22/01/2013
1 recensioni-Capitolo 4-
-Homo faber ipsius fortunae-
È passata una settimana da quando Meiko mi ha invitato a casa sua, ed oggi ci sono andata. Lei mi accoglie con un sorriso, dicendomi: “Benvenuta, Sayuri! Entra che ti presento i miei!”
Com’ è che ora fa tanto la zuccherosa?!?
La sua famiglia è composta dalla madre e da un fratello minore, paffutello e bassino per la sua età. Durante tutto il pranzo, Meiko non ha fatto che ridere e chiacchierare, raccontando aneddoti piacevoli sulla sua famiglia e chiedendo gentilmente come vivo io. Comincio a pensare di averla giudicata male, perché sembra allegra come me, forse con un pizzico di serietà e maturità in più. A quanto pare i compiti erano solo una scusa, perché abbiamo due giorni di festa e non dobbiamo fare niente. Comunque, verso le quattro mi conduce verso un’ angolino nascosto del suo giardino, nel quale ci sono ciliegi e mandorli disposti in cerchio e due panchine di pietra. L’ atmosfera è fantastica, specialmente durante la primavera, ossia in questo periodo dell’ anno. Le sfumature rosa dei fiori creano una specie di paradiso in cui è piacevole perdersi, anche per ore, e magari dormire. Sì, dormire, perché la madre di Meiko ha preparato un pranzo pantagruelico che ho ancora sullo stomaco e sinceramente avrei proprio voglia di schiacciare “un pisolino” che dura tre ore! Sìììììììììììì! Questa però è la mia intenzione, perché a quanto pare Meiko ha un programma diverso.
Ossia, si accomoda con aria da regina sulla panchina e chiede: “Sei una maga da un mese,vero? Che desiderio hai espresso?”
“Hmm… quello che la famiglia sia invulnerabile alle malattie gravi.”
“Male!”
“Scusa, e perché?”
“Sempre meglio non esprimere desideri per gli altri, perché con questi desideri è più alta la probabilità di diventare streghe.”
“Lo so… ma non ne ho potuto fare a meno, io non ho bisogno di niente.”
“Homo faber ipsius fortunae, ricordatelo sempre.”
“Conosci il latino?!?”
“Sì… tu no?”
“No, ma Yoko lo conosceva.”
“Yoko chi?”
“Yoko Umikaze, classe 2-3 della Tokyo Middle School. Maga anche lei, usava la spada. Non so bene che tipo di desiderio abbia espresso, ma aveva un’ attacco molto potente. Seria e intelligente, voleva conoscere il mondo, non aveva pregiudizi. Ma è morta due settimane fa per un incidente stradale.” Qui mi sono molto intristita e due lacrime capricciose sono uscite dai miei occhi, perché la morte di Yoko mi ha lasciato un grande vuoto dentro.
“Ah sì…una tragedia. Ma sotto c’ erano le streghe, te lo dico io. ”
“Lo so, o almeno lo credo. Senti, ritornando al latino, cosa vuol dire quella frase di prima?”
“L’ uomo è fabbro della propria sorte… e le maghe se la sono fabbricate malissimo.”
“Trovi?”
“Sì. Il destino delle maghe è quello di diventare streghe e diffondere tanta disperazione da streghe quanto speranza avevano dato quando erano maghe. Alcune di loro, sapendolo, si sono tolte la vita. Tragico, non è vero?”
“Secondo te cosa è peggio, suicidarsi o morire da streghe?”
“Chissà… però il punto è che noi siamo una specie di animali da macello per gli Incubator.”
“Questo lo sapevo.” La parola Incubator mi lascia senza fiato: conosco quella razza di alieni. Ma Kyubey forse è uno di loro?
Meiko sembra rispondere ai miei pensieri: “E il fatto si complica, perché Kyubey lo è.”
Mi cade la borsa dalle mani. Il mio incubo peggiore si è avverato.
