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Autore: oOLeylaOo    21/08/2007    1 recensioni
La storia di una maga che viaggiando per il mondo cerca il vampiro che uccise sua sorella maggiore più di sedici anni prima
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stasera mi ero collegata per vedere se avevono aggiornato una delle mie storie preferite e mi sono accorta che non ho postato il nuovo capitolo qui, anzi sono rimasta decisamente indietro e quindi chiedo scusa -.-

Un chiarimento prima di lasciarvi felici al capitolo, la vampira (cioè Yokuccia) è una mia amica, che con una pazienza infinita è riuscita a convincermi a continuare a postare. La chiami vampira perchè viene sempre ad orari assurdi su msn e non c'è mai di giorno, come ogni degna creatura della notte! XD Penso andrebbe d'accordo con Asher (è il suo personaggio preferito), lo dico giusto per far capire che tipo assurdo è... ma io l'adoro! Credo sia in assoluto la mia migliore amica.

La ragazza che ha copiato la mia storia è scomparsa e non si è più fatta vedere su quel forum, sinceramente se la sentissi penso che passerebbe una bruttissima mezz'ora. Anche perchè aveva chiamto la mia Ester, Kimberly. Io posso capire tutto, davvero... ma KIMBERLY? Che razza di nome è? Sembra quello di un oca bionda che vuole fare la chirleeder! (chiedo scusa a tutte le persone che hanno questo nome, non l'ho scritto per offenderle -.- )

 

Capitolo 37
-Un nuovo incantesimo-


Sentivo un tepore così dolce, stavo bene, era come se galleggiassi tra le nuvole, una sensazione di pace e di torpore, non volevo aprire gli occhi. Eppure ero sveglia, sentivo qualcuno accanto a me che mi abbracciava, mi sentivo osservata in modo irritante. Aprii gli occhi, lentamente, sentendomi ancora mezza addormentata, fissando il soffitto chiaro sopra di me.
-Ben svegliata.- mi bisbigliò Asher all'orecchio.
Mi voltai incontrando i suoi occhi, poi lo abbracciai e mi rannichiai contro di lui senza dire una parola, appoggiando la testa sulla sua spalla e avvicinandomi al suo corpo, lui ricambiò l'abbraccio baciandomi la fronte.
-Sembri ancora addormentata... non sei mai stata mattiniera.- bisbigliò con voce dolce.
Gli diedi un bacio sulla spalla e poi appoggiai la testa sul suo petto, ascoltando il battito del suo cuore, così rassicurante, così bello, mentre lui continuava a stringermi.
-Hai passato una bella nottata?- domandai.
-Molto piacevole, devo dire. Era da tanto che non passavo una nottata così! Da quando una certa strega ha deciso di svanire nel nulla, più o meno.- rispose vagamente sarcastico.
-Bè, almeno questa volta non sono scomparsa.- scherzai, lui fece un movimento brusco imprigionandomi contro il materasso, i suoi occhi fissi nei miei erano diventati freddi.
-Non scherzarci.- mi rimproverò -Potrei anche decidere di incatenarti.-
Non stava scherzando, lo capii al volo. Asher era un demone, non sapeva gestire ciò che provava perché non l'aveva mai provato prima d'ora, il suo attaccamento a me era quasi morboso, non che questo mi infastidisse, anzi... ma non era il caso di continuare con questa cosa.
-Asher calmati, non ho nessuna intenzione di andarmene, davvero.- lo rassicurai, ma lui continuava a guardarmi con freddezza. -Non ti fidi di me?- indagai, cauta.
-No, non molto. Non per quanto riguarda questo almeno.- bisbigliò in risposta, la sua faccia a pochi centimetri dalla mia. Avrei voluto alzare una mano e accarezzare quei lineamenti perfetti, ma mi aveva imprigionato i polsi in una morsa ferrea.
-Asher, per favore, lasciami la mano.- lo pregai con un sorriso, il più dolce che ero capace di fare.
-Perché?- domandò, preso in contropiede.
-Perché voglio toccarti.- mi guadagnai un occhiata sorpresa. -Non posso?- stavo facendo la bambina, era divertente essere infantile.
