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Autore: GlendaSinWrasprigrel    25/01/2013    0 recensioni
Veritas True, figlia dei due ricercatori di diamanti più famosi del mondo, per via del lavoro dei suoi genitori deve traslocare almeno una volta ogni due anni: finita l'estate i True si trasferirono in campagna vicino alla città di Mist City. Lo stesso giorno del trasloco i genitori di Veritas dovettero lasciarla a casa da sola per lavorare.Mentre Veritas sistemava le sue cose, un'oggetto blu simile ad un meteorite atterrò proprio vicino a casa sua e con grande sorpresa si scoprì essere un... enorme riccio blu!
Cosa sarà successo al nostro eroe, Sonic the Hedgehog?
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Sonic the Hedgehog, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“ Non posso darvi uno dei miei pigiama – a meno che non vi piaccia il rosa – perciò vi dovrete accontentare di questi”
“ Per me vanno benissimo!”
“ Pur essendo una ragazza hai dei vestiti del genere?”
“Ehi, sii gentile con lei , Shadow! Dopotutto ci sta dando una mano!”
“Tsk”
“Beh, i gusti sono gusti”
Quando Sonic e Shadow finirono di cambiarsi con un paio di tute da ginnastica, i tre ragazzi entrarono nella stanza di Veritas per scoprire finalmente cosa Shadow avesse fatto hai suoi genitori e  perché ora reputassero lui e Sonic suoi cugini
“Allora.. adesso ci vuoi spiegare come hai fatto? Hai usato l’ipnosi?”
“Precisamente”
Shadow si sedette sul letto e mostrò nuovamente la pietra rossa che portava al collo. Apparentemente sembrava una semplice pietra deforme color rubino, eppure dentro di se si nascondeva un potere segreto e incomprensibile
“Wow… bella bigiotteria!”
Disse sarcastico Sonic
“ Guarda che dovresti avercela anche tu,sapientone”
“Cosa? Io?”
“Ehm… Sonic”
“Si, Veritas?”
“ Lo sai che hai ancora una benda sul collo?”
La ragazza indicò con l’indice la striscia della garza,il blu si affrettò a toglierla e tutti e tre rimasero a bocca aperta: attorno sulla gola pendeva un girocollo fatto con un nastro nero e una pietra ovale blu scuro al centro
“Oh no!”
Sonic lo esaminò più da vicino guardandosi allo specchio, cercò a strattoni di levarselo ma senza risultati
“ E’ tutto inutile. Ci ho provato anche io con la mia catena”
“Mi da fastidio! Sembro un cagnolino”
“Woof!”
“Lo trovi divertente?”
“Esilarante”
“Se provate a litigare di nuovo, vi butto fuori di casa…”
“ Ad ogni modo, ora vi spiegherò che cosa è successo a quei due umani”
Sonic e Veritas si misero davanti al moro seduti sul parquet in ascolto
“ In realtà non ho idea che cosa sia questa roba, ma so solo che me la sono ritrovata al collo lo stesso giorno in cui atterrai qui. Non so bene a cosa serva, per ora sappiamo che è in grado di ipnotizzare chiunque”
“ Wow… dici che sarò capace di farlo anche io?”
“Probabile”
“ Fantastico!”
“ Bene, credo che ora andrò a dormire. Domani dobbiamo metterci a perlustrare la zona, Sonic”
“Come vuoi tu. Ehi non hai voglia di restare a parlare ancora un po’?”
“Non se ne parla, ti ho già detto che vado a dormire”
Shadow si diresse verso la porta della stanza di Veritas stiracchiandosi, chiudendola dando le spalle, Sonic invece, decise di rimanere ancora un po’ in compagnia della ragazza
 “ Tu non hai sonno , Sonic?”
“Nah. Come potrei riuscire a prendere sonno dopo tutte queste storie assurde. Collane magiche, robot trasforma-ricci. Uhhhh , solo a pensarci mi vengono i brividi!”
“A me sembra che tu sia più che rilassato”
“Tu dici? Sarà il mio carattere, non mi faccio intimorire così facilmente, neanche da una simile trasformazione. Ormai me ne sono capitate di tutti i colori che mi sembra di vivere una routine quotidiana”
Sonic iniziò a raccontare sotto gli occhi increduli dell’umana alcune delle sue più incredibile avventure sul suo pianeta Mobius, nello spazio e dei suoi innumerevoli viaggi nel tempo: raccontò dei suoi diversi nemici , di come li sconfisse e di come si salvò per un pelo.
