Anime & Manga > Guru Guru - Il girotondo della magia
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Autore: Osage_No_Onna    26/01/2013    2 recensioni
Ciao a tutti! Questa è una storia su GuruGuru, un' anime stupendo che vedevo quand' ero piccola di mattina... I nostri eroi intraprendono un' altro viaggio insieme a nuovi personaggi! E un sentimento amoroso sboccerà tra i protagonisti mentre affronterrano pericoli e conosceranno gioie e dolori.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
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Il cerchio GuruGuru


Da quanto tempo stavano camminando? Non avrebbero saputo dirlo.
Nike, Kokorì, Toma, Edvarg, Yumiko e Korji Kajiura, Terry, Sparkly e Firer, zaini in spalla, procedevano a passo di marcia lungo le strade ghiacciate di South-east Cost. Era inusuale vedere in una terra placida come Iceland un gruppo affiatato di adolescenti che camminava: la gente, voltandosi, faceva loro un cenno della la mano con un sorriso buffo stampato sul viso e poi ritornavano alle loro faccende. Erano così, gli abitanti di Iceland: gentili nella loro riservatezza.
“Dove siamo e che ora è? Ho perso la cognizione del tempo.”chiese Korji sbuffando.
“Korji, siamo fuori da South-east Cost, stiamo camminando da un’ ora e sono le due…”gli rispose la sorella, come sempre assorta.
Toma si girò a guardarla e vide i suoi occhi azzurri pensosi; “gli zaffiri”, li chiamava Terry, quegli occhi che sembravano riflettere il cielo sereno dell’ estate. All’ improvviso li trovò stupendi, ed ebbe anche voglia di affondare le sue dita nei folti capelli castano scuro di Yumiko. Arrossì per un’ attimo. Proprio in quel momento, Yumiko alzò la testa ed incontrò gli occhi grigi del ragazzo. Sorrise, rivelando una dentatura a dir poco perfetta.
Entrambi distolsero lo sguardo e ritornarono a concentrarsi sul cammino.
“Quando ci fermiamo? Sono stanca!”si lamentò Sparkly, i piedi doloranti negli stivali bassi dai quali avrebbero potuto benissimo uscire delle stelline.
“Voi femmine non fate altro che lamentarvi…”scosse il capo Nike, negando a se stesso cha anche lui era stanco e avrebbe volentieri fatto una pausa.
Di comune accordo, i ragazzi si riposarono vicino al lago Hoshi, l’ unico che in quella stagione non era ghiacciato.
In effetti in quel luogo non c’ erano i soliti giunchi, le canne, le raganelle, le rane e qualche timido pettirosso, come in tutti i laghi di Iceland: favorito dalla sua posizione, il lago ospitava intorno a sé anche papaveri, margheritine bianche, dei fiori dal colore tra il lilla ed il viola, campanelle bianche sfumate di rosa, ninfee e qualche pino marittimo, molto basso. Molto strano per quei luoghi, si vedeva ogni tanto una canna di bambù confondersi -poco- tra la vegetazione. In quel freddo inverno il lago ospitava pochi animali: c’ erano solo una coppietta di raganelle, alcune libellule e un airone che si era stabilito permanentemente lì. Quell’ uccello era una celebrità in tutta Iceland e gli abitanti della nazione gli avevano persino appioppato il terribile nome di Airy, ma lui non sembrava darci tanta importanza.
“Ciao, Airy!”lo salutò Korji non appena lo vide. Lui e Yumiko erano simili anche in questo: l’ amore per la natura.
Ma in quel momento l’ airone stava dormendo, per cui spalancò gli occhi, alzò il collo, piegò la testa di lato e ritornò alla sua pennichella.
“È famoso quell’ airone qui?”chiese Nike dopo essersi tolto gli stivali impellicciati ed aver immerso i piedi nell’ acqua tiepida.
“Molto!”gli rispose Sparkly. “È il simbolo di Iceland e la gente viene qui apposta per vederlo.”
“Però Airy… che fantasia!”
esclamò Nike.
“Ritienici mortalmente offesi.”disse Firer scimmiottando la voce di sua madre, una donna di buon cuore e decisamente patriota.
Tra l’ altro, però, era un po’ offeso anche lui.
