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Autore: Nerospirito    24/01/2013    1 recensioni
L'universo di Kingdom Hearts è vasto e frammentato,quindi può succedere di trovare mondi dove la realtà è stravolta e le storie di chi vi abita si svolgono in modo diverso.
In una città che è nata sullo stampo di Crepuscopoli e che porta il nome di Sunset City, i personaggi di Kingdom Hearts si muovono e vivono tra i banchi di scuola, con annessi e connessi, come amori, trinagoli, scherzi e guai con preside e professori! Non anticipo molto, ma la storia sarà ordinata secondo le vicende dei vari personaggi principali: Ventus e Roxas sono gemelli,Sora e Vanitas sono fratelli,i vari membri dell'Organizzazione 13 disposti tra studenti,professori e bidelli, e poi vedremo anche qualche conoscenza di Final Fantasy. Prometto anche qualche scena un po' più ... "carica".
Spero vi piaccia,grazie ancora a chi segue le mie storie!
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco, Altro contesto
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Nove e quaranta di sera: a casa di Axel quattro loschi figuri complottano e tramano malefici intrighi...

Stavano attorno a quel tavolo da almeno un ora a proporre e scartare un' idea dopo l'altra.

Axel era decisamente irritato e niente sembrava andargli a genio.
Graffiti, vandalismo.. Aah, era così dura trovare qualcosa di veramente infido e creativo da fare colpo, insomma, per uscire col botto!

Zexion, come al solito, non proponeva nulla, lasciando che fossero gli altri ad avere le idee: preferiva agire, piuttosto che proporre qualcosa che poi sicuramente non sarebbe piaciuto, anche se aveva un'ideuzza che gli ronzava in testa da un po'...

Larxene, invece, era un vulcano di proposte più o meno subdole, ma che comunque non attiravano “il Rosso” .
- Andiamo Axel, qualcosa dovrà pur andare bene! - sbottò dopo l'ennesimo tentativo scartato a caldo,
-No invece! Tutta roba già fatta, già vista qui alla Sunset: voglio qualcosa di nuovo, qualcosa di grosso e così umiliante da far cacciare il nostro bersaglio dalla scuola! - .
I ragazzi sbuffarono: nulla da dire, quando quel tipo voleva le cose, le otteneva in un modo o nell'altro.

-Bah, non puoi pretendere di spedire a casa qualcuno da un giorno all'altro! Specie se, come immagino, è un prof ! - sbottò larxene esasperata da quel comportamento, alzando gli occhi al cielo.
-Dovremmo..mm... Dovremmo beccarne uno a limonarsi una studentessa- La proposta di Zexion spezzò il probabilissimo litigio tra Axel e la biondina.
- Certo, e dove la troviamo una che... - I ragazi si voltarono all'unisono verso Larxene con un ampio ghigno sul volto.
- Che?! Oh no! Io non ci stò! - Protestò lei, mettendo le mani avanti.
-Avanti, basteranno un paio di foto..., a proposito, sai che sei davvero fotogenica? - Axel sfoderò un falsissimo sorriso a trentadue denti – Daaai... - .
Larxene sbuffò ma alla fine si lasciò convincere.
- D'accordo, ma in cambio.. Axel, mi devi un Grosso favore. -
Il ragazzo ci pensò su qualche istante: Larxene sapeva essere davvero sadica alle volte, e probabilmente gli avrebbe appioppato uno degli incarichi noiosi che le affidava il padre, che aveva un'officina appena fuori città. Forse anche per questo lei adorava i motori e i Jeans.
- E va bene, Larxy, accetto – Acconsentì rassegnato stringendole la mano.
- Eddai, sarà divertente... bhe, per me sicuramente lo sarà! - ridacchiò lei in rimando, in un modo che fece rabbrividire i suoi amici.

In realtà l'idea di ridicolizzare un certo insegnante la riempiva di una gioia sadica, e la stuzzicava davvero tanto.
-Posso scegliere io la “Vittima”? - domandò quindi, per essere sicura di fare centro.

-Ehm... Certo! - Escalarono Axel e Zexion all'unisono, sollevati che la sua attenzione si fosse spostata su qualcun' altro.
Passarono dei minuti in silenzio, mentre ognuno pensava a come scattare le foto incriminanti.

