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Autore: POPster    20/01/2013    8 recensioni
L'aveva trovato suo fratello, nella vasca da bagno colma d'acqua e sangue. Era uno spettacolo disgustoso, e Mikey sentì lo stomaco torcersi. Sarebbe svenuto poco dopo, ma in quel momento doveva farsi forza. Quasi si tuffò, tirando fuori dall'acqua la testa di suo fratello, scuotendolo, sporcandosi, piangendo ed urlando.
I signori Way accorsero subito, cavalcando la rampa di scale che portava al piano superiore quasi come stessero volando. Corsero lungo l'interminabile corridoio, verso la porta spalancata del bagno, verso i propri figli, col panico che aumentava ad ogni passo.
Donna Way emise un urlo straziante, bloccandosi sulla soglia. Mikey stava piangendo, sorreggendo con le sue braccia esili il corpo inerme di suo fratello.
«Aiutatelo!» urlò, mentre suo marito corse in soccorso a suo figlio.
Tirarono Gerard fuori dalla vasca. C'era acqua e sangue ovunque, e quando Mikey si assicurò che suo padre stesse tenendo saldamente Gerard, si concesse il lusso di svenire, nauseato da tutta quella scena.
L'ultima cosa che vide furono le innumerevoli facce che si sporgevano sulla porta. Un branco di curiosi che non volevano vedere altro che il corpo di un ragazzo in fin di vita.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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6

6. Indietro

 

    Era struggente. Era come risvegliarsi dopo un lungo sonno. Realizzare tutto quello che per troppo tempo era sembrato incomprensibile.
    La lettera che Mikey aveva scritto era piena di sentimento, ce n'era così tanto che faceva male.
    Gli occhi di Gerard bruciavano, colmi di lacrime che gli rigavano il volto rendendolo debole.
    Era come se avesse aperto un vaso pieno di dolore. Ma stavolta il dolore non era il suo. Era quello del suo fratellino, quello dell'unica persona che probabilmente non lo aveva e mai lo avrebbe tradito. Quello al quale Gerard era tanto attaccato ma dal quale si era lentamente allontanato, senza rendersene conto.
    Avrebbe pagato oro, ora, con quel peso nel petto che gli affannava il respiro, per poter avere un'occasione. Per poter tornare indietro nel tempo. Per avere un genio, una fatamadrina, qualcuno che potesse sistemare le cose, curare le ferite che senza troppi complimenti aveva inferto alla persona più innocente del mondo.
    Gerard aveva compreso, ora.
    Mikey non ce l'aveva con Gerard per quello che era successo ad Alicia.
Cercò di nuovo quelle parole sul foglio che teneva saldamente tra le mani. Doveva leggere ancora quelle righe, perché facevano male, ma bene allo stesso tempo.

   
"E non capisco perché. Perché non hai lottato perché ci voltassimo verso di te, invece di lasciarci andare? Perché non hai urlato, non ci hai rincorso? Perché hai voltato le tue spalle a tua volta, invece di farci capire quanto male ti stavamo facendo, lasciando che ti trasformassi in quello che sei diventato? Avrei fatto il possibile, te lo giuro. Avrei fatto qualsiasi cosa, pur di farti tornare. Pur di recuperare, prima che fosse troppo tardi. Ma tu ci hai allontanati, ti sei creato un mondo totalmente distante dal nostro. Dove io, mamma e papà eravamo solo delle persone. Non eravamo più la tua famiglia. Io non ero più il ragazzino da proteggere, ma quello dalla quale non volevi rotture. Tu non eri più il mio eroe. Avevo paura di te. Di quello che eri. Un estraneo. Eri diventato un estraneo. Nulla ci teneva più legati. Avevi lasciato che tagliassimo ogni invisibile filo che ci legasse. Mi avevi lasciato fuori. Ed io sono stato così stupido, da non lottare per tenerti al mio fianco. Per farti tornare ad essere l'uomo che io sarei voluto diventare. Ho lasciato che tu cambiassi. Ero così abituato ad essere quello che doveva venir aiutato, che era impensabile per me comprendere che ora ero io a doverti aiutare. Fino al giorno in cui ti ho salvato la vita. Il giorno in cui ti ho trovato in quella dannata vasca. Allora l'ho capito, ma era già troppo tardi. Tu eri gia un altro. Tu te ne eri già andato via."

   
I suoi occhi erano rossi.
    Se fosse stato ancora un tossicodipendente, probabilmente ora avrebbe gia ingerito più droghe possibili, per tramutare quella sensazione di tristezza in sensazione di finto benessere chimico e distorto.
    Ma non era più quel Gerard, ora. Ora era un nuovo Gerard, ed era pronto, stavolta. Era pronto per tornare ad essere l'eroe di Mikey, di nuovo.
Fece un respiro profondo, assaporando, per la prima volta dopo una vita intera - così sembrava - tutto il bello del sentirsi vivo. Tutte le emozioni che lo stavano attraversando. Era una sensazione bellissima.
   
