-Irraggiungibile-
[Nowaki]
Riuscirò
mai, ad essere l’uomo che meriti, Hiro-san?
Me
lo
chiedo continuamente, mentre correggi i compiti dei tuoi alunni,
mentre, con gli
occhiali messi storti sul naso perfetto, corri ad infilarti la giacca,
mentre
sulla porta mi gridi che sei in ritardo, che farai colazione fuori.
Quando
quella porta sbatte dividendoci, rimango solo, la tazza di caffellatte
che scotta
tra le mani, ma non importa, questo piccolo dolore non è
niente in confronto a
quello che da dentro mi logora, ardendo tanto da far male.
Io,
sono abbastanza per te, Hiro-san?
Me
lo chiedo continuamente, la sera quando mi infilo il camice bianco, al
mattino,
quando guardo la mia figura allo specchio, i miei occhi circondati da
piccole
occhiaie scure.
E’
da una vita, che cerco di riscattarmi, che cerco di essere qualcuno, di
non
esser più il piccolo orfano Nowaki.
All’inizio
un’ambizione flebile, minuscola, ardeva come una fiammella
incerta nel mio
cuore di ragazzo. Poi ti ho incontrato, ho incrociato i tuoi occhi
pieni di
lacrime, ed ho visto dietro quelle gocce salate un mondo nuovo, ho
visto lo
sguardo di un ragazzo pronto a tutto pur di raggiungere gli obbiettivi
che si
era posto.
Ho
iniziato
ad ammirarti, Hiro-san, ad adorare la tua luce perfetta, splendente, la
luce di
una stella irraggiungibile, destinata a brillare con
un’intensità sempre più
abbagliante.
Ho
studiato, lavorato, mi sono impegnato fino a crollare, per colmare la
distanza
tra noi, tra il piccolo orfano Nowaki,
e il perfetto professor Hiroki.
Ma
ad oggi, nonostante tu mi abbia accolto nella tua vita, la tua luce
continua ad
abbagliarmi, a gettare sul suolo la mia ombra enorme.
E
quest’ombra si espande, come un’immensa macchia
d’inchiostro, ogni qualvolta
che raggiungi l’ennesimo traguardo, ogni volta che la
distanza tra noi aumenta,
e le mie gambe, se pur lunghe, non riescono a colmarla. Così
rimango in
silenzio, e ti guardo uscire di casa, chiedendomi se al tuo ritorno mi
vorrai
ancora con te, o mi lascerai, stanco di avere accanto un semplice
orfano
innamorato di una stella che non potrà mai raggiungere, che
per quanto possa
crescere in altezza, allungarsi sulle punte dei piedi, allungare le
braccia al
cielo, non potrà far altro che ammirare da lontano, qualcosa
che splende, perfetto,
irraggiungibile.
Ed
ecco nel club anche le turbe mentali del nostro Spilungone preferito,
Nowaki…spero
che sia di vostro gradimento, quest’accozzaglia di parole
melense.
Un
bacio Grande!
Soprattutto
a Shizaya
che
ha perso il suo tempo commentando ogni capitoletto di questa raccolta!!
Allyn