Mi lasciò la mano e io l'allungai e gli sfiorai il viso con la punta delle dita, sfiorandolo dalla tempia al mento e poi appoggiai la mano sulla sua guancia, sfiorandogli le labbra con il pollice, poi lo attirai a me per baciarlo. Quando ci separammo i suoi occhi erano tornati dolci, languidi; mi aveva lasciato anche l'altro polso e ora con il braccio destro mi stringeva a se, mentre il sinistro lo aveva appoggiato al materasso e con la mano mi scostava i capelli dal viso, accarezzandolo. Arrossi e lo allontanai, eravamo completamente nudi e stare così attaccati... non so mi imbarazzava un pò. Lui mi lasciò andare fissandomi confuso.
-Io... vado a fare la doccia.- farfugliai, dirigendomi al bordo del letto. Mi bloccai prima di uscire della coperte, non avevo niente addosso e lui continuava a fissarmi. -Ehm... potresti voltarti...?- domandai imbarazzata senza voltarmi a guardarlo.
-Cosa?- chiese sorpreso.
Tenendo la coperta attaccata al corpo mi voltai lentamente verso di lui che mi fissava incredulo e divertito.
-Non è un pò tardi per certi pudori?- chiese sarcastico, aveva ragione ma non riuscivo a non arrossire.
-Per favore.- lo pregai sprofondando nell'imbarazzo. Lui si avvicinò a me lentamente, fino a che la sua faccia non fu a pochi centimetri dal mio viso, lo percepii più che vederlo perché i miei occhi erano fissi sul lenzuolo da un bel pò.
-Cioè, tu mi stai seriamente dicendo che ti vergogni a farti vedere nuda da me?- mi prese in giro, sempre incredulo.
Mi voltai, non potevo guardarlo, stringendomi ancora di più la coperta al petto, i capelli mi caddero davanti al viso nascondendolo. Sentii che si avvicinava e prima che riuscissi a fare qualunque cosa, incluso formulare un pensiero, mi sentii avvolta dalle sue braccia, cosa che mi fece sentire ancora più imbarazzata e confusa.
Le sue labbra si posarono sulla mia spalla, lievi e dolci, lo sentii sussurrare nel mio orecchio -Lo sai che ti ho gia visto varie volte nuda, intendo oltre a quelle in cui siamo abbiamo fatto sesso.-
Molto probabile visto le volte in cui mi ero ubriacata. -Non ero cosciente!- mi giustificai, ero imbarazzata, ma nemmeno io sapevo il perché visto che in effetti aveva ragione. Purtroppo anche se il mio pensiero razionale diceva una cosa, quello irrazionale diceva ben altro, altrimenti in quel momento non sarei stata così incredibilmente rossa, tanto da potermi usare al posto delle strisce dei passaggi a livello (tanto per chiarire il lenzuolo era bianco).
-Non sei mai stata così... - non terminò la frase, cercava il termine adatto.
-Stupida?- lo aiutai, mi sentivo stupida a essere tanto in imbarazzo senza una ragione precisa.
-Non sei stupida.- mi corresse lui con voce dolce, accarezzandomi il collo con le labbra. -Ma non ti sei mai comportata in maniera tanto... indifesa. Mi viene voglia di abbracciarti e non lasciarti mai andare.- bisbigliò con dolcezza.
-Smettila!- la mia voce suonò traballante e incerta persino alle mie orecchie.
-Non ti sei mai comportata così prima.- continuò e anche se non lo vidi sorridere ero sicura che lo stesse facendo, ero sicura che mi rivolgesse un sorriso divertito e malizioso, come faceva di solito.
-Prima non mi fidavo di te.- risposi secca, mi stavo stancando di essere presa in giro e con non poco sforzo riuscii a riprendere il controllo della voce. -Ora girati... per favore.-
-Dovrei lasciarti?- domandò, per niente felice.
-Asher... per favore...- lo pregai con dolcezza. Ero ancora rossa, ma stavo iniziando a calmarmi un pò, anche perché aveva smesso di baciarmi.
-Va bene.- sbuffò molto seccato. Mi sciolse dal suo abbraccio e io sgattaiolai velocemente fuori dal letto dopo essermi assicurata che si era voltato. Entrai di corsa in bagno, ero tentata di chiudere a chiave la porta, ma alla fine decisi di dargli fiducia. Entrai sotto la doccia e aprii il rubinetto, mi lavai senza nemmeno aspettare che l'acqua diventasse calda. Quando tornai nella camera da letto avevo addosso il morbido asciugamano dell'hotel e c'era un carrello con la colazione; Asher se ne stava comodamente seduto al tavolino con solo un paio di vecchi jeans sbiaditi addosso: era così attraente. Quando mi vide entrare nella stanza mi sorrise e si alzò venendomi incontro. Io rimasi ferma, impietrita, mentre lui avanzava, allungando una mano ad avvolgermi la vita per attirarmi a se, io lo abbracciai appoggiando la testa al suo petto.