«Ehi...».
Gerard si passò le mani sugli occhi, per asciugarli. Le lacrime erano colate giù come cascate.
    Sollevò lo sguardo, volgendolo alla porta della sua camera, dove Frank se ne stava in piedi, con aria preoccupata.
    Gerard sorrise. Non per fargli credere che non stesse piangendo, ma per fargli capire che Frank era il benvenuto, che non si sentiva in imbarazzo di fronte a lui.
    Vide il ragazzino farsi strada verso di lui, verso il suo letto. Si sedette al bordo, al suo fianco, e posò gli occhi sulla lettera di Mikey.
    «Come stai?» gli domandò.
    Gerard pensò che era bellissimo, in un certo senso, che Frank gli stesse facendo capire che era suo amico, che era la sua spalla su cui piangere, se ce ne fosse stato bisogno.
    Sorrise ancora, annuendo «Benissimo, ora...» mormorò asciugandosi ancora le lacrime, stavolta con la manica della camicia bianca che aveva indossato.
    Era bellissimo, Frank, con quell'aspetto da ragazzino, ma quello sguardo pieno di vita. Era così maturo Frank. E così spontaneo.
    Senza pensarci troppo, mise un braccio intorno a Gerard, cingendogli le spalle. Voleva farlo sentire al sicuro. Voleva fargli sentire che lui era lì. Che lui c'era.
    E si che c'era, Gerard lo sentiva con ogni atomo del suo corpo. Lo sguardo di Frank, puntato nel suo, gli procuravano brividi lungo il corpo. Gli contorceva lo stomaco, quello sguardo.
    Si sentiva così vivo, in quel momento, Gerard, che tutto sembrava più facile.
    Decise che era davvero arrivato il momento di riprendere in mano la sua vita. Perché era così bello star bene, che non riusciva nemmeno più a comprendere perché mai per tutto quel tempo avesse preferito farsi solo del male. Stare bene era fantastico. Stare bene era davvero, davvero fantastico.
  E pensò, o forse non ci pensò abbastanza in realtà, di condividere tutto con Frank.
  Sostenne il suo sguardo e deglutì «Frank...» disse raccogliendo tutto il coraggio di cui era in possesso. Il ragazzino lo guardò curioso, pronto ad ascoltare ogni parola di Gerard.
    Ma forse non era pronto a ciò che Gerard disse.
    «...credo di essermi innamorato di te».
Arrivò così, senza troppi giri di parole. Senza dubbi. Senza ripensamenti e senza paura.
    Credo di essermi innamorato di te.
Frank fece un respiro profondo. Forse aveva capito male. Certo, che aveva capito male.
    Passarono dei secondi. Pochi, in realtà, ma passarono lentamente ed in completo silenzio. E poi lo sguardo di Gerard si fece sempre più vicino. Il suo profumo, il suo respiro.
    Il suo sapore.
    Frank sentì il suo sapore sulle labbra. Prima ancora che potesse rendersi conto che Gerard lo stava baciando.
    Frank non capiva. Non riusciva a capire.
    Le labbra di Gerard si erano posate leggermente sulle sue, e si muovevano lentamente, in modo delicato.
    E Frank riusciva a pensare solo che non era male. Dio, era diverso dai baci con Jamia, ma non diverso in senso negativo. Era semplicemente diverso. E bello. Era anche bello.
    No, era strano, era decisamente strano!
    Frank si irrigidì, scattando in piedi, facendo un passo indietro.
    «Fermo!» esclamò, sentendo una strana e fastidiosa sensazione allo stomaco, e poi lungo il collo, la schiena, le labbra. Su ogni centimetro della sua pelle.
    Deglutì, a fatica, ed uscì a passo svelto dalla camera, sotto lo sguardo ancor più pieno di emozioni - e forse ora davvero orrende - di Gerard.

    Frank si passò una mano sulle labbra, come per pulirle, mentre a passo svelto tornava da Jamia.
La sua Jamia. La sua ragazza. Si, proprio così.
    La sua ragazzA.
Amava Jamia, da morire. E Gerard... Gerard doveva aver frainteso, si disse.
    Allentò il colletto della camicia, cercando la sua fidanzata nella folla di ospiti al matrimonio. Dovette alzarsi in punta di piedi, per intravederla seduta ad un tavolo con Mikey.
    Si avvicinò a lei, cercando di sembrare calmo. No che non era calmo, ovviamente.
   
