Crossover
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Autore: Euphemia    17/01/2013    3 recensioni
Una classe, un viaggio, un’isola, il nulla.
Il Preside di una rinomata scuola organizza un viaggio per la 1-C; un’escursione di una settimana su un’isola paradisiaca. Gli studenti sono entusiasti e, insieme a quattro docenti, cominciano il loro viaggio. Appena arrivati, gli abitanti dell’isola, chiamata Shirobara, li accolgono calorosamente, con cibo e fiori. Insomma, una tranquilla e rilassante vacanza.
Ma a Kouichi Sakakibara, uno degli studenti, non tutto sembra quadrare chiaro:
Perché il Preside ha organizzato questo viaggio, senza alcun valido scopo?
Di certo, i poveri studenti, felici e allegri per questo fantastico viaggio, non sanno cosa gli attende.
La 1-C è in un grave pericolo...
Crossover tra:
-Another
-Mirai Nikki
-Durarara!!
-Blue Exorcist
-Magi The Labyrinth of Magic
-Pandora Hearts
-Death Note
-Puella Magi Madoka Magica
-Toradora!
Genere: Angst, Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Anime/Manga
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Sulla nave
Vi avviate sempre più,
ogni passo equivale ad ogni minuto
che può salvarvi la vita.
Come una preda rimane intrappolata
nella tela del ragno,
voi vi dirigete tra le braccia
della fredda morte.
Incappucciata,
armata,
malefica.”
 

Il sole risplendeva luminoso nel cielo, e il mare blu e piatto brillava sotto il suo splendore. Il vento leggero muoveva l’acqua, increspandola un po’, e questa era talmente cristallina che, a volte, si potevano vedere le squame dei pesci argentati.
Ad una delle ringhiere della nave, un ragazzo dai capelli verdi e dagli occhi turchesi, con gli occhiali, teneva la testa bassa verso il mare. Anche il viso, oltre ai capelli, era verde, e dallo sguardo sembrava debole e stanco.
“Yusaku, sta’ tranquillo, tra poco arriveremo.” Disse un ragazzo accanto a lui.
Aveva i capelli corti blu, e gli occhi erano piccoli e grigi, e mostravano un’espressione minacciosa e feroce, sebbene lui, al contrario, in realtà fosse un ragazzo gentile e dolce come un pezzo di torta al cioccolato.
“Ryuuji... Mi gira la testa...” sussurrò Yusaku debolmente.
“Dai, amico, fatti forza. Il mal di mare ti passerà, prima o poi!”
“Ehi, Kitamura! Takasu!”
I due si voltarono, e videro due ragazzi che si avvicinavano a loro. Il ragazzo aveva i capelli biondi e spettinati e gli occhi dorati, mentre la ragazza aveva i capelli rossi e degli occhi dello stesso colore, ma di una forma particolare, misteriosa e bella allo stesso tempo.
“Oh, Alibaba! Morgiana!” esclamò Ryuuji sorridendo e salutandoli con la mano.
“Indietro, Morgiana!” esclamò scherzosamente Alibaba mettendosi davanti a lei “Ti proteggerò da questo ragazzo dallo sguardo feroce!”
La ragazza lo guardò quasi rassegnata e, alzando il pugno, glielo diede in testa sbuffando.
“Ahi...” sussurrò il biondo massaggiandosi il punto colpito.
Ryuuju e Yusaku guardavano la scena perplessi e anche un po’ divertiti, ma improvvisamente Kitamura spalancò gli occhi e, dopo aver avuto un conato, vomitò sul pavimento lucido della nave.
“Yusaku!!! Noooo!!!”esclamò Ryuuji, forse più preoccupato per il pavimento che per l’amico, il quale barcollava a destra e a sinistra. 
“Kitamura-kun, non sapevo soffrissi il mal di mare!” fece Alibaba avvicinandosi a lui. “Appoggiati pure a me, visto che non ti senti bene!”
“Grazie...” sussurrò Yusaku senza forze.
“Il pavimento!!!” Urlava disperato Ryuuji.
“Morgiana, vai a prendere una pezza, prima che Takasu si butti in mare per la disperazione!” fece il biondo.
“Dove la trovo?!” esclamò Morgiana.
“Nello sgabuzzino! Si trova al piano di sotto!”
“Ok, ora vado!”
Morgiana corse via più veloce della luce: le sue gambe possenti resistevano ad ogni passo, anzi, sembravano rafforzarsi sempre di più, mentre evitava agilmente di scontrarsi con gli altri ragazzi.

