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Autore: Hyarsav    22/01/2013    2 recensioni
Si? Devo dirvi come va la mia vita?
Bene io sono Roxas Lost , sono una ragazza stronza ed acida , i capelli corti tinti di nero , gli occhi di un verde spento. Genitori? Naaah non ne voglio sentir parlare! Mia madre una prostituta drogata e mio padre non è da meno , sono stata picchiata da loro fin da quando ero una bambina , ora grazie ad una borsa di studio mi ritrovo ad andare ad un college , questo è il terzo anno che ci vado...divertente...
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Basta finzioni.  .  . Ti prego Salvami.

Mi risvegliai in infermeria , l'infermiera diceva che avevo avuto un crollo per i troppi nervi o forse perché non mangiavo adeguatamente , parlava con Alex , perché con lui ?
Mi alzai e mi diressi verso l'uscita ma lui mi afferrò prima che potessi fare qualcosa , mi guardò dritto negli occhi e disse << Ora torniamo a lezione >> , non risposi , non ne avevo le forze , ero stanca di tutte quelle parole , questa volta fu lui a trascinarmi , le mie gambe sembravano fatte di burro , inciampavo innumerevoli volte ma grazie a quella sua stretta poderosa non arrivavo mai a toccare terra , entrammo dentro la nostra classe ed il mio peggior nemico abbaiò dal fondo della stanza 
<< Non hai letto la lavagna , Lost? >> 
Voltai la testa verso la lavagna e mi trattenni dal piangere o dal fare qualcos'altro , sapevano chi ero , ma rimasi immobile con lo sguardo vuoto.
"Avere una madre che fa la puttana deve essere davvero stressante , farai carriera nella tua vita , ah e sappiamo bene perché non fai vedere né la schiena né le braccia , tuo padre ti lascia  qualche cicatrice o forse ti violenta? " avevano scritto questo.
Dopo cinque minuti le mie mani tremarono , sapevano perfettamente cosa dovevano fare. Saltai un banco che mi dava intralcio e lo raggiunsi ad una velocità impressionante , avrebbe visto quello che avevo visto io per anni , non avrei mai pianto.
Notando che stavo correndo verso di lui iniziò a pregare ad alta voce ed indietreggiò << Dai era uno scherzo... non vorresti mica picchiarmi ? Verresti espulsa >> non lo ascoltai e gli saltai addosso come fa un leone sulla sua preda.
Lo atterrai tenendolo per il collo ed iniziai a prendere a pugni quella sua grande faccia da cazzone , arrivai a spaccargli il naso , le mani macchiate di sangue e le grida attorno a me non finivano mai , non dicevo niente mentre lo massacravo , ero troppo concentrata a piangere dentro di me. Mi avevano levato la maschera che mantenevo da anni.
Sentì qualcuno cercare di trascinarmi via ma non ci riuscì , in quel momento arrivò l'insegnante << Cosa sta succedendo? >> quando capì cosa stava accadendo davvero accorse verso di me e mi afferrò per le braccia riuscendo a trascinarmi via da tutto quel sangue , la mia preda aveva tutta la faccia tumefatta e grondante di sangue.
L'insegnate uscì dalla classe e chiamò l'infermiera a gran voce. Portarono via ciò che avevo massacrato. 
Avrei voluto ridurlo a brandelli.
<< Ora spiegatemi cos'è successo...Lost...Tu sicuramente verrai espulsa >> disse con una voce tremante , guardava le mie mani sporche.
Mi limitai ad indicare la lavagna , era tutto l'inizio quello.
Passò lo sguardo sul mio capo chino e poi iniziai a singhiozzare silenziosamente , Frankie mi fissò mentre dopo qualche minuto Aleksander mi strinse a se. Cosa ne sapevano loro?
Alex mi sussurrava parole di conforto ad un orecchio ma io non sentivo più nulla , soltanto lo sguardo di tutti su di me.