Veritas s’immagino il riccio blu combattere i robot, le creature descritte da lui: i suoi occhi ad ogni racconto si ingrandivano dallo stupore
“E’ davvero fantastico! Incredibile! Ma c’è solo una cosa che non riesco ad immaginare”
“Che cosa?”
“ Insomma… quell’Eggman… A me viene in mente un uomo dalla forma ovale…”
“Eheheh, ci sei andata vicina!”
“Che vuoi dire?”
“ Hai presente l’uovo alla coque? Immagina che due strette e lunghe gambe e metà del corpo formino un portauovo, l’altra metà del corpo è l’uovo bollito. Aggiungici dei baffoni e un paio di occhiali tondi  e il gioco è fatto!”
Veritas focalizzò prima il portauovo dal gambo lungo e stretto con sopra l’uovo, poi s’immaginò un uomo sulla base di quella forma aggiungendo i piccoli dettagli e… scoppiò in una fragorosa risata
“Ahahahah!!  Caspita, è un po’ sproporzionato!!”
“Ehehe! E’ quello che penso anche io!”
Sonic si lasciò cadere sul morbido letto di Veritas con le braccia dietro la nuca e un sorrisetto soddisfatto sul volto
“ E’ un tipo incorreggibile. Dico sul serio! Ogni volta cerca in tutti i modi di conquistare Mobius “
“ E ovviamente tu lo hai sempre sconfitto”
“Certo!”
Sonic  prese a fissare il soffitto e pian piano che ricordava quello scellerato di Eggman anche le immagini dei suoi amici fecero capolino nei suoi pensieri; il sorriso sul volto dell’orgoglioso riccio svanì all’istante.
“ Ti mancano i tuoi amici, non è vero?”
Sonic si alzò dal letto e guardò dritto negli occhi l’umana forzando un sorriso
“Voi ragazze siete formidabili! Riuscite sempre a capire cosa passa per la testa di noi maschi. Incredibile!”
“Non esagerare ,ad ogni modo te lo si legge in faccia: devi stare tranquillo. Sono sicura che li raggiungerai presto”
“Forse sono atterrati qui”
Disse il blu con una punta di entusiasmo
“Tu dici?”
“Se Shadow si trova qui, allora vuol dire che sicuramente ci sono anche gli altri. Per questo voleva perlustrare la città!”
“Ah, capisco! ”
“Yawn… Ok, ora comincio ad avere sonno… Veritas, ci si vede! E’ stato un piacere parlare con te!”
“ Anche a me! Buonanotte Sonic”
Quando il ragazzo uscì dalla stanza Veritas Sbadigliò un paio di volte e si infilò sotto le coperte contemplando il cielo limpido della notte senza nemmeno una nuvola. In quel blu c’era solo l’enorme Luna che illuminava la stanza della ragazza con una tiepida luce argentata: non appena Veritas chiuse le palpebre cadde nel buio più totale
 
“Se partirai prima non ti prenderanno mai. Stai tranquilla”
Una donna dai capelli castani cercò di rassicurarmi con quello tono così familiare che per un istante le miei mani smisero di tremare ma rabbrividì quando vidi quella bruttissima linea di sangue che scendeva dalla sua tempia:  nonostante quel sorriso di conforto, orami ero certa che non saremmo mai riusciti a scappare che ben presto la porta verrà sfondata.
Una folla inferocita batteva frenetica sull’uscio, con delle pietre tentavano di rompere le finestre, senza farmi notare mi avvicinai ad una di esse e i miei si accecarono no appena vidi quelle spaventose fiamme che avvampavano sempre più forte: quella città, così bella e splendete, composta da edifici fatti con del preziosissimo marmo bianco, ora bruciava e si colorava di nero e il cielo azzurro, tempestato di meteore incandescenti.
La donna mi allontanò con uno strattone dalla finestra, mi prese per mano e cominciammo a correre verso il piano di sopra. Dalle scale si sentivano la porta spalancarsi di botto e delle voci che si avvicinavano sempre di più.
“Sono qui!”
Urlai tra le lacrime
“Non faranno mai in tempo, fidati!”
Raggiungemmo la soffitta, aperta la porta ne notai subito un’altra di metallo proprio davanti a noi
“Che cos’è?”
“ Non lascerò che ti portino via, scappa. Ora!”
“ E tu?”
“Io non posso;  questo effugium basta per una sola persona”
“No!”
