Nove e quaranta di sera: a casa di Axel quattro loschi figuri complottano e tramano malefici intrighi...
Stavano attorno a quel tavolo da almeno un ora a proporre e scartare un' idea dopo l'altra.
Axel
era decisamente irritato e niente sembrava andargli a
genio.
Graffiti, vandalismo.. Aah, era così dura trovare
qualcosa di veramente infido e creativo da fare colpo, insomma, per
uscire col botto!
Zexion, come al solito, non proponeva nulla, lasciando che fossero gli altri ad avere le idee: preferiva agire, piuttosto che proporre qualcosa che poi sicuramente non sarebbe piaciuto, anche se aveva un'ideuzza che gli ronzava in testa da un po'...
Larxene,
invece, era un vulcano di proposte più o meno subdole, ma che
comunque non attiravano “il Rosso” .
- Andiamo Axel,
qualcosa dovrà pur andare bene! - sbottò dopo
l'ennesimo tentativo scartato a caldo,
-No invece! Tutta roba già
fatta, già vista qui alla Sunset: voglio qualcosa di nuovo,
qualcosa di grosso e così umiliante da far cacciare il nostro
bersaglio dalla scuola! - .
I ragazzi sbuffarono: nulla da dire,
quando quel tipo voleva le cose, le otteneva in un modo o nell'altro.
-Bah,
non puoi pretendere di spedire a casa qualcuno da un giorno
all'altro! Specie se, come immagino, è un prof ! - sbottò
larxene esasperata da quel comportamento, alzando gli occhi al
cielo.
-Dovremmo..mm... Dovremmo beccarne uno a limonarsi una
studentessa- La proposta di Zexion spezzò il probabilissimo
litigio tra Axel e la biondina.
- Certo, e dove la troviamo una
che... - I ragazi si voltarono all'unisono verso Larxene con un ampio
ghigno sul volto.
- Che?! Oh no! Io non ci stò! - Protestò
lei, mettendo le mani avanti.
-Avanti, basteranno un paio di
foto..., a proposito, sai che sei davvero fotogenica? - Axel sfoderò
un falsissimo sorriso a trentadue denti – Daaai... - .
Larxene
sbuffò ma alla fine si lasciò convincere.
-
D'accordo, ma in cambio.. Axel, mi devi un Grosso favore. -
Il
ragazzo ci pensò su qualche istante: Larxene sapeva essere
davvero sadica alle volte, e probabilmente gli avrebbe appioppato uno
degli incarichi noiosi che le affidava il padre, che aveva
un'officina appena fuori città. Forse anche per questo lei
adorava i motori e i Jeans.
- E va bene, Larxy, accetto –
Acconsentì rassegnato stringendole la mano.
- Eddai, sarà
divertente... bhe, per me sicuramente lo sarà! - ridacchiò
lei in rimando, in un modo che fece rabbrividire i suoi amici.
In
realtà l'idea di ridicolizzare un certo insegnante la riempiva
di una gioia sadica, e la stuzzicava davvero tanto.
-Posso
scegliere io la “Vittima”? - domandò quindi, per
essere sicura di fare centro.
-Ehm...
Certo! - Escalarono Axel e Zexion all'unisono, sollevati che la sua
attenzione si fosse spostata su qualcun' altro.
Passarono dei
minuti in silenzio, mentre ognuno pensava a come scattare le foto
incriminanti.
Alla
fine Larxene scelse come bersaglio il vicepreside, Xemnas, docente di
Diritto nel corso umanistico della scuola.
Quell'uomo non le
piaceva granchè, perchè teneva i voti bassi, e poi il
suo ufficio era quello sistemato meglio: al piano terra e con una
grande finestra che dava su due cespugli di ginepro poco più
alti del davanzale. nel parchetto interno dell'istituto.
-Il vicepreside, eh?- Axel sorrise tra sé, molto soddisfatto. - Ti adoro quando te ne esci con queste pensate, ragazza – Ridacchiò poi, dandole un buffetto.
Larxene sorrise beffarda passandosi una mano tra i capelli cortissimi e biondo acceso, tinti di fresco.
