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Autore: cheesecake94    03/08/2007    4 recensioni
Mi allontanai con un peso insopportabile sul petto. Mi aveva ringraziato per averlo baciato. Ma da quando si ringrazia una donna che ti da un bacio?
Con tristezza mi dissi che conoscevo bene la risposta. Succede quando pensi di non meritarlo, quando credi di non essere abbastanza per l’amore. Avevo atteso anche perché mai e poi mai avrei voluto che lui pensasse di non meritare appieno il mio affetto, quando fosse venuto il momento, ed ora, grazie a me, era andata proprio così.
COMPLETA!
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cody Meyers
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IO NON HO PAURA-capitolo nono: Un attimo di fede assoluta.

Una settimana dopo, Squib sembrava un’altra persona. Tutti i suoi esami erano migliorati, ed era di buon umore, pieno di entusiasmo, come una volta, ma sereno, a differenza di prima.

Non vedeva l’ora di ricominciare a vivere.

Avevano organizzato dei turni per non lasciarlo solo nemmeno un momento, persino di notte, se qualcuno riusciva ad eludere la sorveglianza del preside Bates. Nonostante sembrasse incredibile, avevano passato dei momenti indimenticabili in quell’ospedale, insieme. Si erano divertiti, ed avevano parlato a lungo, cercando per la prima volta di dimenticare agonismo e competitività e di essere del tutto onesti con gli altri.

Funzionava, in effetti.

Quella mattina lui e Cameron stavano guardando alla tv le repliche di un vecchio telefilm quando il dottor Norton entrò per il solito controllo mattutino. Cameron si limitò ad allontanarsi per fare spazio al medico, ma non lasciò la stanza. Imbarazzo e vergogna erano dimenticati, ormai.

“Bene, bene.” disse il dottore “Sei migliorato a vista d’occhio, ragazzo, proprio a vista d’occhio.”

“Posso tornare a casa?” chiese Squib speranzoso.

“Non esageriamo. Dovrai fare riabilitazione fisica qui in ospedale se vuoi tornare a giocare presto. Meglio che per ora non pensi al ritorno alla Cascadia. Penso però che ormai tu possa lasciare la terapia intensiva ed essere trasferito in un normale reparto di degenza. E’ un inizio, no? Penso anche che tu sia pronto per ricominciare a camminare, con calma, s’intende.”

“Davvero posso alzami?”

“Direi di sì. Comincia con il giro della stanza, un paio di volte al giorno. Sono sicuro che il tuo amico qui ti può prestare una spalla. Alzati lentamente, sono tre settimane che non lasci il letto, potresti avere dei mancamenti. Chiaro?”

“Chiarissimo.” rispose lui, felice.

Non appena il medico ebbe lasciato la stanza, si rivolse a Cameron.

“Allora, me la presti quella spalla?”

“Sicuro.” disse lui, un po’ titubante. Avrebbe preferito che quella responsabilità non fosse affidata a lui. E se l’avesse lasciato cadere?

Con l’aiuto di Cameron, si mise a sedere sul letto.

“Allora?”

“In effetti, mi gira un po’ la testa.”

“Aspettiamo cinque minuti.”

“Sto bene ora.”

“Ok… io non so.. Come faccio? Dove metto le mani? Non voglio farti male. E se dovessi farti cadere?”

“Amico, rilassati. Non mi romperò. Non sono fatto di cristallo.”

Squib mise un braccio attorno alle spalle di Cameron ed appoggiò i piedi a terra. Lentamente mosse un passo, poi un altro.

“Meraviglioso.” disse.

Quello stesso giorno, quando Cody arrivò e trovo Cameron fuori dalla stanza, si spaventò immediatamente.

“Perché sei qui? Cos’è successo?”

“Cody, respira, ok? E’ tutto a posto. Sta solo dormendo, non volevo svegliarlo, tutto qui.”

“Perché dorme a quest’ora? Non sta bene? Ha di nuovo la febbre?”

“Niente del genere. Il dottore dice che è migliorato molto, così gli ha dato il permesso di alzarsi. Abbiamo passeggiato in giro per la stanza e si è un po’ stancato, ma sta bene, è al settimo cielo.”

Cody sorrise.

“Sembra che le cose finalmente girino per il verso giusto, no? Squib si sta riprendendo, noi abbiamo chiarito ogni cosa… sono così felice, quasi non riesco a crederci.”