-Posso farmi io la doccia, ora?- chiese tra i miei capelli umidi.
Io mi scostai da lui e poi lo feci abbassare per baciarlo, lentamente, con dolcezza, adoravo baciarlo. Poi sgusciai verso il tavolo mentre lui andava in bagno e mi gustai l'ottima colazione, il tè era delizioso. Afferrai il mio cellulare e mandai un messaggio a Nicolas chiedendogli aiuto per trovare Logan.
Mi vestii in fretta e furia dopo aver mangiato, Asher rientrò mentre mi stavo infilando la maglietta, aveva addosso solo un asciugamano decisamente piccolo.
-La smetterai mai?- chiesi alzando gli occhi al cielo.
-Non capisco a cosa ti riferisci.- fece sgranando gli occhi e assumendo un espressione innocente.
Scossi la testa senza dire niente, lo conoscevo da troppo tempo per non sapere che non esisteva al mando una sua azione che potesse essere definita anche solo lontanamente innocente.
Shadow picchiò con il becco contro la finestra della stanza, con molta prontezza la sera prima si era trasformata in un corvo ed era volta fuori per tutta la notte. Aprii la finestra e lei entrò con leggerezza e eleganza, atterrò su una sedia e si trasformò in un gatto, acciambellandosi e chiudendo gli occhi per dormire. Mi avvicinai in silenzio e le accarezzai la testa, le aprì gli occhi, poi li richiuse placidamente, sprofondando in un sonno profondo.
Mi allontanai e afferrai la giacca che era appoggiata ad un altra sedia, poi presi la borsa e ci misi dentro il libro che avevo preso alla biblioteca, un blocco appunti e una penna.
-Io esco.- annunciai con un sorriso e un alzata di mano per salutare, poi mi voltai e mi diressi verso la porta, Asher mi seguì senza dire niente, mi accorsi che era dietro di me solo quando salimmo in ascensore.
-Che cosa fai?- chiesi sorpresa.
-Vengo con te ovviamente.- rispose con una scrollata di spalle, -Perché? Non vuoi?- domando alzando un sopracciglio.
Sorrisi, era impossibile non volerlo intorno, mi era mancato davvero tanto, ma non potevo nemmeno lasciare che venisse con me, era una pessima idea.
-Forse sarebbe meglio che non venissi con me.- bisbigliai un pò preoccupata per come l'avrebbe presa.
-Perché?- indagò con cautela.
Arrossii, non so se avrei avuto il coraggio di rispondergli.
-Dove vai?- domandò improvvisamente, probabilmente mal interpretando il mio rossore.
-Nel parco di ieri, ci stavo bene, poi faccio un salto in biblioteca.- raccontai con un sorriso più rilassato.
-E perché allora non mi vuoi intorno?- domandò sempre cauto e vagamente minaccioso.
Arrossi di nuovo e abbassai gli occhi. Cavolo! Da quando gli avevo detto ch o amavo avevo iniziato a comportarmi come una ragazzina! Che cosa ridicola!
-Ecco... è solo che...- dissi evitando di guardarlo.
-Cosa?-mi incalzò lui.
-Se ci sei tu non riesco a concentrarmi.- lo dissi tutto d'un fiato evitando di guardarlo e arrossendo di nuovo. Mi aspettavo di sentirlo scoppiare a ridere, ma invece mi accarezzò la guancia, fino al mento, e mi costrinse a guardarlo in faccia. Quando incrociai i suoi occhi vidi che erano dolci, come la notte prima e come quella mattina. Ci baciammo, in ascensore, fortunatamente non c'era nessuno, lui mi spinse verso una parete dell'ascensore mi blocco le mani intrecciando le sue dita con le mie. Il suono dell’ascensore che era arrivato al piano mi fece riprendere e tentai di respingere Asher prima che le porte dell’ascensore si aprissero, lui smise contro voglia di baciarmi, ma mi fissò negli occhi con uno sguardo intenso per quello che per me era un tempo infinito.
-Io vengo con te, niente proteste!- disse in tono autoritario.
Impossibile protestare, considerando che nemmeno riuscivo a respirare normalmente dopo un bacio simile, nessuno ci sarebbe riuscito.
