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Autore: Kaori_97    27/01/2013    4 recensioni
Un complicato caso, riguardante un pericoloso serial killer porterà il Lightman Group a collaborare di nuovo con l' FBI.
Una bruttissima sorpresa colpirà Cal, ma sopratutto Gillian.
Genere: Angst, Fluff, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cal Lightman, Gillian Foster, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Heei eccomi qui! Con il primo vero capitolo della mia long! Ho modificato una cosina nel prologo, avevo scritto che il killer si era spostato a Washington da solo 2 mesi, ora l’ho cambiato in 4 per motivi organizzativi! :)
Beh, buona lettura! ^^

Ah ultima cosa, ho dimenticato di dirvi che nei capitoli ci saranno anche i pensieri dei personaggi, ccapirete di chi sono perchè saranno inseriti subito dopo il discorso diretto della persona a cui appartengono! 



I will save you*


CHAPTER ONE.


“Ricapitoliamo. Sappiamo che i bersagli del killer sono solo donne, mai d’età inferiore ai trent’anni, o almeno fino ad adesso, tutte le donne che ha rapito avevano tra i 30 e i 45 anni…
Non sappiamo quale sia, o quale siano i luoghi del delitto perché dopo aver stuprato e ammazzato le vittime, sposta il cadavere. Le due donne morte qui a Washington, Deborah Johanson e Lily Saroyan sono state ritrovate entrambe in un vicolo del  Northwest Street. Anche la signora Scarlett, ma fortunatamente lei è sopravvissuta. Probabilmente il killer non sa che Zooey è viva, l’hanno trovata circa un mese fa, ma si è svegliata dal coma, da poco più di una settimana. L’FBI ha impedito alla stampa il diffondersi della notizia  per avere più possibilità di catturarlo, altrimenti avrebbe potuto scappare. In Florida non si sono mai neanche lontanamente avvicinati a catturarlo, come qui a D.C. del resto…” Concluse Lightman.
“Qui c’è scritto che lascia un marchio nel lato interno della porta principale della casa della vittima… C’è anche una foto… sembra… Una specie di cerchio crociato… E’ alquanto inquietante… E sul polso delle vittime, lascia sempre un’ ustione, post-mortem  causata dal contatto della pelle con una sigaretta accesa.” Aggiunse Foster con un foglio in mano.

“Povere donne… Torres, Loker,  rileggete e sistemate queste scartoffie, io e Foster andiamo a parlare con la signora Scarlett..”
Seppur a malavoglia i due apprendisti obbedirono al loro capo.

Foster e Cal erano in macchina da circa cinque minuti, ma nessuno dei due aveva aperto bocca.
Ad un certo punto il telefono di Gillian squillò.
“Pronto?... Ciao… Ora? Non so… sto lavorando e… Se ti va possiamo incontraci dopo, ora sono occupata… Va bene, allora dopo, ciao” Attaccò la chiamata.
Cal si volò verso la donna e cominciò a studiare il suo viso.
 Sorriso. Felicità. VERA FELICITA’.
Foster si accorse che il collega la stava fissando e un tantino imbarazzata fece un espressione interrogativa.
“Chi era?” Chiese Lightman.
“Nessuno che ti riguardi…” Rispose lei.
“Era Derek?” Domandò di nuovo l’uomo con un tono di evidente gelosia.
“Non sono affari tuoi, ora per favore puoi guardare la strada?”
Smettila di intrometterti! TI PREGO smettila”
Cal si voltò e tornò a guardare davanti a se.
“E’ lui…”
Gillian invece si girò dalla parte del finestrino.
Nessuno dei due proferì parola, fino all’arrivo in Ospedale.

Una volta dentro chiesero informazioni su dove potessero trovare la camera di Zooey Scarlet, quando la raggiunsero nella sua stanza c’erano alcuni parenti.
“Salve, siamo del Lightma Group… Dovremo parlare con vostra figlia.” Disse Cal.
Quella che probabilmente era la madre della donna fece una carezza alla figlia  e poi uscì dalla stanza seguita da tutti gli altri.
“Per favore, cercate di non metterle troppa pressione…” Aggiunse fermandosi poco prima di varcare la soglia della porta.
“Faremo il possibile per farla sentire a suo agio, non si preoccupi signora.” La rassicurò Foster.
Dopo che tutti furono usciti i due scienziati cominciarono a interrogare la povera donna.