<< Mi spiace. . .vedrò di parlare con il preside , non pensavo che quel nostro alunno fosse capace di fare qualcosa del genere ,mi spiace davvero >>  si scusò il professore , guardando il mio amico come se volesse chiedere scusa a lui e non a me.
Mi prese di peso e mi portò via da quell'inferno , tenevo la sua maglietta tra le mani , tutti lo guardarono ma appena lui incontrava il loro sguardo , loro lo distoglievano borbottando qualcosa , il mio insegnante non disse niente.
Venni portata nella stanza del mio amico , rimasi seduta su di lui a piangere come una bambina , da quanti anni non piangevo?  Anni?  Secoli forse. 
<< Va tutto bene , non ti preoccupare , davanti a me non devi fingere di essere forte >> mi ripeteva ma io non lo sentivo , l'unica cosa che rimbombava nelle mie orecchie era il rumore del mio cuore.
<< Io sono forte >> dissi come se fossi ironica e lui mi guardò sorridendo
<< Se continui a piangere avrai gli occhi come due mongolfiere , dai , basta così >>  mi asciugò una lacrima con il pollice ma io continuai a piangere
<<  T-ti è. . .mai capitato ? >> domandai fra i singhiozzi
<< Si. . .ed ora smettila sennò invece di lavare la maglietta posso direttamente buttarla >> a quella frase fui sul punto di ridere , gli circondi il collo con le braccia e gli sussurrai ad un orecchio
 << Rimani qui , non sparire , ti prego. . .potrei crollare davvero se anche tu te ne andassi >>
<< Credo che tra poco crollerò io , mi stai distruggendo le gambe >> disse spostandomi su una sedia
<< Stai cercando di farmi sorridere ? >>
<< Si. . .ovviamente >> rispose regalandomi un dolce sorriso , tentò di aggiustarmi i capelli ormai rovinati e poi disse asciugandomi il trucco con un fazzoletto << Sai , non è detto che uno che ha dei genitori poco apposto non possa avere un futuro , tu avrai una carriera , che lavoro vorresti fare? >> tentò di sdrammatizzare
<< Il cecchino , il sicario o il becchino >> risposi sorridendo , guardai le mie mani e notai che non erano più rosse.
<< Uhm beh , il becchino è un bel lavoro , un mestiere che non muore mai in effetti >> osservò falsamente serio
Scoppiai a ridere e lui gridò un " Evviva
<< Dove vuoi andare ora? Ci sono due ore e poi il pranzo ma noi non siamo persone affidabili quindi scappiamo da questa prigione per un po' >>
<< Andiamo alla scogliera? >> vidi un accenno della sua testa e mi alzai , lui afferrò una piccola mazzetta di chiavi e se la ficcò in tasca prendendo velocemente una felpa.
Aprì la porta e fece un finto inchino << Prima le signore. . .oh scusa qui non ne vedo >> scherzò ed io uscì comunque prima di lui che chiuse a chiave la sua stanza ed iniziò a camminare , mi prese per mano ed io lo guardai incuriosita
<< Potresti inciampare e finire nelle condizioni di quello stronzo anche se credo che tu l'abbia ridotto in uno stato irraggiungibile >> si giustificò ed io abbassai il mio sguardo sulla moquette , usciti dal dormitorio ci dirigemmo al parcheggio e lui dopo pochi passi si fermò davanti ad una Bmw , era un' X6 bianca a quattro posti , pulita e nuova , disattivò l'allarme e mi aprì la portiera come un gentiluomo ed io mi accomodai , lo chiuse e girò dalla parte del guidatore , si posizionò su suo sedile chiudendo di fretta lo sportello ed accese la macchina e successivamente la radio , cercai qualcosa di ascoltabile mentre lui ingranava la marcia ed accelerava , teneva una mano sul volante e l'altra sul cambio , mi guardava spesso ed ogni tanto mi chiedeva di cambiare stazione perché le canzoni erano penose , mi fermai su una stazione che trasmetteva rock ed a quel punto sia io e lui iniziammo a canticchiare come due cretini , qualche volta mi dava uno o due colpetti sui capelli in modo da farmi arrabbiare ma non ci riusciva e sul suo viso si dipingeva un'espressione delusa ma subito dopo scoppiavamo a ridere , era troppo buffo per farmi arrabbiare.
