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Autore: TheHeartIsALonelyHunter    05/02/2013    3 recensioni
[L'Era Glaciale]Le femmine belle possono essere pericolose.
Molto pericolose.
Delle femmine belle ti puoi innamorare…
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L’armatura che ho da anni sulla pelle non si spezzerà solo per un ricordo lontano. Io dimenticherò. Come ho sempre fatto.
Scapperò. Come ho sempre fatto.
E non mi volterò indietro.
In effetti, ora che ci penso, tutta la mia vita è stata solo un’enorme fuga.
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La love story di Diego e Shira inventata da me. Un amore che riapre vecchie ferite e ne sana di nuove, un amore a volte doloroso, ma che è destinato a durare in eterno.
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Ti proteggerò a qualunque costo.
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Guardami e dimmi che non vuoi morire.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Diego, Manny, Shira, Sid
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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“Sid…”
Qualcuno che ti chiama.
Qualcuno che nel buio dice il tuo nome.
“Sid…”
La voce di tua madre.
La voce dell’angelo.
La voce di colei che ti ha cresciuto.
“Sid.”
Voce dolce, calma, paziente, bella, romantica, sussurrata, a malapena udita, tranne che da te e da lei.
E il suo profumo, oh! Il suo profumo.
Ti entra nelle narici e ti scalda l’anima, e il cuore batte, e non hai paura!
Lei.
Tua madre.
Non la riconosci subito.
Nel ricordo la sua voce non è più quella che per tanto tempo ti ha cullato nel sonno, quella che dolcemente ha reso ogni incubo un sogno, e ogni sogno un’indicibile meraviglia.
La memoria nella tua mente è ormai sbiadita, come un’orma che, sulla sabbia, viene spazzata dall’acqua del mare, lentamente e inesorabilmente. E tu ricordi poco, troppo poco, di come tua madre ti ha amato. Forse perché eri troppo piccolo. Forse perché non c’è molto da ricordare.
Tua madre probabilmente ti ha sempre considerato una zavorra. Da quando nascesti aveva subito capito che tu eri la disgrazia della famiglia. Insieme a Nonnina, naturalmente.
Anche tutti gli alti lo avevano capito, ecco perché hanno tentato di sbarazzarti di te, nei primi mesi.
Forse tutti sapevano da subito che tu eri inutile.
Ma tua madre ha voluto illudersi, almeno per i primi tempi, che col tempo tu ti saresti dimostrato in qualche modo buono, o forse in lei l’amore materno era ancora troppo forte per poterti lasciare. Forse per lei eri ancora il figlio che era cresciuto nella sua pancia e che ora ninnanannava con un affetto e un dolcezza non comuni.
Forse la tua vita è stata percepita da subito come un disastro.
Forse tutti, ma proprio TUTTI sapevano che tu non valevi nulla.
Eri il nulla.
Eri una cacchetta di uccello, uno sfigato, un puntino nero su un foglio.
Eri tutto ciò che la tua famiglia odiava e tutto ciò che più gli faceva ribrezzo.
E di cose che potevano fargli ribrezzo ce ne erano molte.
Strano, eh? Tuo zio Fungus non si lavava le ascelle da quasi nove anni, Nonnina favoleggiava di una balena preistorica che ancora la seguiva, tuo padre non era capace di guidare un tronco, e Marshall… Bè, forse lui è nato solo per compensare le tue carenze.
Lo ricordi ancora, come tua madre e tuo padre avevano tanta paura che dalla loro rinnovata unione sarebbe nato un nuovo essere come te.
Un piccolo, piccolo, baco da seta mai sbocciato in farfalla.
Avevano paura che quel secondo figlio, invece che restituire loro la serenità che gli spettava, li avrebbe rovinati ancora di più.
Avevano paura che Marshall sarebbe diventato come te, da grande.
Avevano paura quando non sapeva fare qualcosa, e lo esortavano con un rimprovero che ancora è chiaro e nitido nella tua testa:
“Non vorrai diventare come Sid.”
Strano, che i tuoi parenti schifassero proprio te.
Tua madre aveva preso sempre più le distanze da te, con gli anni. Succede inevitabilmente, quando si è adolescenti. Ma solitamente è il figlio che cerca di allontanarsi dalla madre, magari rincorrendo una fittizia libertà che non è loro concessa.
Tu, invece, cercavi in ogni modo, ogni modo possibile, di avvicinarti sempre di più a tua madre, stupendola, magari, con giochi di prestigio disastrosi, o cercando di essere almeno un minimo ciò che i suoi genitori volevano che fossi: RESPONSABILE.
E mentre gli altri bambini ridevano di quel piccolo cretino che, invece di godere della bella vita del figlio solitario, tentava in ogni modo di stare vicino a sua madre, tu facevi cadere ripetutamente Marshall dalle altalene e prendevi rimproveri che erano tutto meno che fatti a fin di bene.
“Cresci un po’, Sid!”
“Ci provo!”
“Tu non devi provare, devi riuscire! Nella vita non ci sarà sempre qualcuno pronto a coprirti le spalle, signorino!”
Strano che tu invece qualcuno che ti guardasse le spalle lo hai trovato. Ma quella è un’altra storia e tu ora vuoi solo scavare nei reconditi angoli della tua mente per trovare un istante, un momento, un’ora, un giorno, un secondo, una sola immagine da fissare nella testa come un’istantanea.
Il tempo di un respiro, in cui tua madre ti ha amato.
In cui tutto è stato perfetto.
In cui non c’erano bambini che ridevano dietro e nonne che gridavano che era ora di cena.
Nonnina cucinava sempre, questo lo ricordi. Bè, cucinare per modo di dire. La sua cucina era composta da alcuni scarti di verdure e di gusci di noce che “lei non sapeva aprire”. E così le sere le passavate a digiuno.
Ma di tanto in tanto, quando ancora il vento ti era favorevole e la voce di tua madre era ancora e perpetuamente tua, l’avevi sentita venire nella notte e appoggiarti vicino un piatto colmo di prelibatezze che aveva fatto lei.
Col tempo aveva smesso quella strana abitudine e tu, per non morire di fame, avevi dovuto andare a cercare cibo da solo. Chissà, forse era una tattica. Magari volevano davvero farti morire di fame. Non lo sai e non lo vuoi sapere.
Sai solo che una notte l’hai sentita portare la cena a Marshall.
Tu non odi tuo fratello, no. Come potresti? Sei troppo pigro per portare rancore. E non dovresti comunque. Tuo fratello non ha nessuna colpa della tua stupidità. Non ne ha colpa se è nato meglio di te, poverino…
E non è neanche colpa di tua madre o di tuo padre la tua stupida stupidità.
Non è colpa di nessuno se non di te.
Sei davvero tu la rovina della famiglia e ciò che stai pagando è ciò che meriti.
E ti chiedi quand’è che quel filo così forte e sottile che tra madre e figlio si forma si è, misteriosamente e definitivamente, spezzato.
E perché, poi, perché?
Ma non c’è risposta.
Forse quel bel filo che tanto hai accarezzato nelle lunghe notti senza luna, quel filo che la faceva correre da te quando c’era bisogno di amore, forse, forse quella lunga corda che all’apparenza è tanto robusta, s’è rotta quando il tuo cuore ha iniziato a battere.
 
