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Autore: telesette    30/01/2013    2 recensioni
Satomi vuole scoprire cosa si nasconde dietro al silenzio di Marika, desideroso di proteggerla da colui che ha osato minacciarla.
Diviso tra l'amore e la collera, tra la rabbia e la passione, Satomi difenderà il bene della sua vita vendicandosi di chi l'ha fatta soffrire...
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Meiko/Marika, Nuovo personaggio, Satomi, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Marika x Satomi'
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Anche senza l'appoggio di Yatas e degli altri membri della produzione, Marika si diede molto da fare per organizzare il nuovo concerto dei Bee Hive.
Per giorni si occupò di smuovere tutte le sue conoscenze, soprattutto quelle in ambito pubblicitario, cosicché all'evento fosse dato l'opportuno risalto. Anche se il gruppo non si sarebbe esibito su un palcoscenico molto grande, Satomi e gli altri avrebbero potuto contare su un folto numero di fans a sostenerli. Marika evitò accuratamente di servirsi dei quotidiani locali ( pubblicando invece la notizia su varie riviste di musica, molto più gettonate dai ragazzi ), convinta che ciò sarebbe bastato a distogliere l'attenzione di Kanizawa.
Purtroppo si rese conto ben presto di essere stata troppo ottimista.
Circa una settimana dopo infatti, mentre era occupata a rivedere le bozze dei manifesti del concerto, il telefono squillò improvvisamente.

- Sì, pronto? - chiese Marika, sollevando tranquilla il ricevitore.
- Non ci siamo, signorina Marika - rispose una rauca voce maschile. - Eppure il mio segretario era stato molto chiaro, o forse è lei che è un po' dura di comprendonio!
- Ma... Chi è che parla, cosa vuole?

Una breve pausa di silenzio, dovuta probabilmente ad una boccata di fumo dall'altra parte dell'apparecchio, fu subito seguita dallo stesso tono di voce freddo e monocorde.

- Non amo essere preso in giro, signorina - disse l'uomo, lasciando intendere chiaramente la sua identità. - Vedo che non ha seguito il mio consiglio, e me ne dispiace assai, adesso mi vedo costretto ad essere ancora meno gentile!
- Che cosa intende dire?
- Vede, signorina, cerchiamo di capirci - proseguì dunque l'altro. - Io tengo diverse "bocche" da mantenere: musicisti, cantanti, avvocati, papponi, infamoni... Una bella famiglia, insomma! Il punto è che, se un membro della famiglia è scontento, non sono contento nemmeno io; potevate telefonarmi, se vi serviva un chiarimento supplementare, invece avete pensato di provare a farmi fesso; si dà il caso però che i giornali di musica li leggo anch'io, e quello che vedo scritto qua sopra non m'è piaciuto!
- Si tratta di un evento particolare, signor Kanizawa - sottolineò Marika, riconoscendo di fatto l'aguzzino. - Non è un concerto vero e proprio, e non è sponsorizzato da alcuna casa discografica, per cui...
- Signorina, lei mi offende - puntualizzò Kanizawa. - In questo momento io sto cercando di lanciare il mio gruppo di giovani talenti e, se i Bee Hive continuano a suonare in pubblico, io perdo un mucchio di soldi... e di sonno!
- Io... Io non ho niente da dirle, signor Kanizawa, la saluto...
- Non ho finito, ascolti ancora una cosa!

Come Marika fece per mettere giù il ricevitore, la voce proveniente dal microfono proseguì imperterrita mentre questo era ancora a mezz'aria.

- Come le dicevo, io tengo moltissimo alla famiglia - esclamò Kanizawa privo di emozione. - Vederla crescere soprattutto, è una bella cosa, proprio come i bambini... E non è bello fare aspettare i bambini davanti alla scuola, non è d'accordo?

Marika sbarrò gli occhi, inorridendo solo al pensiero di cosa l'altro potesse alludere.

- ELISA !!!

 

 

***

 

Mirko non aveva ancora assaggiato la porzione di spaghetti che Licia aveva appena finito di preparare apposta per lui quando, irrompendo nel Mambo senza preavviso, Marika entrò sconvolta nel locale.

- Avete visto Elisa? - domandò subito, senza perdere tempo.

Licia e suo padre Marrabbio la guardarono sorpresi.
Mirko si pulì lo schizzo di salsa di soia dal naso, altrettanto stupito, e ovviamente si preoccupò di chiedere il motivo di una simile domanda.

- Ho telefonato alla scuola - spiegò Marika preoccupata. - Sia Elisa che Andrea sono stati visti uscire mezz'ora fa, ma non sono ancora tornati a casa!
- Che cosa ?!?

Come Mirko balzò in piedi di scatto, gli spaghetti bollenti finirono addosso al povero Marrabbio.
Subito il poveretto si mise ad imprecare come un ossesso, accusando un'ustione di terzo grado, tuttavia Licia gli rimproverò che non era il momento di fare baccano e che si trattava di una cosa seria.
Misurando per quanto possibile le parole, Marika spiegò dunque a Mirko della telefonata da lei ricevuta.

