbe colpa mia?»
«Senti, ho fatto l’ennesima cazzata, ok? E considerando l’interezza della mia vita, non è la peggiore. Ho praticamente pugnalato al cuore la mia migliore amica e ho mandato in coma Ir. Al primo problema non c’è soluzione, ma al secondo sì: permettimi di accompagnarti da Horlon. Finché saremo insieme, Caleb non si arrischierà ad attaccarti. Non te ne pentirai.»
«E poi?» domandò il mago sospettoso.
«Poi, risveglierai Irthen, e ognuno andrà per la sua strada. Io tornerò da Caleb e da Rafik. Mi faranno una lavata di capo, ma alla fine mi perdoneranno, hanno bisogno di me» Abby alzò lo sguardo. «Magari, al momento giusto, gli stregoni combatteranno lealmente, sì?»
«Sarebbe una bella novità» commentò il mago.
«Ci puoi scommettere, tesoro.»
«È una follia!»
Entrambi balzarono in piedi, con la mano stretta sull’impugnatura della spada. In mezzo alla bocca dell’altro spiccavano tre figure, una minuta, una robusta e una lunga e sottile. La prima si lanciò nella grotta e si precipitò sul corpo di Irthen.
«Amina?» mormorò Liam spalancando gli occhi.
Amina alzò un momento lo sguardo penetrante su di lui.
«Stai bene, Liam?» disse, sfiorando la fronte del ragazzo.
Liam annuì. Con i capelli slegati che le cadevano in onde sulle spalle aveva faticato a riconoscerla.
«Non è una buona idea, Liam» insistette Ruben facendosi avanti.
Il mago lo guardò storto.
«Che cosa, non è una buona idea?» domandò.
«Fidarsi di uno stregone, mi sembra evidente!»
Ruben si sedette e prese un pezzo di carne.
«Vieni, Tim, mangia anche tu. Devi recuperare le energie, se vuoi trasportare Amina fino a Natìm sfruttando l’Aria.»
Lo smilzo si sedette esitante e afferrò un boccone di cinghiale.
«Mi ricordo di te» disse Liam. «C’eri anche tu quando mi avete salvato da Caleb.»
«Sì, signore. Sono Timothy dell’Aria, signore» disse il ragazzino.
«Piacere di conoscerti, Tim» rispose, valutando che non potesse essere molto più vecchio di Irthen.
«Non sviare il discorso, ragazzo» intervenne Ruben. «Come puoi sopportare la presenza di questa donna, quando è solamente a causa sua che ti trovi in questa situazione?»
Liam si morsicò la lingua per obbligarsi a non rispondere d’impulso. Non ricordava che la voce di Ruben fosse tanto irritante.
«Rivoglio indietro Irthen, e senza di lei non so se ce la farò» rispose infine.
«Che cosa succederebbe se ti consegnasse a Caleb?»
«Non lo farò» intervenne Abby.
«Non sto parlando con te» sibilò Ruben.
«Oh, certo! Fate pure come se non ci fossi! Io vado fuori, Li’…»
Liam sospirò e si sedette di fronte a Ruben.
«Fidati di me, Maestro» sussurrò.
Gli occhi di Ruben si allargarono appena nell’udire il titolo.
«Io di te mi fido, Liam, ma di lei no! È un’assassina e una traditrice. Come puoi essere certo che non finirai ammazzato nel sonno?!»
Liam lanciò un’occhiata ad Irthen. Amina lo fissava preoccupata, e seguiva attentamente la conversazione. Al pensiero di Abby innamorata di suo fratello gli scappava da ridere.
«Ho buoni motivi» rispose asciutto.
Ruben chinò il capo.
«Sta bene, ragazzo. Spero che i tuoi motivi siano davvero buoni come dici. Ma d’ora in avanti farai capo a me, intesi?»
«Sì, Maestro.»
Amina si schiarì la voce.
«Ehm, forse non è il momento migliore, ma ci sono alcune persone che ti mandano i loro saluti, Liam.»
«Da Natìm?» domandò perplesso.
Amina annuì e un sorriso le increspò le labbra.
«Prima di tutto, Oliandro dice di fare buon viaggio e di salutargli Re Horlon. E di assaggiare il liquore elfico, perché è certo che ti piacerà. Sua sorella, invece, ti manda a dire che – testuale – ti odia e alla prima occasione ti incollerà della resina nei capelli perché tu andrai a Lumia, mentre lei è costretta in una città di umani bifolchi…»
«Acida» commentò Ruben a mezza voce.
Liam si lasciò scappare un sorriso.
«Infine» proseguì Amina «Chloé ti manda un bacio, e ti prega di non ucciderla quando tornerai.»
«Che diavolo ci fa, lei, da voi?!» esclamò il mago.
«È una storia un po’ troppo lunga…diciamo che ha scoperto che Debrina la sorvegliava e, stanca del tuo temporeggiare, le ha chiesto di unirsi a noi…»
Liam si prese la testa tra le mani.
«Si farà ammazzare» gemette.
«Di certo è più al sicuro che a casa sua…» commentò Ruben. «Non sarà una maga, ma ha tempra. Abbiamo bisogno di persone come lei.»
«Queste donne mi faranno impazzire» sussurrò Liam.
Amina scoppiò a ridere e si alzò.
«Come ti senti, Tim, sei pronto a rientrare?»
Timothy annuì e si trasse in piedi.
Ruben si alzò a sua volta.
«Mi raccomando, Liam, fai attenzione. Non voglio perdere un elemento valido come te dopo aver fatto tanta fatica per arruolarlo.»
Gli diede una pacca sulla spalla e prese Irthen tra le braccia.
«Ti aspetto a Natìm, con la soluzione a questo spiacevole inconveniente.»
Uscì dall’antro e scomparve in un soffio di vento.
«Non mi ci abituerò mai» mormorò Liam.
«Immagina quanta impressione fa quando ti trasportano così!» esclamò Amina.
Lo abbracciò stretto e sussurrò:
«Sono certa che ce la farai, Li’.»
Poi fece un passo indietro e sorrise.
«Dai, Timmy, non restare lì imbambolato!»
Prese il ragazzino per mano e corse fuori dalla grotta. Un secondo soffio di vento si portò via le due figure.
Liam scosse il capo, sconsolato. Non aveva nemmeno salutato Irthen, e forse Abigail l’avrebbe ucciso prima che potesse rivederlo.
«Cos’è quella faccia, mago?» Abby si affacciò.
Aveva già preparato Luce e Baio per la partenza.
«Mi chiedo ancora perché non ti ho uccisa quando potevo farlo» rispose.
Abby si strinse nelle spalle.
«Ci saranno altre occasioni. Spegni quel fuoco e partiamo, sì?»
Mentre lasciava la gola in groppa a Baio non poté fare a meno di lanciare un’ultima occhiata alla Cascata del Potere. Scosse il capo e sferzò il cavallo.
 
