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Autore: oOLeylaOo    09/08/2007    1 recensioni
La storia di una maga che viaggiando per il mondo cerca il vampiro che uccise sua sorella maggiore più di sedici anni prima
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Visto, ho deciso in fretta... forse -.-
Ho parlato a lungo con la vampira e ho deciso di ricominciare a postare, sperando che non accada più quello che è gia successo, considerando anche che il plagio oltre che immorale è illegale.

 

Capitolo 36
-La lettera-


Passammo in hotel a mollare il mio libro e mantrugiai felicemente Shadow per almeno un ora buona, anche lei era felicissima di rivedermi, mi abbracciò forte con il suo aspetto da bambina e non mi lasciò per almeno una mezz’ora. Quando riassunse l’aspetto di una micetta nera non potei fare a meno di accarezzarla e strapazzarla, ero troppo un amore!
Asher mi trascinò fuori dalla stanza, e insieme andammo al parco, non so come fosse in passato, ma ora era piuttosto ampio, pieno di alberi e piante, con tre gigantesche fontane e diverse panchine sparse in giro. Asher passeggiava tenendomi una mano sulla spalla per attirarmi a se, come se fosse la cosa più normale del mondo, ogni istante che passava mi sentivo sempre più emozionata, solo lui mi faceva quell'effetto. Io e lui ci sedemmo ai piedi di un albero, protetti dalla sua ombra mentre il sole filtrava luminoso tra le fronde, illuminando piccoli pezzetti di terra.
-Allora...- iniziò, facendomi accomodare tra le sue gambe e abbracciandomi da dietro. -Inizia a raccontare.-bisbigliò nel mio orecchio.
Mi abbandonai contro il suo petto e lentamente iniziai a raccontargli tutto: di Morgana, dei vampiri, della casa e della lettera di mia sorella. Quando gli spiegai il perché non era riuscito a trovarmi lui disse:
-Morgana, è? Devo segnarmela! La prossima volta che la incontro ci farò quattro chiacchiere!- minacciò.
Non potei trattenere un sorriso.
-La lettera...- iniziai, ma mi fermai incerta
Lui fece un respiro profondo e sussurrò -Vai avanti.-
-Mi ha chiarito alcuni punti interrogativi, ma avrei qualche domanda.-
Sentii le sue labbra sulla mia pelle e un brivido mi attraversò all'istante.
-Ti ascolto. Ma se la domanda non mi piace non rispondo.- disse, dispettoso come al solito.
Che potevo fare? Mettere il broncio o arrabbiarmi non serviva, c'era una sola cosa da fare. -Se fai così allora io... non ti bacerò più! E non ti permetterò di baciarmi- mi sentivo una ragazzina, ma almeno si era irrigidito. Mi scostò lentamente i capelli, ma prima che potesse baciarmi lo allontani con uno spintone, quando mi guardò negli occhi, sostenni il suo sguardo con decisione. Alla fine distolse gli occhi dai miei e sospirò rassegnato.
-Chiedi e ti sarà detto!- disse molto seccato.
Evviva! Lo abbracciai e appoggiai l'orecchio al suo petto, ascoltando il battito del suo cuore, mentre lui ricambiava il mio abbraccio. Ci stavamo comportando come dei ragazzini ma io ero comunque felice.
-Sei veramente spietata! Ho rinunciato alla mia libertà per te!-borbottò tra i miei capelli.
Alzai la faccia e lo attirai a me con una mano per baciarlo, lui ricambiò il bacio senza più protestare, quando ci separammo domandai -Non ne vale la pena?- il mio tono era veramente malizioso.
Sbuffò. -Avanti, che vuoi chiedermi?-
Sprofondai nel suo abbraccio, nascondendo la testa nel suo petto: che volevo chiedergli? Da dove dovevo iniziare?
-È vero che quando ero piccola hai cercato di uccidermi?- chiesi con indifferenza. Non volevo dargli peso, non volevo che lui si allontanasse, ma dovevo sapere tutto.
Sussultò e rimase in silenzio.
-Dai rispondi, tanto non mi arrabbio.- bisbigliai con tutta la dolcezza che riuscivo a trovare, per rassicurarlo.