“ Non pensare a me, tu va”
Lei tra le lacrime mi baciò sulla fronte, io l’abbracciai implorandola di venire via con me
“ Ti prego, vieni!”
“Devi vivere”
La donna aprì la pesante porta di ferro e un vento impetuoso mi risucchiò all’interno di essa, combatterlo era inutile poiché la corrente era troppo forte: io non potei fare nient’altro se non vedere la donna piangere disperata mentre veniva brutalmente picchiata dalla folla
“ No! Lasciatela stare! No!...”
“MAMMA!”
“ Sono qui, Veritas. Va tutto bene”
Veritas si alzò dal letto respirando a fatica, con la fronte bagnata di sudore e gli occhi velati li lacrime; affianco a lei, c’era la madre che le teneva la mano preoccupata
“ Hai avuto ancora lo stesso incubo?”
La ragazza annuì mentre la donna le accarezzò i capelli per  tranquillizzarla
“Non capisco… è strano…”
“Non pensarci, tesoro. E’ solo un sogno”
“Che ore sono?”
“ Sono le nove. Sonic e Shadow si sono svegliati di buon ora per fare un giro qui attorno”
“ Ah, capisco”
“ Io e tuo padre andiamo alla cava. Mi raccomando, chiudi bene la casa se uscite”
“Ok”
La madre prese tra le mani la testa della figlia e la baciò sulla fronte, un brivido percosse Veritas che si ricordò l’immagine della donna castana in lacrime.Al volo prese la borsa e uscì di casa dove il marito l’aspettava già dentro la macchina: Veritas si avvicinò alla finestra e vide Shadow vicino al cancelletto che salutava i suoi genitori.
Decisa, Veritas si vestì alla svelta per scendere, prese dei biscotti e uscì di casa: Shadow era ancora lì, con le braccia incrociate assorto nei suoi pensieri guardando il cielo privo di nuvole
“Oggi… c’è bel tempo”
Il moro si girò di scatto rilassandosi
“ Ah, sei tu”
“ Beh… ma buongiorno anche a te… dov’è Sonic?”
“ E’ lì, su quell’albero laggiù”
Un po’ scocciato, Shadow indicò un albero su una collina davanti alla casa: il blu se ne stava sdraiato beato su un ramo
“ Ah, eccolo”
Veritas lasciò Shadow, corse verso la collina e contemplò l’enorme quercia: era davvero molto alta
“Sonic! Ma come hai fatto ad arrivare la sopra?!”
“ Arrampicandomi! Avere un corpo umano non è così male, anche se è stato piuttosto irritante venire qui arrampicandomi. Dai vieni su! C’è una vista stupenda !”
La ragazza un po’ preoccupata ci pensò su. Aveva sette anni, quando si arrampicò per la prima volta assieme a suo padre e le parve di ricordare che a quel tempo era brava: così prese tutto il suo coraggio e cominciò ad arrampicarsi piano, aggrappandosi bene alla corteccia e ai rametti più piccoli
“Ehi, non te la cavi affatto male, sai?”
“Uff.. . è da un sacco che non lo faccio…”
“Dai,che ce la fai!”
La voce di Sonic diede lo sprint finale a Veritas che prese ad andare più veloce, era quasi arrivata allo stesso ramo del blu quando un piccolo ramo non si spezzò e la ragazza si sentì cadere nel vuoto
“Veritas!”
La ragazza, ormai a mezz’aria, invocò aiuto all’amico e chiuse gli occhi spaventata: ad un tratto lei capì che non stava più cadendo e li riaprì. Il suo volto divenne rosso come non mai dall’imbarazzo.
Veritas si trovò tra le braccia sia di Sonic che di Shadow; la ragazza si vergognò così tanto che si mise ad urlare e scese bruscamente dalle braccia dei due ricci lasciandoli sbigottiti.
“Un altro urlo e vedrai che andrà finire male, ragazzina”
“Ehi, che ti prende Veritas?”
“Ma voi… come avete fatto a …?”
“A fare cosa?”
“ Sonic… tu eri su quel ramo! E Shadow, tu eri vicino a casa mia! Come avete fatto?!”
I due rivali si guardarono un po’ perplessi e fu allora che compresero le parole della ragazza che difatti erano vere.
“ Hai ragione!! Ma come ho fatto”
“Io… non capisco. Ho semplicemente corso e…”
“Corso?”
“Aspetta…”
Shadow si appoggiò all’albero per tirarsi su una gamba, i suoi occhi si illuminarono vedendo ciò che non si aspettava di vedere: sotto le scarpe c’erano i suoi soliti overcraft che usava per la supervelocità.