Alla fine Larxene scelse come bersaglio il vicepreside, Xemnas, docente di Diritto nel corso umanistico della scuola.
Quell'uomo non le piaceva granchè, perchè teneva i voti bassi, e poi il suo ufficio era quello sistemato meglio: al piano terra e con una grande finestra che dava su due cespugli di ginepro poco più alti del davanzale. nel parchetto interno dell'istituto.

-Il vicepreside, eh?- Axel sorrise tra sé, molto soddisfatto. - Ti adoro quando te ne esci con queste pensate, ragazza – Ridacchiò poi, dandole un buffetto.

Larxene sorrise beffarda passandosi una mano tra i capelli cortissimi e biondo acceso, tinti di fresco.

In realtà il gesto le serviva a nascondere un attimo di imbarazzo che svanì veloce come era arrivato: preferiva tenere la maschera da fredda stronza, piuttosto che apparire una ragazza normale.

Era una cosa che aveva scelto quando era stata mollata dal suo ultimo ragazzo prima di entrare alla Sunset e dopo una storia lunga e sofferta durata quasi tre anni.
Quel giorno aveva deciso che non si sarebbe più affidata a nessuno, e era stato anche il giorno in cui aveva detto basta a storie e cotte.

Almeno fino al giorno in cui aveva conosciuto Axel!

Lo spirito ribelle dell'amico e la sua tendenza lasciarsi libero di essere come voleva erano per lei oggetto d'ammirazione fin da subito. Quando poi aveva scoperto per puro caso che sotto l'apparenza da duro anarchico del ragazzo c'era un cuore tenero e leale, aveva proprio iniziato a piacerle, e piacerle davvero!
C'era un piccolo, enorme problema però: Lui non se la filava di striscio.
- Bhe, comunque, quando facciamo quest'ultima diavoleria? - Larxene cercò di sviare il discorso, e chiedere qualche informazione in più, dato che lei aveva la parte principale, e adorava recitare.

Axel ci pensò su qualche momento: In effetti, con tutti i dettagli e le varianti che gli erano saltati in mente aveva tralasciato un dettaglio importante: il quando.
-Uhmm... Direi la prossima settimana, anche perchè tra quindici giorni finisce l'anno, e venerdì pubblicheranno l'ultimo numero del giornalino scolastico e...-
-Aspetta, Aspetta?! Che c'entra il giornalino.
Larxene lo guardò scioccata: non avevano mai parlato di giornalino!

-Bhe, sì.. per fare il colpo grosso un pubblico è necessario, e qui abbiamo giusto giusto un cronista che fa al caso nostro – Doveva ammetterlo: era proprio un genio quando si trattava di buttare in aria un gran polverone.
-magnifico.. Ho sempre sognato di fare il paparazzo...- il commento di Zexion poteva solo essere definito “Sarcasmo del condannato” - Comunque, direi che mercoledì prossimo può andare bene: devo rubacchiare una delle fotocamere buone a mio padre e studiare l'ambiente – Il padre di zexion era un fotografo e lavorava per un settimanale naturalistico locale.
-Siamo d'accordo allora, mercoledì si va in scena: sincronizzate gli orologi e ci organizzeremo via sms. Quando Zexion avrà le foto migliori ti chiamerà al cellulare, e quello sarà il segnale per la fuga, se tutto va bene sarà una toccata e fuga e quell'allocco non se ne accorgerà neppure. Mi raccomando Larxy.. Il gran finale dipende da te. -
- Certo capo! – esclamarono gli altri due.- .

Uno sbuffo ironico e un – Non funzionerà mai – tagliarono l'aria eccitata della riunione portando il gelo-
Saix era rimasto ad ascoltare tutto il tempo, e anche se non lo avrebbe mai ammesso per principio, il suo amico aveva avuto l'idea giusta a usare il giornalino:

Era noto a tutti che i club studenteschi non potevano essere toccati dal corpo docente in quanto totalmente autogestiti dagli studenti.

