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Autore: Edoatar    05/02/2013    3 recensioni
Titolo non molto originale, lo sò. Ma credo sia approppriato.
In questa ff presento una raccolta dei migliori momenti futuri della vita di Percy.
Spero che apprezzerete il lavoro e fatemi sapere che cosa ne pensate.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annabeth Chase, Chirone, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I racconti di zio Edo'
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Capitolo 3: Una visita inaspettata

 

I mostri si stavano avvicinando, lo sentivo. Fiumi di persone scappavano dalla città in fiamme. Estrassi la spada e mi preparai, sicuro che un'altra ondata sarebbe presto giunta.

Anche Luke sguainò il suo pugnale quando un ruggito minaccioso percorse la radura. I mostri si riversarono fuori dalle loro tane.

-”Arrivano! Mantieni la calma e tieniti pronto.”

La prima creatura che ci venne incontro era una dracena, una donna con due viscide code da serpente al posto delle gambe.

Squadrò Luke e si leccò i baffi.

-”Sssalve tesssoro. Vieni qui a farti asssaggiare.” Si avventò contro mio figlio con gli artigli pronti a colpire, e naturalmente lui aspettò fino all'ultimo secondo prima di spostarsi di lato e mozzargli la testa.

-”Bel colpo.” Gli dissi.

-”Grazie, me lo ha insegnato mamma.”

ROOAAARRR!!!

Un altro mostro correva verso di noi. Era un gigante lestrigone.

-”Grrrrr, vi cuocerò in forno e poi vi inghiottirò in un sol boccone.”

-”Lo sai che non va bene mangiare senza masticare prima.” Lo incalzò Luke, “Lasciamelo papà, a questo ciccione ci penso io.”

-”Ehm, Luke...ne sei sicuro?”

-”Certo.”

Il gigante sguainò una scimitarra lunga almeno un metro e mezzo.

-”Ok... è tutto tuo!!!” Mi gridò mio figlio, che andò a nascondersi dietro di me.

Caricai contro il mostro, il quale vedendomi arrivare calò la sua arma verso il terreno, cercando di colpirmi. Tipico di quei tizi. Contano solo sulla forza fisica. Sgattaiolai dietro di lui e lo ferii ad entrambe le caviglie, costringendolo ad inginocchiarsi. Gli saltai sulla schiena e caricai un affondo con la spada, che si conficcò nella sua schiena. Il mostro ululò dal dolore.

Ero pronto per il colpo di grazia. Sollevai la spada ancora una volta e menai un fendente. Era quasi fatta, quando...bip.

Non ci vidi più. Ero avvolto dal buio.

-”Ehi, chi ha spento la luce?” Si lamentò Luke.

Mi tolsi gli occhiali del 5-D e vidi Annabeth in piedi dietro allo schermo TV, con i cavi della console in mano.

-”Mamma, hai rovinato il finale!” Brontolò Luke, “papà stava per decapitare un altro gigante.”

-”E' tutto il pomeriggio che state giocando, adesso basta. Luke, hai finito i tuoi compiti?”

-”Quasi.”

-”Quasi!? Percy, non lo hai aiutato prima di iniziare a giocare?”

Le feci gli occhi dolci.

-”Oddei, cosa devo fare con voi due.” Indicò entrambi.

-”Ma, mamma. Le vacanze estive sono appena iniziate e mancano quasi tre mesi alla riapertura della scuola.” Luke cercò di sembrare triste.

-”Non mi interessa. E' meglio se li finisci subito, così potrai concentrarti di più al campo.”

Un sorriso si materializzò sul viso di Luke.

-”Cosa? Sul serio? Dite davvero?” Ci fissava entrambi.

-”Te lo avevamo promesso,” Gli dissi, “Come regalo per il tuo decimo compleanno.”

Cominciò a saltellare sul posto, per poi fiondarsi su per le scale.

-”Se mi cercate sono in camera mia che inizio e finisco i compiti!”

Rimasi da solo con Annabeth. Notai che mi scrutava con la sua solita serietà.

-”Che c'è?” Chiesi. Il suo sguardo cambiò da arrabbiata a triste.

-”Niente. Cioè, sono solo un po' preoccupata per lui. Deve già cominciare l'addestramento.”

-”Hei, tu avevi sette anni quando sei arrivata al campo.”

-”Lo so. Ma, è un mondo difficile.”

-”Capisco come ti senti. E' sempre stato un mondo difficile. Andare al Campo Mezzosangue è la cosa più giusta.”

Annuì e mi guardò negli occhi.

-”Però, ho sempre il timore che non ce la possa fare.”

-”Dimentichi che è figlio nostro.”

La nostra conversazione fu interrotta da una bambina che mi chiamava.

-”Papà! Papà!”

-”Questa dev'essere Bianca. Meglio che tu vada, mi occupo io dei compiti di Luke.” Mi disse Annabeth.

Salii le scale ed entrai nella stanza delle bambine.

Oh, già! Non ve le ho ancora presentate. Sono due gemelle, nate tre anni dopo Luke. Hanno i capelli neri e gli occhi grigi come una tempesta (ereditati chiaramente da Annabeth). Avevamo deciso di chiamarle come le nostre amiche cacciatrici cadute eroicamente: Bianca e Zoe.

-”Papà.” Bianca era seduta vicino alla scrivania ed aveva un grosso libro aperto davanti agli occhi.

-”Bianca, che cosa c'è?”

-”Non riesco a rispondere a questa domanda di epica.”

Faticai a leggere la prima domanda a causa della dislessia, ma alla fine ci riuscii.