Torres e Loker nel fra tempo stavano ancora sistemando i fascicoli sul caso.
“Hai visto la faccia di Lighmtan quando siamo entrati? Era tipo: ‘Non rompete i coglioni e andatevene!’ forse stava parlando di qualcosa di importante con Foster, lei sembrava molto irritata.” Cominciò a parlare il ragazzo.
“Già… Probabilmente…” Fece la vaga Ria.
In quel momento Eli posò tutte le carte che aveva in mano.
“Tu sai di cosa stavano parlando… Vero?”
“Credo sia perché stamattina il capo ha cancellato dalle mail tutte le richieste che avevano mandato alcuni uomini per indagare sulle mogli… Erano davvero tante…” Rispose ambiguamente la ragazza dai capelli scuri.
“Tu stai mentendo. Tu sai benissimo di cosa stessero parlando!” Affermò l’amico.
“No. Non è vero…”
“Oh si invece, e da brava collega condividerai le tue informazioni con me.” Ammiccò Loker.
Torres roteò gli occhi. Alla fine cedé.
“E’ da un po’ che Foster mi parla di un uomo, sembra felice di stare con lui, Lightman lo è venuto a sapere e… Beh c’è bisogno che te lo spieghi?!”
“E da quanto va avanti la storia con quest’ uomo?”
“Poco più di un mese… Ma nelle ultima settimana  me ne parla e ci esce molto più spesso…”
“Un mese?! E lo chiami ‘un po’?!”
“Forse agli occhi di voi uomini può sembrare tanto, ma per noi donne non è poi molto… Comunque Gillian sembra felice, ogni volta che nomina Derek le spunta un sorriso sulla faccia…” Raccontò Ria.
“Mmm… Ma come lo ha saputo Lightman? E’ risaputo che non riesce a leggere Foster. Cos’è… L’ha pedinata? C’era da aspettarselo…”
“Ecco veramente…”
“Glielo hai detto tu!” La accusò il ragazzo riccioluto.
“Io?! Cosa?! No! Cioè…  Si, ma mi è scappato!”
“Oh ora si che ci saranno problemi, il capo non fa altro che immischiarsi nella vita di Foster… E questo a lei non piacerà…”



“Zooey, noi vogliamo solo aiutarti, e impedire che il killer possa colpire altre vittime!” Disse Foster stringendo la mano alla donna.
Lei non fiatò.
Da più di un ora i due scienziati cercavano di farla parlare.
“Se lei non ci aiuta a capire chi sia questo pazzo che è a piede libero per Washington presto ci saranno altre vittime, non tutte saranno fortunate come lei signora.” Disse Cal
Ancora una volta niente, solo paura.
Lo scienziato prese una sedia e la avvicinò al letto.
“Va bene allora, proviamo così… Zooey, Zooey mi guardi… L’uomo che l’ha aggredita, lo conosceva?”
Nessuna risposta. Sbarrò gli occhi ma  subito abbassò la tesa e distolse lo sguardo.
“E’ un si. E da quanto? Una settimana? Due?”
Nulla.
“Un mese?”
Spalancò gli occhi.
Era di nuovo un si.
Bussarono alla porta, era un infermiera.
“Scusatemi sono costretta a chiedere di andarvene o di tornare più tardi, la paziente si sta incominciano ad agitare e devo visitarla.”
“Va bene, allora torneremo sta sera. Andiamo Foster…”
Sicuramente non era il caso di pensare a quelle cose, ma il modo in cui il suo collega aveva detto ‘Andiamo Foster’ non le era piaciuto per niente, aveva un tono diverso dal solito,  e questo la faceva stare male. Probabilmente sapeva anche quale fosse la causa del suo comportamento, ma adesso le cose cominciavano a funzionare con Derek… E non voleva che lui si intromettesse.

I due, uscirono dall’ospedale e tornarono in macchina.
Per pochi istanti nessuno dei due proferì parola, la tensione tra i due saliva sempre di più.
“Cal…”Cominciò lei.
“Scusami, mi dispiace.” Disse con lo sguardo basso. “Non avrei dovuto intromettermi nella tua vita privata.” La interruppe lui.
Lei lo guardò negli occhi, poi per pochi istanti chinò il capo e subito dopo tornò a guardare i suoi occhi
“Non… Non ti preoccupare ok? Non fa niente.” Rispose lei con un lieve sorriso.
“Non mi immischierò  più nella tua vita privata... Scusami  ancora tesoro...”
“Va bene Cal. Grazie.” Disse poggiando una mano sulla sua spalla. “
Vedendo lo sguardo dell’amico ancora triste, prese il telefono in mano e scrisse un messaggio che poi inviò.
“Andiamo a mangiare qualcosa? Visto che siamo fuori...”Propose Gillian.
“Credevo... Che avessi un appuntamento con... Derek.” Disse con un accenno di disprezzo che però Foster ignorò.
“Si in effetti è vero...Ma gli ho inviato un messaggio per disdire… E… Mi manca pranzare insieme a te…” Rispose un po’ imbarazzata. Ultimamente tra di loro regnava sempre l’imbarazzo.
Lightman qualche secondo dopo le fece una carezza sulla guancia, e poi si abbracciarono.
“Va bene tesoro, sono felice di poter passare un po’ di tempo con te, anche fuori dal lavoro.” Disse lui, appena dopo aver sciolto l’abbraccio.
“Anche io. Ora andiamo, sto morendo di fame!” Esclamò lei con un sorriso stampato in faccia.