<< Questo quindi è il terzo desiderio vero? >> domandò ed io lo fissai senza capire , si gonfiò il petto orgoglioso << Io sono il genio della lampada , ricordalo >> mi spiegò ed io mi trattenni dal ridere 
Arrivò la mia musica preferita , erano i Red , lo guardai e dissi << Questa è la mia preferita... >>
Lui cambiò la marcia mettendo la quarta << Allora dobbiamo cambiare ! >> urlò mentre cercava di spegnere la radio , lo fermai in ogni modo , fino a quando la canzone non finì ed a quel punto lo lasciai fare ma lui non fece niente tranne sbuffare.
Ascoltai il rombo del motore , stava stirando troppo la marcia , povero motore , a quel punto cambiò nuovamente marcia e mise la quinta.
<< Questa è tua?  >>  chiesi timida
<< Certo , non so rubare le macchine >>
<< I tuoi sono ricchi ? >>  lo interrogai nuovamente
<< Si e no , se la passano bene >>  appoggiai la testa al finestrino e guardai fuori poi sentì la sua voce che mi avvertiva
<< Stiamo arrivando. . . >>
Entrò in un parcheggio e posteggiò l'auto velocemente , uscì dallo sportello e venne ad aprire il mio , uscì anch'io ed a quel punto attivò l'antifurto.
Ci dirigemmo alla scogliera e lui mi tenne per mano , mi sentivo rassicurata , arrivammo alla scogliera e cercò di mettermi in ogni modo in pericolo , le persone ci guardavano mentre noi ci spostavamo da uno scoglio ad un altro , ridevamo e ci tenevamo entrambi per non cadere , arrivammo ad uno scoglio più alto rispetto agli altri e lui poggiò le chiavi, il cellulare ed il portafoglio su di esso poi mi chiese di fare lo stesso ma io non avevo niente , si levò le scarpe ed io feci lo stesso poi guardò il mare ed io lo imitai ,  mi spinse ed io caddi per metri e metri arrivando subito dopo sott'acqua , si tuffò dopo di me e arrivato in acqua mi afferrò , mi guardò e disse << So che non sai nuotare , fifona >> 
Lo guardai e mi appoggiai a lui , l'acqua era gelida , eravamo a settembre , lui era la mia unica fonte di calore e la mia ancora di salvezza per non affogare , mi stava osservando 
<< Non mi guardare >> dissi cercando di non vergognarmi di quelle parole
<< Ok >>  si tappò gli occhi con le mani lasciandomi andare ed io mi aggrappai a lui gridando impaurita , finimmo entrambi sott'acqua ma quando sentì la sua presa su di me tutto quel terrore svanì , non ero sola , riemergemmo prendendo fiato e lui non mi mollò , continuò a guardarmi ed io arrossì , non mi era mai successo. 
Iniziò a nuotare verso la riva trascinandomi con se appena uscimmo risalimmo sullo scoglio dove avevamo lasciato la nostra roba , tremai e mi sedetti aspettando di asciugarmi , lui si sedette al mio fianco e mi strinse a se chiedendo << Allora , perché sei voluta venire qui ? Per fare il bagno? >>
Lo guardai incredula << Mi prendi in giro? Non so nuotare e vengo qua dove l'acqua è più alta per cosa? Diventare un pinguino , affogare e bere litri di acqua ? Siamo a settembre! >>
Iniziò a ridere ed arrivò al punto di piegarsi in due poi mi domandò << Ti preoccupa che siamo a settembre? O ti preoccupa di più affogare? >>
<< Entrambi , di più affogare >>
<< Ma non sei affogata >>
<< Perché c'eri tu >>
<< Ed io sono bravo a nuotare >> si vantò
<< Certo finché non ti faccio affogare >> lo guardai e sorrisi appoggiandomi al suo petto 
<< No , seriamente , perché volevi venire qua? >>
<< Mi ci ha portato una volta mia madre , quando era stata male , mi aveva detto che se sarebbe morta dovevo ricordarla come in quel giorno >>
<< Ti manca tua madre? >>
<< No , mi piace questo posto >>
<< Le cose scritte alla lavagna erano vere? >>
<< Si. . . ma mio padre non mi violenta. . .>>  risposi triste e lui mi guardò , sembrava potermi capire.