Questa era una concessione ottenuta qualche anno prima da Squall Leonheart, un presidente del consiglio studentesco quasi leggendario: era stato lui a portare avanti gli estenuanti negoziati con Yen Sid e alla fine aveva stroncato il vecchio preside con un'arringa mitica che tutt'ora era incorniciata nell'aula insegnanti e scritta a lettere cubitali, giusto per ricordarlo a certi docenti che tendevano ad allargarsi troppo.
-Axel, questa volta finirete nei guai sul serio, e lo dico da amico, non da rappresentante di classe. -
Axel ringhiò infastidito.
-Tranquillo Saix, ho già pensato a tutto: i voti sono troppo alti perchè non ci ammettano all'esame, e avranno già fatto gli scrutini quando uscirà il giornale. Tra due settimane siamo fuori da questo inferno.
-Sei comunque un Idiota – sbottò saix picchiandogli una secca manata in fronte.
-Eppiantala! - sbottò Axel scostandogli il braccio: nonostante fosse un buon amico, Saix sapeva essere davvero seccante!

-In ogni caso, ti ho chiamato perchè mi serve una mano – borbottò Axel sfregandosi la fronte con uno sguardo vendicatore tutto per Saix.
-Fammi indovinare: vuoi che come rappresentante della classe nel consiglio tiri fuori Zexion dalle grane che questa storia potrebbe portare... - Sbuffò Saix divertito: per quanto tentasse di fare il duro, Axel pensava sempre a proteggere i suoi amici prima.

Accettò la richiesta del Rosso.
-Grazie Saix, sei un amico – sorrise Axel.

-Sei sempre un idiota, ma ti devo un favore- sbottò in rimando il ragazzo dai capelli azzurri passandosi una mano sul viso.


Alla fine venne il Mercoledì scelto, e l'ora scelta per il grande piano.

Larxene, camicetta sbottonata sul seno e capelli sciolti dalla pettinatura sbarazzina, aspettava il vicepreside

seduta a gambe scoperte e obbligatoriamente accavallate sulla scrivania del suo studio, sistemando gli ultimi ritocchi al trucco, tenuto leggero. Il risultato la la soddisfaceva.

Adorava recitare, se solo non avesse dovuto essere COSì provocante si sarebbe divertita ancora di più.

Sbuffò pensando a come fare per stuzzicare quell'uomo.. Bhe, almeno era bello, non sarebbe stato troppo difficile, sperava.

Controllò che Zexion fosse in posizione, e un cenno da dentro ai cespugli le avvisò che ormai non si tornava più indietro.
“Bene bene.. sarà da Oscar mhmhmhmhm...“ pensò guardando la porta che si apriva con un leggero cigolio.

Il professore entrò nella stanza, guardandola non poco stupito di trovarla sulla cattedra in quel modo.

-Salve prof...- lo salutò la ragazza con un sorriso languido, mordendosi appena le labbra.
-Ehm.. Larxene, come..come mai nel mio studio?-
Il povero professore andò a sedersi,senza riuscire a smettere di guardarla.

-in realtà.. - la ragazza si stese sulla cattedra, appoggiandosi ai gomiti in modo da far risaltare il seno e prese a fare circoletti con l'indice sul legno della scrivania -è da tempo che... vorrei passare un po' di tempo con lei.. da soli, se mi capisce- mormorò maliziosa.

Xemnas deglutì a vuoto, chiedendosi come diavolo era finito in quella maledetta situazione.

-S-sarebbe proibito e.. p-passeresti dei guai se venissero a saperlo.. -

Vederlo in crisi era davvero appagante per la biondina e le permetteva di divertirsi nonostante il suo importantissimo compito.

-Le assicuro che sarà un segreto tra me e lei... - gli sussurrò all'orecchio con voce suadente mentre gli massaggiava le spalle lentamente, trattenendo un sorriso sadico dentro la mente. Osservava attentamente i suoi occhi ambra, e il sudore accennato che le rivelava quanto fosse brava.
-Puoi.. puoi giurarlo?-
Larxene sorrise dolcemente, un sorriso palesemente falso.
- Certamente... - “Nemmeno... morta”
La “preda” era cascata nella trappola del trio con tutti i piedi.
- Prof.. non sia gentile, mi piacciono gli uomini carismatici... -

Il prof, da bravo burattino, le prese i polsi e la baciò con trasporto bruciante, e le diede non poco fastidio all'inizio, anche se in effetti non era male come baciatore...


