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Autore: Bale    23/01/2013    1 recensioni
Alla fine del decimo episodio della prima stagione, John si becca una pallottola allo stomaco.
Ancora una volta sarà Jessica a prendersi cura di lui, a salvargli la vita.
[Seguito della mia prima fic su Person of Interest - "E se Jessica non fosse morta?"]
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harold Finch, John Reese
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si specchiò un’ultima volta prima di uscire di casa.

Lanciò un’occhiata fugace al letto perfettamente rifatto. Lo faceva ormai da due settimane, da quando John aveva lasciato casa sua.

Aveva recuperato per lui una sedia a rotelle e delle stampelle in ospedale. La ferita alla gamba non gli permetteva ancora di muoversi al meglio, ma presto sarebbe potuto ritornare in azione.

Finch gli aveva trovato un appartamento in centro, ovviamente nello stesso palazzo del loro nuovo ‘numero’. Si erano dati da fare ed erano riusciti a sventare un omicidio anche quella volta.

Jessica si strinse nel cappotto e uscì di casa.

Stava andando da lui, da John. Doveva cambiargli le medicazioni.

Aveva tutto l’occorrente in borsa. Sarebbe stata rapida e indolore e sarebbe ritornata a casa come sempre, con l’amaro in bocca. Con la sensazione di non aver fatto ciò che voleva veramente.

Raggiunse la palazzina in pochi minuti. Anche casa sua era abbastanza centrale.

Attraversò il cortile muovendosi a passo svelto, poi prese le scale.

Una volta arrivata davanti alla porta dell’appartamento fece qualche respiro profondo, come per calmarsi.

John l’aveva sempre resa irrequieta in un certo senso. Era un uomo tutto d’un pezzo. Era stato nell’esercito, poi un agente della CIA ed ora era diventato addirittura un giustiziere.

Bussò con cautela. Due tocchi timidi, ma decisi.

John aprì dopo qualche istante.

Aveva decisamente qualche difficoltà a muoversi su quell’aggeggio infernale a rotelle.

Sorrise e indietreggiò per farla entrare. Lei fece un passo in avanti e si richiuse la porta alle spalle.

Non dissero una parola. Jessica seguì John in camera da letto.

Prima di entrarvi, però, si sfilò il cappotto e lo lasciò su una sedia nel corridoio.

John aveva preparato tutto. L’acqua ossigenata e i batuffoli di cotone erano già sul comodino.

Lei estrasse dalla borsa le garze e i cerotti.

-Come va?-   chiese mentre lo aiutava ad alzarsi dalla sedia.

-Meglio-   rispose lui facendo un balzo per atterrare poi sul letto.

La sua risposta era sempre la stessa, diceva sempre di sentirsi meglio.

A parte qualche momento buio, era sempre stato un inguaribile ottimista.

-Ti fa male?-

-Brucia un po’ da quando hai tolto i punti-   rispose come se nulla fosse.

-E’ normale-   disse lei con un sorriso   -Ora ti aiuto a togliere la camicia-

Si chinò dolcemente su di lui.

Non si trovava di fronte ad un paziente qualunque, lo sapeva fin troppo bene.

Il suo respiro si fece più veloce e più intenso mentre, ad uno ad uno, slacciava i bottoni della camicia di John.

Sfiorò il suo petto aprendo la camicia ed un brivido le attraversò la schiena.

Alzò lo sguardo e vide che lui era lì a guardarla.

Aveva sul viso un’espressione tranquilla e beata.

I loro volti erano incredibilmente vicini, i loro respiri ne erano diventati uno solo.

Gli occhi tristi di John si persero nei suoi. Sembrava un bambino davanti ad una montagna di cioccolata dopo un’operazione di appendicite.

-Facciamo l’amore-   le sussurrò  in un soffio.

Jessica sentì il suo fiato sul viso. Profumava di menta.

Scosse la testa e fece per ritirarsi, ma John le afferrò il polso, trattenendola.

La sua presa era forte e sicura, ma allo stesso tempo dolce e delicata.

-Perché no?-   chiese cercando il suo sguardo.

Lei lo evitò con cura.

-Non chiedermelo, John-   disse scuotendo ancora la testa.

John la guardò incuriosito.

-Perché?-   chiese poi. Aveva gli occhi di un bambino.

-Non chiedermelo-   ripeté lei cercando di liberarsi da quella presa   -Non riuscirei a dirti di no-

Lui la guardò ancora. Intercettò finalmente quel suo sguardo ambiguo.

-Allora non dirmi di no-   disse attirandola a sé.

-No, John-   disse lei liberandosi.

-Perché?-   chiese ancora.

Lei si allontanò di qualche passò e piegò la testa di lato come per poterlo scrutare meglio.

-Perché non riuscirei a resisterti-    disse infine, in un sussurro, lasciando che lo sguardo cadesse sul suo petto nudo.

-Non devi resistere, Jessica-   disse lui deciso   -Non farlo-

Lei fu tentata di scappare, di fuggire il più lontano possibile da quell’appartamento e da quella situazione.

Neanche lei ne conosceva bene il motivo, sapeva solo che doveva andare via.

Raccolse la borsa e si diresse verso la porta della camera da letto.

John era ormai alle sue spalle. Lei non poteva più vederlo, eppure si sentiva trafitta da quello sguardo tanto intenso.

All’improvviso lasciò cadere la borsa che atterrò silenziosa sulla moquette.

Si passò una mano sul viso, poi tra i capelli.

Infine, tornò a voltarsi verso di lui.

Era John, il suo John. Nient’altro che lui.

Era al sicuro, nessuno avrebbe potuto farle del male.

Uno scorcio di felicità appariva finalmente nella sua vita e lei non poteva lasciare che le sfuggisse come già era accaduto troppe volte in passato.

Si lanciò su di lui all’improvviso, sorprendendo persino se stessa, poi i due si persero in un bacio mozzafiato.

Le sue mani andarono a posarsi sui suoi fianchi; calde, forti, decise.

Lei chiuse gli occhi e assaporò quel bacio, quel momento.

Era felice.

Dopo tanto tempo, finalmente era di nuovo felice.


   
 
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