In realtà il gesto le serviva a nascondere un attimo di imbarazzo che svanì veloce come era arrivato: preferiva tenere la maschera da fredda stronza, piuttosto che apparire una ragazza normale.
Era
una cosa che aveva scelto quando era stata mollata dal suo ultimo
ragazzo prima di entrare alla Sunset e dopo una storia lunga e
sofferta durata quasi tre anni.
Quel giorno aveva deciso che non
si sarebbe più affidata a nessuno, e era stato anche il giorno
in cui aveva detto basta a storie e cotte.
Almeno fino al giorno in cui aveva conosciuto Axel!
Lo
spirito ribelle dell'amico e la sua tendenza lasciarsi libero di
essere come voleva erano per lei oggetto d'ammirazione fin da subito.
Quando poi aveva scoperto per puro caso che sotto l'apparenza da duro
anarchico del ragazzo c'era un cuore tenero e leale, aveva proprio
iniziato a piacerle, e piacerle davvero!
C'era un piccolo, enorme
problema però: Lui non se la filava di striscio.
- Bhe,
comunque, quando facciamo quest'ultima diavoleria? - Larxene cercò
di sviare il discorso, e chiedere qualche informazione in più,
dato che lei aveva la parte principale, e adorava recitare.
Axel
ci pensò su qualche momento: In effetti, con tutti i dettagli
e le varianti che gli erano saltati in mente aveva tralasciato un
dettaglio importante: il quando.
-Uhmm... Direi la prossima
settimana, anche perchè tra quindici giorni finisce l'anno, e
venerdì pubblicheranno l'ultimo numero del giornalino
scolastico e...-
-Aspetta, Aspetta?! Che c'entra il
giornalino.
Larxene lo guardò scioccata: non avevano mai
parlato di giornalino!
-Bhe,
sì.. per fare il colpo grosso un pubblico è necessario,
e qui abbiamo giusto giusto un cronista che fa al caso nostro –
Doveva ammetterlo: era proprio un genio quando si trattava di buttare
in aria un gran polverone.
-magnifico.. Ho sempre sognato di fare
il paparazzo...- il commento di Zexion poteva solo essere definito
“Sarcasmo del condannato” - Comunque, direi che mercoledì
prossimo può andare bene: devo rubacchiare una delle
fotocamere buone a mio padre e studiare l'ambiente – Il padre
di zexion era un fotografo e lavorava per un settimanale
naturalistico locale.
-Siamo d'accordo allora, mercoledì si
va in scena: sincronizzate gli orologi e ci organizzeremo via sms.
Quando Zexion avrà le foto migliori ti chiamerà al
cellulare, e quello sarà il segnale per la fuga, se tutto va
bene sarà una toccata e fuga e quell'allocco non se ne
accorgerà neppure. Mi raccomando Larxy.. Il gran finale
dipende da te. -
- Certo capo! – esclamarono gli altri
due.- .
Uno
sbuffo ironico e un – Non funzionerà mai –
tagliarono l'aria eccitata della riunione portando il gelo-
Saix
era rimasto ad ascoltare tutto il tempo, e anche se non lo avrebbe
mai ammesso per principio, il suo amico aveva avuto l'idea giusta a
usare il giornalino:
Era noto a tutti che i club studenteschi non potevano essere toccati dal corpo docente in quanto totalmente autogestiti dagli studenti.
Questa
era una concessione ottenuta qualche anno prima da Squall Leonheart,
un presidente del consiglio studentesco quasi leggendario: era stato
lui a portare avanti gli estenuanti negoziati con Yen Sid e alla fine
aveva stroncato il vecchio preside con un'arringa mitica che tutt'ora
era incorniciata nell'aula insegnanti e scritta a lettere cubitali,
giusto per ricordarlo a certi docenti che tendevano ad allargarsi
troppo.
-Axel, questa volta finirete nei guai sul serio, e lo dico
da amico, non da rappresentante di classe. -
Axel ringhiò
infastidito.
-Tranquillo Saix, ho già pensato a tutto: i
voti sono troppo alti perchè non ci ammettano all'esame, e
avranno già fatto gli scrutini quando uscirà il
giornale. Tra due settimane siamo fuori da questo inferno.
