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Autore: telesette    01/02/2013    1 recensioni
Satomi vuole scoprire cosa si nasconde dietro al silenzio di Marika, desideroso di proteggerla da colui che ha osato minacciarla.
Diviso tra l'amore e la collera, tra la rabbia e la passione, Satomi difenderà il bene della sua vita vendicandosi di chi l'ha fatta soffrire...
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Meiko/Marika, Nuovo personaggio, Satomi, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Marika x Satomi'
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Malgrado l'odio e la rabbia verso quell'essere spregevole di Kanizawa, Satomi si rese conto che Marika era ancora profondamente scossa per l'accaduto.
Sia Elisa che Andrea non potevano comprendere cosa la facesse soffrire, al punto da farla piangere così tanto. Anche Mirko e Licia, che pure si rendevano conto della gravità della situazione, non sapevano che cosa dire.
Kanizawa poteva colpire loro o i loro cari in qualsiasi momento.
Non potevano sfidarlo, senza incorrere in qualche sua sporca ritorsione. Finora si era limitato a spaventarli, senza mettere in pratica le sue minacce, ma adesso rischiavano di andarci di mezzo anche i bambini.

- Quella carogna - fece Mirko tra i denti. - Se solo riesco a mettergli le mani addosso, io...
- Sta diventando tutto troppo pericoloso - osservò Satomi. - Credo sia meglio cedere, per il momento almeno!
- Dobbiamo denunciarlo, invece - protestò Mirko vivamente.
- Cos'è, credi che io invece non voglia vederlo marcire dietro le sbarre ?!?

Satomi scattò rabbiosamente, tanto quanto Mirko, tuttavia non poteva permettere che qualcuno dei suoi amici diventasse vittima di quel farabutto.
Purtroppo la lettera da sola non poteva essere collegata in tribunale con la telefonata ricevuta da Marika. Kanizawa era tanto astuto quanto viscido, un essere senza morale né scrupoli, e anche stavolta non smentiva affatto la sua fama di delinquente.
Quando anche Marrabbio si unì al gruppo, dopo aver corso praticamente mezzo quartiere a piedi, gli altri decisero che non c'era altro da fare che accompagnare i bambini a casa. Andrea tornò al Mambo con Licia e lo zio, intanto che il fratello informasse Toni e Manuela dello scampato pericolo, mentre Marika ed Elisa salirono in macchina con Satomi.
Satomi non se la sentì di lasciare da sola Marika quella sera e, poiché anche lei sentiva il bisogno di averlo vicino, accettò di buon grado l'invito della ragazza di fermarsi da lei a cena. Il pomeriggio trascorse veloce e, dopo aver messo a letto Elisa, Marika si sedette in salotto per mettere il fidanzato a parte delle sue paure.

- Sono preoccupata, Satomi - mormorò. - Se dovesse succedere qualcosa ad Elisa, io... io non so cosa farei...
- Non le succederà nulla, te lo prometto - cercò di tranquillizzarla l'altro. - Non permetterò a nessuno di farvi del male, né a lei né a te, hai la mia parola!
- Oh, Satomi...
- Ascolta - proseguì lui serissimo. - Il concerto può aspettare, non importa quanto e non importa come, prima di tutto per me vieni sempre e soltanto tu!

Sentendo quelle parole, Marika si strinse riconoscente fra le braccia del suo innamorato.
Satomi le accarezzò i capelli, stringendola forte a sua volta, come a confermare quanto appena detto.
Purtroppo non aveva prove per denunciare Kanizawa, non poteva accusarlo, ma di certo non avrebbe mai permesso ad alcun farabutto di sfiorare la donna che amava. Già una volta Marika era stata aggredita e brutalmente picchiata da un gangster, con lo scopo di intimorirla, e Satomi non poteva assolutamente accettare che ciò si verificasse ancora.
Dopo averla un poco rassicurata, Satomi le suggerì di andare a riposare mentre lui intanto si sarebbe sistemato sul divano per la notte. Dal momento infatti che in casa c'era anche Elisa, non poteva certo dormire assieme a Marika come l'ultima volta...
Entrambi arrossirono leggermente, concordando che forse era la soluzione migliore. E mentre Satomi si distese con la giacca sulle gambe, Marika si ritirò nella sua camera per sciogliersi i capelli e prepararsi ad andare a letto.
Proprio in quel momento qualcuno suonò al campanello.
Sorpresa, e non senza un moto di apprensione, Marika fece per andare a rispondere. Satomi tuttavia le raccomandò di non muoversi e, vista l'ora tarda, i suoi timori non erano certo infondati. Di nuovo il campanello suonò e, avvicinandosi piano alla porta, il giovane domandò in tono secco che era e che cosa volesse.

