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Autore: martamatta    20/01/2013    3 recensioni
Questa storia è una specie di Call of duty modern warefare 3 di pura invenzione.
Allora incomincio con l'introduzione.
Chi dice che i morti non possono tornare? Cosa mai succederà se un uomo ignaro di chi sia lui stesso abbia dentro una rabbia e una vendetta di cui non ha memoria? Makarov è ancora a piede libero e la rabbia dei superstiti della task force 141 ribolle mentre il mondo è invaso dalla guerra e dalla morte. Un mondo sporcato di sangue di bugie e tradimenti. Ma che nasconde molte verità.
Buona lettura spero che vi piaccia.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Cosa ti ha fatto cambiare idea?- disse stupito Price, Fury parlò pensieroso –Lo faccio per lui, la sua mente è molto fragile nella memoria…-. Price lo guardò storto –Che significa?- , il generale rispose impaziente –Significa che Soap a ragione!- il capitano lo guardò sbalordito e immobile; mentre il generale proseguì –Gary Sanderson e Escaped Death sono la stessa persona!-.
 
Alcuni mesi prima
-Roach prendi il modulo ACS e andiamocene!- disse agitato Ghost dalla radio, il sergente avendo appena finito di scaricare tutti i piani di Makarovh, prese il modulo  senza esitare; lo infilò dentro la giacca militare per proteggerlo da eventuali proiettili.
Con il fucile d’assalto carico stretto fra le mani uscì fuori dalla casa di legno, mentre decine di proiettili tranciavano la stanza alle sue spalle.
-Forza Sheperd sta arrivando con i rinforzi, dobbiamo andare alla pineta!- urlò Ghost mentre lo raggiunse insieme al resto della squadra. Tutti quanti  corsero verso la foresta mentre un orda di nemici cominciò ad inseguirli.
Arrivati quasi alla pineta erano rimasti solo Ghost e Roach  e mentre correvano sparando, dalla radio delle comunicazioni potevano sentire il capitano McTavish urlare –Nemici dappertutto Price fa attenzione!-.
Per rintracciare Makarovh e il modulo ACS erano state assegnate due squadre diverse in due luoghi diversi: Roach e Ghost si erano diretti sulle montagne del Caucaso, invece il capitano Price insieme al capitano McTavish erano andati in Afghanistan.
Le due squadre si tenevano in contatto radio continuamente per aggiornarsi a vicenda.
Ormai erano arrivati alla pineta; ma un colpo vacante prese Roach alla gamba. Ghost corse a soccorrerlo e notando un grande elicottero avvicinarsi, prese per le spalle Roach dicendo –Resisti amico, ci siamo quasi! Ma non smettere di sparare, mi raccomando!- Roach annuì e mentre Ghost lo trascinava verso una apparente salvezza, il sergente non si lasciava scappare nessun nemico.
L’elicottero atterrò dopo pochi secondi; degli uomini scesero per dare man forte ai due sopravissuti della Task Force 141. Arrivato alla rampa del grande mezzo volante, Ghost fece alzare il suo compagno e se lo appoggiò in spalla. Davanti a loro, si trovava l’imponente figura di Sheperd; aveva le braccia dietro la schiena e guardava tutto ciò che lo circondava con indifferenza e superiorità.
Ghost si avvicinò al generale, sorreggendo Roach, ma il sergente sciolse l’appoggio per eseguire i suoi ultimi passi verso il generale. Arrivatogli davanti, Gary prese il modulo ACS dalla giacca e lo porse a Sheperd, esso lo prese ed un sorriso maligno e oscuro si dipinse sul suo volto e con velocità fulminea prese la pistola dalla cintura e sparò un colpo al petto di Roach. Mentre il sergente cadeva a terra; Ghost vedeva inorridito la scena e con rabbia si buttò contro il generale -Ehi!....-. Ma per sua sfortuna Sheperd fu più veloce e gli sparò un colpo netto alla testa, il soldato mascherato morì sul colpo.
I corpi vennero gettati nel mezzo della pineta, Roach ancora cosciente poteva sentire la voce del capitano McTavish, attraverso la radio di comunicazione, urlare –Questi non sono uomini di Makarovh! Questi sono i soldati di Sheperd! Ghost, Roach è un trappola: non fidatevi di Sheperd! Ripeto, non fidatevi di Sheperd!-.