-Sei
comunque un Idiota – sbottò saix picchiandogli una secca
manata in fronte.
-Eppiantala! - sbottò Axel scostandogli
il braccio: nonostante fosse un buon amico, Saix sapeva essere
davvero seccante!
-In
ogni caso, ti ho chiamato perchè mi serve una mano –
borbottò Axel sfregandosi la fronte con uno sguardo
vendicatore tutto per Saix.
-Fammi indovinare: vuoi che come
rappresentante della classe nel consiglio tiri fuori Zexion dalle
grane che questa storia potrebbe portare... - Sbuffò Saix
divertito: per quanto tentasse di fare il duro, Axel pensava sempre a
proteggere i suoi amici prima.
Accettò
la richiesta del Rosso.
-Grazie Saix, sei un amico – sorrise
Axel.
-Sei sempre un idiota, ma ti devo un favore- sbottò in rimando il ragazzo dai capelli azzurri passandosi una mano sul viso.
Alla fine venne il Mercoledì scelto, e l'ora scelta per il grande piano.
Larxene, camicetta sbottonata sul seno e capelli sciolti dalla pettinatura sbarazzina, aspettava il vicepreside
seduta a gambe scoperte e obbligatoriamente accavallate sulla scrivania del suo studio, sistemando gli ultimi ritocchi al trucco, tenuto leggero. Il risultato la la soddisfaceva.
Adorava recitare, se solo non avesse dovuto essere COSì provocante si sarebbe divertita ancora di più.
Sbuffò pensando a come fare per stuzzicare quell'uomo.. Bhe, almeno era bello, non sarebbe stato troppo difficile, sperava.
Controllò
che Zexion fosse in posizione, e un cenno da dentro ai cespugli le
avvisò che ormai non si tornava più indietro.
“Bene
bene.. sarà da Oscar mhmhmhmhm...“ pensò
guardando la porta che si apriva con un leggero cigolio.
Il professore entrò nella stanza, guardandola non poco stupito di trovarla sulla cattedra in quel modo.
-Salve
prof...- lo salutò la ragazza con un sorriso languido,
mordendosi appena le labbra.
-Ehm.. Larxene, come..come mai nel
mio studio?-
Il povero professore andò a sedersi,senza
riuscire a smettere di guardarla.
-in realtà.. - la ragazza si stese sulla cattedra, appoggiandosi ai gomiti in modo da far risaltare il seno e prese a fare circoletti con l'indice sul legno della scrivania -è da tempo che... vorrei passare un po' di tempo con lei.. da soli, se mi capisce- mormorò maliziosa.
Xemnas deglutì a vuoto, chiedendosi come diavolo era finito in quella maledetta situazione.
-S-sarebbe proibito e.. p-passeresti dei guai se venissero a saperlo.. -
Vederlo in crisi era davvero appagante per la biondina e le permetteva di divertirsi nonostante il suo importantissimo compito.
-Le
assicuro che sarà un segreto tra me e lei... - gli sussurrò
all'orecchio con voce suadente mentre gli massaggiava le spalle
lentamente, trattenendo un sorriso sadico dentro la mente. Osservava
attentamente i suoi occhi ambra, e il sudore accennato che le
rivelava quanto fosse brava.
-Puoi.. puoi giurarlo?-
Larxene
sorrise dolcemente, un sorriso palesemente falso.
- Certamente...
- “Nemmeno... morta”
La “preda” era
cascata nella trappola del trio con tutti i piedi.
- Prof.. non
sia gentile, mi piacciono gli uomini carismatici... -
Il prof, da bravo burattino, le prese i polsi e la baciò con trasporto bruciante, e le diede non poco fastidio all'inizio, anche se in effetti non era male come baciatore...
Zexion si era appostato nel posto migliore possibile e ora scattava foto a raffica usando angolazioni che nascondevano il viso dell'amica e ritraevano il “pollo” come la stesse forzando.. Axel non avrebbe desiderato di meglio...
Un
paio di minuti dopo il cellulare di Larxene suonò e alla
ragazza parve il coro angelico che la chiamava.