Zexion si era appostato nel posto migliore possibile e ora scattava foto a raffica usando angolazioni che nascondevano il viso dell'amica e ritraevano il “pollo” come la stesse forzando.. Axel non avrebbe desiderato di meglio...


Un paio di minuti dopo il cellulare di Larxene suonò e alla ragazza parve il coro angelico che la chiamava.
Avevano abbastanza materiale, a quanto pareva. Si scostò dall'uomo e finse di guardare lo schermo del telefonino: in realtà stava osservando la fuga silenziosa di Zexion.

Scivolò giù dalla cattedra e si riabbottonò la camicia strizzando l'occhio al professore,
-mm.. è davvero bravo sa? Mi ha fatto sentire così bene.. peccato che non sia il mio tipo, e che sia in un mare di guai.. ciao ciao – la risatina deliziata della ragazza l'accompagnò mentre usciva e si dirigeva in palestra, dove aveva lasciato un cambio adatto a quel che voleva fare nel pomeriggi in uno degli armadietti dello spogliatoio femminile.

Arrivata si spogliò in fretta e si infilò un paio di jeans leggermente aderenti tenuti con una cintura in pelle nera e dalla fibbia d'acciaio e una maglietta comoda e leggera, sempre nera e con il logo dei “Blaze”, la band di Axel, stampato sulla schiena. Si rimise gli elastici e i braccialetti che le davano un tocco leggermente punk e uscì all'ingresso, dove l'aspettava Axel.

-Vedo che ti sei divertita parecchio eh? - disse,salutandola con un cenno della mano.

-Sì, lo confesso, mi sono divertita, e poi avevamo un accordo, ricordi Axel? -
-Oh, sì... è vero, chiedi pure allora. -

-Voglio uscire con te, Ora e da soli- disse lei, guardandolo negli occhi con un cipiglio malizioso e scherzoso al tempo stesso.

Axel rimase veramente spiazzato stavolta.

-CHEE?!-
-Hai sentito bene, idiota- bofonchiò lei arrossendo appena.
-S-sì, va bene.. usciamo insieme.-
Anche Axel, come il professore, non riusciva a credere a quello che gli aveva chiesto: Larxene, la fredda Larxene, che voleva uscire con lui? Ma se di solito era al pari di uno straccio per lei.

-Perfetto!- esclamò la bionda attaccandosi al suo braccio ridcchiando.

Axel evitò di fare polemiche, anche perchè in fondo non era così male: non lo avrebbe mai ammesso, ma larxene lo attraeva, e nemmeno poco!

Decisero di gironzolare per Sunset un poco prima di dirigersi al parco dei divertimenti.

-… E alla fine non ha retto alla mia grande recitazione- Larxene concluse il racconto con evidente soddisfazione.

-e quindi ti ha baciato? - chiese Axel ridacchiando.

-Lo ha fatto. E quindi? -
Il ragazzo tossicchiò e si schiarì la gola con nonchalance – Niente, niente.. è che se devo dire la verità sono quasi invidioso. - sorrise poi, guardandola.

Larxene spostò l'attenzione dalla sua crepes dolce ad Axel e gli rivolse un sorrisetto divertito. - Se vuoi baciarmi, prima devi convincermi. -

-Uh, e da qando non ti prendi quello che vuoi da sola? -

-Mmmh... in effetti non è da me, ma non puoi sapere quello che voglio no? - sorrise divertita prima di prendere un altro boccone, guardando di sottecchi la reazione di Axel: le piaceva mettere il ragazzo in crisi,

anche se evitava di andarci pesante per paura di un vero litigio.

Il Rosso ci pensò su dubbioso, poi convenne con la sua risposta. -Colpito e affondato- sbuffò -Ma non sei la sola a prendere qualcosa quando vuole, sai? - ridacchiò, prima di rubarle un morso di quel dolcetto invitante.
-Ma... Idiota,non sai nemmeno come si fa! - Larxene alzò gli occhi al cielo: possibile che fosse così ottuso? “al diavolo”, pensò, “ Ha ragione, e poi è da un pezzo che voglio farlo.”.

-Axel?- lo chiamò con la sua solita innocenza sfacciatamente falsa.

-Sì?- la guardò curioso, per sentirsi afferrare il viso e baciare con fare possessivo dall'amica.