-Non proprio.- disse -Volevo solo scoprire che tipo di poteri avevi, ne ero attirato.-
-Mi conoscevi fin da piccola?-ero ancora incredula.
-Si, ti avevo visto a una sorta di festa di paese. Allora cantasti una canzone e una flebile energia riempì l'aria condotta dalla tua voce, la sentii e ne fui profondamente attratto. Allora ti cercai, ma non riuscii subito a ritrovarti, credo fosse per via di tua sorella oppure perché sulla tua casa aleggiava un incantesimo di protezione. Quando ti trovai eri in una foresta, vicino ad un laghetto. Allora pensai davvero che avrei potuto ucciderti per avere i tuoi poteri, ma tua sorella mi fermò e ora le sono grato di questo.-
Lo guardai negli occhi sorpresa, ma poi abbassai lo sguardo cercando di assimilare tutte le informazioni... che la canzone che avevo sentito appartenesse in realtà a me?
-Ti ho scioccata?- domandò dopo un pò.
-Sei diventato stranamente dolce, sai?- gli dissi con un sorriso, anche se lui non poteva vedermi visto che gli aveva appoggiato la faccia sulla spalla.
-Ti dispiace?- la sua voce esprimeva confusione e incertezza.
-No, mi piaci ancora più di prima.- l'avevo detto davvero?
Asher mi allontanò da se per baciarmi, poi mi scostò i capelli dal viso e mi baciò sulla fronte. Gli presi una mano tra le mie e mi appoggiai al suo petto, sospirando.
-Dunque... domanda numero due.- iniziai, mentre mi accarezzava la schiena -Esattamente perché giravi intorno a mia sorella?- lo volevo sapere da un mucchio di tempo.
-Sei gelosa?- mi prese in giro.
Arrossii per l’imbarazzo; in realtà si, lo ero… perché sapevo che non avrei mai potuto competere con mia sorella. -Non proprio.- balbettai.
Smise di accarezzarmi e mi strinse a se baciandomi i capelli.
-Era interessante.-iniziò a spiegare, sorprendendomi -Non come lo sei tu, era decisamente più misteriosa. E aveva fatto qualcosa ai tuoi poteri, dopo quella sera non erano più quelli che avevo percepito, ero molto strano. Volevo vedere se sarei riuscito a sfruttarla a mio vantaggio, ma era impossibile perché conosceva le mie mosse ancora prima che le facessi, al contrario di te era molto abile nel controllare il suo potere... La prima volta che la vidi, la stessa sera in cui vidi anche te, lei mi disse che nell'istante io cui io e te c'eravamo incontrati la ruota del destino si era messa in moto. Me lo ripeteva sempre... a quanto pare aveva ragione.-
Rimasi in silenzio per un po’ cercando di immaginare Asher e mia sorella insieme, avevano dei caratteri abbastanza diversi, probabilmente avevano litigato per metà del tempo trascorso insieme.
-Tua sorella voleva tenerti lontano da ogni pericolo anche se sapeva che era impossibile. Voleva proteggerti. Mi stancai presto di girarle a torno, non riusciva a stuzzicarmi, mi annoiava… Non era come te. -continuò, preso dal suo racconto.
Alzai lo sguardo sorridendo, che mia sorella non era come me non c’erano dubbi, ma non pensavo che io potessi essere più… “attraente”... di lei.
-Poi un giorno accadde qualcosa di strano che attirò la mia attenzione…Ben presto mi ritrovai a fissare due ragazzine che correvano verso l’entrata di una villa.-
Capii che parlava di me e Elaisa il giorno della morta di mia sorella. -Rintracciai grazie all’incantesimo la persona che l’aveva salvata, ma era sul punto di morire.-
Trattenei il fiato, rigida come il tronco di un albero mentre lui continuava. La sua voce si era fatta cauta, ma aveva comunque un che di ipnotico -Mi fissò un attimo prima di sorridere e morire. Probabilmente aveva previsto tutto, anche se sarei arrivato. Bisbigliò qualcosa che non capii prima di chiudere gli occhi, credo non le fosse rimasto nemmeno una goccia di sangue.- la sua mano mi accarezzava con lentezza cercando di farmi calmare. -Avrei voluto andarmene con la massima indifferenza, come facevo di solito, ma non ci riuscii. Tua sorella non mi interessava particolarmente, ma provavo un certo rispetto per lei, non mi piaceva l’idea di lasciarla in un sudicio vicolo. La portai all’altre che la congrega locale usava nei rituali, lo liberai e la stesi sopra con attenzione spargendo i petali di quella rosa che amava tanto. Poi me ne andai, il resto non mi interessava, le avevo fatto i miei omaggi a modo mio, era più di quanto avessi fatto per molti altri. Questo è tutto quello che c’è stato tra me e tua sorella, praticamente niente come avrai notato tu stessa.- concluse, baciandomi la tempia, stringendomi a se con delicatezza e continuando ad accarezzarmi gentilmente la schiena, per farmi sciogliere.