- Ho avvertito Satomi, che è subito corso a cercarli, e lui mi ha suggerito di controllare prima se non fossero tornati qui assieme...
- Andiamo subito a cercarli, allora - esclamò Mirko, afferrando il giubbotto e uscendo come una furia.

Licia e Marika lo seguirono a ruota, ignorando completamente Marrabbio che rimase dunque molto più indietro.

- Ehi, dico - sbuffò il poveretto, cercando invano di tenere il loro stesso passo. - Se è successo qualcosa ad Andrea, non potete lasciarmi qui... Aspettatemi, dannazione!

Correndo col cuore in gola, il piccolo gruppetto provò a cercare ovunque i due bambini: la pasticceria, il negozio di dolciumi, la casa di Manuela...
Anche Manuela e Toni, una volta appreso dell'accaduto, si unirono immediatamente alle ricerche.

- Forse dovremmo chiamare la polizia - suggerì Toni.
- No, potrebbe essere pericoloso - osservò Mirko. - Se davvero sono stati rapiti, sentendo le sirene spiegate, c'è il rischio che facciano loro del male!
- Oh, mio Dio - gemette Licia. - Non posso neanche pensarci, è orribile...
- Noi proviamo a cercarli ai giardini - suggerì dunque Mirko, imboccando tosto la strada.
- D'accordo - rispose Toni. - Io e Manuela chiederemo invece se qualcuno li ha visti in giro per il quartiere!
- Il primo che abbia notizie informi gli altri - tagliò corto Mirko, seguito da Licia e da Marika.

Poco dopo, sbuffando come una vecchia locomotiva a vapore, Marrabbio arrivò davanti casa di Manuela per accasciarsi a terra sfinito.

- A... A... Andrea - mormorò. - Se... Se solo provano a torcerti anche solo un capello, io...
- Babbeo, togliti dalla strada!
- Eh? Cosa... AAAHHH !!!

Riuscendo ad evitare per un soffio di essere "schiacciato" sotto le ruote di un camion, Marrabbio schizzò in piedi ( con un'agilità insospettabile, per uno della sua età! ) e riprese a correre per quanto le sue gambe potevano permetterglielo.
Frattanto Mirko, Licia e Marika raggiunsero l'ingresso dei giardini pubblici.
Qui si guardarono attorno per un momento e, scorgendo i due bambini vicino alle altalene, corsero loro incontro.
Sia Mirko che Licia abbracciarono il piccolo Andrea, rischiando quasi di soffocare lui e il povero Giuliano, mentre Marika strinse forte la sorellina piangendo per l'emozione.

- Che ti prende, Marika? - domandò Elisa perplessa.
- Mirko - fece Andrea, sgranando gli occhioni. - Perché tu e Licia state piangendo?
- Stai bene, Andrea? - domandò Licia preoccupata.
- Perché non siete tornati subito a casa? - fece eco Mirko, chiaramente alterato.
- Scusa - gemette il piccolo, chinando lo sguardo e nascondendo il mento contro la schiena di Giuliano. - Elisa mi ha chiesto di aiutarla a cercare il pupazzo che le era caduto qui, così dopo l'avrei accompagnata a casa, ma non volevo farti arrabbiare...
- Va tutto bene, Andrea - sorrise Licia tranquillizzandolo. - Eravamo solo preoccupati, perché non vi abbiamo visti tornare, ma l'importante è che stiate bene!
- Oh sì, stiamo benissimo - fece Elisa raggiante. - Grazie anche a quel signore così gentile che abbiamo incontrato prima, abbiamo ritrovato subito il mio giocattolo... vedete?

Come Elisa sollevò soddisfatta il balocco, Marika e gli altri impallidirono invece di colpo.

- Elisa - mormorò Marika, cingendole le spalle e guardandola negli occhi. - Che aspetto aveva quel signore?
- Non saprei - replicò la bambina. - Era alto, con grossi baffi e portava gli occhiali scuri... Ah sì, mi ha anche detto che vi conoscete, e mi ha dato questa lettera per te!

Così dicendo, Elisa tirò fuori una busta dalla sua piccola borsettina e Marika la aprì con mani tremanti.
In quella arrivò anche Satomi. Vedendo Mirko e le ragazze dalla strada, il giovane fermò la macchina davanti ai giardini e corse subito verso di loro.

- Avete trovato i bambini - esclamò. - Stanno bene?

Sconvolta da ciò che aveva appena letto, Marika si voltò a guardare Satomi con occhi pieni di lacrime.

- Satomi - singhiozzò.
- Marika, che succede?

La ragazza gli porse il foglio che stringeva tra le mani e Satomi lo scorse velocemente con lo sguardo.

"La famiglia è una bella cosa e i bambini sono importanti.
Lasciamoli dunque crescere tranquilli, questi bambini,
perché le disgrazie fanno in fretta a succedere...
Tenetelo a mente, è un consiglio!"

Satomi accartocciò la lettera con rabbia.
Stavolta quella carogna aveva davvero oltrepassato ogni limite.

 

 

( continua col prossimo capitolo )

   
 
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