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Autore: varietyofdreams    29/01/2013    0 recensioni
La pelle invecchia, ma il cuore rimane sempre giovane. Rachel ha paura di dimenticare, ogni anno che passa. Ha paura dell'inverno che le faccia scordare l'estate.
Ma l'inverno, sterile e privo d'amore, non cade mai su quelle bambine che sono state principesse fra le braccia di un pirata.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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A Rachel davano fastidio le francesine, tirate fino sopra il ginocchio: l’elastico della calza le stringeva la carne e le dava prurito. Maledisse sé stessa per essere entrata in un collegio dove dovevano portare una divisa. Dietro di lei, una ragazza sbuffò. Rachel non osò guardarsi intorno e mantenne la testa bassa sul suo quaderno. Se l’avesse alzata sarebbe andata incontro all’ira del professore di Economia, che era noto per la sua crudeltà nel bacchettare le mani dei disattenti.
Prese qualche appunto, ma era troppo annoiata e stanca per poter dare il meglio di sé. Quando la campanella suonò, tutte e venticinque le ragazze si alzarono in piedi risposero libri e quaderni nella cartella di cuoio marrone a tracolla, sistemarono educatamente le sedie sotto i banchi, fecero un ultimo inchino davanti alla cattedra e uscirono.
Una volta fuori dall’edificio scolastico, nel tragitto verso i dormitori, Rachel si sciolse i capelli che era costretta a tenere legati durante l’orario di scuola. I suoi lunghi capelli rossi e mossi si riversarono sulle sue spalle e sulla sua schiena, quasi sbraitando per la prigionia che erano costretti a subire. Si fermò di fronte al laghetto del collegio, per specchiarsi nell'acqua. Si sistemò i capelli e si sedette sulla riva, esausta. Aprì la cartella per prendere la sua agenda e la aprì con cautela. Da una delle pagine del fondo estrasse una foto ingiallita, vecchia di anni. Rappresentava una festa di carnevale che avevano fatto quando era piccola nell’orfanotrofio. L’unico festeggiamento che fosse permesso dalla Direttrice.
Nella foto c’era lei, con i suoi capelli corti fino alle spalle, come volevano le regole dell’Istituto. Accanto a lei, vestita da principessa, c’era un bambino vestito da pirata. Rachel ricordava a malapena il suo nome, solo perché lui l’aveva scritto con una scrittura tremolante dietro la foto: Alf. Un bel nome. Ricordava che era il suo migliore amico, a quel tempo. Ma non riusciva proprio a ricordarsi perché non fossero rimasti amici: probabilmente lui era stato adottato, invece a lei era toccata la terribile sorte di rimanere fino a diciannove anni in quella struttura che comprendeva orfanotrofio, collegio e scuola. «Alf…? E chi è? Non me ne avevi mai parlato prima d’ora.» Rachel sobbalzò e la foto le sfuggì di mano, rischiando di finire nel laghetto. Si precipitò a raccoglierla prima che potesse danneggiarsi e la rimise frettolosamente nell’agenda. Solo allora si voltò verso il nuovo arrivato, Daniel. Lo conosceva ormai da tre anni e non riusciva ancora ad abituarsi alla sua presenza. Infatti, arrossì.
Il ragazzo sorrise, facendo comparire quelle due fossette tanto dolci ai lati della sua bocca. «Ti ho spaventata? Scusa, non volevo.» Ridendo, si sedette accanto a Rachel. «No, non mi hai spaventata, figurati.» Gli sorrise, come faceva sempre. Daniel era l’unico ragazzo con cui aveva stretto confidenza, non per un motivo particolare, ma solo perché era l’unico che gli si avvicinava senza preoccuparsi della sua timidezza. «Insomma, chi era questo Alf? Potrei essere geloso.»
Lei rise e gli diede una spinta con il braccio, scherzosamente. «Sciocco. Non è nessuno di cui dovresti preoccuparti. Un amico dell’orfanotrofio.» Il ragazzo si massaggiò il braccio facendo finta di essersi fatto male. «Uh, e vi sentite ancora?» Rachel s’incupì. «Non mi ricordo nemmeno chi fosse. Questa foto è l’unico ricordo che ho dell’infanzia, e vorrei conservarlo. Ma di lui non ricordo niente.»
Daniel prese un filo d’erba e se lo mise in bocca, stendendosi sul prato. «Rachel… hai molti compiti da fare per domani?» Aveva già studiato sia chimica che storia, le materie che la impaurivano di più. Dunque non aveva molto da fare, solo qualche equazione di matematica come ripasso. «No, veramente. Perché me lo chiedi?» «Ti va di andare a fare un giro della città?» La ragazza ci pensò su per qualche minuto. «Va bene. Ma dobbiamo assolutamente rientrare prima del coprifuoco, ti prego. Non voglio finire nei guai.» Precisò, sapendo che Daniel aveva già molti richiami per non aver rispettato il coprifuoco. «Naturalmente, principessa. Vai a posare la cartella in camera, ti aspetto qui.»

   
 
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