Crossover
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Autore: eugeal    31/01/2013    1 recensioni
Cosa sarebbe successo se Buffy fosse morta definitivamente?
Cosa avrebbe fatto Rupert Giles dopo aver assistito alla sua fine?
Forse sarebbe andato via da Sunnydale per sfuggire ai ricordi, ritrovandosi in Giappone. Giappone che, come molti di voi sapranno, è la patria di Sailor Moon.
E forse una delle nemiche di Sailor Moon non è morta come sembrerebbe vedendo la serie, ma aspetta solo di risvegliarsi.
Cosa succederà poi?
L'unico modo per saperlo è leggere questa storia.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Telefilm
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Giles sentiva la presenza di Gauk nella propria mente e il demone, preso dallo scontro di energie oscure a cui stava assistendo, bramava per combattere, ma l'Osservatore lo tenne a freno e si voltò verso Eudial per accertarsi che stesse bene.
Ancora non poteva credere che la ragazza fosse viva, l'immagine del suo corpo pallido, insanguinato e inerte lo avrebbe tormentato per anni nei suoi in­cubi, ne era certo.
In un angolo del suo pensiero, la mente di Gauk ribolliva di rancore nei confron­ti di Eudial, ma Giles lo zittì bruscamente.
La ragazza era pallida e tremava, ma non sembrava ferita. Giles si avvicinò e lei lo abbracciò forte, aggrappandosi a lui quasi con disperazione.
“Fratellino, attacchiamolo ora che è impegnato col drago nero.” Intervenne Se­raphina, con la voce incrinata da un fremito di disgusto. “Uccidiamoli entram­bi.”
Senza perdere tempo a rispondere, Giles ed Eudial unirono tutti i loro poteri per dirigerli verso Atheris e il drago, mentre Seraphina corse verso i propri nemici con le fauci spalancate per azzannarli.
Con un grido di rabbia, Atheris si difese riflettendo il potere di Eudial e Giles contro di loro e contro Seraphina, facendoli cadere a terra per il contraccolpo, poi con un ringhio furioso, afferrò il drago oscuro e lo scagliò nell'altra direzio­ne, verso Tera, Sofia e Valerius.
- Li schiaccerà! - Gridò Eudial con un gemito di orrore, ma all'improvviso Mid­night atterrò davanti alle due donne e assorbì l'impatto col corpo del drago nero piantando gli artigli a terra per non farsi spostare dalla sua posizione.
Poi lo arpionò con una zampata e fece scattare le fauci sul collo del drago nero, spezzandolo con un colpo secco.
“Nessuno osa fare male a mia madre. A nessuna delle due.” Disse, fiero.

Tera guardò incredula il drago che era arrivato in volo attraverso lo squarcio nella parete e fissò ancora più allibita le due persone che erano aggrappate alla schiena di Midnight: che diavolo ci facevano lì suo padre e Sachino Seihoshi?
La ragazza era pallida come un cadavere e sembrava sconvolta e Earh Dono­van la aiutò a scendere dal dorso del drago.
Seihoshi si lasciò cadere in ginocchio a terra, ai piedi di Sofia e chiuse gli oc­chi con un gemito. La donna si chinò su di lei, preoccupata.
- Sei ferita? - Chiese, anche se a un rapido esame visivo sembrava illesa.
Seihoshi non rispose e fu Midnight a parlare al suo posto, con un lieve imbaraz­zo nella voce.
“Temo che sia colpa mia. Lo stomaco di questa giovane umana soffre quando volo e per riuscire a seguire il drago oscuro all'interno del varco sono stato co­stretto a effettuare manovre piuttosto brusche.”
Sofia sorrise leggermente e appoggiò una mano sulla schiena di Seihoshi in un gesto di conforto.
- Se è solo mal d'aria passerà presto. Respira a fondo e ti sentirai subito me­glio. Quando Lyra era più piccola stava sempre male durante i viaggi in auto. -
- Ora che abbiamo appurato che non sta per crepare, - intervenne Tera - vi ri­cordo che forse il mondo sta per finire. Tra l'altro, cosa diavolo ci fate qui?! Questa non è un'allegra scampagnata! -
- Lo sappiamo bene. - Disse il professor Donovan. - Infatti siamo qui per aiutare i tuoi amici. Thera, tu invece avresti dovuto restare al sicuro... -
Tera lo fulminò con un'occhiataccia.