Ci mise qualche attimo a riordinare le sensazioni: il tocco affilato delle unghie, che teneva sempre lunghe e smaltate con colori vivaci, il profumo forte che le piaceva, le labbra allo zucchero per via del dolce lasciato ancora a metà...

In quel momento, a cui si era abbandonato senza quasi accorgersene, percepiva chiaramente, oltre tutto l'imbarazzo e il desiderio, una punta di gioia pura, come se qualcosa di importante fosse finalmente tortato a posto.

Larxene, dal canto suo, si godeva quell' attimo con tutta sé stessa.

Si sentì arrossire quando Axel la strinse a sé per la vita e le loro lingue si sfiorarono e iniziarono a cercarsi.

Con indosso la maglietta leggera e così stretta ad Axel, poteva sentire il piacevole tepore del ragazzo e tra le dita, che aveva spostato sulla nuca, i capelli del ragazzo, ispidi, ribelli e color del fuoco le facevano un solletico leggero.

Scostò il viso di qualche centimetro e sorrise, puntando i grandi occhi smeraldini in quelli di lui, sorridendo divertita ed emozionata, scordando chi fingeva di essere.

-Da quanto aspettavo..- mormorò passandosi la lingua sulle labbra.

-Cosa aspettavi?- sorrise Axel ancora stupito.

-Di baciarti,scemo! Sei così' lento... - ridacchiò cherzosa, baciandogli la guancia – Ed è pure due anni che cerco di farti capire che mi piaci,accidenti a te- sbottò poi con un piccolo broncio.
-Bhe, ecco... In realtà anche tu mi piaci...- ridacchiò imbarazzato, spostando lo sguardo da lei all'orologio.
-Accidenti!- esclamò – Il tempo vola! Però... Massì, non credo mi uccideranno se tardo di qualche minuto. -

tornò a guardarla: gli rivolgeva uno sguardo interrogativo.
-Tra poco levo le tende, ma prima..-

La baciò ancora, prendendole le mani e chiudendo gli occhi.

Larxene arrossì, quasi indignata per essere stata presa alla sprovvista, ma felice che non gli fosse indifferente.

Quando si staccarono,Axel sembrava ancora più imbarazzato.

Tossicchiò – Ehm.. devo dirti una cosa un po'.. come dire, privata. - .

Lei tornò seria, forse aveva intuito dove stava andando a parare.

-Dimi pure-

il ragazzo era un po' in ansia, e in effetti ne aveva tutte le ragioni.
-Ecco.. sono bi- buttò lì tutto d'un fiato, aspettandosi come minimo una smorfia disgustata.

E invece la risata sollevata di larxene lo colse completamente alla sprovvista.
- Quindi è soltanto questo? Che scemo, e poi lo sono anch'io-

Ok, questa davvero non me l'aspettavo” pensò Axel stupito.

-Davvero?-

Larxene annuì sorridendo orgogliosa – Certo, ma non me ne preoccupo di certo- .

-Piuttosto, credevo che stessi per dirmi che eri già impegnato! Non dovresti spaventare così una ragazza. Certo che fai proprio schifo a corteggiare- rise poi, pizzicandogli una guancia.

-Ah grazie, sempre così carina eh?- Ridacchiò Axel.

-Sempre per te- rispose furba lei, in rimando. -Dai, scherzo..! Però mi piace un sacco la tua sincerità, sai?-
-Mh.. Grazie.- Axel si addolcì un po' e la prese di nuovo tra le braccia. -Allora, grande attrice, il mio tempo è scaduto, purtroppo.. ci vediamo domani?-
-Che capo scemo mi sono trovata.. Sì, “Rosso”, a domani- ridacchiò la biondina dolcemente.
-Ok, intanto scappo, che ho già fatto dieci minuti di ritardo!-

-Dai, vai!- disse lei con un sorriso, infilando le mani nei pantaloni.

-Ah! Grazie della splendida giornata Axel, davvero!-

-Figurati, ci vediamo domani-

-A domani!- lo salutò, mentre lui correva verso la sua auto, una chiassosa camaro modificata.
-che scemo..- Mormorò sorridendo dolcemente e scuotendo la testa, incamminandosi verso casa.



  
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