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Autore: _World_    29/01/2013    0 recensioni
Si trovava nel mezzo del nulla, anzi, nel mezzo del caos più totale. Un cielo così nero da non distinguere nessuna profondità, quasi fosse una massa omogenea e piatta. Il terreno fin troppo arido era rosso, con strane strisce irregolari più scure. Rumori distorti fendevano l’aria, creando come dei fischi sinistri, e urla lontane completavano il quadro. Tutto era desolato, non vi era nulla. Le uniche vegetazioni erano morte e incendiate da fiamme verdi che, a occhio, non avrebbero mai smesso di bruciare. L’agonia più totale aveva assediato quel luogo maledetto, ma sembrava non sortire effetto a quella ragazza che guardava disinteressata ciò che la circondava.
Genere: Avventura, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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CAP 6


Ormai riconosceva bene quel posto, vi era stata durante il tormento, e nei suoi programmi non era di certo previsto. Si guardò attorno leggermente spaesata. Era intrappolata, ma si sa bene che ogni trappola ha il suo punto di fuga. Niente è mai come sembra, e istintivamente le venne da pensare a Zevran. Rabbrividì scostando quel pensiero per osservare meglio quel paesaggio.
In lontananza sembrava si udivano squittii. Cauta si avvicinò, senza fare rumore, lentamente, con movimenti fluidi come le aveva insegnato l’assassino durante i combattimenti.
Vide un demone dell’ira. Stava per lanciargli una palla di fuoco ma all’ultimo cambiò usando stretta invernale. Il demone si bloccò per poco, dandole il tempo necessario per usare legame vitale e curare quel topo in fin di vita. Poi, con un colpo secco lo fece implodere.
Si chinò sull’animale moribondo.
<< Ti ringrazio per l’aiuto straniera. >> In un primo istante Lilian aggrottò la fronte, poi si rese conto che infondo si trovava nell’oblio. << Per il tuo aiuto ti dono il mio mutaforma >>
Un alone lasciò il corpo del topo che diventò un uomo, e passò a Lilian.
<< Grazie! >> disse scappando via per esplorare le altre distese dell’oblio. I punti principali formavano un pentagono, alla quale in centro risiedeva il demone della pigrizia. Lui l’avrebbe fatta uscire. Però non poteva di certo affrontarlo senza gli altri, doveva trovarli, saranno rinchiusi in qualche altro incubo. Ma a quanto pareva tutto è collegato, dunque doveva prima trovare il modo di esplorare gli altri quattro punti.
Due erano bloccati da infinite fasce di fuoco che ostruivano il passaggio, fortunatamente la metamorfosi topo riuscì ad aiutarla. Arrivò in un punto speculare al circolo dei maghi, ma ovunque andasse niente dava a pensare a qualsiasi via di fuga.
Si lasciò cadere a terra, rannicchiandosi in un angolo della libreria. Era in piena crisi di panico, aveva bisogno di qualcosa a cui attaccarsi, non poteva darsi per vinta ma la frustrazione era troppa. Le veniva da piangere, nascose la testa tra le gambe che aveva portato al petto.
Chiuse gli occhi cercando di trattenersi.
“Smettila di piagnucolarti come una bambina, sei ridicola. Alzati e datti da fare” quella voce così lontana ma vicina la riconobbe all’istante. Tant’è che alzò di scatto la testa osservando ciò che aveva davanti a sé.
<< Zevran >> sussurrò. Ma quello non era davvero lui, bensì quasi un ologramma. Gattonò fino ai suoi piedi rimettendosi seduta.
“Non è da te comportarti in questa maniera”
<< Zevran ho paura non riesco a uscire, è tutto bloccato, è impossibile… non riesco a tirar fuori me, come posso sperare di liberare voi.. >> provò a toccarlo ma passò oltre.
“Se potessi toccarti ti avrei già strigliato. Avanti, vuoi davvero arrenderti così?”
<< Ma tu non sei reale, come fai a parlarmi? >>
“L’oblio espande i tuoi sensi, dunque avendo più libertà mentale sono riuscito a mettermi in contatto con te”
<< Ma ora tu dove sei? >>
“Da qualche parte in un incubo” i suoi piedi cominciarono a svanire dunque si affrettò “ Non ho molto tempo ormai. Trova l’uscita, e noi faremo altrettanto. Ci ricongiungeremo, tutti” dopo di che, anche l’ultimo capello svanì nel nulla.
Lilian si alzò, scrollò le spalle, si asciugò gli occhi lucidi e riprovò ad ogni parte dell’oblio, ad ogni tana del topo, finché, nel tormento del templare giunse in una stanza sorretta da quattro colonne. Vi era un templare in fiamme, quando la vide non esitò ad attaccare. La rossa schivò qualche colpo, e ne parò altrettanti con la spada.
<< Ehi tu! Svegliati sei in un incubo, non voglio attaccarti. Ma devi svegliarti! >> gridò
L’uomo, seppur cosciente si muoveva senza controllo. << Non riesco a controllarmi, fermami tu, sarà l’unico modo per svegliarmi. >>
Lilian strinse gli occhi per poi decidersi ad attaccare sul serio. Tentò di non pensare al fatto che quell’uomo fosse innocente, per immaginarlo come una qualsiasi prole oscura. Dopo diversi attacchi lo trafisse con la spada. In quel momento, il templare si staccò da terra.
<< Ora sono libero di svegliarmi, verrò in tuo soccorso, in cambio prenditi il mio mutaforma. >> e si dissolse come gli altri lasciandole un’armatura infuocata.
Alla ragazza quasi non le brillarono gli occhi, ora poteva passare ovunque, e infatti fu proprio ciò che fece.
Così, dopo quella svolta, man mano riuscì a liberare sempre più persone, ottenendo persino il mutaforma in golem di pietra, e spirito. Ormai era riuscita a creare tutti i ponti che la conducevano al centro, ma prima doveva assolutamente aiutare i suoi compagni.