“Capitano è troppo tardi ormai…mi dispiace….qui Roach, passo e chiudo!” pensò il sergente poiché non aveva la forza di parlare  tra il tradimento e il proiettile che gli stava perforando il petto. Si girò verso Ghost e nel momento in cui gli uomini di Sheperd fecero rotolare il suo corpo accanto a lui; vide i suoi occhi spenti per sempre, un profondo odio si impadronì di Gary. Sarebbe morto quel giorno insieme al suo migliore amico.
Un doloro profondo gli lacerò il cuore e l’odio sembrò diventare l’unica cosa a cui riusciva ad aggrapparsi.
Gli uomini di Sheperd gettarono della benzina sui i corpi dei due soldati della Task Force 141. Il generale era in piedi davanti a loro fumando un sigaro; dopo aver dato l’ultimo tiro lo gettò addosso a Roach. La piccola scintilla del sigaro diede vita ad un incendio sul corpo dei due soldati.
Roach guardava fisso quello che prima era un alleato, l’odio verso Sheperd si faceva più grande; così grande da superare l’incommensurabile  dolore che si faceva largo sulla sua pelle.
Il generale rimase lì a fissare quei corpi per pochi secondi, mentre Roach cominciò a perdere i sensi; l’ultima cosa che sentì furono delle voci –Signore dobbiamo andare!- e poi più niente.
 
Passò diverso tempo, in cui Roach non seppe definirlo: secondi, minuti o persino ore; quando finalmente il sergente riaprì gli occhi.
Il suo corpo era immerso di dolori, non riusciva a muovere un muscolo senza che il dolore lo paralizzasse. Si guardò intorno, la pineta era deserta ed il suo corpo era pieno di ustioni; la sua sopravivenza la doveva ai pesanti vestiti militari che avevano assorbito la maggior parte del calore. Roach guardò alla sua sinistra e il corpo dell’amico giaceva accanto a lui: ciò che un tempo era una persona cara, adesso era solo un cadavere mezzo spoglio e un po’ bruciato. La cosa strana era la maschera rimasta del tutto intatta e Roach poteva vedere le macchie di sangue sopra essa, e l’odio tornò a tormentarlo insieme a pensieri oscuri di vendetta e rabbia nei confronti di Makarovh e Sheperd, per vendicare tutti coloro che sono morti a causa loro, sia soldati che innocenti.
Dopo poco tempo i suoi pensieri vennero interrotti da dei passi, di colpo Gary si ritrovò circondato da soldati. –Signore ci sono dei cadaveri qui! Sembra opera di Sheperd…pare che li abbia bruciati vivi- disse uno di loro, -Identificali!- disse un altro con aria autoritaria. Uno di essi si avvicinò esaminando prima Ghost, nel esatto momento in cui il soldato allungo la mano per prendere la piastrina di riconoscimento del soldato mascherato, Roach ignorando il doloro e con tutta la forza e la rabbia che riuscì a tirare fuori, gli afferrò il polso e mormorò con freddezza –Prova solo a toccarlo e giuro che ti ammazzo!-, il soldato si spaventò e indietreggiò. –Che succede?- disse la voce autoritaria di prima, -Quello sulla sinistra…è ancora vivo signore!- rispose il soldato con voce tremolante. Qualcun altro si avvicinò al sergente, ma in quel momento Roach perse di nuovo i sensi e l’ultima cosa che vide fu il viso di un uomo di circa quarant’anni che disse –Devi essere tosto per essere scampato alla morte! Oppure sei solo molto fortunato…-.
 
Passò parecchio tempo quando Roach riaprì gli occhi. La prima cosa che vide fu una luce che lo accecò; ma dopo pochi secondi, giusto per dare il tempo agli occhi di abituarsi alla luce, seppe riconoscere ciò che lo circondava. Si trovava in una stanza d’ospedale, riconobbe il luogo attraverso la disposizione dei mobili pieni di medicinali e dal forte odore di disinfettante, medicine e alcool.
Roach si guardò intorno confuso, abbassò lo sguardo per guadarsi le mani; erano completamente fasciate e un lieve dolore percorreva la sua pelle su quasi ogni parte del corpo.