Uscimmo dall’ascensore in silenzio, lui mi teneva stretta a se mentre camminavamo verso l’uscita; una ragazza lanciò un occhiata piuttosto eloquente ad Asher squadrandolo da capo a piedi, al che mi strinsi a lui ancora di più. Lui mi guardò un po’ sorpreso, con un sorriso stampato in faccia, mentre uscivamo dall’hotel. Camminammo in silenzio fino al parco, io pensavo a come avrei fatto a capirci qualcosa in quel libro lui che mi teneva stretta a se. Alla fine però si comportò bene; quando arrivammo, ci sedemmo all’ombra dello stesso albero e io mi misi a leggere il libro segnando ogni tanto sul blocco appunti le cose che mi interessavano. Asher si stese sull’erba e appoggiò la testa alla mia gamba, rimase così senza fare altro per non distrarmi mentre io ero presa dalle mie ricerche. A un certo punto però mi tirò una ciocca di capelli, io abbassai il libro e lo fissai.
-Ti annoi?- chiesi preoccupata.
-No, sei carina quando studi, hai un aria professionale.- mi prese in giro. -Ma volevo farti notare che è ora di pranzo.-
-Cosa?Di gia?- non mi ero accorta che fosse passato così tanto tempo.
Asher si alzò con un movimento fluido e elegante, tendendomi la mano per aiutarmi ad alzarmi. -Andiamo.-
Mangiammo un paio di panini presi in un bar e delle bibite mentre lo trascinavo in biblioteca, lui si lamentò un paio di volte che non era un pasto decente, ma io non ci feci nemmeno caso, ormai ci avevo fatto l’abitudine. Buttammo le carte in cui erano avvolti i panini e le lattine di aranciata in un cestino davanti alla biblioteca, poi entrammo e io mi diressi verso la sezione in cui avevo incontrato Asher in giorno prima. Cercai un tavolo vicino a quella sezione e dopo aver posato la borsa e tirato fuori quello che mi serviva mi misi comodamente seduta a leggere, mentre Asher aveva gia preso posto accanto a me.
Finii il libro che avevo dietro, non mi mancava molto, e ne presi un altro; recuperai anche un paio di libri che avevo gia letto ma che avevano dei punti utili e che era meglio rileggere per essere più precisa. Stavo cercando di creare un nuovo incantesimo, anche se per essere più precise ne stavo modificando uno vecchio, e non era affatto facile. Alcune cose sembravano non combaciare, mantenere una sorta di equilibrio così da non combinare disastri (che era poi la cosa fondamentale da fare negli incantesimi) sembrava impossibile. Presa dallo sconforto sospirai e andai nuovamente a vedere se c’era qualche altro libro che poteva tornarmi utile, ma non trovai niente che sembrava servire allo scopo.
Mi rimisi al tavolo cercando i concentrarmi e di scrivere un incantesimo decente, senza alcuna convinzione di riuscirci in pieno; alla fine ne formulai uno adatto allo scopo, ma ancora non del tutto perfetto. Senza scoraggiarmi ripresi tutti gli appunti dei libri che avevo letto, anche quelli che avevo solo consultato in alcuni punti . Rielaborai tutta la teoria, fino a che non riuscii a ottenere qualcosa che sembrava vagamente funzionare e che non rischiava di , che so, aprire la porta dell’altro mondo… ora dovevo solo provarlo.
Il problema che c’era, oltre al fatto che l’incantesimo che avevo scritto funzionava solo in teoria, è che comunque avrei avuto bisogno di qualcosa in cui rinchiuderlo. Ma che cosa? Di certo non potevo metterlo in una scatolina… o forse si. Dipendeva dalla scatola! Se non erro ce ne era una che veniva usata per rinchiudere i demoni Groatak, che sono incorporei che di solito si impossessano del corpo delle persone. Quando vengono espulsi vengono rinchiusi in una scatola magica che poi viene bruciata dopo essere stata circondata in un incantesimo di prigionia.
Potevo provare a comprare una cosa simile, ma forse non avrebbe funzionato, riflettendo era meglio comprare un scatola e usare un incantesimo per sigillarne il contenuto, cosi che un volta chiuso non solo non potesse più uscire, ma si aprisse più. Poteva essere un idea. Avrei potuto aggiungere una configurazione all’incantesimo che avevo creato per bilanciarlo meglio, ma ero a buon punto.
Presi un altro libro e mi rimisi a lavoro, ma quando tornai al tavolo mi accorsi che Asher non c’era e mi guardai intorno. Qualcuno dietro di me mi colpì alla testa con qualcosa, piano, con delicatezza, solo per scherzo. Mi voltai aspettandomi Asher e invece mi trovai davanti a Nicolas.

  
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