 
“Ok, Izaya. Questo è davvero troppo!” esclamò il ragazzo dagli occhi rossi spazientito. “Avevi detto che almeno sulla barca saremmo stati comodi, ed invece siamo rinchiusi qui, in uno sgabuzzino, con un solo oblò che si affaccia sul mare!”
“Accontentati, Judal!” rispose Izaya sorridendo.
Entrambi erano seduti in un piccolo spazio, tra gli strofinacci, le scope, i detersivi e le loro valigie. Izaya non faceva altro che giocherellare con tutte le cose che gli capitavano sotto mano, e sorrideva, mentre Judal sbuffava impazientito, visto che lì dentro, oltre a stare scomodo, non poteva fare nulla. Come aveva fatto in aereo, si affacciò all’oblò, e osservò il mare luminoso.
“Chissà quando arriveremo...” Pensava, cercando di cogliere nell’acqua qualche pesce.
Improvvisamente accanto alla barca, a distanza di circa dieci metri, apparve un motoscafo, il quale andava alla stessa velocità della nave su cui gli studenti navigavano. Judal lo osservò attentamente: era un motoscafo verde e bianco, e su un lato vi era scritto “Rei-chan”. Alzò lo sguardo e, con sua grande sorpresa, vide che a pilotare la barca era un bambino. Sì, proprio un bambino: aveva i capelli rossi, gli occhi verdi, e indossava un cappello color verde mela. Aveva una casacca dello stesso colore  del capello, e indossava anche un giubbotto fosforescente.
Judal sussultò, non poteva credere ai suoi occhi: un bambino che guidava una barca! Cercò di ricordare se avesse bevuto.
“I-I-I-Izaya...” balbettò impallidendo voltandosi verso di lui, e indicò con il dito l’oblò. “G-Guarda!”
Izaya guardò l’oblò senza  spostarsi, e poi fissò Judal stranito.
“Cosa dovrei guardare?”
Judal si voltò con uno scatto verso l’oblò, mentre Izaya tornò a giocherellare con le maniche della sua giacca: fuori non c’era nessuno. Il ragazzo dagli occhi rossi pensò che forse era stata la sua immaginazione, e tornò tranquillo a fissare l’oblò.
Ma poco dopo il motoscafo ricomparve, sempre con lo stesso bambino a pilotarlo. Judal sgranò gli occhi, e si voltò verso Izaya.
“Izaya, Izaya, guarda!!!”
Ancora una volta Izaya guardò l’oblò, e sospirò.
“Judal, non c’è nessuno...”
Judal si voltò verso l’oblò: il motoscafo era scomparso.
“Calmati, Judal...” fece Izaya sorridendo, ma stavolta sembrava preoccupato. “È solo un po’ di agitazione, tutto qui.”
Detto questo, il corvino riprese a giocherellare, stavolta con il laccetto della sua valigia.
Judal sbuffò nuovamente, e tornò a guardare annoiato l’oblò: probabilmente era davvero lui che stava immaginando tutto.
Ma quando vide di nuovo il motoscafo con lo stesso bambino ritornare accanto alla nave, si girò di scatto verso Izaya, indicandogli l’oblò.
“Eccolo, Izaya, eccolo!!! È lì, guarda!!!”
Per l’ennesima volta il corvino guardò l’oblò.
“Judal, insomma, non c’è nessuno!”
“Dannazione, quel fottuto bambino mi sta trollando!!!” esclamò Judal voltandosi, e vedendo che il motoscafo non c’era più.
“Judal... Mi stai spaventando... Sto iniziando a pensare che tu desideri dei bambini... Da me...”
“Ma che diavolo dici!!!” sbraitò Judal picchiando un pungo sulla sua valigia. “Dannazione! Quel bambino mi trolla, tu mi credi gay... Cos’altro può andare peggio??!”
Improvvisamente la porta dello sgabuzzino si aprì, ed entrò un po’ di luce. Una ragazza dai capelli rossi e gli occhi dello stesso colore guardò nella piccola stanza e sgranò gli occhi: era Morgiana.
Anche Judal e Izaya sgranarono gli occhi a loro volta, e tra i tre crollò un silenzio tombale, rotto soltanto dal verso di qualche gabbiano.
“Ehm... C-Ciao, ragazzina...” sussurrò Judal sorridendo a denti stretti.
La ragazza non rispose, e Izaya le sorrise.
“Senti... Potresti farci il favore di NON dire niente al comandante della nave?”
Ancora una volta la ragazza non rispose, e si limitò a indietreggiare e a chiudere la porta.
“Grazie!” fece Izaya allegramente e a gran voce, per farsi sentire dalla ragazza.
Morgiana rimase ancora un po’ a fissare la porta intontita, e, poco dopo, si incamminò a passo svelto verso il luogo dove Ryuuji, Yusaku e Alibaba la stavano aspettando.
Non appena questi la videro ritornare, Alibaba le venne incontro.
“Morgiana, hai trovato uno straccio?”
La ragazza fece cenno di “no” con la testa, e Alibaba sospirò.
“Cavolo... Takasu-kun sta dando di matto!” disse indicandolo, e Morgiana guardò il ragazzo dai capelli blu.
“Aaahh!!!” Urlava questo con le mani tra i capelli “Pulire, pulire, devo pulire questo meraviglioso e brillante pavimentoooo!!!”
“Ryuuji... Scusami...” sussurrava debolmente Kitamura, che era affacciato alla ringhiera della nave.
“Morgiana, credo che tu debba chiedere al comandante.” Fece Alibaba “Chiedigli dove puoi trovare uno straccio!”
“Non credo sia una buona idea... E poi perché io?? Fallo tu!”
“Ecco... è che il capitano mi fa paura...!”
“Wow, che eroe... Va bene, va bene...”
Detto questo, Morgiana si diresse di corsa verso la cabina del comandante, sperando che quello non si arrabbiasse, e, soprattutto, che non le dicesse di tornare in quello sgabuzzino dove aveva trovato quegli strani uomini.