Mi abbandonai contro il suo petto cercando di rilassarmi, l’argomento “Sorella maggiore” era momentaneamente sospeso, avevo bisogno di una pausa. L’avevo superata certo, ma certe cose non si superano mai del tutto.
-Poi, che successe?- gli chiesi, per parlare d’altro, dopo che mi fui un po’ ripresa, essere trattata in modo tanto dolce aiutava molto, tanto che riacquistai la serenità in pochi minuti.
-Non passò molto tempo che sentii un invocazione.-riprese lui parlando d’altro.
-Era la mia? Era la mia?- domandai divertita con voce da bambina. Come mai mi ero ripresa tanto in fretta.
-Gia, era la tua, indubbiamente.-rispose alzando un sopracciglio, sorpreso anche lui, mi attirò verso di se per baciarmi lievemente sulle labbra, poi ricominciò a parlare. -Non era rivolta a me, quindi avrei potuto fare finta di niente, ma il potere che la permeava era simile a quello che avevo sentito diversi anni prima, non potevo ignorarlo. In realtà avrei potuto, non era così forte, ma ero molto curioso, lo sono sempre stato. Mi diressi verso il luogo da cui proveniva quel potere e lì ti trovai. La storia da allora in poi la conosci anche tu.-concluse, con tono tranquillo, neutro, sempre accarezzandomi la schiena. Mi sentivo coccolata, era così piacevole avere le sue attenzioni tutte per me, la sua voce meravigliosa e profonda mi faceva sentire felice e tranquilla, protetta. Non mi ci volle molto a riprendermi. Avrei voluto che continuasse per sempre.
-Vai avanti.- bisbigliai solo per sentirlo parlare.
Lui scese a baciarmi, poi mi bisbigliò a un centimetro dalle labbra -Cosa vuoi che ti dica? Il resto lo conosci no.-
Nonostante non avesse detto niente di particolare arrossii un po’, la sua voce così sensuale unita alla vicinanza mi faceva quell’effetto.
-Qualunque cosa…-risposi a voce bassa, senza quasi rendermene conto, mi sentivo imbambolata.
Lui rise e appoggiò la schiena al tronco dell’albero stringendomi contro il suo petto.
-Mi è mancata la tua voce.-bisbigliai ancora.
-La colpa è tua, sei tu che sei sparita.-mi rimproverò con tono seccato, era ancora arrabbiato. -Non hai idea di cosa ho provato. Mi sono svegliato e eri scomparsa. Avrei voluto urlare, non sapevo con certezza se era per la rabbia o per la paura, temevo ti fosse successo qualcosa. Ma le tue cose non c’erano, quindi quella che seguì fu sicuramente la rabbia. Non capivo e sinceramente non capisco nemmeno ora. Il che ci riporta a te. Perché volevi liberarti di me? Avevi paura che ti uccidessi, che ti rubassi i poteri? Era questo?-
Rimasi in silenzio ascoltando il battito del suo cuore, non sapendo bene come rispondergli, dirgli la verità significava scoprirsi.
-Hai intenzione di rispondermi?-chiese dopo un po’ ancora irritato.
-Non sai più leggermi nel pensiero?- scherzai, tentando di alleggerire l’atmosfera, ma non funzionò.
-Te l’ho gia detto, ci riesco solo quando ciò che provi è intenso.- rispose secco.
Rimasi un attimo in silenzio, cercando di organizzare i pensieri per spiegarmi in modo chiaro e anche cercando il coraggio per aprire bocca.
-Ester.- chiamò con tono contrito e anche un po’ arrabbiato.