-Ti sei svegliato finalmente!- Roach rialzò lo sguardo; Al suo risveglio non aveva notato una porta collocata di fronte al suo letto, verso sinistra. Da essa era entrato un uomo con aria autoritaria avente all’incirca quarant’anni con capelli a spazzola e un fisico ben mantenuto.
Roach lo guardò diffidente –Chi sei?-, l’uomo sorrise –Sono il generale George Fury! Ma cosa più importante sono quello che ti ha salvato la vita-. Roach si guardò nuovamente le mani –Che mi è successo…?-, -Sei stato in coma per un po’. Da quello che sappiamo è che Sheperd ti ha sparato un proiettile nel petto e ha tentato di far sparire il tuo corpo e quello del tuo amico usando la benzina col fuoco. Ma a quanto pare i pesanti vestiti militari hanno assorbito la maggior parte del calore…ma non del tutto come puoi vedere dalle tue condizioni. Stavamo inseguendo Sheperd quando vi abbiamo trovati. Al contrario del tuo compagno sei sopravissuto sergente Sanderson-. A quelle parole Roach guardò negli occhi il generale –Co…come?- Fury lo guardò perplesso –Gary Sanderson alias Roach sergente nella Task Force 141 sotto il commando del capitano John McTavish! Deve essere l’effetto del risveglio è normale se sei un po’ confuso. Comunque mi dispiace per il tuo amico….Riley Simon alias Ghost vero? Ho sentito che eravate amici…-. Roach scosse la testa poi abbassò lo sguardo e disse preoccupata –Ghost…? Chi…chi è Ghost?- Fury si immobilizzò sempre più preoccupato e stette per parlagli di nuovo, quando qualcuno bussò.
-Av…avanti!- disse Fury ancora scosso dalle parole di Gary. Un medico entrò: era calvo e portava degli occhiali da vista spessi e tondi, oltretutto (a parte il solito camice da medico) teneva fra le mani  una cartella.
Prima di parlare al generale osservò Gary stupito del fatto che fosse già sveglio. Poi scosse la testa –Generale devo mostrarle una cosa, e molto urgente!- Fury annuì e prima di lasciare la stanza parlò rivoltò a Gary –Scusami un momento-.
Fury seguì il medico fuori dalla stanza, si misero a parlare nel corridoio e Gary, per volere del destino o per volere di Fury, poté sentire tutto quello che i due si dissero.
-C’è un problema col paziente, generale…- disse il medico preoccupato, porgendo la cartella a Fury. Il generale la prese e la sfogliò leggendola attentamente; mentre il medico proseguì con la spiegazione –nella seconda e terza pagina ci sono delle immagini delle lastre del cervello del paziente, se la guarda vedrà due colori blu e viola: il blu rappresenta il flusso di memoria…mentre il viola rappresenta il blocco della memoria- Fury guardò l’immagine della lastra e gli occhi gli si sbarrarono –Il blu è quasi completamente schiacciato dal viola…lui non ricorda niente?-, il medico scosse la testa –Non saprei…le cose più semplici penso che le saprà fare, come saper mangiare con le posate oppure sapersi allacciare le scarpe. Ma per i ricordi legati a persone…pensiamo che sia colpa del coma passato, la causa di questo blocco di memoria…-.
Durante questo discorso Roach in silenzio e con grande sforzo scese dal letto avvicinandosi ai due per capire meglio il discorso. Ma ad un certo punto si bloccò davanti uno specchio messo vicino alla porta d’ingresso della sua camera. Cominciò a respirare affannosamente; il suo volto era completamente fasciato.
Intanto Fury sbuffò –Non c’è modo per fargli recuperare la memoria?-, -Potrebbe recuperare dei ricordi attraverso il subconscio la notte mentre dorme scambiando i ricordi per sogni, oppure mentre fa delle azioni simili ai gesti che a già fatto in passato gli potrebbero balenare dei frammenti davanti agli occhi. O possiamo fargli vedere il suo volto attraverso uno specchio…ma le ustioni sul viso sono troppo gravi e probabilmente vedrebbe solo un volto di uno sconosciuto. Le ustioni ci metterebbero mesi prima di guarire e delle cicatrici gli rimarranno per il resto della vita-. A quelle parole Gary si tocco il volto e un dolore tremendo cominciò a pulsargli sul punto stuzzicato.
