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Autore: Fabio93    06/08/2007    4 recensioni
Il pirata Michael Brown si vedrà costretto a combattere per riavere la propria libertà, e per farlo dovrà affrontare il temibile SoleNero. Un compito apparentemente semplice, ma il vero nemico emergerà dall'ombra insieme alle altre protagoniste della storia: le due spade...
Genere: Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spero siate pronti a sorbirvi il mio ennesimo capitolo (doveva pur accadere qualcosa durante il viaggio, sennò era... banale) ad ogni modo spero di aver descritto gli avvenimenti in modo comprensibile e che vi possa piacere. Grazie a chi ha letto e commentato i capitoli precedenti!
Recensite numerosi!

Capitolo 4: Ops, cima sbagliata!


Il sole si accingeva ormai a tramontare dietro l'isola di Cuba, il capitano stava dando gli ultimi ordini per ottimizzare la navigazione: era il quarto giorno di viaggio ed avevano navigato alla massima velocità ottenibile lasciandosi alle spalle Port Royale e guadagnando un bel vantaggio sul galeone del commodoro che stentava a seguirli.
In quei gironi il capitano era stato così occupato da non toccare quasi rhum, ma ora che si accingevano a superare Tortuga, poteva prendersi una pausa e rilassarsi.
Stappò la bottiglia che si era portato dietro dalla locanda e la portò alla bocca, appoggiato al parapetto della nave.
Emise un grugnito seccato scoprendo che conteneva solo un misero sorso.
«Zula!» chiamò gettando la bottiglia in mare; il nero, impegnato a dare ordini ai suoi compagni, lo raggiunse con aria seccata.
«Potresti, gentilmente, procurarmi una bottiglia di rhum?» gli chiese Michael con un sorriso cordiale, Mamba mugugnò qualcosa prima di dirigersi sotto-coperta.
Tornò poco dopo con una bottiglia di rhum, appena uscito sul ponte, si diresse verso Michael e gliela porse.
«Grazie!» disse lui, prendendone un generoso sorso, si bloccò subito e, dopo un momento di shock, sputò il contenuto addosso al nero che arretrò, sorpreso e schifato.
«Cos'è uno scherzo?!» domandò serio Spada Rossa, portando al mano alla spada.
«Non è colpa mia se non sapete bere...» rispose quello sfiorando l'impugnatura della sciabola.
«Non fare il furbo...» disse Michael rovesciando il contenuto della bottiglia sul ponte.
«Acqua?!» esclamò Zula vedendo il liquido trasparente fuoriuscire dalla bottiglia.
«Esatto...» sentenziò il pirata buttando anche quella bottiglia in mare.
«Non è colpa sua!» si intromise Sean, che aveva assistito alla scena mentre scendeva dall'albero di maestra per sistemare una vela, Michael lo guardò con aria interrogativa.
«Ve l'ho detto, il commodoro ha caricato tutte le provviste...» spiegò scendendo, con un balzo, sul ponte.
«Vuoi dire che non abbiamo rhum?!» esclamò il capitano con espressione preoccupata mentre Sean annuiva, cupo in volto.
Michael lanciò un grido di frustrazione battendo i pugni sul parapetto. «Perché proprio il rhum?» chiese senza aspettarsi risposta, fece dei profondi respiri e si calmò girandosi a fronteggiare Zula.
«In ogni caso, dovrei punirti per la tua mancanza di rispetto!» gli disse con un sorriso amaro.
«Il mio rispetto lo si deve ottenere, non è un diritto!» ribatté il nero, gonfiando i muscoli.
«Ah, e cosa dovrei fare per ottenere il tuo rispetto?» chiese il capitano avvicinandoglisi.
«Battiti...» propose l'omone sorridendo, pronto alla lotta.
Il capitano si girò, come per pensare alla proposta, poi, con uno scatto, estrasse la lama e tentò di trafiggere il nero, che però si scansò con inaspettata prontezza.
«Ci sto!» disse Michael mentre Zula estraeva la sciabola e si lanciava all'attacco.
Il capitano parò i fendenti del nero, non senza sforzo: la sua forza era incredibile; si disimpegnò con un balzo, tentando un affondo.
Il nero arretrò, appena il capitano ritirò la lama, si abbassò leggermente, menando un fendente orizzontale per falciare i piedi al pirata.
Michael saltò, la lama fischiò sotto i suoi piedi; ancora in aria, il pirata rispose con la stessa mossa ma diretta al viso del nero. Fu troppo rapido per l'avversario: la lama fece un taglio profondo nella guancia e nella mascella di Zula spargendone il sangue sul ponte.