“ Pazzesco… “
“Un momento! Non mi ancora risposto, Shadow! Tu hai corso?”
“  Smettila di gridare! E poi senti che parla! Come diamine hai fatto tu a scendere da lì senza farti male?”
“Beh, è semplice! Come al solito ho corso sulla cortec…”
Tutta la spavalderia del blu venne spenta da quella affermazione. I suoi occhi passarono da Shadow al ramo su cui due, ma neanche, un secondo fa era beatamente sdraiato: e fu in quel momento che comprese.
“Non può essere…”
“ Oh si, invece”
Sonic osservò la distesa di colline verdi attorno a se, una luce di speranza si accese nelle sue pupille. Si mise in posizione con il piede destro davanti al sinistro e… cominciò a sfrecciare più veloce della luce lasciando dietro di se una scia blu.
“Oh sì!!!”
Il blu continuava a correre senza sosta passando di tanto in tanto affianco a Shadow e a Veritas
“ Ma insomma!! Smettila con queste folate di vento!!”
“ Scusa, Veritas!”
“Che modi…”
“Non ci fare caso, è fatto così”
La ragazza si girò verso Shadow che con le braccia incrociate sorrideva soddisfatto. Allora è capace di sorridere, penò lei.
“ Dì la verità… Sei felice per lui?”
Il moro inarcò un sopracciglio e squadrò Veritas imbarazzato
“Non dire scemenze! Sono contento perché per qualche strano motivo le nostre capacità sono rimaste invariate nonostante il nostro aspetto!”
“Beh…. L’unica supposizione plausibile è che… quel raggio sia servito solo a mutare il vostro aspetto”
“ Fin qui c’ero arrivato… ”
“ Ma scusa…. Non avete neanche provato a correre questa mattina? Tutti e due?”
Shadow si voltò di scatto ignorando le domande di Veritas, che nel frattempo aveva capito quale fosse la risposta
“ Ho capito… Voi maschi siete sempre così…  Il vostro orgoglio vi impediva di provare. La delusione di aver perso la capacità di correre sarebbe stato uno shock e…”
“Sei fin troppo sveglia per i miei gust…. Ehi!”
“ Dai, Shadow! Ti va di fare una corsetta?”
“ E mollami, dannazione!”
“Ehehehe no! Finché non mi rispondi!”
“ Se hai tanta voglia di correre allora diamo un’occhiata in giro o in città! Non vuoi ritrovare i tuoi amici?”
Sonic lasciò la presa al collo di Shadow e il suo smagliante sorriso scomparve a quella domanda, diventando poi serio: Shadow aveva ragione, dovevano trovare al più presto i loro amici e scoprire per quale motivo si trovavano sulla Terra e perché. Non c’era un minuto da perdere.
“Hai ragione. Ok! Ma… Tu Veritas che farai?”
Un secondo dopo la ragazza si trovò gli sguardi attoniti dei due ricci addosso e le sue guance si tinsero nuovamente di rosso
“ Beh… ecco…. Non pensate a me! Voi avete cose più importanti a cui pensare! Io devo prendere delle cose per la scuola ”
“Ne sei sicura?”
“Sicurissima! Prenderò l’autobus!”
Sonic annuì sorridendo , Shadow si mise affianco a lui pronto a partire
“Allora, andiamo?”
“Certo!”
“Ah, fatte attenzione, mi raccomando!! “
“Contaci, Veritas! Ci vediamo questa sera!”
Il blu fece l’occhiolino alla ragazza e un secondo dopo sulle colline due scie, blu e rossa, sfrecciarono sulle colline:non appena scomparvero nella fitta foresta Veritas sospirò sorridendo.
Ancora non poteva credere a cosa le stesse accadendo, non avrebbe mai immaginato di incontrare due creature venute da un altro mondo e soprattutto due ricci; per qualche strano motivo però non si sentiva affatto tranquilla. Sapeva che sarebbe successo qualcosa prima o poi.
Veritas scacciò quel pensiero dalla testa, dimenticandosi anche del suo incubo e andò in casa per prendere una borsa e i soldi : chiusa la porta corse per il piccolo sentiero per raggiungere la fermata dell’autobus, ignara della presenza sul  tetto di casa sua. La misteriosa incappucciata scrutava seria la figura minuta della ragazza.
“ Goditi finché puoi questi attimi di felicità, Veritas. Perché presto entrerai in scena tu”
  
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