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Autore: Quella che ama i Beatles    20/01/2013    5 recensioni
Avremmo potuto essere felici. Noi tre, il nostro amore e nessun altro.
Gli ultimi, disperati secondi di vita di Lily Evans.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Lily Evans, Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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-Avada Kedavra!-
Qualcuno sta urlando, sta urlando in maniera disumana, in modo quasi animalesco. E' un urlo colmo di terrore e disperazione, come di qualcosa a cui è stato inferto una terribile ferita.
-NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!-
L'urlo continua, straziato, fuori di sé; esprime un dolore atroce, sconvolgente, un dolore che non può essere espresso a parole.
-NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!-
Solo dopo poco mi rendo conto che chi sta urlando sono io.
 
Sta finendo tutto.
 
La loro vita, la mia. 
 
Stanno andando via.
 
Stanno spezzandosi, come esili corde, le nostre vite. Stanno andando in pezzi per colpa di un maledetto folle omicida e di una ancor più maledetta profezia.
Avremmo potuto essere felici, una tranquilla famigliola di maghi, come tante altre. Noi tre e il nostro amore, e nessun altro. E invece no, qualcuno ha deciso che dovevamo essere diversi dagli altri, che nostro figlio doveva essere diverso dagli altri, solo perché è stato marchiato da una profezia che lo segna come l'unico che possa sconfiggere l'uomo che ora sta distruggendo le nostre vite.
Ma non m'importa niente di tutto questo. Io avrei voluto solo una esistenza felice accanto all'uomo che amo e con il mio bambino, il mio piccolo Harry, che ora stringo tra le braccia con tutta la forza che ho. La mia ragione di vita, la cosa più preziosa che ho al mondo: lui è mio figlio. 
Avremmo potuto avere altri bambini, dare ad Harry un fratellino o una sorellina. Scorrono lacrime abbondanti sul mio viso quando penso che avevamo già deciso i nomi: Alice se fosse stata una femminuccia, David se fosse stato un altro maschietto. Che sciocchi siamo stati a pensare ad altri figli, con questa terribile spietata guerra là fuori e noi impegnati a combatterla, a combattere Voldemort, l'uomo che ora viene per assassinarci, per assassinare un bambino innocente.
Emetto un gemito di puro terrore quando il pensiero mi si forma in testa. Mio figlio non può morire, non deve morire. Darei qualunque cosa perchè lui sopravviva, darei senza esitare la mia casa, i miei genitori, tutto. Anche me stessa.
Sì. Darei anche me stessa, la mia anima.
E' questo il pensiero fermo e determinato che si stabilizza in me. In mezzo a una macchia confusa di terrore e panico, questa è la mia unica certezza: devo offrirmi, devo dare la mia vita in cambio di quella di Harry. E' l'unica, flebile speranza che mi rimane.
Sta arrivando. Lo sento, sta salendo le scale. Sta venendo da noi, dopo che ha ucciso James.
Guardo terrorizzata la porta mentre le lacrime mi rigano il volto, inarrestabili, incontrollabili. Il cuore batte furibondo contro le costole, so che sono i suoi ultimi, furiosi battiti, che fra poco raggiungerò mio marito, non c'è scampo, per me è finita. Sono spaventata all'idea di morire, ma niente potrebbe superare il terrore che ho all'idea che Harry non possa farcela. Il mio bambino deve sopravvivere. 
Lo stringo ancora più forte a me. Saprai perdonarmi, piccolo mio? penso. Saprai perdonarmi per non averti potuto difendere come una qualunque madre deve fare col proprio figlio? Ti giuro che ho fatto tutto il possibile, amore mio, tutto il possibile. Ma forse non è bastato.
Tutto si sfuma e viene sommerso da un'ondata di puro terrore quando vedo la maniglia della porta girare magicamente e aprirsi.
Eccolo, il mago più malvagio di tutti i tempi, il volto gelido, spaventoso, spietato, i crudeli occhi rossi fissi sulla sua preda, su Harry. Sposta con la bacchetta la sedia e gli scatoloni che ho accatastato prima in un disperato quanto totalmente inutile tentativo di difendermi -mi maledico per aver dimenticato la bacchetta in salotto, questo errore potrebbe costare la vita di mio figlio- e avanza verso di noi, un sorriso malefico che si dipinge sul suo viso, il sorriso di un gatto che sa di aver intrappolato degli alquanto deboli topolini.
Lascio Harry nella sua culla e istintivamente allargo le braccia per difenderlo; tutto è sfocato, è confuso, in testa mi rimbomba un unico pensiero, l'unico lucido in mezzo all'irrazionalità scatenata dal terrore: devo proteggere Harry.
-No!- grido; vorrei apparire determinata e coraggiosa, ma purtroppo in questo momento sono ben lungi dall'esserlo; sono consapevole che lo sto supplicando.-Harry no, ti prego!-
Il suo viso serpentesco si contrae in una smorfia di fastidio.-Spostati, stupida, spostati...- Fa per scansarmi ma lo seguo, parandomi sempre tra lui e mio figlio.
-Harry no...Prendi me, piuttosto uccidi me, ma non Harry!- imploro, disperata.
-E' il mio ultimo avvertimento- sibila, furioso.
-Non Harry...Ti prego, per favore, lui no! Harry no! Per favore...farò qualunque cosa...- balbetto incoerente; sarei disposta a inginocchiarmi, a baciargli le scarpe, purché lo risparmiasse.
-Spostati...spostati, ragazza- dice, riducendo gli occhi rossi a due fessure, rabbioso, ignorando le mie suppliche, il mio pianto.
Estrae la bacchetta.
So cosa sta per succedere, e il terrore divampa in me; non vedo più niente, tutto è confuso, so che sono i miei ultimi attimi di vita. 
Tutto accade in pochi, lenti secondi, che rimbombano nella mia testa come tuoni. La bacchetta di Voldemort scompare, annegata nelle lacrime che mi affollano gli occhi, riesco a malapena a vederla mentre la punta verso di me. E' come se fosse tutto al rallentatore; ho le gambe e le dita intorpidite, le mani tremano violentemente, gelate, mentre gli echi dei battiti furibondi del mio cuore arrivano nello stomaco e giù giù fino alle ginocchia, facendomi barcollare.
I miei sforzi sono stati vani. Dopo che avrà finito con me, ucciderà Harry. E' questo il pensiero orripilato che mi fa lanciare un ultimo, disperato grido di terrore.
Addio, Harry, perdonami, è il mio ultimo pensiero mentre la bocca di Voldemort si muove pronunciando qualcosa che non voglio udire e un lampo di luce viene scagliato contro di me.
Tutto diventa rapidamente buio mentre muoio con gli occhi verdi di mio figlio fissi nella mia mente.


Questa fanfiction partecipa al contest "E la morte non avrà più dominio" di GinevraCorvino
   
 
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