Anime & Manga > Fushigi Yuugi
Ricorda la storia  |       
Autore: takiko    19/08/2007    1 recensioni
- Basato su Fushigi Yuugi Genbu Kaiden - "Takao chiuse la lettera e la ripose in tasca. Non poteva ancora crederci. Era passato poco tempo da quando Taki l’aveva salutato alla stazione. E ora stava per essere divorata. Non riusciva a spiegarselo. Genbu? Chi era? Nella sua mente comparve l’immagine di un gigantesco demone nero. Non riusciva a immaginare diversamente l’essere che, secondo la lettera di Okuda, aveva divorato la sua Taki. Non che credesse davvero a quella storia. Come poteva?"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO PRIMO: LA LETTERA

CAPITOLO PRIMO: LA LETTERA

"Caro Osugi..

Ormai non mi resta che affidare ogni cosa a te. Purtroppo il tempo sta per scadere. In Cina ho trovato un libro sacro intitolato "Shijintenchisho". Amante della letteratura quale sono ho deciso di tradurlo, ma una volta completata la traduzione, il libro ha risucchiato mia figlia Takiko tra le sue pagine. Sembra infatti che lo Shijintenchisho sia dotato di uno strano potere magico. Mia figlia è diventata la protagonista del libro, ha evocato la bestia sacra Genbu, ed è tornata da me. Purtroppo però, lamentava continui dolori dappertutto. Man mano che i suoi tre desideri venivano realizzati, il corpo di Takiko era gradualmente divorato da Genbu. Capisci? Mia figlia sta per essere mangiata viva! Ho deciso perciò di ucciderla e di togliermi la vita. Prima di mettere in atto il mio progetto, ho anche tentato di sbarazzarmi dello Shijintenchisho; gli ho dato fuoco, ma non è bruciato. Sono certo che il libro sta aspettando le altre sacerdotesse: quelle di Byakko, di Suzaku e di Seiryu. Ti prego, caro amico: sigilla questo volume al mio posto! E' l'ultimo desiderio che mi resta..."

Takao chiuse la lettera e la ripose in tasca. Non poteva ancora crederci.

Era passato poco tempo da quando Taki l’aveva salutato alla stazione. E ora stava per essere divorata. Non riusciva a spiegarselo.

Genbu? Chi era? Nella sua mente comparve l’immagine di un gigantesco demone nero. Non riusciva a immaginare diversamente l’essere che, secondo la lettera di Okuda, aveva divorato la sua Taki.

Non che credesse davvero a quella storia. Come poteva?

Risucchiata in un libro? No. Non poteva essere vero. Rise. Doveva trattarsi sicuramente di uno scherzo. Crudele, un po’ meschino, ma sicuramente era uno scherzo.

Si alzò dalla sedia e rimase immobile in piedi ad osservare quello strano volume allegato alla lettera.

L’aveva già visto. La sera in cui la madre di Taki era morta, Okuda aveva in mano quel libro. I suoi occhi rivelavano un terrore muto. Come se in quel momento l’uomo avesse capito tutto e, nello stesso tempo, niente.

Il libro era lo stesso. La copertina di un rosso carminio e la rilegatura bianca lo facevano risaltare rispetto agli altri noiosi volume nerastri. Takao lo prese in mano e cominciò a rivoltarlo perplesso.

Scomparsa. Quella sera, Taki era scomparsa. Questo pensiero gli balenò nella mente. Lo sguardo di Okuda… ora lo capiva. Forse in quel momento l’uomo aveva capito dove si trovava la figlia.

Perché non ne aveva parlato con lui? Forse non si fidava… eppure era sempre stato un suo caro amico. O forse in quel momento si sentiva in colpa e si vergognava…

Posò il libro incredulo. Senza volere, stava dando credito a quella lettera.

Che idiozia!” esclamò.

Fece per abbandonare la stanza. Da fuori si sentiva un cicalare gioioso. Era Suzuno. Probabilmente la bambina era rimasta incantata dallo spettacolo che i ciliegi in fiore rivelano in primavera. Nel suo viso balenò un sorriso da padre soddisfatto. Padre. Anche lui, come Okuda era un padre. Avrebbe mai scherzato in quel modo sulla vita di sua figlia?

Tornò indietro. Riprese il libro con le mani tremanti e lo aprì. Prese la prima pagina e iniziò a leggere ad alta voce. Come per far dare un tono sarcastico a quello che avrebbe letto… perché, in cuor suo, sapeva cosa stava per leggere.

“La fanciulla prescelta da Genbu aveva perduto la madre. Un litigio con suo padre le aveva spezzato il cuore. Aprì la porta che conduce nell’altro mondo e discese a Hokkan, la terra di Genbu. Il nome della fanciulla che si era incamminata lungo il percorso predestinato di sacerdotessa era Takiko.”

Il libro cadde. Le mani tremanti non riuscirono ad evitarlo e Takao rimase immobile, con gli occhi sbarrati a fissare il libro caduto.

Forse era stato Okuda a scriverlo… Forse era un nuovo romanzo…

“Signore, Signore.” La governate entrò nella stanza senza troppe cerimonie. Takao ancora sconvolto, si infuriò per questa interruzione così brusca. Si girò intenzionato a rimproverare la donna e a intimarle di uscire nuovamente dalla stanza, quando qualcosa nel suo viso lo fermo. La donna stava piangendo. Il suo volto era rigato dalle lacrime.

“Il professor Okuda…” balbettò. La brava donna sapeva quanto il padrone volesse bene a quell’uomo. E ora stava piangendo non tanto per la notizia in sé, quanto perché sapeva che stava per dare al giovane signore un colpo ben assestato al petto.

“E’ morto.” Continuò esitante.

A Takao sembrò che la sua mente diventasse nebbia fitta.

C-cosa?”

“Questa mattina, l’hanno trovato morto in casa sua, dentro il suo studio. Disse la donna. I suo più vivi presentimenti si erano trasformati in realtà. Takao era come paralizzato.

Come è morto?” chiese guardando nel vuoto.

Era incredibile. Nello stesso esatto momento in cui aveva visto le lacrime della donna, l’aveva immaginato. Non era premonizione, non era un sesto senso. La lettera l’aveva annunciato.

“Si è sparato un colpo alla tempia.”.

Takao chiuse gli occhi. Anche questo non gli era nuovo del tutto.

E Takiko?”.

La governate lo guardò perplesso.

Takiko? La signorina non si sa dove sia. Forse è scappata.” Disse mesta. Le lacrime erano finite. Gli occhi rossi e gonfi rivelavano tutta la lealtà che quella donna provava per il suo giovane signore.

“Povera ragazza” continuò, come se stesse parlando da sola. “rimasta senza padre, dopo aver perso anche la madre…”.

Takao non ascoltava. Probabilmente Okuda aveva ucciso la figlia, poi l’aveva seppellita da qualche parte in modo da darle l’ultimo saluto. Infine si era tolto la vita come annunciato.

“Grazie” mormorò distratto. “Potete lasciarmi solo?”. La donna annuì e se ne andò chiudendo la porta.

Allora era vero! Genbu, il libro, Hokkan… era tutto vero. In un altro momento questa rivelazione l’avrebbe colpito e incuriosito. Ma ora come ora non era alto che un contorno sfocato. Una cornice, uno sfondo. Qualcosa di lontano e poco importate.

Erano morti. Okuda e sua figlia erano morti. Questo era tutto quello che contava veramente in quel momento.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fushigi Yuugi / Vai alla pagina dell'autore: takiko