 
Il mare è ancora piatto e sereno, con qualche increspatura. Mentre corro sul ponte della nave il vento mi scompiglia i capelli, e scanso tutti coloro che incontro. Tanto sulla nave ci sono soltanto i miei compagni di classe e i professori, oltre ovviamente al capitano e a quei due strani individui. Chissà chi erano... Di certo non ho voglia di trovarmi coinvolta in quella storia, non voglio problemi con il capitano... Farò finta di non averli mai incontrati, come mi hanno chiesto di fare, dopotutto.
Le mie gambe, con quella grande forza, rischiano di spaccare il pavimento di legno, devo fare più attenzione e devo essere più delicata.
So di essere una macchina di morte umana.
“Fanaris-san, dove stai andando??” Mi urla dietro Kamiki-san, la rappresentante di classe, che avevo quasi urtato. “Ti metterò una nota disciplinare!!!”
Ormai sono troppo lontana per rispondere, ci penserò dopo; mi allontano salendo per le scale, che si dirigono verso la cabina del comandante.
Freno le mie gambe, e mi fermo proprio davanti alla porta: spero solo che non si arrabbi...
Busso con delicatezza, e da dentro si ode una voce grave e autoritaria.
“Chi è?”
Wow, sembra già arrabbiato di suo... Con timidezza apro la porta di poco, facendomi intravedere un po’.
“Sono Morgiana Fanaris, un’alunna della 1-C...”
Dallo spiraglio riesco a vedere il capitano: è un uomo molto alto, con i capelli biondi. La sua figura è girata di spalle, poiché egli è intento a pilotare il timone. Sento anche puzza di fumo.
“Entra.” Fa, come scocciato, ed io eseguo il suo ordine.
“Mi scusi, capitan Shizuo Heiwajima...”
Lui non si gira, ma continua a pilotare. Nella cabina vi sono solo alcune fotografie, che raffigurano un ragazzo dai capelli castani e gli occhi dello stesso colore, e un altro ragazzino più piccolo, simile all’altro. Probabilmente sono fratelli...
“Quello più grande ero io da piccolo, se te lo stai chiedendo.” Dice il capitano senza voltarsi.
Come ha fatto a capire che stavo guardando quelle fotografie?
“Hai qualcosa da dirmi?” continua lui.
“Sì... Ho bisogno di uno straccio.”
“Vomito?”
“Esattamente.”
L’uomo sbuffa, senza smettere di guardare il mare, che si vede dalla vetrata di fronte a lui.
“Hai già visto nello sgabuzzino al piano di sotto?”
Non rispondo: nello sgabuzzino ci sono quei tizi! Un silenzio tombale cala nella cabina di comando, si sente solo il ticchettio di un orologio.
Improvvisamente il capitano sbuffa di nuovo, e, spingendo alcuni pulsanti, avvia il pilota automatico.
“Ho capito. Non sai dov’è, vero?”
Si gira: vedo che ha gli occhi castani, e porta degli occhiali. Ha anche un’espressione costantemente scocciata e nervosa, oserei dire inquietante. Ancora una volta non rispondo, e mi limito a fare un piccolo, insignificante e dubbio cenno con la testa.
“Aah... Va bene...” dice il capitano “Seguimi.”
Detto questo, si avvia verso la porta, e mi fa cenno di seguirlo. Eseguo il suo ordine, e deglutisco: quei due sono nei guai adesso. Non vorrei trovarmi nei loro panni, specialmente con il capitano che ci ritroviamo, il signor Shizuo Heiwajima.
 