“Secondo te che tipo è il killer?” Domandò Foster addentando un panino.
“So solo che è uno psicopatico che va in giro a stuprare e ad ammazzare delle povere donne, per poi buttare il cadavere in un vicolo buio di Washington…” Rispose Cal con un espressione disgustata in volto.
“Però… Zooey lo conosceva…Vuol dire che l’assassino prima l’ha conosciuta, e probabilmente fatto amicizia per avvicinarla… I serial killer seguono sempre il loro modus operandi… Immagino che  si sia comportato così anche con tutte le altre donne che ha ucciso.”
“Ma non dovevamo ‘non parlare di lavoro’?”
“Ma noi non stiamo ‘parlando di lavoro’   stiamo solo…”Pensò per qualche istante “Esponendo le nostre idee su un serial killer…”
Cal alzò un sopracciglio e la guardo esasperato.
Gillian sorrise divertita, e il suo collega ne rimase incantato, nonostante questo lui la osservava con espressione triste.
Ripensò al suo sorriso di prima in macchina, quando era al telefono con Derek.
**“Vorrei essere l’unico a farti ridere…”
Il pensiero che anche quell’uomo riuscisse a farla sorridere lo stava torturando.
Quando Gillian si accorse di essere fissata dall’uomo, e vedendo la sua malinconia gli si avvicinò un po’.
“Cosa c’è che non va?” Chiese con tono dolce lei.
“Oh… Nulla tesoro. Perché?”
“ Cal…Me  ne accorgo quando hai qualcosa che non va…”
“Perché ora fai così Cal?”
“Non ti preoccupare tesoro.” Rispose facendole una carezza sulla guancia e spostandole i capelli dietro l’orecchio.
La donna decise di non fare altre domande, anche se sapeva che qualcosa lo turbava.
Tornò al suo posto e abbassò il capo.
Ci furono pochi secondi di silenzio. L’aria allegra che fino a poco prima aleggiava tra i due era di nuovo sparita ed era tornata a regnare la tensione. Nemmeno loro sapevano il perché, magari lo immaginavano però non lo ammettevano a loro stessi. Le cose andavano sempre peggio.
“Sono già le tre e quindici” Disse Cal dopo un po’. “Dobbiamo andare in ufficio.” Continuò alzandosi dalla sedia.
Lightman lasciò i soldi del conto sul tavolo e uscirono dalla tavola calda.


“E’ la quarta volta che rileggo questi fogli! Il capo si aspetta delle novità quando tornerà, ma non ho trovato nulla di  nuovo…” Sbottò Torres.
“Lightman ha detto che il killer prima di uccidere una vittima la conosce… Ma a che scopo? Perché non le ammazza e basta?”
“Forse ha bisogno di stabilire un rapporto con queste donne, magari vedere soffrire una persona famigliare lo fa eccitare… Dopo tutto è uno psicopatico....” Constatò la ragazza.
“A  proposito di psicopatici… Chissà come se la sta cavando Cal con Gi…”
“Ricorda allo psicopatico di licenziarti appena finito il caso.” Esordì Lightman spalancando la porta del suo studio.
“Dov’ è Foster?” Chiese Ria.
“E’ nel suo ufficio. Tutti fuori ora. Ho bisogno di una pausa.” Disse con un tono forse troppo alto e indicando la porta con un dito.
Si accasciò sul divano, e si mise la testa tra le mani.
Poco fa era riuscito a resistere, e a non fare una scenata davanti a lei, ma per quanto ci sarebbe riuscito?
Era abituato a essere l’unico uomo a potersi avvicinare a lei da un bel po’ di tempo, e invece ora arriva questo Derek a rovinare tutto. E lui non ne sapeva nulla fino a quella mattina, perché Gillian non le aveva detto niente?
“Non posso lasciare che uno qualunque me la porti via…”





Kaori_97
Allora? Cosa ne dite? Spero vi sia piaciuto! E spero in una piccola recensione!
Baci.
   
 
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