Ti svegli di scatto e senti il cuore battere.
E hai paura, perché tua madre è scomparsa.
Portata via dal vento invernale che, spietato, ti ha tolto l’illusione.
E senti delle risate poco lontano.
E li vedi da lontano.
Shira e Diego.
Che parlano.
E parlano.
E parlano.
E sembrano essere già così in sintonia che il cuore si stringe.
E allora sospiri.
Forse è proprio un mestiere rovinare famiglie.
 
Uellà a tutti! Ciao! (guarda la data d'aggiornamento) CAVOLO, SOLO UNA SETTIMANA?!?!?! Miglioro, eh! Peggio per voi.
Comunque, oggi sto alla grande. Sto male? No, sono normalissima per quanto può essere normale una ragazza che si mette a urlare perchè sua zia le ha regalato il DVD de "L'era glaciale 4" per il suo compleanno. Ebbene sì, oggi è anche il mio compleanno. Bellissima giornata. Festeggio con parenti domenica, con amiche sabato a una festa di carnevale.
Mi spiace se questo capitolo può non esservi piciuto, ma quando ho iniziato a scrivere, invece di scrivere su Shira e Diego, che è il nostro pairing preferito (almeno il mio) scrivo su Sid (Il nostro personaggio preferito dopo un certo tigrotto mucho sexy). Bè, come avrete capito la mia storia non vuole essere solo una semplice storia su una coppia, ma vuole essere (molto arditamente) una storia corale su i nostri tre protegonisti (Shira Diego e Sid... Più avanti anche Manny, non preoccupatemi.) per spiegare meglio ragioni che spingono i personaggi a fare certe cose, a comportarsi in quel determinato modo...
Bè, ho finito per ora.
Sto alla grande, YOOOOOO!

  

  
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