-Dammi un minuto, sto pensando a come esprimermi in modo chiaro.- pregai con voce calma.
-Oppure stai pensando a che bugia inventare.-accusò con voce neutra.
-Avevo paura!- proruppi arrabbiata - …così sono scappata, è vero!-
-Quindi pensavi seriamente che dopo che siamo stati a letto insieme ti avrei ucciso? Per chi mi hai preso?- nella sua voce c’era un certa tristezza, una cosa che capitava solo di rado.
-Quindi non lo avresti fatto?- chiesi dubbiosa, anche se non era per questo che ero scappata Asher, o meglio l’Asher del passato, era tipo da comportarsi così.
Rimase in silenzio, mi allontanai un poco per guardarlo negli occhi, ma lui li teneva fissi sull’orizzonte.
-Non più.- bisbigliò con voce roca.
Gli diedi un bacio sul collo, poi bisbigliai. -Non sono andata via perché avevo paura di te, sono andata via perché avevo paura per te… e anche per Shadow. Avevo intenzione di andare a riprendermi Logan e non volevo che Cecil vi facesse del male, non me lo sarei perdonata.-
-Avevi paura per me?- domandò incredulo.
-Ti suona così strano?- replicai tranquilla.
-Io non sono così debole da aver bisogno della tua protezione, Ester!-protestò con veemenza.
-Non mi sembra che contro mia cugina tu sia riuscito a fare più di tanto.- risposi incerta, non volevo farlo arrabbiare.
-No, è vero.- ammise piano -Ma di certo tu non riusciresti a ucciderla, non da sola, finiresti solo con il farti ammazzare. E comunque il miglior modo per proteggere qualcuno e stargli accanto, non certo scappare via!-
-Io avevo bisogno di stare da sola, di ritrovare la fiducia in me stessa, di trovare la mia vera forza. Non potevo certo farlo stando con te! E poi se fossimo rimasti insieme e se ti fosse successo qualcosa….- scossi la testa per scacciare quell’idea che mi faceva stare male. -Ho gia perso così tante persone a cui tenevo per colpa della mia incapacità, non volevo che accadesse di nuovo. Non voglio più avere nessuno sulla coscienza e non voglio che tu faccia una brutta fine a causa mia.-
Lo sentii sospirare seccamente: -Gia… è sempre stato un tuo problema.- borbottò seccato, il tono vagamente cupo e aspro.
-Cosa?- domandai sconcertata.
-Sei sempre stata così… ti sei sempre presa la colpa di tutto… Come se tutto dipendesse da te, quanto sei egocentrica!- disse in tono duro, ma con una punta di sarcasmo.
-Come, prego?- domandai arrabbiata. -Io sarei egocentrica? Detto da te fa quasi ridere!- conclusi con aria contrariata.
-Io sono egocentrico, ma in modo costruttivo.-rispose lui scrollando le spalle.
-E quale sarebbe la… “costruzione”… che porta il tuo egocentrismo?-
-Aiuta l’autostima, che tu tendi regolarmente a distruggere!- ribatté lui.
-Per quel che mi riguarda il tuo ego è gia abbastanza grande!- lo rimbeccai.
Non rispose, perché avevo ragione, ma mi spostò la spallina della maglia per darmi un bacio sulla spalla.
-Non puoi addossarti la responsabilità di tutto.-replicò imperterrito. -Non è solo una cosa deleteria, è anche da stupidi!-
-Mi stai dando della stupida?- chiesi con rabbia, nonostante stessimo litigando eravamo ancora abbracciati.
-Tua sorella non vorrebbe che tu ti sentissi in colpa per la sua morte, lei sapeva ciò che sarebbe successo. Se non ha fatto niente per cambiare il futuro era perché non si poteva cambiare.- la sua voce era dolce e lenta, sembrava accarezzarmi e scaldarmi. -E Logan ha fatto ciò che ha fatto perché ti voleva bene, lo sai. Penso tu sia l’unica persona che lo abbia mai trattato dolcemente, per questo eri così importante per lui. Non vorrebbe che fossi triste a causa sua.- mano a mano che parlava senti un profondo senso di quiete riempirmi, mi sentivo così bene, era il suono della sua voce a farmi quest’effetto. -Lo sei anche per me, lo sai.-concluse accarezzandomi i bracci mentre io avevo la schiena appoggiata al suo petto e fissavo la fontana.