- La signorina è in casa? - domandò un tizio con voce tutt'altro che rassicurante. - Qualcuno desidererebbe parlarle...
- Andatevene - ruggì Satomi. - Sparite, prima che chiami la polizia!

Per tutta risposta, la porta venne buttata giù con uno schianto terribile.
Satomi si ritrovò scaraventato all'indietro per terra e, prima che potesse alzarsi, qualcuno gli assestò un violento calcio allo stomaco facendolo boccheggiare per l'improvviso dolore.

- Sta buono - esclamò l'uomo sopra di lui, vestito di scuro da capo a piedi, aggiustandosi il nero guanto di pelle che indossava.

Sentendo quel rumore improvviso, Marika si avvicinò all'ingresso per scoprire cosa stava succedendo. Qui rimase sconvolta, nel vedere la porta sfondata e tre individui fare irruzione in casa sua. Prima però che potesse fare o gridare qualcosa, uno dei delinquenti la afferrò saldamente per il braccio e le tappò il naso e la bocca con un fazzoletto imbevuto di cloroformio.

- Marika - gemette Satomi, con un rivolo di sangue all'angolo della bocca. - Lasciatela, maledetti... Ah!
- Chiudi il becco - lo zittì il farabutto, chinandosi per colpirlo con un forte pugno al volto.

Satomi non ebbe il tempo di sentire il dolore di quel cazzotto che, urlando in modo lancinante, avvertì il suono sinistro delle ossa spezzate della sua mano. Quel tizio gli aveva appena schiacciato le dita con la suola della scarpa, infierendo duramente per impedirgli di reagire, cosicché Satomi si ritrovò del tutto impotente.
Frattanto Marika, dopo aver opposto una breve quanto inutile resistenza, roteò gli occhi verso l'altro e perse conoscenza tra le braccia del suo aggressore. Questi si assicurò che fosse svenuta dopodiché, caricandosela sulle spalle, fece segno ai compagni di seguirlo.

- Qui abbiamo finito - esclamò, rivolto al tizio che stava picchiando Satomi. - Mettilo a nanna e andiamo via!
- Portatela voi dal capo - rispose l'altro. - Preferisco dare una lezione a questo bel signorino!

Brontolando seccati, due dei rapitori portarono via Marika priva di sensi, lasciando il terzo alle prese con Satomi.
Nonostante il dolore alla mano, il giovane musicista aveva ancora la forza di reagire. Subito infatti provò a colpire l'aggressore con la mano sana, mancando però il bersaglio, e questi invece gli assestò un altro durissimo pugno sotto la guancia.

- E' ora di fare la nanna, bimbo - sorrise l'uomo cinicamente, stringendo la mano guantata a pugno e sollevandolo sopra la testa.
- AAAAAAHHHHHH !!!

L'urlo terrorizzato di Elisa, la quale era scesa dalla sua stanza perché preoccupata dai rumori che aveva sentito, riuscì a distrarre per un attimo il criminale. Subito Satomi non perse tempo e, dopo avergli sferrato una poderosa ginocchiata all'inguine, gli avvolse il braccio ferito attorno al collo e prese a colpirlo al volto con tutta la forza che aveva in corpo. L'uomo sanguinò copiosamente dal naso, a causa dei violenti pugni rabbiosi dell'altro, tuttavia Satomi non smise di colpirlo finché non sentì la cartilagine della mascella penzolare inerte sotto il suo pugno.
Il criminale crollò a terra, praticamente in fin di vita, e Satomi barcollò verso Elisa ancora sconvolta.

- E... Elisa - mormorò con un filo di voce. - Presto, chiama la polizia... Di' loro di venire qui immediatamente, poi chiuditi a chiave nella tua stanza e non uscire da lì per nessun motivo... Hai capito?
- Do... Dov'è Marika? - gemette la bambina, con occhi terrorizzati. - Che cosa è successo... chi è quell'uomo ?!?
- Fai come ti ho detto, presto - tagliò corto Satomi. - Non ti muovere dalla tua stanza, fino all'arrivo della polizia!
- Satomi, i... io ho paura...
- No, no... ssst - mormorò l'altro, accarezzandola. - Non aver paura, io e Marika torneremo presto... te lo prometto!

Elisa singhiozzò fortemente, annuendo col capo, e corse a fare ciò che le aveva detto Satomi.
Il giovane si sforzò in tutti i modi di ignorare il dolore, mosso unicamente dalla forza della disperazione, e uscì dalla porta sfondata della villa in tempo per vedere la macchina dei criminali allontanarsi lungo la strada. Subito dunque si trascinò alla propria vettura, muovendo per quanto possibile la mano sinistra fratturata, e mise in moto a tutta velocità per inseguire i rapitori in fuga.

- Resisti, Marika - esclamò. - Non temere, amore mio... sto arrivando!

 

( continua col prossimo capitolo )

   
 
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