Avevano abbastanza
materiale, a quanto pareva. Si scostò dall'uomo e finse di
guardare lo schermo del telefonino: in realtà stava osservando
la fuga silenziosa di Zexion.
Scivolò
giù dalla cattedra e si riabbottonò la camicia
strizzando l'occhio al professore,
-mm.. è davvero bravo
sa? Mi ha fatto sentire così bene.. peccato che non sia il mio
tipo, e che sia in un mare di guai.. ciao ciao – la risatina
deliziata della ragazza l'accompagnò mentre usciva e si
dirigeva in palestra, dove aveva lasciato un cambio adatto a quel che
voleva fare nel pomeriggi in uno degli armadietti dello spogliatoio
femminile.
Arrivata si spogliò in fretta e si infilò un paio di jeans leggermente aderenti tenuti con una cintura in pelle nera e dalla fibbia d'acciaio e una maglietta comoda e leggera, sempre nera e con il logo dei “Blaze”, la band di Axel, stampato sulla schiena. Si rimise gli elastici e i braccialetti che le davano un tocco leggermente punk e uscì all'ingresso, dove l'aspettava Axel.
-Vedo che ti sei divertita parecchio eh? - disse,salutandola con un cenno della mano.
-Sì,
lo confesso, mi sono divertita, e poi avevamo un accordo, ricordi
Axel? -
-Oh, sì... è vero, chiedi pure allora. -
-Voglio uscire con te, Ora e da soli- disse lei, guardandolo negli occhi con un cipiglio malizioso e scherzoso al tempo stesso.
Axel rimase veramente spiazzato stavolta.
-CHEE?!-
-Hai
sentito bene, idiota- bofonchiò lei arrossendo appena.
-S-sì,
va bene.. usciamo insieme.-
Anche Axel, come il professore, non
riusciva a credere a quello che gli aveva chiesto: Larxene, la fredda
Larxene, che voleva uscire con lui? Ma se di solito era al pari di
uno straccio per lei.
-Perfetto!- esclamò la bionda attaccandosi al suo braccio ridcchiando.
Axel evitò di fare polemiche, anche perchè in fondo non era così male: non lo avrebbe mai ammesso, ma larxene lo attraeva, e nemmeno poco!
Decisero di gironzolare per Sunset un poco prima di dirigersi al parco dei divertimenti.
-… E alla fine non ha retto alla mia grande recitazione- Larxene concluse il racconto con evidente soddisfazione.
-e quindi ti ha baciato? - chiese Axel ridacchiando.
-Lo
ha fatto. E quindi? -
Il ragazzo tossicchiò e si schiarì
la gola con nonchalance – Niente, niente.. è che se devo
dire la verità sono quasi invidioso. - sorrise poi,
guardandola.
Larxene spostò l'attenzione dalla sua crepes dolce ad Axel e gli rivolse un sorrisetto divertito. - Se vuoi baciarmi, prima devi convincermi. -
-Uh, e da qando non ti prendi quello che vuoi da sola? -
-Mmmh... in effetti non è da me, ma non puoi sapere quello che voglio no? - sorrise divertita prima di prendere un altro boccone, guardando di sottecchi la reazione di Axel: le piaceva mettere il ragazzo in crisi,
anche se evitava di andarci pesante per paura di un vero litigio.
Il
Rosso ci pensò su dubbioso, poi convenne con la sua risposta.
-Colpito e affondato- sbuffò -Ma non sei la sola a prendere
qualcosa quando vuole, sai? - ridacchiò, prima di rubarle un
morso di quel dolcetto invitante.
-Ma... Idiota,non sai nemmeno
come si fa! - Larxene alzò gli occhi al cielo: possibile che
fosse così ottuso? “al diavolo”, pensò, “
Ha ragione, e poi è da un pezzo che voglio farlo.”.
-Axel?- lo chiamò con la sua solita innocenza sfacciatamente falsa.
-Sì?- la guardò curioso, per sentirsi afferrare il viso e baciare con fare possessivo dall'amica.