- Io e Sofia ci annoiavamo e siamo venute a fare un pic nic. - Disse, sarcastica, indicando in direzione di Eudial e Giles. - Se potete fare qualcosa per aiutarli, non perdete tempo e fatelo, accidenti! -
L'Osservatore e Seraphina avevano ripreso ad attaccare Atheris per distrarlo da Eudial che era rimasta a terra e non accennava a rialzarsi.
Midnight ringhiò e partì in volo, diretto verso la creatura oscura, mentre Tera approfittò del diversivo per raggiungere Eudial. Donovan la seguì di corsa, mentre Sofia rimase in disparte insieme a Seihoshi e Valerius, una ancora sof­ferente e l'altro privo di sensi tra le braccia della donna.

Tera raggiunse Eudial in un attimo e si inginocchiò accanto a lei, scuotendola: l'altra Cacciatrice era accasciata a terra e si stringeva la testa tra le mani, chia­ramente in preda a una sofferenza enorme.
- Ehi, mentecatta, riprenditi! Che diavolo hai?! - Gridò Tera ed Eudial aprì gli oc­chi e le afferrò una mano, stringendola convulsamente.
- L'amuleto... - Gemette, cercando con lo sguardo la croce d'argento rovinata. Tera raccolse il ciondolo, notando i danni con una fitta di dispiacere e lo raccol­se per metterlo in mano a Eudial.
L'altra ragazza lo strinse fino a ferirsi la mano, ma il suo dolore non sembrò al­leviarsi minimamente.
- Si è rotto... - Disse, sforzandosi di parlare. - L'oscurità è qui, è ovunque nella mia mente... Vai via, Tera, può prendermi quando vuole e ti farei del male... Non voglio... Devi dire a Valerius di usare il suo incantesimo... Digli di uccider­mi... -
La mano di Tera si mosse automaticamente nel sentire quelle parole e si stam­pò sul viso di Eudial con forza.
La Cacciatrice guardò quasi con orrore il segno rosso dello schiaffo che si delineava sulla pelle pallida della guancia di Eudial, poi parlò in tono duro.
- Non pensarci nemmeno, razza di cretina. Il gattaccio ha rischiato la pelle per riportarti indietro e se solo provi ad arrenderti dovrai prima vedertela con me. - Ringhiò nei confronti di Eudial, poi guardò Earh Donovan con gli occhi azzurri che ardevano di furia disperata. - E tu, papà, se puoi aiutarla in qualunque modo, fallo adesso! -
Il professor Donovan guardò Tera, sorpreso ancora una volta dalla determina­zione della ragazza, poi annuì e si concentrò sulla situazione.
- Perché soffre così tanto? - Chiese, e Tera gli rispose con un tono più calmo, ma preoccupato.
- E' colpa dell'incantesimo dei Lug. L'amuleto di protezione è saltato e il potere oscuro che ci circonda la sta torturando. Senza contare che quel mostro potreb­be prendere il controllo della sua mente quando vuole e ridurla a una specie di fantoccio nelle sue mani, proprio come ha fatto con la mocciosa. -
Donovan annuì. Aveva notato che era la prima volta che Tera lo aveva chiama­to papà da quando la aveva ritrovata e sempre per la prima volta gli stava par­lando senza aggredirlo, ma si costrinse a fare finta di niente.
- Credo di poter riparare il danno, usando uno degli incantesimi che ho tradot­to, ma temo che possa essere doloroso. -
- Ti sembra che adesso stia bene? Fallo e basta. -
Il professore lanciò uno sguardo esitante a Eudial, colto da un timore improvvi­so: fino ad allora non si era reso completamente conto del pericolo enorme che tutti loro stavano correndo e lo spaventava pensare che la sorte di Eudial era nelle sue mani.
Lo aveva capito dallo sguardo di Tera: se non fosse riuscito ad annullare l'incantesimo parassita dei Lug, Eudial non sarebbe sopravvissuta a quel tormento atroce.
Aveva una responsabilità enorme e ciò lo terrorizzava, ma stavolta non poteva tirarsi indietro con una scusa o con una battuta sarcastica.
Si concentrò per ripassare velocemente i dettagli dell'incantesimo più adatto a quella situazione e poi si guardò intorno per cercare qualcosa con cui tracciare i simboli magici necessari.
Mise una mano in tasca, sperando di trovare almeno una penna, ma aveva dimenticato che la giacca era nuova, una di quelle procu­rate dal Consiglio degli Osservatori e le tasche erano desolatamente vuote.