Lentamente, forse anche troppo lentamente, tutti riaprirono gli occhi. Uno dei primi fu Alistair, che quasi non diede tempo a Lilian di prendere coscienza allontanandola dalle braccia di Zevran, ormai sveglio da tempo che la osservava .
Del mago del sangue non vi era traccia, disteso a terra, ormai morto, vi era l’altro mago. Lilian, con gran rammarico prese il materiale che lui stesso, nell’oblio, gli aveva detto di prendere.
Si voltò osservando tutti i componenti, vide riflesso il suo stesso sguardo negli occhi di Wynne. Uno sguardo triste, rassegnato per quelle persone morte nella torre. Sospirò pesantemente.
<< Quando questa storia sarà finita, ogni SINGOLA persona dovrà avere una degna sepoltura religiosa. >>
<< Mi hai tolto le parole di bocca ragazza. >>
<< Ora andiamo però. La sala del tormento è vicina >> commentò Morrigan.


Cullen ricordava bene quando fu assegnato alla torre del circolo, per sorvegliare insieme ad altri templare i maghi della chiesa. Non si era mai trovato male, tutto era più semplice se i maghi credevano. Non si sarebbero mai ribellati, né avrebbero fatto domande strane, o preteso libertà. Dunque non aveva mai avuto grandi problemi. Prima che arrivassero i nuovi apprendisti. Tra tutti quei piccoli pidocchietti ve ne era una particolarmente movimentata e ribelle, forse quella che causava più problemi, anzi, si domandava perché fosse li se non voleva. Di solito i maghi lo diventavano per libera scelta e non per costrizione. Gli causò diversi problemi dato che, essendo anche lui uno dei nuovi arrivati come templare, doveva occuparsi lui degli intoppi di percorso. Eppure, parlando più volte con quella mociosetta di dodici anni, comprese che ella possedeva un cervello molto più maturo degli altri, domande e osservazioni talmente acute da fare invidia a un ventiduenne come lui. Con il tempo lei cambiò, rimanendo lo stesso uno spirito ribelle e dal passato misterioso. E quando compì diciotto anni, quasi si pentì di essersi dato ai voti di templari. Infine ella partì con i custodi grigi, e da quel giorno, lui non la rivide mai più.
Ovviamente non poteva immaginarsi di trovarla in carne e ossa davanti i suoi occhi. Imprigionato in quella barriera, dove il suo volto infestava ogni allucinazione, non poteva di certo credere di averla davanti a sé.
<< Basta! Se avete pietà uccidetemi, non ce la faccio più >>
<< Cullen? >> lo chiamò confusa << … Non mi riconoscete? >>
<< Fin troppo bene, basta. Colpirmi nel mio più grande disonore… innamorarmi di una maga… che disonore >> il templare continuava a blaterare cose sconnesse tra loro.
Lilian s’inginocchiò per arrivare alla sua altezza. Allungò una mano fino a toccare la barriera, Cullen fece altrettanto. << Questo non me l’avevate mai detto >> sussurrò
<< Come potevo…? >>
<< Ora basta >> intervenne Zevran interrompendo il momento << Che è successo, chi ti ha imprigionato? >>
<< I maghi del sangue, sono di sopra... stanno trasformando tutti in abomini, dovete fermarli. >>
<< Come? >> domandò Wynne
<< L’unico modo è la morte >>
<< Oh no, non possiamo uccidere innocenti >>
<< SONO ABOMINI. VANNO STERMINATI. CASO CHIUSO >> la tagliò corta Lilian seria e dura. Incrociò lo sguardo con la donna. << Tu non hai idea di cosa possa fare un uomo se corrotto dagli abomini… >> concluse severa e tagliente, quasi serbasse un profondo odio.