Il capitano, seguito dalla ragazza, procedeva a grandi passi, diretto verso lo sgabuzzino. Passò dal luogo dove Kitamura aveva vomitato, e quest’ultimo, Takasu e Alibaba, non appena lo videro, si misero sull’attenti.
“Buongiorno!” esclamarono tutti e tre, e Shizuo li fissò freddamente.
“La vostra compagna ritornerà con uno straccio. Ma la prossima volta... Fatemi la cortesia di vomitare in mare.”
Yusaku abbassò lo sguardo imbarazzato, mentre Ryuuji e Alibaba sorridevano impauriti.
“C-Certo, capitano!”
Così, Shizuo si allontanò, e Morgiana lo seguì. Non appena furono arrivati di fronte all’ingresso del famigerato sgabuzzino, Morgiana deglutì, mentre il capitano aprì la porta.
Sbarrò gli occhi, e trattenne il fiato: dentro vi erano un ragazzo dai capelli neri e... e... LUI...
“Izaya...” sussurrò, mentre i suoi occhi quasi uscivano dalle orbite.
Judal aveva gli occhi sbarrati, sembrava impaurito, mentre Izaya, inizialmente sorpreso, rivolse al capitano un largo sorriso.
“Ciao, Shizu-chan!” esclamò allegramente.
Dal collo di Shizuo erano man mano distinguibili le  vene, mentre sul suo volto si dipinse un’espressione feroce. La sua mano si strinse al pomello di ferro della porta, e Morgiana poté vedere facilmente che lo stava distorcendo con la sola forza della mano.
“Izaya...” disse a voce più alta.
“È q-questo l’amico d-di cui mi parlavi in aereo?” fece Judal rivolgendosi a Izaya, e questo annuì allegramente.
“IZAYAAAAA!!!!!” urlò Shizuo, staccando il pomello della porta, assieme a un pezzo di legno.
“Ma questo è un mostro!!!” esclamò spaventato Judal, rannicchiandosi in un angolo.
Morgiana approfittò della confusione per afferrare rapidamente uno strofinaccio, ma il ragazzo dagli occhi rossi la vide e la indicò.
“Tu!!! Perché ci hai traditi??!”
“Cosa?? Tu sapevi di questi due??” urlò Shizuo.
“N-Non è come sembra!!” esclamò Morgiana indietreggiando sempre più “Ecco, ora devo andare!” fece, e scappò via, lontana da lì.
Intanto Izaya si era alzato in piedi, si era spolverato i pantaloni, e si era avvicinato a Shizuo. Quest’ultimo gli scagliò contro il pomello della porta, ma il corvino lo evitò agilmente.
“Su, su, Shizu-chan, calmati!”
“Non chiamarmi Shizu-chan!!!”
“Izaya, non provocarlo, non voglio morire giovane!!!”
Il corvino si schiarì la voce, e fissò Shizuo con così tanta sicurezza che il biondo si innervosì ancora di più.
“Che diavolo ci fai sulla MIA nave???”
“Sai, avevo bisogno di andare a Shirōbara, e mi sono ricordato che tu, caro Shizu-chan, ti eri messo in affari nel settore riguardante le navi... non volevo pagare il biglietto, e sicuramente tu mi avresti fatto rimanere! Vero, Shizu-chan?”
“Ti ho detto di non chiamarmi Shizu-chan!!!” sbraitò il biondo. “Io sto facendo il mio lavoro, e sto portando una classe sull’isola! E poi, Izaya... Tu al liceo mi hai rovinato la vita... E TI ASPETTI CHE TI TRASPORTI GRATIS A SHIRŌBARA??? SCORDATELO!!! Scendi subito dalla mia nave!!”
“No, devo raggiungere quella fottuta isola!”
“Ti darò in pasto agli squali!”
“E-Ed io?” intervenne Judal.
“Tu insieme a lui!”
“Izaya, fa’ qualcosa!!!”
“Stoooop!” esclamò il corvino, e Shizuo e Judal si zittirono all’istante.
Izaya sorrise maliziosamente, guardando prima Shizuo, e poi Judal con la coda dell’occhio.
“Hai detto che stai trasportando una classe a Shirōbara, giusto?”
“Sì, e allora??”
“Ascolta... Se i tuoi passeggeri sapessero che hai trovato dei clandestini sulla tua nave... Non si spaventerebbero? Creeresti solo panico e agitazione...”
“La ragazza che mi ha chiamat-”
“Tranquillo, non dirà nulla... Non è una tipa che chiacchiera molto, per fortuna!”
Shizuo conosceva le capacità di Izaya e la sua strana “passione” per l’animo umano, così sbuffò: sapeva che diceva il vero.
“Dove vuoi arrivare, Izaya?”
“Facci restare sulla nave fin quando non arriveremo a Shirōbara, e la tranquillità dei tuoi passeggeri sarà garantita...”
Il biondo lo guardò con disprezzo. Stava per avere un altro dei suoi attacchi d’ira, quando si bloccò di colpo: l’ultima cosa che avrebbe voluto era il panico dei passeggeri. Non aveva altra scelta che accettare, oppure quei due avrebbero fatto in modo di creare confusione e paura tra quei ragazzini. Per placare la sua ira, diede un pugno alla porta di legno, che cadde rovinosamente al suolo, sotto lo sguardo tramortito del povero Judal.
“Ad una condizione.”
“Cioè?”
Shizuo sorrise malignamente, e indicò le scope e un secchio.
“Dovrete fare i mozzi di bordo. Sarà la vostra copertura.”
“Coooosa???” esclamò Judal innervositosi, e guardò sconvolto Izaya.
“Mi spiace Judal... Non c’è altra soluzione!” gli rispose questo sorridente.
“Izaya, bastardo!!!!!” esclamò il ragazzo dagli occhi rossi, prendendo quasi il posto di Shizuo.

