Lady’s Corner.
Finalmente due momenti della prima serie per Jackson e Lydia 
 
 
Jackson, Jackson.
Dove diavolo è finito ?!
Di colpo, lì, davanti ai miei grandi occhi, sta parlando con Allison.
Si gira tra le dita le sue nere ciocche, le sorride, si bagna le labbra, beve gioia dai suoi sorrisi.
Tutto questo è inaccettabile.
Mi volto, non posso farcela.
 
Casa mia è l’unico luogo dove mi sento al sicuro, oltre alle braccia di Jackson, ma questo non lo ammetterò mai.
Ovviamente esiste un altro posto : il laboratorio di chimica.
Il professor Cattle, il docente di matematica, ha convinto la signorina Daton a permettermi il libero accesso al suo laboratorio, anche durante l’orario delle altre lezioni come economia domestica o educazione motoria.
 
Entro nell’aula, ovviamente deserta, sistemo le mie cose al quarto banco centrale, parzialmente inondato dalla luce che trapela dalle finestre alla mia sinistra.
Prendo dell’aceto, bicarbonato, ne verso un’accurata dose in un ampolla, accendo la fiamma.
-E’ un semplicissimo esperimento Lydia. Non ti farai alcun male-
Lo ripeto sussurrando tante volte, forse troppe.
A casa ho privato il vitello per stasera di tutte le ossa,un brutto lavoro che vale la pena fare per il bene della scienza e dell’esperienza.
Penso come un’anziana folle.
Eppure a volte mi sento così terribilmente vecchia dentro questo innocente corpo, con questa candida pelle e la leggera voce.
Vedo i miei compagni pensare a problemi che neanche mi appartengono più, per la maggior parte. I miei genitori mi adorano, sono la reginetta della scuola, la più bramata eppure, senza Jackson accanto mi sento vuota, mi sento neutra.
L’aceto inizia ad evaporare, con delle apposite pinze prendo le ossa del pollo e le pongo sopra il becchetto dell’ampolla, in balia del roseo vapore.
 
La porta cigola, è entrato qualcuno.
Non posso distrarmi dall’esperimento, l’aceto sta deteriorando la solidità delle ossa in questo momento.
 
-Hey piccola chimica!-
 
Okay, non l’avrei mai immaginato.
Jackon nel laboratorio di chimica è come un seguace di Elvis che ascolta il death metal, come un chimico che rinnega la tavola periodica degli elementi.
 
-Neanche mi rispondi?-
 
Mi mordo le labbra.
-Torna a sbaciucchiarti con Allison-
Ride, un suono sprezzante.
-Dai, non sarai mica gelosa !?-
 
SI STA PRENDENDO IL GIOCO DI ME.
 
-Non turbare il mio equilibrio mentale, non sto giocando con il pongo, ma questo il tuo cervello bacato non può recepirlo, vero Jackson!?-
 
Sicuramente ha sgranato gli occhi, è così prevedibile a volte.
 
-Non parlarmi così, sciacquetta!-
 
La sua voce è un sibilo vicino al mio orecchio, il suo soffio accarezza il mio collo.
 
-Jackson, va via..-
 
Prendo le ossa del vitello tra i guanti.
 
No, lui continua a starmi vicino.
 
-Ho detto vattene!-
 
Spezzo l’osso semplicemente con una mano.
 
-Okay, me ne vado.. Ma non cercarmi più.-
 
La porta si chiude.
 
Mi tolgo i guanti. Esperimento concluso. L’aceto evaporato unito al bicarbonato riesce a deteriorare lo strato più duro delle ossa, in parole povere, quindi sono più friabili.
Jackson è il mio aceto, le mie difese con lui sono friabili.
Mi prendo cura della mia postazione, lascio tutto in perfetto ordine come se nessuno fosse mai entrato. Come se io non fossi mai esistita.

Uscendo dalla grande aula colsi un baiore rosso, ma mai avrei pensato a Lui.