 A quel punto vedendo la mia espressione infelice mi circondò con le braccia e rimase immobile per qualche motivo a me sconosciuto.
<< Uhm...ho una fame che potrei staccarti un braccio >> mi informò prendendomi velocemente il braccio
<< Noooo , non ci pensare nemmeno >> urlai e ritirai il braccio ma lui mi morse il collo come se fosse un vampiro ,  mi azzannò lasciandomi la forma dei suoi denti , non aveva fatto male ma sapevo che sarebbe rimasta per giorni eppure non mi ribellai.
<< Sei un bastardo >> lo rimproverai acida
<< Guarda chi parla >>
<< Io , non sono una bastarda! >>
<< E chi te lo dice ? >> domandò guardandomi
<< Io ! >>  gridai e lui si alzò , mi fece segno di vestirmi mettermi le scarpe ed io lo feci , lui mi imitò ed afferrò le chiavi poi mi fece capire
<< Ho davvero fame , è mezzogiorno , ti offro il pranzo anche se sinceramente preferirei non andare in un ristorante , la mia passione è per i panini già pronti >> iniziò a camminare ed io lo seguì , mi portò in un locale del posto , entrò ed una signora gridò il suo nome.
<< Angela , noto che anche dopo i quarant'anni sei sempre allegra >> disse andando verso il bancone
<< Ehi , ragazzino , attento a quello che dici...non pensavo fossi gay in ogni caso >> finì infine indicando me
<< Non sono gay , Roxas è una ragazza >> affermò sicuro di quello che diceva e mi strinse a se 
<< Ah ! Finalmente , allora ? Non mi presenti la tua ragazza ? Eh? Il ventunenne ha trovato compagnia , Jian ! >>  gridò ad un'altro uomo che serviva ai tavoli
<< Impossibile ! Nessuno lo vorrebbe , troppo strano >> disse l'uomo di spalle
<< Se vieni qui un attimo noterai che anche lei ha qualche problema , in ogni caso sta tremando come una foglia >>  dichiarò guardandomi
<< Angela , hai qualche asciugamano ? >> domandò anche lui iniziando a tremare
<< Naturalmente >> le prese da sotto il bancone e ce le diede , ci sedemmo in un tavolo più lontano rispetto agli altri. 
L'uomo che serviva venne verso di noi e ci posò davanti due menù. Mi fissò per un po' e poi le sue labbra si allargarono in un sorriso
<< Quindi ha trovato davvero compagnia. . . >> ragionò passando lo sguardo da me ad Alex
<< Roxas non è la mia ragazza >> 
L'uomo gli diede un pugno sulla spalla e lo rimproverò << Aaah ! Smettila con tutta questa privacy , si vede da un miglio di distanza >>
<< Ma se tu sei miope... Jian >>
<< Grazie per avermelo ricordato. . . eh >> rispose l'uomo andando via
Aleksander gli porse il menù e chiese " il solito " chiesi anch'io il suo solito pur non sapendo in cosa consisteva.
Dopo pochi minuti ci portarono due panini dall'aspetto delizioso , il mio lo finì in fretta , mangiando come se fossi stata a digiuno per anni. Salutammo quelle due persone così amorevoli ed uscimmo da quel locale lasciando le tovaglie ,che ci avevano dato , sul nostro tavolo.