 
Adesso erano circa le cinque; il sole continuava a risplendere sul mare, forse un po’ meno intensamente, e il vento si era fatto leggermente più forte. Dalla nave si riusciva a intravedere l’isola, ormai vicina, e gli studenti erano entusiasti.
“Che bello, siamo quasi arrivati!!!” esclamò Hinata, indicando l’isola “Mao, non sei felice?”
Accanto a lei, una ragazza dai lunghi capelli color lilla e dagli occhi verdi-acqua le sorrideva dolcemente, e faceva fotografie ad ogni cosa/persona che le capitasse a tiro.
“Certo che lo sono, Hinata!” le rispose la ragazza, e le scattò una foto.
“Nonosaka-san, hai finito di fare foro?? Mi stai accecando con quel maledetto flash! E poi non serve nemmeno, visto che c’è ancora il sole!!” esclamò Kousaka infastidito, mentre la ragazza gli scattava delle foto.
“Suvvia, Kosuaka-kun, non essere così scorbutico! A tutti piacciono le foto! Non è vero, Teshigawara-kun?” disse lei, rivolgendosi a Naoya e facendogli una foto.
“Oh... Ehm... Certo, come dici tu...”
“Ragazzi, preparatevi a scendere, prendete i vostri bagagli!” esclamò d’improvviso la professoressa Kirigakure.
La nave attraccò al piccolo porticciolo dell’isola, e gli alunni scesero trascinandosi dietro le proprie valige.
I ragazzi osservarono il bel panorama: sull’isola vi era un sacco di verde, e si potevano vedere talmente tanti alberi e arbusti che si faticava anche a contarli.
Ad aspettare la classe e i loro professori vi erano alcune persone: delle belle ragazze con cestini pieni di fiori spargevano i petali attorno agli alunni, e dei giovani ragazzi offrivano loro frutti prelibati, come pesche rosee e albicocche succose e colorite.
“Benvenuti a Shirōbara!” esclamò un giovane uomo, probabilmente colui che amministrava l’isola; aveva gli occhi color lilla, e i capelli neri molto scompigliati.
Accanto a lui vi era anche un altro uomo, più anziano di lui, con degli occhiali piccoli e tondi, pelato, r indossava anche un piccolo copricapo nero.
“Io sono Jamil,” continuò il ragazzo dai capelli neri “e sono il Sindaco di Shirōbara! Lui invece è John Bacchus, Vicesindaco!” disse, e indicò l’uomo accanto a lui.
“È un piacere avervi in visita sulla nostra isola.” Fece quest’ultimo sorridendo.
“Vi ringraziamo infinitamente per la vostra cordiale ospitalità.” Rispose il professor Sindbad, stringendo la mano a Judal.
“Bene,” riprese a parlare il Sindaco di Shirōbara “seguitemi. Vi mostrerò l’albergo dove risiederete.”
Detto questo, Jamil fece cenno agli alunni e ai professori di seguirlo, e questi accolsero l’invito allegramente.
 