Ci mise qualche attimo a riordinare le sensazioni: il tocco affilato delle unghie, che teneva sempre lunghe e smaltate con colori vivaci, il profumo forte che le piaceva, le labbra allo zucchero per via del dolce lasciato ancora a metà...
In quel momento, a cui si era abbandonato senza quasi accorgersene, percepiva chiaramente, oltre tutto l'imbarazzo e il desiderio, una punta di gioia pura, come se qualcosa di importante fosse finalmente tortato a posto.
Larxene, dal canto suo, si godeva quell' attimo con tutta sé stessa.
Si sentì arrossire quando Axel la strinse a sé per la vita e le loro lingue si sfiorarono e iniziarono a cercarsi.
Con indosso la maglietta leggera e così stretta ad Axel, poteva sentire il piacevole tepore del ragazzo e tra le dita, che aveva spostato sulla nuca, i capelli del ragazzo, ispidi, ribelli e color del fuoco le facevano un solletico leggero.
Scostò il viso di qualche centimetro e sorrise, puntando i grandi occhi smeraldini in quelli di lui, sorridendo divertita ed emozionata, scordando chi fingeva di essere.
-Da quanto aspettavo..- mormorò passandosi la lingua sulle labbra.
-Cosa aspettavi?- sorrise Axel ancora stupito.
-Di
baciarti,scemo! Sei così' lento... - ridacchiò
cherzosa, baciandogli la guancia – Ed è pure due anni
che cerco di farti capire che mi piaci,accidenti a te- sbottò
poi con un piccolo broncio.
-Bhe, ecco... In realtà anche
tu mi piaci...- ridacchiò imbarazzato, spostando lo sguardo da
lei all'orologio.
-Accidenti!- esclamò – Il tempo
vola! Però... Massì, non credo mi uccideranno se tardo
di qualche minuto. -
tornò
a guardarla: gli rivolgeva uno sguardo interrogativo.
-Tra poco
levo le tende, ma prima..-
La baciò ancora, prendendole le mani e chiudendo gli occhi.
Larxene arrossì, quasi indignata per essere stata presa alla sprovvista, ma felice che non gli fosse indifferente.
Quando si staccarono,Axel sembrava ancora più imbarazzato.
Tossicchiò – Ehm.. devo dirti una cosa un po'.. come dire, privata. - .
Lei tornò seria, forse aveva intuito dove stava andando a parare.
-Dimi pure-
il
ragazzo era un po' in ansia, e in effetti ne aveva tutte le
ragioni.
-Ecco.. sono bi- buttò lì tutto d'un fiato,
aspettandosi come minimo una smorfia disgustata.
E
invece la risata sollevata di larxene lo colse completamente alla
sprovvista.
- Quindi è soltanto questo? Che scemo, e poi lo
sono anch'io-
“Ok, questa davvero non me l'aspettavo” pensò Axel stupito.
-Davvero?-
Larxene annuì sorridendo orgogliosa – Certo, ma non me ne preoccupo di certo- .
-Piuttosto, credevo che stessi per dirmi che eri già impegnato! Non dovresti spaventare così una ragazza. Certo che fai proprio schifo a corteggiare- rise poi, pizzicandogli una guancia.
-Ah grazie, sempre così carina eh?- Ridacchiò Axel.
-Sempre
per te- rispose furba lei, in rimando. -Dai, scherzo..! Però
mi piace un sacco la tua sincerità, sai?-
-Mh.. Grazie.-
Axel si addolcì un po' e la prese di nuovo tra le braccia.
-Allora, grande attrice, il mio tempo è scaduto, purtroppo..
ci vediamo domani?-
-Che capo scemo mi sono trovata.. Sì,
“Rosso”, a domani- ridacchiò la biondina
dolcemente.
-Ok, intanto scappo, che ho già fatto dieci
minuti di ritardo!-
-Dai, vai!- disse lei con un sorriso, infilando le mani nei pantaloni.
-Ah! Grazie della splendida giornata Axel, davvero!-
-Figurati, ci vediamo domani-
-A
domani!- lo salutò, mentre lui correva verso la sua auto, una
chiassosa camaro modificata.
-che scemo..- Mormorò
sorridendo dolcemente e scuotendo la testa, incamminandosi verso
casa.