-Può essere una cosa permanente?- disse Fury in tono dispiaciuto, il medico parlò pensieroso –La memoria potrebbe tornare, ma se si sforza questo processo il cervello del paziente Sanderson potrebbe collassare e la parte viola del cervello potrebbe prendere il sopravento su tutto perdendo anche i ricordi che gli sono rimasti. Praticamente non riuscirebbe più a distinguere un coltello da una forchetta…-, Fury si appoggiò al muro e disse con rabbia –Povero ragazzo! Sheperd è veramente un bastardo-.
Quelle parole e quelle notizie fecero entrare nel panico il giovane soldato e sforzandosi di ricordare, corse fuori dalla stanza alla ricerca di un luogo tranquillo e possibilmente famigliare. Fury lo vide scattare e disse sbattendo un pugno al muro –Dannazione! Ci ha sentiti-.
 
Corridoi, scale finché Roach non andò a spalancare una porta. Il sole lo accecò e il cielo limpido gli fece calmare e stendere i nervi. Aveva corso a caso pensando solo ai suoi ricordi; e solo adesso si rendeva conto che il suo corpo, inconsciamente, lo aveva portato sul tetto dell’ospedale. Era deserto ed un vento caldo avvolgeva il luogo, insieme a degli alberi maestosi e rigogliosi che si alzavano fino ad arrivare o addirittura superare l’edificio. In quel’istante Gary provò un forte senso di quiete, per poi ripensare subito dopo ai ricordi perduti. Un alone di oscurità ricopriva tutto il suo passato, riusciva a vedere solo delle figure sfocate e scure senza volto. E non sapendo neanche lui stesso il perché; senza provare tristezza delle lacrime gli scesero dagli occhi.
Dopo pochi minuti dei soldati arrivarono sul tetto ben armati, seguiti da Fury. Trovarono Gary seduto su una panchina con le fasciature sotto gli occhi inumidite e con la testa fra le mani.
-Lasciateci soli- disse Fury in tono autorevole, i soldati annuirono e si dileguarono attraverso la porta. Fury sospirò e si sedette vicino a Gary non sapendo ancora cosa dirgli. –Se rimarrai in questo istituto potrebbero aiutarti a recuperare i ricordi…- disse Fury nel tentativo di aprire un discorso. Gary alzò la testa di scatto –Dove siamo?- il generale rimase un po’ perplesso dal tono forte che il soldato aveva usato, -Ci troviamo nelle periferie di Londra, sei stato trasferito dall’ospedale più competente del Caucaso quando le tue condizioni sono migliorate, pochi giorni fa. Questo è un ospedale speciale per militari-, Gary scosse la testa –La mia memoria…non tornerà?-. Fury abbassò lo sguardo e si alzò avvicinandosi alla ringhiera del tetto –Le tue condizioni potrebbero essere permanenti, ma qui ti possono aiutare-.
Gary guardò con determinazione il generale –NO!- Fury si girò di scatto verso di lui e Roach continuò a parlare –Sono un soldato e l’unica cosa che mi è rimasta è combattere, magari non per la mia vita ma per i miei ricordi e per quelle persone ora sconosciute a cui ero legato! Non avrò più i ricordi di quelle persone ma so bene come collegare un C-4, smontare e rimontare un fucile di precisione o una pistola. Come mi ricordo come mirare e far in modo che il battito del mio cuore sia in sintonia col bersaglio per cogliere il momento giusto per colpire-. Fury guardò il giovane soldato negli occhi –Cosa ti spinge a combattere?-, Gary chiuse gli occhi e disse con rammarico –Quando lei ha nominato “Ghost”, Riley Simon, ho provato tristezza e rimorso, quando ha nominato John McTavish ho provato nostalgia e quando ha pronunciato Sheperd…- Gary aprì gli occhi e Fury poté notare che il suo sguardo era completamente diverso –Ho provato rabbia e odio che tutt’ora mi ribollono dentro!-, Fury lo guardò dispiaciuto –Mi dispiace dirtelo ma credo che quell’odio rimarrà per sempre poiché Sheperd è morto poche ore fa…-.
Gary sospirò –L’odio è troppo profondo…e sento che forse è stato proprio questo a farmi dimenticare chi ero prima. Come dice il medico non riuscirei a riconoscere nemmeno il mio volto. In questo momento sento solo odio!-.