-”Chi fu l'eroe ad uccidere Medusa?” Lessi ad alta voce,”Ma scusa, sei in seconda elementare e l'insegnante ti assegna queste domande impegnative?”

-”La signora Marshall dice che io ho un quoziente intellettivo più alto rispetto a quello dei miei compagni.”

-”Capito. Chi era il marito di Andromeda? Pensaci su e troverai la risposta.”

Riuscivo a vedere gli ingranaggi nella sua testa che elaboravano centinaia di pensieri contemporaneamente. Mi ricordava moltissimo Annabeth.

 

Il momento di cena arrivò velocemente e tutti mangiammo pollo e roastbeef. Facemmo appena in tempo a finire il pasto e sparecchiare che suonò il campanello.

Luke corse ad aprire e restò fermo sul ciglio della porta.

-”Ciao. Non ti ricordi di me, vero?”

-”Ehm...” Balbettò Luke.

Arrivai anch'io e mi trovai davanti una signora di mezza età. Aveva i capelli color nocciola raccolti. Il viso era pallido, aveva un rossetto color ciliegia e indossava un lungo abito bianco. Mi ricordava una celebrità degli anni 20. Mi chiesi se stesse andando ad una festa in maschera o a qualcosa del genere.

-”Ciao Percy.”

Chinai la testa, ”Era.”

-”Non aspettavi la mia visita?”

-”A dire il vero no.”

-”Ma come? Annabeth non te l'ha detto? Io faccio visita ai figli dei mezzosangue ogni decennio. E se non mi sbaglio il piccolo Luke oggi compie dieci anni.” Era gli strofinò i capelli e lo spettinò.

-”Beh,” dissi, “vuole accomodarsi?”

-”Oh no, ti ringrazio ma vado di fretta.” Puntò il dito in fondo al viale e notai un uomo con uno smoking azzurro gessato che aspettava impaziente in un'auto. Suo marito non si prese la briga di salutare.

-”Sono venuta per dare questo a Luke.” Estrasse un piccolo pacco dalla borsetta e lo consegnò a mio figlio, ”Per il festeggiato.”

-”Grazie.” Lui lo prese e sorridendo sgattaiolò via in soggiorno. Subito dopo arrivò Annabeth.

-”Percy, Luke aveva un...” Si fermò, rivolse uno sguardo alla dea e chinò anche lei il capo.

-”Divina Era.” Disse, anche se non sembrò molto entusiasta.

Non mi stupisce, quelle due non si erano mai sopportate.

-”I vostri figli crescono.” Ci disse Era.

-”Beh, mi sembra logico.” Le rispose Annabeth, cercando di essere la più cordiale possibile. La dea non si offese, era abituata.

-”Volevo solo informarvi che Clarisse e Chris hanno avuto un altro figlio. Una bambina.” Quella notizia mi rallegrò subito.

-”Davvero? Come l'hanno chiamata?” Domandai.

-”Credo che tu lo sappia.”

Il loro primogenito era stato battezzato Charles.

-”Silena.” Dissi.

Era annuì.

BIIIP BIIIP

Zeus stava suonando il clacson in macchina e la dea sbuffò.

-”Arrivo, arrivo. Beh ragazzi, statemi bene. Credo che ci rivedremo presto.”

La salutammo (sì, anche Annabeth) e raggiungemmo Luke.

Aveva scartato il pacchetto di Era ed un'espressione perplessa gli era comparsa sul volto.

-”Che cosa ti ha regalato?” Chiesi.

Lui indicò un calendario ricco di foto di pavoni. Una salvadanaio a forma di mucca e un catalogo di vestiti maschili.

-”Papà, quella era una dea?” Mi domandò.

-”Sì.”

-”Allora poteva sforzarsi un po' di più nel scegliere i regali.”

Annabeth concordò con lui e dopo averlo consolato ed avergli parlato che sarebbe andato al campo lo convinse ad andare a letto.

Uscii di casa e dopo pochi metri mi stesi sulla sabbia. Era questo il bello di abitare vicini allo stretto di Long Island; eravamo sia vicini al Campo Mezzosangue sia al mare.

Guardai intensamente l'oceano, quando qualcosa si mosse alle mie spalle.

-”Papà.”

-”Zoe!” La chiamai, “che ci fai qui fuori? Non dovresti dormire?”

-”Non ci riesco, e poi Bianca continua a leggere il suo libro e non spegne la luce.”

-”Ok, ok. Ho capito.”

Lei sorrise e mi si mise in braccio. Il mio sguardo si soffermò per un attimo sulle stelle.

-”Hey Zoe.”

-”Mmm?”

-”La riconosci quella?” Indicai un punto nel cielo.

-”Ercole.”

-”E quell'altra poco distante?”

Ci pensò un momento.

-”Non me la ricordo.” Disse.

-”Leone. Ti sfido.” Le dissi, “Quella.”

Le indicai una costellazione che brillava più delle altre.

-”Non saprei.”

-”Apri la mente.”

Lei alzò il braccio e tracciò una linea immaginaria con il dito, come per unire la stelle.

-”Sembra una ragazza. Con un arco.”

-”Zoe Nightshade.”

-”La cacciatrice.” Fissò le stelle con aria sognante, “Un giorno sarò come lei, papà. Un'eroina.”

Le annuii e la ascoltai mentre parlava di come non vedesse l'ora di andare anche lei al campo, fino a quando Morfeo ci accolse nelle sue braccia.

 

 

Questo capitolo è dedicato a Sister of Percy, Sapientona e ValeryJackson ; che hanno seguito la vita di Percy fino a qui. Ancora grazie. 

  
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