Ammutolisco e i miei occhi si riempiono di lacrime: come hai osato, Kyubey? Le maghe si fidavano di te! E tu che fine fai fare loro? Bella roba, stupido alieno schifoso! E tu dici che tutto ciò serve al progresso umano! Ma se noi mano a mano che evolviamo le nostre capacità peggioriamo la qualità della vita! Siamo sicuri di voler progredire ancora?!? Perché io, se questo deve portare alla morte di persone innocenti, non lo voglio!
Meiko vede la mia Soul Gem intorbidirsi e mi porge un Grief Seed.
Poi spiega: “Questo si può riutilizzare. L’ ho preso qualche tempo fa.”
Io dico, asciugandomi gli occhi: “Senti… che tu sappia, si può revocare il contratto?”
“No. Una volta stipulato il contratto la strada è solo una: morire di disperazione.”risponde Meiko lugubre.
“Ma si potrà, anzi si dovrà pur fare qualcosa!”
“Non credo, sarebbe un miracolo. Io solo a pensarci mi sento male, mi pento di aver sprecato la mia vita così.”
“Essere una Puella Magi non è proprio sprecare la vita… se ci penso, salvare la vita a molte persone mi riempie di gioia. Ma se mi ricordo che ne va della mia felicità, allora penso che sono stata proprio una stupida.”
Meiko tace per un po’, poi dice: “In fondo hai ragione. Ma forse l’ arrivo della Notte di Walpurgis stroncherà ogni cosa.”
Alla mia faccia stranita, lei spiega che la Notte di Walpurgis è la strega più potente di tutte, e che potrà essere sconfitta dalla maga che ha più potenziale.
Io sussulto: Kaname Madoka! Kyubey –quell’ essere infame- in questi giorni mi ha sommerso di notizie e racconti su questa ragazza: ora so, oltre al fatto che vive a Mitakihara e che potrebbe diventare la maga più potente di tutte, che ha un fratello, porta i codini, è molto legata alla famiglia e agli amici ed è circondata da maghe: la sua migliore amica Miki Sayaka, Tomoe Mami, Akemi Homura e Sakura Kyoko.
Ripeto a Meiko: “Kaname Madoka! Se ha davvero un potere così grande come dice… quello, potrebbe rompere lei il patto!”
“Che cosa dici, Sayuri?!?”
“È la verità! Kyubey mi ha parlato molto di lei. Ha un potere immenso! Il problema è che ancora non è diventata maga…”
“Forse con l’ arrivo di WalpurgisNacht lo diventerà.”
“Uh, hai usato un termine tedesco! Ma nel frattempo dovremo continuare a darci da fare.”
“Beh, non ci resta molto tempo: questa strega arriverà tra quattro, cinque giorni massimo.”
Qui restiamo zitte e, di tacito accordo, prepariamo un piano per sconfiggere la notte di Walpurgis: ricerchiamo dati e notizie, confrontiamo i poteri e pianifichiamo una strategia, che SI SPERA sarà quella vincente.
Quando torno a casa alle otto sono stanca morta e non ho voglia di cenare: mi butto sul mio comodo letto e mi addormento pensando: “ Credens justitiam, spero che tutto vada bene.”
Non so perché, ma nei sogni mi appare una figura dolce e gentile con un abito bianco, che ad un certo punto, arrivando leggera da me, fa un cenno del capo per esprimere assenso.
Angolo dell’ Autrice
Olè! Un’ altro capitolo alla latinista! Yeeeah! Scherzi a parte, significa “L’ uomo è fabbro della propria sorte”, un proverbio in cui io credo moltissimo. Questo capitolo è un po'...come dire... assurdo, ma questa è una FF che ho iniziato a scrivere prima ancora di finire l' anime.
Tenete duro, perchè manca solo un capitolo! Ringrazio tutti coloro che, per opera -o distrazione?- delle Moire si fermano/si sono fermati/si fermeranno a leggere questa storia e ancor più coloro che la seguiranno fino alla fine o che la recensiranno.
See you!
-Puff