“Beh, sì, è un nome poco originale. Però quest’ airone incarna lo spirito dei cittadini di Iceland: non eccelle in niente, sbriga le sue faccende con calma e ama la tranquillità, ma se accade qualcosa mette l’ anima nel voler rimettere a posto le cose.”spiegò Terry, che da sempre conosceva Airy e la storia dei villaggi.
“Ha mai aiutato qualche volta?”chiese Toma incuriosito.
“Sì, nel grande incidente del 1128 a South-west cost.”cominciò a raccontare Yumiko poggiando le mani sulle ginocchia. “Allora South-west cost era un minuscolo villaggio stabilito sulle acque i cui cittadini abitavano sulle palafitte.
Però il 19 agosto del 1128 un uragano seguito da uno tsunami si abbatté sulla costa sud-ovest e tutte le palafitte vennero spazzate via. Gli abitanti furono scaraventati sulla terraferma, fortunatamente, ma il loro villaggio era devastato e avevano perso tutto. Così si misero di buona lena a ricostruirlo sulla terra e Airy aiutò molto durante le costruzioni: si dice che riuscisse a trasportare quasi 30 chili di legno al giorno!”
“Però!”
esclamò ammirata Terry. “Questo proprio non me lo ricordavo.”
“Gli animali sono creature stupende, non trovate anche voi, Valoroso Guerriero?”
domandò Kokorì, che sorrideva con la testa tra le mani.
“Uhm, sì.” le rispose lui senza voglia.
Kokorì si mise a giocherellare con Airy, che ormai si era arreso, mentre Nike, con aria cool, sedeva indifferente a rinfrescare i piedi.
“Senti un po’”disse Yumiko a Toma, volgendo lo sguardo verso di lui, con i capelli che frustavano l’ aria. “Ma Nike fa sempre il fighetto della situazione?”
“Purtroppo sì… Nike è sempre così ed è anche un gran sciupafemmine.”
rispose lui sorridendo.
“L’ avevo notato.” Yumiko sorrise di nuovo, colpendo il cuore del moro.
Sparkly, a dispetto dei piedi doloranti, percorse tutto il perimetro del lago rischiando di bagnarsi e di pestare, con “la stessa grazia di un branco di elefanti”, come disse in seguito Terry, tutti i fiori della zona, suscitando l’ ira della ragazza dagli occhi verdi, che si mise a rincorrere la bionda per tutte le terre circostanti. Firer cercava inutilmente di far fare tre rimbalzi sull’ acqua ai sassi, mentre Edvarg, come sempre, ballava.
Nike, Kokorì e Toma inorridirono. A dire il vero Nike avrebbe volentieri sbattuto la testa contro un muro… ammesso che ci fosse un muro nei paraggi!
L’ ombra nera scese sui tre ragazzi molto più velocemente del solito, mentre Toma esclamava esasperato: “Basta, fatelo smettere! Non ce la faccio più!”
“Ah! Non ce la fa, non ce la fa!”
strillò non visto un folletto negazione, agitando i ventagli bianchi con la spirale rossa in aria. Gli spiritelli dai capelli verde acqua erano invisibili agli occhi degli umani, ma il loro lavoro era sbucare fuori all’ improvviso ogniqualvolta un’ individuo pronunciava una negazione.
Yumiko guardò lo “spettacolo” del vecchio, poi distolse lo sguardo e si mise a pensare, fissando il ciondolo blu con occhi vacui. Pensare era un’ attività che le riusciva bene e lo faceva spesso: non di rado, nel bel mezzo di un’ attività, si metteve a pensare, finendo per addormentarsi o per farsi venire un “simpatico” mal di testa.
“Santo fuocherello!”esclamò all’ improvviso Firer, che era rimasto in piedi a lanciare sassi nel lago. Vide i suoi capelli rossi nel lago e pensò fra sé e sé che avrebbe assolutamente dovuto imparare a tenere gli occhi aperti sott’ acqua, cosa che nel suo gruppo di amici sapevano fare tutti, tranne lui.
“Firer!”si allarmò Terry correndo verso il rosso. “Che è successo?”
“Guardate le pietre nel lago! Formano un disegno…strano!”
esclamò il custode del fuoco, agitatissimo, che aveva cominciato a saltare da un piede all’ altro.
Tutti, persino il vecchio Edvarg, accorsero vicino alla sponda sinistra del lago Hoshi e guardarono sul fondo, cosa resa facile dall’ acqua a dir poco cristallina, che rifletteva i loro visi stupiti.
