Tra le sue braccia
La stanza era illuminata solo dalle poche candele che, sul tavolo, stavano lentamente consumandosi. Nell’aria le dolci note di un notturno di Chopin. Le coppe di champagne, ormai vuote, erano poggiate sul comodino, insieme alla camicia e ai jeans.
Il letto era morbido sotto di lei, le lenzuola di lino una carezza per la sua pelle, mentre lui le sfilava lentamente i pantaloni.
Sentiva i suoi baci sulle cosce, mentre con le mani le accarezzava la schiena.
In lontananza, il rumore di una brusca frenata: le gomme che strisciavano sull’asfalto e il rombo del motore che si faceva sempre più lontano.
Max si giro con forza portandosi sopra di lui e solleticandogli il petto nudo con i capelli.
Iniziò a baciargli il collo, scendendo lentamente verso l’ombellico. Lì si fermo, stuzzicandolo leggermente con la lingua, fino a sentire i suoi fremiti sotto di se.
Il cercapersone squillò una volta, e due, e tre, ma non se ne curavano: tutto entrava a far parte della sinfonia del loro desiderio.
Lui la girò dolcemente, carezzandole la schiena con la punta delle dita.
Lei chiuse gli occhi, abbandonandosi al suo tocco, al suo odore, ai suoi lievi sussurri. Prese a leccarle i capezzoli, seguendo la linea del seno per arrivare al ventre e continuare a scendere, senza fermarsi. Quando le sue mani la raggiunsero lei si ritrasse di scatto, riavvicinandoglisi poi lentamente, baciandogli violentemente il collo e il petto. Poteva sentire i muscoli di lui contrarsi sotto il suo tocco e un’energia nuova nascergli dentro.
La potenza della musica gli cresceva intorno, seguendo il ritmo della loro passione. Il desiderio la faceva fremere d’impazienza: lo sentiva forte in se e in lui, steso su un fianco accanto a lei.
L’ultima candela si era spenta, ma il buio della notte non toglieva niente a quel momento, aggiungendovi anzi un che di misterioso, di magico, di proibito.
Lo baciò, gustandosi secondo per secondo il sapore delle sue labbra. Lui le rispose con impeto, ricambiando il bacio con un altro e un altro ancora. La sentiva cedere al suo abbraccio, abbandonarsi finalmente a lui.
Si insinuò tra le sue gambe con il ginocchio, portandosi sopra di lei. Dolci baci scandivano i minuti. Un sospiro, poi due furono uno. Lui iniziò a muoversi lentamente e ogni mossa era per Max una meravigliosa carezza dell’essere. Affondò i suoi occhi in quelli di lei, perdendosi in un turbinio di emozioni e nell’abbraccio della sua carne.
Lei lo strinse tra le cosce, guidandolo, stabilendo il ritmo dei suoi movimenti. Le sue dita gli affondavano nella schiena, mentre si insinuava sempre più prepotentemente dentro di lei, possedendola, divorandola.
Un grido, difficile dire di chi dei due fosse stato, scosse il palazzo fin dalle fondamenta, e lui si abbandonò su di lei completamente.
Giacquero per un pò lì al buio, godendo l’uno della semplice presenza dell’altra.
Ad un tratto, lei chiamò il suo nome nella notte…
- Logan…
Nessuna risposta. Girò la testa verso di lui: avrebbe dovuto esserci qualcosa di stano in quello che vedeva; qualcosa che non era come si era aspettata ma… per un momento tutto le sembrò straordinariamente giusto, proprio come sarebbe dovuto essere.
Quando Max si svegliò, la stanza era attraversata da una fresca brezza, dovuta alla finestra aperta sopra il suo letto, eppure era completamente sudata e scossa. Non ricordava molto di quello che aveva sognato quella notte: chiara nella sua mente c’era solo l’immagine di Alec che, sereno, giaceva accanto a lei, stringendola tra le sue braccia.