Il nero arretrò, sorpreso, ma il capitano non gli lasciò tregua costringendolo a rimanere in guardia con una serie di scambi velocissimi.
Zula parò un fendente orizzontale di Michael, bloccandogli lama, poi, con un verso simile ad un muggito, sferrò un calcio nello stomaco del capitano che venne catapultato qualche metro più in là.
Spada Rossa era a terra che grugniva per il dolore, in un attimo il nero gli fu addosso sovrastandolo, Michael rotolò per sottrarsi alla sua lama che rimase incastrata nel ponte.
Michael ne approfittò per rialzarsi, tentò di corrergli addosso per trafiggerlo, ma una fitta allo stomaco lo costrinse a rimanere immobile mentre Zula estraeva la spada dal legno.
Il Mamba cominciò a tempestarlo di colpi, il capitano, piegato in due per il dolore, non aveva la forza di reagire e si limitò a difendersi passivamente dai suoi colpi mentre veniva spinto verso il parapetto della nave.
Zula, con un grido feroce, tentò un affondo rapidissimo, il capitano scartò di lato evitando il colpo per un soffio, poi, con tutta la forza che gli rimaneva, sferrò un pugno al naso del nero, il colpo fu reso ancora più forte dall'impugnatura metallica sella spada che ricopriva le nocche di Michael: il nero urlò, barcollando all'indietro con la mano premuta sul naso sanguinante.
Zula si riprese quasi subito, ora furioso e determinato ad uccidere quell'uomo; Michael indietreggiava, tentando di allontanarsi dal nero che avanzava minaccioso, ma si trovò presto bloccato dal parapetto di prua, Mamba era distante meno di un metro.
Il capitano afferrò una cima e si apprestò a tagliarla, il nero, intuendo il suo piano, si aggrappò alla stessa fune; il capitano fece un sorriso soddisfatto e divertito, mollò la cima e la tagliò.
Quella, con un sonoro schiocco, si spezzò, ma, invece di trasportare Zula in alto, come si era aspettato, lo trascinò di botto verso la punta, fuori bordo, dell'albero di bompresso, il nero spalancò gli occhi, catapultato oltre il parapetto, lasciò la presa ma ormai era per metà oltre il parapetto e cadde con un tonfo in mare, sollevando mille schizzi ed inveendo contro il capitano.
«Ops! Cima sbagliata!» disse Michael ridacchiando e girandosi, solo allora si accorse che tutto l'equipaggio si era firmato per osservarli.
«Allora? Che fate lì imbambolati? Sistemate quella cima e ripescate il Mamba, su, su, scattare!! Io, intanto, vado a vedere se è pronta la cena!» disse mentre l'equipaggio si svegliava e ricominciava a lavorare, appena il comandante scese sotto-coperta, al riparo dagli sguardi altrui, si piegò per il dolore alla pancia ed appoggiandosi alla parete.
Appena la cima fu rimpiazzata, il pranzo fu servito sul ponte, l'umore era allegro e si discuteva sul duello appena avvenuto, Michael conversava amabilmente con Sean e Duffy mentre mangiava la sua minestra di pesce.
Ad un tratto tutti si girarono verso l'entrata della coperta dalla quale era appena salito qualcuno, Michael, incuriosito, si girò: sulla soglia, stava Zula, si era cambiato ed asciugato prima di venire, e lo fissava con rabbia, col petto che si gonfiava a tempo con i suoi polmoni, mostrando i possenti pettorali.
Michael, riprese a mangiare come se nulla fosse, mentre il nero avanzava minaccioso.
«Mi hai buttato fuori bordo...» disse Mamba sovrastandolo con tutta la sua statura, sembrava una montagna nera, Michael lo guardò preoccupato, bevendo un sorso d'acqua.
«Davvero...?!» si difese il capitano sorseggiando rumorosamente il brodo dal cucchiaio, il nero, alzò una mano e la avvicinò al suo collo, come per strozzarlo... poi gli diede una forte pacca sulla spalla, iniziando a ridere, mostrando dei denti bianchissimi, tutta il suo aspetto minaccioso era scomparso; Michael, lo guardò sorpreso.
«E va bene, ti sei guadagnato il mio rispetto!» gli disse Zula sempre ridendo, andando poi dai suoi amici galeotti.
Michael, gli sorrise tirando un silenzioso sospiro di sollievo, la serata trascorse fra canti e battute, tutti erano di buon umore, fu una notte perfetta che lasciò tutti assonnati e divertiti, ma, purtroppo, non brilli.
   
 
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