Ci dirigemmo nella zona più popolata di quella città , io la chiamavo la " zona shopping " appena mettevo piede lì mi venivano i brividi , persone che spendevano chissà quanti soldi soltanto per un paio di jeans o per una maglietta , spendaccioni.
Aleksander si fermò davanti ad un negozio di maschere , erano così belle , così strane. Mi disse di rimanere lì , lui entrò ed io andai alla vetrina opposta , appena un attimo dopo lui era dietro di me con un pacchetto verde scuro in mano , prese la mia mano girandola dalla parte del palmo e mi lasciò il pacchetto lì. . .
<< Credo che questo regalo ti sarà molto utile , aprilo quando sarai a casa >> disse e subito dopo mi fece entrare in un negozio di dolciumi , c'era un odore così forte che girandomi a guardarlo notai che stava annusando l'aria come un cane , mi venne da ridere ma non lo feci , tenevo ancora in mano il suo regalo.
<< Ti ho portata qua perché so che stai gelando e qui fanno una cioccolata calda così. . .uhm. . .buona >> mi chiarì le idee avvicinandosi al bancone
<< Oh , buona sera , cosa desiderate? >> chiese la ragazza 
<< Uhm. . .due cioccolate calde alla menta , vorrei anche la panna sopra >> disse lui leccandosi i baffi. . .che non aveva
Mi avvicinai a lui ed iniziai a torturarlo , sguardi di traverso , sguardi maliziosi, sguardi che non avevano bisogno di parole , l'unico modo di parlare più semplice al mondo , ci capivamo , nel nostro silenzio , nei nostri riflessi , io mi riflettevo nelle sue iridi blu e lui nelle mie verdi.
<< Che teneri.  .  . >> disse la commessa guardandoci mentre sospirava romantica
<< Noi? >> domandai sorpresa
<< Si voi , vi prego , non cambiate mai , siete così. . .ehm non saprei spiegarvelo ma non cambiate >> disse la ragazza rossa in viso mentre ci porgeva le cioccolate calde fumanti , stupende a prima vista , le finimmo velocemente , erano deliziose , ci ritrovammo i nasi macchiati di panna e scoppiammo a ridere , appena finimmo buttammo i bicchieroni di carta ,vuoti , ed uscimmo dirigendoci verso il parcheggio in cui era la macchina di Alex. 
Ci tenevamo per mano e ne ero felice , entrati nel veicolo il mio accompagnatore accese la macchina ed immediatamente il riscaldamento e la radio , era ormai sera e faceva freddo , mi addormentai appoggiata al finestrino mentre stringevo il mio regalo fra le mani.
Posteggiò l'auto nel parcheggio del college e mi svegliai quando venne per aprire lo sportello , uscii senza farmi troppi problemi , salimmo verso la mia stanza e quando stavo per aprire la porta. . .
Mi fermai , mi voltai e lo strinsi fra le mie fragili braccia marchiate da cicatrici , lui fece lo stesso con me e posò sulla mia guancia un dolce bacio poi sussurrò << Ricorda il regalo. . .è tardi , buona notte , piccola >> mi diede quell'appellativo ed io arrossii come avrebbe fatto Frankie  , si abbassò verso le mie labbra stringendomi a se come per baciarmi ma appoggiò soltanto la sua fronte sulla mia spingendomi verso il muro , chiuse gli occhi e respirò il mio respiro , li riaprì e mi lasciò lì , immobile e con il cuore in tumulto ,  sparì nel corridoio come un fantasma mentre io entrai ed aprii il mio regalo , era una maschera.  .  . così bella , così misteriosa , strana. . .ero io.
L'avvicinai al mio viso e mi guardai , una maschera che mi aveva protetta per anni << Grazie >>  mormorai fra me e lui , come se fosse al mio fianco ad ascoltare quello che dicevo.
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