Iniziò a imprecare sottovoce, ma si interruppe nel vedere una mano aggraziata che gli sventolava un pennarello sotto il naso.
Alzò lo sguardo e incontrò il viso sorridente di Seihoshi.
- Forse non ho poteri per combattere e non sono portata al volo a dorso di dra­go, ma ha visto che a qualcosa servo? -
Il professore prese il pennarello con un brontolio di ringraziamento e iniziò a tracciare velocemente i simboli magici sulle braccia e sul viso di Eudial, poi si fermò di nuovo, esitando ancora.
Nel frattempo Tera si era seduta a terra e aveva preso in grembo la testa di Eu­dial. Lo guardò, inquieta.
- Cosa c'è? Perché non vai avanti? -
- Nella descrizione dell'incantesimo, prima di iniziare la magia vera e propria, i Lug compiono un atto di supplica alla dea, onorando una sua reliquia. Non so se sia davvero necessario, ma nel testo sembravano dare molta importanza a questo dettaglio. Mi servirebbe almeno uno dei medaglioni utilizzati dai sacer­doti... -
Tera si mordicchiò un labbro, preoccupata.
- Il fallito dovrebbe averne uno, ma non credo che sia il momento adatto a chie­derglielo. - Disse, lanciando un'occhiata a Giles, impegnato a combattere Athe­ris con tutte le forze.
- Io posso andare bene come reliquia della dea? - Chiese Seihoshi, con una cer­ta timidezza. - Il mio corpo è stato creato da Xinuxunil, dopotutto. -
Earh Donovan annuì con entusiasmo.
- Sarebbe perfetto! -
- Cosa devo fare? -
- Nulla di particolare. Sono io a dover invocare le dea e onorarla. Resta ferma e non parlare. -
Il professore si alzò in piedi e intonò una litania di supplica a Xinuxunil, poi si in­ginocchiò ai piedi di Seihoshi e le prese con delicatezza una mano per portarse­la prima alla fronte e poi alle labbra per sfiorarla con un bacio di devozione.
Mentre eseguiva il rito, la mano della ragazza tremò leggermente tra le sue e Donovan rivolse a Seihoshi uno sguardo incuriosito, ma la ragazza era immobi­le a occhi chiusi, col capo leggermente chino.
Per un attimo l'uomo intravide in lei una certa sacralità, come se un'eco della dea fosse rimasto in Seihoshi, illu­minandola della sua luce, poi Donovan distolse lo sguardo da lei per tornare verso Tera ed Eudial e rimase nuovamente sorpreso.
Eudial stringeva una mano di Tera tra le sue, aggrappandosi ad essa convulsa­mente per resistere alle fitte di dolore e Tera le carezzava i capelli con la mano libera, canticchiando a bassa voce una canzone lenta e dolce.
Con un tuffo al cuore, Earh Donovan ebbe l'impressione di essere tornato indie­tro nel tempo e rivide in Tera l'immagine di Admina.
Quante volte l'aveva vista china sulla culla della bambina con quell'identico at­teggiamento protettivo e il suo sorriso dolce mentre intonava proprio quella stessa melodia per far addormentare sua figlia?
Tera non sorrideva, ma in quel momento la sua espressione non mostrava altro che preoccupazione invece della solita rabbia e i capelli sciolti, lunghi e scuri come quelli di Admina, le in­corniciavano il viso, addolcendolo ulteriormente.
Donovan distolse lo sguardo, a disagio: se non si fosse arreso, se fosse tornato a cercarle nonostante tutto, sarebbe riuscito a salvare Admina e a risparmiare a sua figlia tutto il dolore che le aveva indurito il carattere?
Forse sarebbe semplicemente morto insieme a loro, ma ormai non avrebbe più potuto scoprirlo.
L'unica cosa che poteva fare adesso era cercare di riconquistare la fiducia e l'affetto di sua figlia, di entrambe le sue figlie, si corresse, pensando anche al trattamento ingiusto che aveva sempre riservato a Herta, e poteva iniziare a farlo salvando la vita di Eudial.
Chiuse gli occhi e cominciò a recitare l'incantesimo più potente e complesso che avesse mai provato fino ad allora.
Eudial gridò di dolore, ma Donovan pro­seguì: ormai non poteva più fermarsi o tornare indietro.

   
 
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