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Autore: telesette    02/02/2013    1 recensioni
Satomi vuole scoprire cosa si nasconde dietro al silenzio di Marika, desideroso di proteggerla da colui che ha osato minacciarla.
Diviso tra l'amore e la collera, tra la rabbia e la passione, Satomi difenderà il bene della sua vita vendicandosi di chi l'ha fatta soffrire...
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Meiko/Marika, Nuovo personaggio, Satomi, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Marika x Satomi'
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Satomi strinse i denti.
Le dita rotte della sua mano sinistra avevano assunto un colore violaceo e, ad ogni minimo movimento, il dolore era così intenso che a stento poteva usare il palmo per reggere il volante.
Tuttavia il pensiero di Marika nelle mani di quei farabutti era più forte di tutto il resto.
Con la mano in quelle condizioni però, non poteva certo lanciare la macchina al massimo della velocità, col rischio di perdere il controllo e finire fuori strada. Perciò non poteva fare altro che seguire i rapitori, in modo da non perderli di vista, e scoprire dove costoro la stavano portando.
Malgrado le fitte lancinanti, Satomi si concentrò sull'unica cosa che gli premeva in quel momento... Marika!
Non poteva permettere che le facessero del male, non poteva permetterlo assolutamente, e doveva fare tutto il possibile per salvarla.
I criminali sbucarono sulla tangenziale, con Satomi sempre alle calcagna, e sul rettilineo sgombro e illuminato si accorsero di essere appunto inseguiti.

- Abbiamo compagnia - esclamò il tizio che teneva Marika svenuta sul sedile posteriore, guardando attraverso il lunotto termico della vettura.
- Poco male - rispose l'altro, senza distogliere minimamente l'attenzione dalla guida. - Se si tratta di quel musicista da strapazzo, sai già quello che bisogna fare!

Marika stava già cominciando a riprendere conoscenza, aprendo piano gli occhi e cercando invano di mettere a fuoco le immagini, ma l'effetto dell'anestetico era ancora presente. Prima di scivolare nuovamente nel sonno tuttavia, riuscì a cogliere uno scatto metallico e il rumore di una pistola che veniva armata dalle mani sicure del suo aguzzino.
Il proiettile aprì un foro circolare sul parabrezza di Satomi, il quale fu costretto ad abbassare la testa, e subito ne seguirono altri due.
Fortunatamente Satomi non si fece prendere dal panico e, rallentando leggermente l'andatura, si arrischiò a sollevare nuovamente lo sguardo.
Colui che aveva sparato grugnì di disappunto, vedendo la macchina del giovane sempre alle costole, e prese la mira per sparare altri cinque colpi in rapida sequenza.
Due proiettili rimbalzarono sul cofano, uno invece fece saltare via lo specchietto retrovisore a fianco di Satomi, e gli altri gli fischiarono all'altezza della faccia rischiando di ucciderlo. Incurante di ciò, Satomi mantenne gli occhi fissi sul veicolo da inseguire e affondò nuovamente il piede sull'acceleratore.

- Dev'essere completamente pazzo - osservò il criminale, sostituendo in fretta il caricatore.
- Lascia perdere - fece l'altro. - Appena preso lo svincolo sull'uscita ovest, non potrà più seguirci comunque... A meno che non sappia volare!

Purtroppo il criminale aveva ragione.
Finora entrambi i veicoli stavano correndo ad una velocità media intorno ai 120 km/h. ma, una volta imboccata l'uscita da quel tratto autostradale, i rapitori si sarebbero lanciati oltre i 200... e a quel punto, se anche avesse voluto proseguire l'inseguimento, Satomi non avrebbe più avuto comunque modo di raggiungerli. Lanciare una macchina oltre una certa velocità, senza poter contare sull'ausilio di entrambe le braccia, equivaleva ad uscire rovinosamente di strada e fare la fine di un fuoco d'artificio.
Poco dopo infatti, fermandosi al centro di un ponte sopraelevato, Satomi vide sotto di sé la macchina dei rapitori che sfrecciava via verso l'uscita dell'autostrada.
Non poteva più sperare di raggiungerli.
Dapprima imprecò, battendo rabbiosamente il pugno destro sul cruscotto, poi però nella sua mente prese forma un'idea a dir poco folle.
Come giustamente aveva osservato anche il criminale, l'unico modo per riprenderli era praticamente quello di alzarsi in volo... tuttavia quel furfante non poteva certo immaginare che Satomi era disposto a tutto, fossanche a mettere le ali.
Facendo manovra per quanto possibile, girando lo sterzo e ingranando le marce con l'unica mano sana, Satomi girò la vettura di traverso al ponte col cofano puntato verso il parapetto e la strada sottostante. Deciso dunque a rischiare il tutto per tutto, ben sapendo che si trattava di un'azione a dir poco suicìda, diede gas al massimo e fece partire il motore con un ruggito impressionante.
Con un salto nel vuoto a dir poco spettacolare, Satomi si sollevò in aria e i fari dell'automobile fendettero in volo l'aria della notte.
Satomi spiccò il balzo da circa dieci metri di altezza, atterrando violentemente con un sinistro sfrigolare di pneumatici e una pioggia di scintille sull'asfalto. Incurante del cofano scardinato e delle sospensioni danneggiate, con la rabbia e la forza della disperazione, riuscì in qualche modo a mantenere l'assetto del veicolo e a riprendere l'inseguimento.
Dopo una simile prova di coraggio ( o di incoscienza! ), più niente ormai poteva fermarlo.
Poco più avanti sulla strada, stagliandosi come un faro nelle tenebre che avvolgevano la zona fuori città, Satomi intravide le luci di una enorme villa che sembrava illuminare a giorno la campagna circostante...
Il covo di Kanizawa!

 

( continua col prossimo capitolo )

   
 
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