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Autore: Pitch Black    23/01/2013    2 recensioni
Questo racconto può essere classificato come l’incrocio e il proseguimento di “Un Passato Sbiadito” ( autore: Pitch Black) e “There's something under my bed ~” (autrice: Princess Monster). L’idea è stata concepita da Princess Monster, che ringrazio immensamente per avermi dato l’ispirazione al fine di scrivere questa fantastica fiction e per essere stata una delle prime a rivisitare il rapporto tra Pitch e Sophie.
Sedetevi comodi, mangiucchiatevi qualcosa e godetevi lo spettacolo! Il vostro Pitch Black sta per raccontarvi una storia…
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Pitch, Sandman, Sophie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo racconto può essere classificato come l’incrocio e il proseguimento di “Un Passato Sbiadito” ( autore: Pitch Black) e “There's something under my bed ~” (autrice: Princess Monster). L’idea è stata concepita da Princess Monster, che ringrazio immensamente per avermi dato l’ispirazione al fine di scrivere questa fantastica fiction e per essere stata una delle prime a rivisitare il rapporto tra Pitch e Sophie.
Sedetevi comodi, mangiucchiatevi qualcosa e godetevi lo spettacolo! Il vostro Pitch Black sta per raccontarvi una storia…
 
 
BLACK HEART
 
 
Dopo la schiacciante vittoria dei Guardiani, la disfatta mi aveva portato ad un indebolimento progressivo, prosciugandomi delle energie e della forza di volontà per uscire dal mio nascondiglio sotterraneo e vendicarmi su quei piccoli succhiapollici che sognavano placidi nei loro letti. Solo pochi Incubi mi erano rimasti fedeli. Dopotutto potevano essere sottomessi, soggiogati, ingannati per servire i propri scopi, ma mai domati del tutto. Dopo la loro insurrezione ero stato consumato dei poteri e incatenato alle ombre del mio stesso covo. Questa sconfitta mi aveva lasciato l’amaro in bocca, intaccando il mio morale. Ero depresso… cosa era andato storto? Quale parte del piano non aveva funzionato? Mi perdevo in queste riflessioni da troppo tempo ormai. Dovevo riemergere da quello stato, uscire a prendere un po’ d’aria, spaventare qualche ignaro marmocchio per alleviare il malumore. Avevo il morale decisamente a terra.
Mi ero appena sottratto alle tenebre della mia caverna, per entrare in quelle così accoglienti della notte scura, che una luminescenza chiara e tenue inondò la mia figura. Ero troppo debole per riuscire ad appiattirmi sulle ombre degli alberi limitrofi, così schermai quel fascio di luce con le mani, le braccia tese verso l’alto. Alzando lo sguardo, vidi le nuvole diradarsi in cielo e, all’interno dello sprazzo di volta celeste, apparve lui…
“Sei venuto a ridere di me, vero? Immagino ti faccia piacere che i tuoi Guardiani mi abbiano ridotto così!”
L’Uomo nella Luna arrivava sempre nelle situazioni più inopportune! Neanche lui mi dava tregua, con la sua onnipresenza. Fortunatamente non mi aveva fatto visita nei giorni precedenti… avrebbe visto solo un animale in gabbia, segregato dai suoi stessi servitori e depredato della sua ragione di esistenza.
Uno degli Incubi che mi ero portato appresso si avvicinò pericolosamente alla mia giugulare. Con un violento strattone alla criniera incorporea lo rimisi nei ranghi. Non potevo permettermi di perdere ancora una volta il controllo su di loro! Non dovevo più rimuginare sul passato, bensì pensare al futuro. Mi serviva un piano, ma prima di tutto avevo bisogno di nuove energie. Mi lasciai alle spalle luna, incurante di ciò che voleva dirmi. In quel momento non avevo la minima intenzione di starlo ad ascoltare, volevo sfogarmi con qualcuno, qualcuno che mi capisse, non lui.
Arrivai alla vicina cittadina attraversando velocemente il bosco. Le case erano avvolte nell’oscurità delle calde notti estive, quando tutte le finestre rimanevano aperte. Ottimo! Sui tetti, come al solito, aleggiavano fili di sabbia d’oro e, poco più in alto, stava un ometto avvolto in un’aurea lucente, che manipolava i sogni altrui. Puha! Ovunque andassi ci trovavo Sandman. Scivolai lungo la strada deserta senza farmi notare, con gli Incubi al mio seguito, fiutando l’aria in cerca del minimo barlume di insicurezza o paura. Dopo poco percepii qualcosa alle mie spalle. Era timore quello? Oh, sì! Lo sentivo… riempiva l’aria nella notte. Inspirai a fondo. Finalmente mi sentivo meglio, e per godere appieno di quel momento mi insinuai all’interno dell’abitazione. 
Mi ritrovai in una cameretta tappezzata di disegni a pastello. In un angolo era situato il letto, nel quale dormiva un bambino riccioluto che si agitava mormorando qualcosa sotto le coperte, con la fronte corrugata. Della sabbia d’oro vorticava freneticamente sopra la sua testa, ma non riusciva a prendere forma. Oh, che soddisfazione! Finalmente quello che cercavo: un debole sogno da trasformare nel più terrificante degli incubi. Mi avvicinai. Pregustavo già il piacere di spazzare via quel piccolo agglomerato di sabbia, come una pallina … idea! Feci apparire nella mia mano una mazza da golf, presi la mira leggermente sopra la testa del marmocchio e… stack! Il sogno volo dritto dritto fuori dalla finestra aperta, per essere rimpiazzato istantaneamente da uno dei miei purosangue dal manto tenebroso. Disgraziatamente non avevo calcolato la potenza del lancio e il sogno, prima che potessi fare qualunque cosa, colpì la nuca dell’ignaro Sandman che si girò lentamente verso di me. Maledizione! Doveva andarmi storto proprio tutto? Mi vide. Evidentemente contrariato, fece apparire delle gigantesche mani che facevano segno di no con l’indice e, schivando le antenne paraboliche, si lanciò all’attacco, reggendo fra le mani due grosse fruste che faceva roteare sopra la testa. Fantastico! Ora l’aveva presa come un assalto alle spalle! Non avrei mai avuto la forza di duellare con lui, quindi mi difesi con le poche forze che avevo in corpo: trasformai la mazza da golf in una falce appuntita e uscii sul tetto. La luna sopra di noi risplendeva. Era lo scenario perfetto per un duello, pensai, anche se avrei preferito avere un po’ più di energie in corpo… 
  
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