Gli afferrai le mani e intrecciai i suoi diti ai miei per poi portarle a cingermi la vita, mi appoggia ancora di più sul suo petto rannicchiandomi su di lui e poi bisbigliai con la testa appoggiata alla sua spalla -Mia sorella mi ha scritto un lettera, ti interessa sapere quello che c’è scritto?-
-Vuoi leggermela?- domandò a voce bassa, cauto, sapendo che era un sentiero accidentato.
Ci pensai su un istante prima di rispondere. -Non lo so.- la mia voce era incerta, passavo da una sensazione all’altra, da un emozione all’altra, in un lasso di tempo troppo breve, iniziavo a sentirmi confusa.
Lui mi baciò i capelli restando in silenzio, aspettando che prendessi una decisione definitiva, non era mai stato così dolce e premuroso, era bello essere trattata in quel modo. Un lato dolce… non avrei mai creduto che lo avesse, eppure adesso era come il miele, proprio come quella sera, ansi molto ma molto di più. Ed era tutto mio, per sempre e anch’io gli sarei appartenuta… per sempre…. Spaventoso e elettrizzante insieme, forse ci saremmo sbranati a vicenda a un certo punto.
Presi la lettera, togliendo le mie mani dalle sue e sciogliendo l’ intreccio dei nostri diti, e lentamente la aprii, poi iniziai a leggerla a voce bassa.
- “Cara sorellina…”- cominciai a leggere, sentii Asher allontanarsi un po’ e appoggiare il mento alla mia spalla. - “…è passato molto tempo dall’ultima volta che io e te ci siamo sentite. Lo so, ti sono mancata e tanto. So anche che hai fatto incontri interessanti…”- -Oh, sono interessante.- mi bisbigliò Asher nell’orecchio strappandomi un sorriso prima di continuare. - “…e non intendo il tuo demone, ma il tuo spirito famigliare che ti ha finalmente indicato la direzione giusta da seguire, la strada da intraprendere per il tuo futuro. Ti è stata accanto per tanto tempo, era ora che facesse qualcosa!”- sentii Asher sospirare, sembrava seccato, di certo non gli piaceva il fatto di non venire considerato e anche il mio spirito familiare. - “Non fraintendere, niente di quello che hai fatto fino ad ora era inutile, niente era sbagliato, ma non era ciò che meritavi, né ciò di cui avevi veramente bisogno, non a lungo andare comunque. La strada che hai percorso fino ad ora era necessaria, ciò che hai imparato ti ha dato potere, conoscenza e gentilezza, ma anche la forza di affrontare qualunque difficoltà e situazione difficile. Adesso non sei più sola, che tu te ne sia gia accorta o no, la strada che hai deciso di intraprendere ora ti poterà esattamente dove desideravi arrivare prima della mia morte. Ma il fatto che tu raggiungerai quella meta non è importante come il viaggio che hai intrapreso, quello che imparerai dagli errori lungo il percorso e quello che hai gia imparato.
Ricordi quando ti spiegai il significato del tuo nome? Ester vuol dire stella. Ha una luce così piccola eppure così meravigliosa, illumina il percorso di chi la segue con gentilezza e splende di luce propria... è molto diverso da me, che tu hai sempre paragonato alla luna, adesso non è più necessario che tu mi insegua come un ombra, non devi più essere l'ombra della luna, devi essere una stella... Per qualcuno lo sei gia. Sei vicino ad essere all’altezza del tuo nome sorellina mia, ma credo tu lo sia sempre stata in un modo o nell’altro, anche se non te ne rendevi conto. Ogni nome che hai rispecchia una parte del tuo animo: il coraggio, la gentilezza, la bellezza, il tuo amore per la natura…
Se chiudo gli occhi posso vederti, posso vedere come sei in futuro e so che anche tu puoi vedermi, so che mi pensi e mi dispiace di averti ferito e di averti lasciato. Sono così orgogliosa di ciò che sei diventata e di ciò che diventerai in futuro, non tormentarti riguardo al passato, ciò che è successo era inevitabile e ormai il passato non si può cambiare, pensa invece a ciò che c’è davanti a te, io sarò sempre con te. Non devi perdere tempo cercarmi, non ce ne è bisogno, ovunque sarai io sarò lì e veglierò su di te sempre.