“Ma questo, signor custode del fuoco, non è un disegno…”fece notare Edvarg a Firer, indicando la disposizione particolare delle pietre.
“Ma è un cerchio GuruGuru!”disse entusiasta Kokorì battendo le mani.“Che bello! Sarà un altro dono della mia mamma e del mio papà?”
Korji, che come sempre seguiva gli eventi con una sorta di distacco, si illuminò tutto e disse: “Questo è il cerchio magico del teletrasporto!”
Che cosa?”chiese Terry mezza confusa.
“Il cerchio magico del teletrasporto, o solo Teletrasporto, è un cerchio magico di livello cinque. Fu lasciato da una strega GuruGuru, Rhodalia se non sbaglio, nel 1117. Permette di teletrasportare un massimo di 20 persone nel raggio di 10 metri nell’ arco di sei stadi*.”spiegò Korji alzando l’ indice e giocherellando con alcune farfalle cavolaie che, molto inusuale per quella stagione, svolacchiavano lì intorno.
“Il tuo cervello, fratellino, funziona in modo strano… perché ti ricordi questo e non le formule delle geometria piana?”sbuffò Yumiko ripensando a tutti quei pomeriggi nei quali, nella modesta casetta di South-east cost, aveva praticamente minacciato il fratello di chiuderlo a chiave nell’ armadio a muro senza cibo a patto di imparare le formule per calcolare l’ area di questa o quella figura. Il principale problema di Korji era proprio l’ essere svogliato, oltre che piuttosto smemorato e distratto. La paziente sorella aveva provato spesso ad allenare la volontà e la mente del fratello assieme alla badante, la signorina Parrot, ma ormai si era arresa.
La scuola dei custodi era ormai lontana e gli altri pensavano che ormai fosse arrivato il tempo della pacchia, ma Yumiko, da ragazzina seria e coscienziosa, pensava che fosse meglio allenare corpo e mente fin quando se ne avesse la possibilità.
Kokorì nel frattempo era praticamente impazzita e, continuando a ridere e a mandare qualche gridolino di tanto in tanto, aveva segnato il nuovo cerchio magico sul gremorio degli incantesimi, uno spesso librone dalla copertina blu.
“Kokorì!”disse Nike entusiasta. “Proviamo il nuovo cerchio magico!”
Un ruggito fece tremare l’ aria.
Alle loro spalle si ergeva un mostro, una via di mezzo tra un toro e un palestrato, con cinquanta braccia, cento piedi e una grande agilità nonostante la propria massa, si trattava dell’Ekapedos, un mostro abbastanza raro ma quasi invincibile.
“Mostro, ora che hai osato intralciare il nostro cammino, dovrai affrontare l’ ira del Valoroso Guerriero!”proclamò Nike in modo solenne, piantato a gambe larghe di fronte al mostro e sguainando un pugnale sbucato fuori da chissà dove .
In realtà Nike, dentro di sé, si sentiva come un bambinetto indifeso e piagnucolante e pensava che forse non sarebbe mai riuscito a battere l’ energumeno.
“Valoroso Guerriero…”emise Kokorì incantata, con gli occhi che le brillavano e uno sfondo rosa tutto a bolle di sapone e cuoricini. Forse nel sentire il tono sdolcinato della streghetta GuruGuru, Sparkly si mise a ridere a crepapelle mentre, piegata in due dalle risate, cercava di staccare il ciondolo a forma di stella attaccato alla catenella della collana.
“Yaaaah!”urlò Nike mentre spiccava un salto formidabile con lo scopo di ferire il mostro, ma come sempre fece cilecca: il pugnale si spezzò sul più bello e Nike rimase con l’ elsa e uno stupido “mozzicone” di spada in mano, mentre Toma scuoteva la testa.
Yumiko, rapida come la folgore, staccò anche lei il ciondolo dalla collana e fece un gesto con la mano: il ciondolo diventò un bastone molto simile a quello di Kokorì.
Chiuse gli occhi e cominciò a pensare, mentre Toma si mise sull’ attenti: finalmente avrebbe potuto vedere le tecniche magiche dei custodi!
Yumiko riaprì gli occhi e disegnò qualcosa per terra, un qualcosa che sembrava un’ onda stilizzata, poi aprì la mano e girò il palmo verso l’ altro.