«La corsa è finita, piccolo demonio.»
Lukas si volse indietro. La voce di Alec gli dava sui nervi, troppo morbida addosso ad un tipo come lui.
Si piegò in due, con il fiatone e la milza dolorante. Il mago ghignava, mentre veniva raggiunto dalla piccola Ophelia, anche lei ansimante. La situazione era davvero sfavorevole. Non gli era rimasto un briciolo di energia per fuggire. L’oceano, alle sue spalle, rumoreggiava nonostante non si levasse un filo di vento. Come era possibile?
«Vedi, Lukas, l’Acqua sente la presenza di Rayhana» disse Alec intuendo i suoi pensieri, e una risata femminile seguì le sue parole.
Lukas si voltò. Un’onda si infranse su uno scoglio, e la spuma avvolse la figura incappucciata che vi sedeva.
«Ciao, Alec. Lia» salutò la maga.
Lukas rabbrividì. Rayhana dell’Acqua. E l’oceano a sbarrargli la strada.
«Lieti di vederti, Ray. E ora, dì addio ai tuoi sogni di gloria, piccolo mostro…»
Lukas si guardò attorno in cerca di una via di fuga. E mentre un’onda gelida si abbatteva, spietata, su di lui, non poté fare a meno di pregare gli Dei che Liam ricordasse le sue parole.



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Ohi ragazzi scusate le tempistiche! Ho avuto qualche problemino orgnizzativo, che spero di aver risolto al meglio :) Bene, detto questo, adesso viene il bello: Abby e Liam in contemporanea, mi vien freddo XD
Baciiii
   
 
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