«Ehi, Jamia, io devo andarmene...» disse solo, in tutta fretta, cercando nella tasca dei pantaloni le chiavi della sua macchina.
    Lei lo guardò confusa, ed anche preoccupata «Che succede? Ti senti poco bene?» chiese accarezzandogli il volto.
    Frank adorava quando Jamia gli carezzava il volto.
    Spostò lievemente il viso. Voleva andarsene da lì e basta.
    «No... cioè, si, mi sento poco bene.» mormorò lui.
    Vide Jamia guardarsi intorno. Frank fu grato del fatto che quello fosse il matrimonio della sorella di Jamia.
    Jamia non poteva certo andarsene nel bel mezzo della cerimonia come se niente fosse. No che non poteva.
    Frank accennò un sorriso «Non preoccuparti, tu stai qui e divertiti...» fisse in tutta fretta, per poi andarsene.

Salì in macchina e mise in moto lasciandosi casa Way alle spalle il più velocemente possibile.
    Mise il primo cd, preso a caso dal cruscotto, a tutto volume nell'autoradio e poi si accese una sigaretta.
    Guidò senza una meta, e alla fine parcheggiò l'auto in un angolo deserto della cittadina.
    Alzò il volume dello stereo al massimo, e lasciò cadere indietro la testa, con gli occhi chiusi.
    Aveva bisogno di capire cosa diamine fosse successo. Perché Gerard lo aveva baciato, e perché gli era piaciuto.
   
«Non può essere vero...» si disse, accendendosi un'altra sigaretta «Cazzo, Frank, non sei una checca. No che non sono una checca...» si ripeteva, nervoso. Si strofinava il viso, cercava di analizzare cos'avesse provato durante quel bacio con Gerard, perché non poteva essere così come gli era sembrato. Non poteva aver provato una strana sensazione di farfalle allo stomaco. Non poteva essergli piaciuto.
    No che non gli era piaciuto, si disse.
    Ovvio che non gli era piaciuto. Non era mai, mai, stato attratto da un uomo.
    Fece un respiro profondo, si strofinò il viso di nuovo, accese ancora un'altra sigaretta. Fino a quando si rese conto che era già sera, ormai.
    Il parcheggio era completamente buio, ed aveva finito le sigarette.
    E in tutto quel tempo passato a riflettere, non aveva capito ancora nulla.
   
    Rimise in moto l'auto, e cominciò a guidare ancora, diretto verso casa di Jamia.
    I genitori della ragazza lo lasciarono salire al piano di sopra, ricordandogli di non fare troppo tardi prima di tornare a dormire, esausti dal matrimonio della loro altra figlia.
    Frank bussò piano sulla porta della camera della ragazza, per poi aprirla impaziente di rivedere la sua fidanzata.
    La trovò intenta a togliersi il vestito da cerimonia da dosso.
    Jamia era sorpresa di vederlo lì, e si coprì il corpo seminudo con le mani «Ehi, Frank...» disse arrossendo.
    Frank amava quando Jamia arrossiva.
    Si avvicinò a lei e senza alcuna voglia di parlare, dopo essersi chiuso la porta alle spalle, corse a baciarla, cingendole i fianchi con le mani.
    Muoveva le labbra famelico, come se volesse mangiarla.
Aveva voglia di sentire Jamia, il suo sapore, il suo profumo, la sua pelle.
    La ragazza ricambiò il bacio, lasciando scivolare ai suoi piedi il vestito, e prendendo a carezzare i capelli di Frank.
    Chiuse gli occhi, mentre lui la trascinava verso il letto, senza troppi complimenti.
    Forse stavolta non avrebbe fermato Frank, non gli avrebbe impedito di fare quel passo avanti che entrambi desideravano ma che lei temeva timidamente.
    Si fece coraggio, Jamia. Sentiva Frank palpitare, e stavolta era pronta. Non si sarebbe tirata indietro.

- - -

Ok, bene, ultimamente mi sto dando davvero da fare e finalmente, anche se dopo tutto questo tempo, ho aggiornato anche questa FF.
Tra le tre long che ho in corso ora, questa è l'unica Frerard per il momento ed avevo bisogno di scrivere un pò di Frerard di nuovo, e quando l'ispirazione chiama, visto quanto sia rara ultimamente, è giusto rispondere.
Dunque, bando alle ciance. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, e spero che vi sia piaciuto abbastanza da sentirvi di condividere con il popolo di EFP (?) le vostre opinioni al riguardo, sarebbe grandioso.
    Quindi, se vi va, recensite.
    XO

PS: questa è la mia pagina FB, se vi interessa sapere che ho una pagina di FB: POPstitute EFP

   
 
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