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Autore: soniuccia    23/01/2013    3 recensioni
Alzai timidamente la testa verso l’edificio osservando se c’era qulacuno a cui chiedere aiuto.
Poi lo vidi.
Un bambino di pressapoco 10 anni affacciato ad una finestra che mi guardava curioso.
Riuscii solo a notare in capelli scompigliati neri, ma presto lo vidi allontanarsi.
“Sono perduta”
Mi dissi.
Ma, immediatamente, sentii aprirsi il pesante portone in legno vedendone uscire un’uomo sulla sessantina e il bambino della finestra che mi si avvicinarono subito.
Poi chiusi gli occhi, giusto in tempo per vedere un paio di occhi azzurri e un paio neri come la notte sopra la mia testa.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beyond Birthday, L, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quando il sole iniziò a farsi strada tra le tende della finestra, mugugnai e strizzai gli occhi, nolente dall’alzarmi.

Indispettita dalla luce che forzava i miei occhi, mi girai dall’altra parte, quando il mio ventre cozzò contro qualcos’altro.

No, non qualcos’altro, bensì, qualcun’altro.

Facendo appello a tutta la mia forza di volontà, socchiusi leggermente le palpebre ancora pesanti come macigni e misi a fuoco la figura dai capelli corvini e spettinati, rannicchiata su sè stessa, con un pollice alle labbra.

Quando finalmente il mio cervello cominciò a funzionare, tutti i dettagli della sera precedente, ritornarono a galla.

Dopo essermi avvenurata alla rierca di quel ragazzo alla finestra, avevo trovato una camera con la porta socchiusa, ma vuota. Vi ero entrata e mi ero assopita. In seguito mi ero trovata nel letto del ragazzo. Avevo così conosciuto Ryuzaki, gli avevo in breve raccontato di come ero finita in quell’orfanotrofio e poi avevamo iniziato a parlare del più e del meno, fino a quando, streamati, non eravamo crollati dal sonno nel letto.

Sorrisi amorevolmente, guardando come, in realtà, Ryuzaki assomigliasse ad un bambino bisognoso d’affetto, nonostante più grande di me di due anni.

Persa in questi pensieri, non mi accorsi del baccano che proveniva dai corridoi nel frattempo.

Controvoglia, poggiai i piedi sul freddo marmo del pavimento. Un giramento di testa mi prese di sorpresa e, barcollante, andai ad aprire la porta della stanza, guardando dall’uscio il corridoio, in attesa di capire cosa fosse successo.

Sentivo chiaramente degli adulti parlare (più che parlare, uno di loro sembrava preso dal panico), due per la precisione, ma non riuscii a capire nulla di quello che si stavano dicendo. Quando sentii dei passi salire per le scale, mi pietrificai sul posto, indecisa sul da farsi.

Il mio cervello lavorava velocemente analizzando tutte mie reazioni e i lati positivi e negativi che avrebbero scaturito.

Sicuramente cercavano me, questo l’avevo capito, ma non potevo fuggire, non avrei fatto in tempo a nascondermi. Per prendere un pò di temppo chiusi velocemente la porta. Ma il sangue mi si congelò nelle vene, non appena si sentirono le porte di quel corridoio essere tutte spalancate e, quasi sicuramente, controllate.

Che avrebbero detto gli adulti nel trovarmi qui dentro? Si sarebbero infuriati e molto.

E se avessero punito Ryuzaki?

No, non l’avrei permesso!

Velocemente, aprii le ante del grande armadio a lato della porta e mi infilai silenziosamente, chiudedolo giusto in tempo per sentire la porta spalancarsi, mentre i due anziani, entravano e svegliavano il ragazzino addormentato con le loro voci.

«Non si trova nemmeno qua!»

Fece il primo sempre più nel panico.

«Stai calmo Roger, sono sicuro che è all’interno dell’edificio!»

Parlò il secondo. Poi, quello che intuii essere Roger, continuò.

«Mi spieghi come faccio a essere calmo Watari!!? S in persona ha richiesto la sua presenza!!»