-Allora coprilo!- disse Fury mettendosi di fronte a Gary con aria seria, poi prese dalla tasca una specie di panno in fibra sottile e lo lanciò verso il sergente –Coprila con questa! Dato che non riconoscerai il tuo volto, tanto vale che te ne crei uno nuovo!-. Il soldato prese l’oggetto lanciato dal generale e vide che non era un panno, ma un passamontagna. Era nero e delle tracce di sangue erano ben visibili, c’era anche una decorazione che formava un teschio bianco; ma era quasi del tutto sbiadito.
Alla vista della maschera delle lacrime scesero dal volto di Gary, -a Quanto pare una parte di te non ha dimenticato il tuo amico, anche  se non lo ricordi tu sai, nel profondo, del legame tra te e lui. Quella maschera apparteneva a Simon…penso che adesso ti proteggerà!-.
Gary si asciugò le lacrime, si alzò e disse determinato –Pronto all’azione signore!-, Fury annuì soddisfatto –Bene Sanderson adesso…-, -No! Signore quel nome non mi appartiene più mi è estraneo! Che sia Gary Sanderson o Roach!-, Fury lo guardò pensieroso –Come vuoi che ti chiami, allora?-. Il soldato si avvicinò alla ringhiera del tetto e cominciò a fissare il cielo -Sono sfuggito alla morte per poco…vero?- disse  rivolto al generale, -Saresti morto se non fosse stato per il nostro arrivo-. Gary sospirò e disse con rabbia –Gary Sanderson è morto insieme al suo compagno signore!-, Fury annuì –Va bene, ma allora tu chi sei?-, -Io sono ESCAPED DEATH!-.
 
-Dopo quello che gli ha fatto Sheperd è riuscito a sopravvivere…più che altro sarà stato l’odio a mantenerlo in vita…- disse con rammarico il capitano Price –è quello  che ho pensato anche io- disse Fury –Adesso lei capisce che lo stato mentale di Death è un vero disastro…o cercato di convincerlo che avrebbe fatto un errore a unirsi a noi per combattere…ma è stato tutto inutile. Rick era già da un po’ nella mia squadra, ho pensato di tenerlo in modo che i ricordi di Gary sulla sua famiglia potessero riaffiorare, ma fin’ora non ci sono risultati. Ovviamente non ho detto niente ad entrambi sul fatto che sono fratelli-, -Non hai paura che Rick potesse riconoscerlo?-.
Fury sospirò –è un pensiero che mi tormenta ogni giorno…ma Gary è così cambiato caratterialmente che ci sono poche possibilità che Rick lo riconosca, cerco di tenerli separati il più possibile. Ma non posso fare miracoli. E poi Death avrà anche una memoria fragile, ma la sua mente è forte!-.
-A conti fatti le mi stai chiedendo di tenere d’occhio Soap nei confronti di Roach, cioè Death?- parlò Price pensieroso, -In poche parole? Si…per sicurezza vorrei che lei non dicesse niente al capitano McTavish, non lo faccia per me ma per il bene di Gary, il giovane soldato che conosceva-. Price sorrise con compassione –Non so come ha fatto Soap a riconoscerlo, basta guardarlo negli occhi per capire che non è più il soldato che conosceva…penso che Gary Sanderson sia morto davvero con Riley Simon…dopo tanti anni in mezzo al campo di battaglia so riconoscere un soldato marchiato dall’odio e dalla sete di vendetta. È come un veleno che ti parte dal cuore e ti cambia…-.
 
Nota dell’autrice: Ce l’ho fatta finalmente!!!!!!!! Segreto svelato, ma scommetto che alcuni di voi già lo sospettavano.
Comunque preparatevi perché nel prossimo capitolo “Scatenate l’Inferno!!!” perché il nostro caro amico Makarovh sferrerà il suo attacco e qualcuno ci rimetterà la vita. Ovviamente vi basti sapere questo per scatenare la vostra curiosità (risata malefica).
Un grazie a chi mi segue e spero che questo capitolo vi abbia colpito, e piaciuto quanto è piaciuto a me scriverlo e crearlo. Credo che sia il migliore che abbia scritto (fin’ora xD). Ma il giudizio spetta a voi miei cari amici.
Buon freddo a tutti.
Baci, martamatta
  
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