“ONDATTACK!”gridò puntando l’ indice vero l’ Ekapedos.
Uno tsunami si erse dal disegno della ragazza, questo si diresse verso il mostro, che mandò a gambe all’ aria con una potenza inimmaginabile.
“Bravissima, signorina Kajiura!”sì complimentò il vecchio Edvarg.
“Grazie mille, ma… lei che sta facendo?”chiese Yumiko basita vedendo che il vecchietto si divincolava in maniera assurda.
“Ma è ovvio, no? Sto eseguendo la danza KitaKita del combattimento!”rispose il vecchietto come se quello che stesse facendo fosse assolutamente normale.
Per una mezz’ oretta i ragazzi, a parte Edvarg che si teneva debitamente a distanza senza azzardarsi neanche a lanciare pietre, continuarono a sferrare attacchi senza ottenere il minimo risultato. Mentre loro erano sfiniti, l’ Ekapedos continuava a sbuffare, a grugnire e ruggire come un forsennato.
“Ragazzi! Finalmente ho capito!”si illuminò Toma mentre leggeva una pergamena.
“Ah, Toma, ti è venuta un’ idea?”chiese Kokorì con la sua vocina acuta mentre si massaggiava la testa, depositaria di un bel bernoccolo, grosso come un’ uovo di gallina.
“Spara!”gli ordinò Nike.
“La forza dell’ Ekapedos sta nella sua posizione: se lo attacchiamo frontalmente, lui ci batte con facilità. Bisognerebbe spostarsi alle sue spalle e lanciare un’ incantesimo senza che lui se ne accorga. Quindi ecco la mia idea: i custodi lanceranno verso il mostro attacchi di poca potenza a getto continuo, mentre Kokorì, utilizzando il cerchio che abbiamo appena scoperto, si teletrasporterò dietro all’ Ekapedos e lo farà fuori definitivamente.”spiegò Toma.
“Circa la prima parte è tutto a posto, ma Kokorì come farà a controllare il cerchio? Voglio dire, come farà a trasferirsi esattamente dietro a quel coso?”fece notare Yumiko piegando la testa di lato.
“Ah beh, questo è semplice.”intervenì Korji dietro di lei. “Basta che pensi con tutte le sue forze di volersi trovare dietro di lui.”
“D’ accordo allora!”
esclamò Nike. “Che le danze abbiano inizio!”
Mentre di fronte all’ Ekapedos i custodi lanciavano turbini di foglie, lingue di fuoco, esplosioni di luce solare, cristalli di ghiaccio, folate di vento e quant’ altro, Kokorì si allontanò di dieci metri e cominciò a danzare, disegnando il cerchio. Quando ebbe finito pensò di volersi ritrovare dietro al mostro, poi alzò il bastone e con la punta gli fece toccare il cerchio.
Aveva funzionato. Due millisecondi dopo si ritrovò esattamente dietro all’ Ekapedos, che schivava gli attacchi dei custodi grugnendo. Prese di nuovo a danzare e, dopo aver finito, gridò: “CODA DI LUCERTOLA!”
La fiammata avvolse completamente la creatura e, dopo poco, di questa non era rimasto che un mucchietto di polvere.
“Bene! Anche questa volta io ho battuto i mostri immondi con la mia danza!”esultò Edvarg continuando a ballare.
Sui nove ragazzi inorriditi scese un’ ombra più nera del solito e Nike, dalla disperazione, si buttò nel lago Hoshi con un grande splash, riemergendo come blocco di ghiaccio.

*Sei stadi: 360 Km.

Image and video hosting by TinyPic Angolo dell' Autrice.
Salve a tutti! Finalmente è arrivato il secondo capitolo! Il titolo è veramente banale (MEA CULPA!) ma spero che il capitolo in sè vi piaccia. Non so da dove sia uscita l' esclamazione "Santo fuocherello", mentre invece i nomi della maga GuruGuru Rhodalia e quello del mostro Ekapedos li ho fatti sbucare dal greco antico, che studio in classe T.T.
Il capitolo però non è del tutto completo, perchè a breve dovrei mattere anche un disegno del cerchio del Teletrasporto (anche questo nome è davvero fantasioso).  Spero che vi piaccia! ^_^
See you!
-Puff



 

   
 
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