Per un millesimo di secondo, mi chiesi chi fosse S, ma poi capii che al 93% di probabilità, quello era il più grande detective al mondo, quello per cui era stato fondato quest’orfanotrofio. Una voce più calma si intromise nella discussione di Roger e Watari. Timidamente sbirciai da dietro un’anta. Come avevo pensato, L era intevenuto.

«S? S ha richiesto personalmente la ragazza che ho visto ieri notte?»

A quella frase mi scappò un sospiro di sollievo, mi stavo coprendo, e anche bene!

Roger confermò i suoi dubbi con un cenno del capo, seguito da un preoccupatissimo:

«L’hai vista per caso qui in giro?!»

Ryuzaki scosse timidamente la testa, e i due uscirono delusi dalla stanza.

Non capivo se il ragazzino sapeva che lo spiavo dall’armadio, ma gli ero comunque grata per non avere detto niente.

Lo vidi sospirare e scendere dal letto.

Camminava leggermente piegato in avanti in una posizione affascinante quanto bizzarra. A piedi nudi, andò dall’altra parte del letto e sistemò le pieghe che avevo lasciato durante la notte, a causa del mio sonno movimentato.

Sospirò per l’ennesima volta e si accovacciò a terra prendendo in mano i fogli della sera precedente, iniziando a completarli.

 

***

 

Delle voci arrivarono distrattamente alle mie orecchie mentre ero disteso nel letto. Quando aprii gli occhi, la prima cosa che feci, fu guardare l’altro lato del letto trovandolo vuoto con mia immensa tristezza.

Poi, girandomi verso la porta, notai Watari e Roger che parlavano animatamente.

«Non si trova nemmeno qua!»

Fece Roger nel panico. Stavano sicuramente parlando Cassie, col 99% di probabilità.

«Stai calmo Roger, sono sicuro che è all’interno dell’edificio!»

Disse convinto Watari. Poi, Roger, che non sembrava per nulla sollevato dalla rassicurazione di Watari, continuò.

«Mi spieghi come faccio a essere calmo Watari!!? S in persona ha richiesto la sua presenza!!»

Per un millesimo di secondo, il mio cervello andò in Black-out. S?!

Quell’S?!

Cioè, S aveva richiesto la presenza di Cassie? Doveva essere molto intelligente allora...

Magari, però avevo capito male... Timidamente, ma senza darlo a vedere, di intromisi nella discussione, cercando di districare i miei dubbi.

«S? S ha richiesto personalmente la ragazza che ho visto ieri notte?»

Roger confermò i miei dubbi con un cenno del capo, seguito da un preoccupatissimo:

«L’hai vista per caso qui in giro?!»

Per un secondo, mi ritrovai a pensare a quello che sarebbe stata la cosa più giusta da dire. Se Cassie se ne era andata, magari non voleva farsi scoprire... mio malgrado avrei dovuto mentire per coprirla e io odiavo mentire.

Scossi la testa, con lo sguardo basso, mentre i due uscivano delusi dalla stanza.

Con un sospiro, sistemai il letto e mi rannicchiai a terra prendendo in mano i quesiti e cercando di concentrarmi.

Se ne era andata... da quanto?

Perchè, in realtà? Ma soprattutto... dove?!

«Grazie per avermi coperta»

Una vocina a me famigliare, mi fece alzare la testa di scatto. Vicino a me c’era Cassie che sorrideva allegra. Da dove era spuntata?

«Ahaha, ero dentro l’armadio!»

Concluse come se mi avesse letta nel pensiero.

«Di niente»

Mi sforzai di non balbettare, cosa che però mi risultava alquanto difficile, visto che la ragazzina era a circa venti centimetri dal mio volto.

«S è quel detective di cui mi hai parlato ieri notte? Quello per cui è stato fondato questo orfanotrofio?»

Annuii, fissandola nei meravigliosi occhi castani quando, d’improvviso, si alzò sistemandosi il piagiama.

«Bene, sarà meglio che mi inventi una scusa per giustificare la mia assenza con Roger e Watari!! A dopo!»

Disse la bimba allegramente, ridendo timidamente e uscendo dalla porta della mia camera. La sua risata era così.. unica.

Vera e propria musica.

Senza accorgermene accennai un sorrisetto felice, al solo pensare che l’avrei rivista a pranzo. 

  
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