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Angolo dell’autrice~

Salve a tutti, scusate per l’ennesima volta il ritardo, ma per scrivere mi prendo delle luuuunghe pause riflessive -w-
Ok, a parte la mia “bellissima” poesiola (?) all’inizio... Finalmente ce l’ho fatta, ho fatto arrivare questi poveri cristiani sull’isola! XD Devo scusarmi per le parolacce che ho inserito (chiedo venia), ma mi servono, perché Izaya e Judal mi sembrano tizi malavitosi (?) che dicono parolacce uwu  
Allora, non so cosa spiegare, perché fino ad adesso mi sembra tutto chiaro XD Se avete domande, come al solito chiedete e recensite ;) Non esiterò a rispondere ^^
Ah, ecco cosa dovevo spiegare! Il bambino del motoscafo! (?) Ok, allora... Preferisco lasciare la sorpresa, per l’identità di quel personaggio... Anche se si dovrebbe capire chi è XD Nel prossimo capitolo comunque, per chi non capisce chi è, verrà rivelata la sua identità ^^
 
I nuovi personaggi comparsi in questo capitolo (oltre il misterioso bambino) sono:
Mao Nonosaka; John Bacchus (meglio conosciuto come Undicesimo/11th) = Mirai Nikki
Alibaba Salujia; Morgiana Fanaris (il cognome gliel’ho dato io); Jamil = Magi the Labyrinth of Magic
Ryuuji Takasu; Yusaku Kitamura = Toradora!
Shizuo Heiwajima = Durarara!!
 
Ringrazio SushiLolita per i consigli che mi sta dando, e continuo anche a ringraziare Amahy per il supporto morale che mi sta dando B]
Mi raccomando, recensite, e alla prossima! >.^
Euphy <3

P.S. Se ci sono errori grammaticali, per favore, avvertitemi ^.^
  
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