Lilian ricordava di essere stata poche volte nella stanza del tormento prima della prova effettiva, vi era stata forse due volte al massimo quando era più piccola, l’ultima non era finita poi tanto bene. Ringraziando il creatore Cullen la tirò fuori dai guai, ancora. Il ricordo di quella stanza non le metteva ansia,uno spazio circolare in marmo colorato, con un soffitto alto e liscio. Ma ora, guardando quello scempio, un conato di vomito le risalì per la gola. Quasi non riuscì a trattenerlo.
Disseminati per terra vi erano corpi di suoi conoscenti ed ex amici, molti altri invece erano già abomini, altri ancora erano martoriati e in fin di vita. Si sentì ribollire nelle vene.
<< Lasciali stare! >> tuonò
<< Loro sono felici >> disse tranquillo l’uomo guardando quegli abomini che annuirono poco dopo. << Però c’è gente…così ostinata >> calcò l’ultimo pezzo con fare ingenuo. Si scostò mostrando un uomo completamente insanguinato, in faccia mostrava diversi ematomi, e aveva il labbro rotto. << Eri la preferita del primo incantatore >>
<< Irving! >> gemette.
Il mago del sangue scoppiò in una fragorosa risata.
<< Ora basta parlare, con persone del genere non serve a nulla. Ragazzi, forza! >>
Fu la prima a partire richiamando fulmini e saette. Ebbe dunque giusto il tempo di usufruire ancora una volta di legame vitale, e applicarlo su Irving. L’anziano le sorrise << Vedo che sei migliorata >> sorrise soddisfatto.
<< Non preoccuparti, non morirete qui. Non adesso che sono tornata >> disse sommessamente. Eppure, quell’attimo di distrazione aveva permesso al mago del sangue di afferrarla. La teneva salda per i capelli trascinandola vicino a sé. Con la convinzione che nessuno avrebbe potuto aiutarla, troppo impegnato a combattere, e altrettanto sicuro che Lilian non avrebbe fiatato per non distrarre i suoi amici.
<< Ma a quanto vedo anche tu hai un piccolo abominio in te >> constatò malizioso e compiaciuto. La ragazza cercava di liberarsi, ma più si dimenava e più la stretta aumentava. << Vediamo di fare quattro chiacchiere con questo nostro presunto alleato >> concluse ferendole la mano e portandosela alla bocca.
Lilian non ricordò quando aveva cominciato a gridare, ma sentiva come se il suo corpo stesse andando a fuoco, la pelle arsa anche se non vi era ombra di fiamma. La testa gli formicolava e nel petto sentiva quasi come se qualcuno volesse sfondargli la gabbia toracica così da poter uscire.


Note dell'autrice: Scusate l'assenza, spero non mi odiate >__< ora mi rimetto all'opera. spero che questa FF sia di vostro gradimento ^^
  
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