“Sai una cosa? Prima pensavo di avere fatto un sacco di scelte sbagliate, nella vita. Voglio dire, avevo lasciato mio padre, ero rimasto qui, ma per che cosa? Pensavo che un giorno mi sarei accorto di essere solo e senza un futuro. Ora, invece, so che questo è il mio posto. Non mi manca più una famiglia, adesso.”

Cody si avvicinò e lo abbracciò con trasporto.

“Nessuno di noi sarà più solo, adesso. Siamo fortunati, non tutti trovano amici così.”

“Già, siamo fortunati.”

Quando Cody entrò nella stanza e si sedette accanto al letto, Squib aprì gli occhi. Lei si avvicinò e gli prese una mano.

“Non volevo svegliarti.”

“Non ti preoccupare. Ho dormito così tanto in questi giorni che credo non dormirò per almeno un anno quando tornerò a casa.”

“A casa?”

“Si, a casa. Alla Cascadia.”

“Mi hanno riferito che Lazzaro cammina.”

“Già. Sono forte eh?”

“Solo perché hai fatto due passi? Io sono venuta a piedi dalla fermata del tram perché nessuno mi poteva accompagnare. Sempre il solito arrogante.”

In un momento, entrambi scoppiarono a ridere.

“Come va il torneo Hamilton?”

“Come al solito. Adena ha perso ai quarti, Tanis in semifinale e Sunny ha vinto, ovviamente.”

“Mi manca il tennis.”

“Tornerai in campo prima di quanto tu creda, vedrai.”

“Sai una cosa? Il tennis è la sola cosa che mi manca davvero della vita che facevo. Voglio dire, ero arrogante, debole, insicuro e non dicevo mai quello che pensavo. E poi… non è che non mi importasse degli altri, ma non me ne occupavo mai davvero. Non voglio mai più ripetere gli stessi errori.”

“Lo so, sei cambiato. Lo siamo tutti.”

“A questo proposito, avrei una domanda.”

“Dimmi.”

“Ti ricordi di avermi fatto una proposta, la notte che siamo venuti qui?”

“Mmm… a dire il vero no.”

“Cody, avanti.”

“Non saprei… una proposta che hai rifiutato spezzandomi il cuore forse?”

“Si, esattamente. Ecco, io volevo chiederti, insomma… cosa mi diresti se ti facessi la stessa proposta ora?”

“Non lo so. Tu prova a farmela.”

“Devo eh? Io non sono bravo con le parole.”

“Peccato, vorrà dire che dovrò rifiutare allora.”

Squib prese fiato.

“Cody Myers, nonostante io sia un debole, arrogante, un immaturo, so che per te potrei cambiare. Potrei essere la persona che vuoi. In queste settimane ho imparato che nella vita bisogna afferrare al volo la felicità quando bussa alla tua porta, perché qualcuno che ti ama vicino è un tesoro prezioso, e perderlo è semplicemente l’inferno. Ora, con tutti i miei difetti, e non sono pochi, io so che ti amo davvero, con tutto me stesso, e che darei la cosa più cara che ho per vederti sorridere. Se accetti, ti renderò felice. Vuoi farmi quest’onore?”

I loro sguardi si incrociarono ed entrambi capirono che quello era uno di quei momenti, quei momenti in cui il tempo si ferma e l’unica lancetta che ancora scandisce il fluire rapido degli istanti è il battito del cuore, quei momenti in cui tutto è perfetto, il mondo è lontano, un alone di magia ti circonda, così fragile che solo una parola lo potrebbe rovinare; in quei momenti, ti avvicini, le tue labbra sfiorano quelle dell’altro, un brivido attraversa la tua schiena e, man mano che il contatto si fa più intimo, il mondo sparisce, suoni che non vengono dalla realtà irrompono nei tuoi pensieri e, nonostante sia solo un bacio, ti rendi conto che quello è il bacio, che non potrebbe esistere felicità più perfetta e che quella è la persona che camminerà sempre al tuo fianco, i tuoi occhi finalmente si aprono e comprendi di avere finalmente accanto l’unica persona cui darai un bacio per il resto della vita.

“La mia risposta è sì.”

Una sola cosa al mondo trascende la morte, e questa è l’amore, l’unico dono che può rendere un’anima immortale.

THE END.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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