Sei stata una sorella splendida, in un certo senso sei stata anche una figlia per me, credo sia anche per questo che farei di tutto per te, ma forse la verità è che chiunque riesca a vedere la tua vera bellezza non può che perdercisi. Io non ho alcun rimpianto a parte quello di non poter crescere con te, di non poterti abbracciare forte quando piangerai…Ho fatto tutto ciò che ho potuto per te, mentirei se dicessi che a volte non mi è mancata la mia libertà, ma il tuo sorriso riusciva a farmi dimenticare qualunque tristezza, sapevo che era per me soltanto. Ti voglio un infinità di bene, non scordarlo mai.
Un chiarimento prima di salutarti, io e quel demone… bè non serve dirtelo, è chiaro che non c’è stato un bel niente. Ma tanto per fugare ogni dubbio chiariamo: io non ho mai avuto un qualunque tipo di coinvolgimento emotivo con quel demone e sinceramente preferirei che anche tu evitassi, anche se ormai è tardi…si, è davvero troppo tardi.
Sorridi quando pensi a me, e non preoccuparti di niente, segui il tuo cuore, credi in te stessa, ti vorrò bene sempre.
Con amore
Tua sorella maggiore”-
Richiusi la lettera sospirando e la rimisi in tasca, entrambi rimanemmo in silenzio per almeno un minuto, sentii gli uccellini cinguettare allegri mentre i vento mi accarezzava muovendo le fronde degli alberi.
Poi Asher bisbigliò al mio orecchio -C’è un post scritto.-
Avevo ancora la sua testa appoggiata alla mia spalla quindi non potevo scrollare le spalle anche se sarebbe stata la cosa più naturale.-Non è niente.- risposi.
-Cosa c’è scritto?- insistette lui.
-Indirizzi.- raccontai alzando gli occhi al cielo.
-Indirizzi?- domandò confuso, alzando un sopracciglio. -E di cosa?-
-E che ne so! Forse di aitanti pretendenti.- scherzai, non avendo davvero la benché minima idea di che indicassero quegli indirizzi.
Lo sentii irrigidirsi. -Divertente.- il suo tono basso e cupo mi sorprese.
Tentai di allontanarmi da lui per voltarmi, ma lui mi strinse ancora di più impedendomi ogni movimento.
-Sei arrabbiato?- chiesi piano, non capivo perché ma lo sembrava, come quando si parlava di Nicolas.
-Non proprio…- bisbigliò, la voce sempre bassa.
Ci pensai su mentre sentivo le sue labbra accarezzarmi il collo, cosa non facile da fare, pensare intendo… Come si fa a pensare mentre il bellissimo ragazzo che ami con tutto il cuore e che desideri ardentemente ti sta baciando? Non puoi rimanere concentrata a lungo.
-Sei geloso?- domandai con mezzo fiato. Accidenti a lui! Io tentavo di capirlo e lui mi distraeva! Anche se… amavo quel genere di distrazione, ma non lo avrei mai e poi mai ammesso! Non con lui almeno.
-Tu sei mia.- fu la sua risposta, fredda e decisa, mi fece rabbrividire. -Torniamo in hotel? Anch’io vorrei fugare ogni dubbio.-
Sorrisi, mentre vedevo il cielo tingersi di rosso, rosa e viola, era arrivato il tramonto senza che nemmeno me ne rendessi conto. -Proposta interessante.- bisbigliai stavolta voltandomi, lui mi lasciò fare e quando i nostri occhi si incontrarono gli sorrisi maliziosa. -Se pensi che mi dispiaccia ti sbagli. Te l’ho gia detto no? Io ti amo.-
Lui mi baciò e io ricambiai il bacio, nemmeno feci caso al fatto che svanimmo, me ne accorsi solo quando ci ritrovammo in camera da letto, seduti sul letto. Lui mi accarezzò il viso, scostandomi una ciocca di capelli e mi sorrise. Mentre mi perdevo in quegli occhi rubino, che però sembravano diventare sempre più scuri, l’unico pensiero che avevo era che ero felice di essere di nuovo insieme.

  
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