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Autore: Supreme Yameta    05/02/2013    4 recensioni
Naruto Uzumaki si è lasciato alle spalle il suo villaggio e i suoi amici per unirsi ad Akatsuki e imparare a controllare il potere della volpe a nove code. Tuttavia, i membri dell'organizzazione non lo accetteranno mai senza avere una dimostrazione delle sue abilità, per cui lo metteranno alla prova, affidandogli una pericolosa missione. Naruto, affiancato da Itachi Uchiha, dovrà oltrepassare i confini delle terre ninja per giungere al suo obiettivo.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akatsuki, Itachi, Jiraya, Naruto Uzumaki, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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Era da considerare che Gaara combattesse contro Zasai?
A quanto sembrava no.
La follia del Monocoda si era oramai impadronita del ninja pantera con forza e potenza, controllandolo come un fantoccio di carne, sfruttandone l'esoscheletro e l'alito vitale.
Gaara si ritrovava a combattere contro il suo stesso potere e contro il suo potere stava utilizzando ciò che gli era rimasto: il suo potere di manipolare la sabbia e quel poco chakra di cui Ichibi poteva ancora fornirlo, dato che Zasai continuava a risucchiare, in una maniera sconosciuta, le sue forze, diventando sempre più forte.
Nell'istante in cui la sua controparte ebbe lanciato una sfera di chakra concentrato verso di lui, Gaara apprese di doversi sbrigare a pensare a una strategia efficiente: l'unica cosa che gli venne in mente fu la sua difesa totale.
-Saiko Zettai: Shukaku no Tate [Massima densità, Protezione assoluta: Scudo di Shukaku]-
L'intera arena venne coperta dall'ombra di un titanico tanuki, composto da sabbia che si stanziò fra l'attacco di chakra e il suo evocatore.
Grazie all'enorme pancia, il colpo venne assorbito da quella portentosa difesa e tutto iniziava a volgersi a favore di Gaara.
Purtroppo la follia è contagiosa.
Essa si insidia nei cuori della gente più predisposta, coloro che la nascondo per bene nel loro cuore, l'afferra, la deride e la strappa, finendo con il farla uscire allo scoperto.
A volte rompere un lucchetto è un male, non si sa mai cosa si può trovare all'interno.
Nonostante avesse vissuto in simbiosi con quella pazzia per dodici anni, ora Gaara, dopo tre anni di disintossicazione sentiva che stava anch'egli per crollare.
I segni erano già piuttosto evidenti in lui.
Gli occhi del demone dei deserti erano sempre più limpidi, le cornee ora di un nero di giada e il sorriso. Serio da una parte e deformato dalla follia dall'altra.
Roshi resisteva ancora grazie al suo demone, ma lui? Lui non era ancora in grado di dominarne i poteri nonostante tutto, anzi, era completamente succube di Shukaku come anni addietro.

Tutti si erano accorti di tale mutamento e ne erano spaventati.
Prima fra tutte la sorella Temari, seguita da Matsuri che ancora si sentiva in colpa di aver trascinato il suo venerabile maestro in quel casino, poi Kankuro, retto da Rock Lee e Shikamaru e infine Sakura e Neji che rimanevano seduti non essendo in grado di muoversi per le ferite.
-Gaara-
L'unica parola che poté uscire da quella stanza di spettatori liberamente costretti ad aspettare che Gaara concludesse il suo scontro positivamente.
-Se ha usato la difesa di Shukaku, significa che è veramente in guai seri. Possibile che nonostante il Monocoda gli stia dando chakra la cosa non funzioni?- Kankuro era il più agitato di tutti.
Quella particolare tipologia di tecnica segreta era ancora difficile da dominare per Gaara.
Convogliare i minerali presenti nel terreno, frantumarli, assemblandoli, raccozzandoli con il chakra; era ancora un lavoro troppo faticoso e dispendioso anche per Gaara del deserto.
La velocità di azione, poi non aiutava di certo.
-Ha evocato quella tecnica troppo velocemente. Avrà consumato una quantità estrosa di chakra- dedusse Temari.
Lei invece era la più nervosa.
Fu Shikamaru quindi a rispondere a tutti e due i fratelli della Sabbia per rincuorarli. -Dobbiamo avete fiducia in Gaara. Sono certo che avrà un piano in mente.-
Delle parole che servivano per calmare, senza che il Nara ne fosse davvero convinto sul serio.
La situazione era proprio nel buio più totale e, nemmeno lui sapeva come fare, nemmeno il Q.I. 200 ne era in grado.

Gaara ansimava stanco.
Era proprio ridotto male con non gli era mai capitato in vita sua fino a quel momento.
Aveva parato il colpo, avrebbe avuto qualche possibilità in più con la protezione di Shukaku in campo, ma era a corto di chakra e il demone non aiutava di certo.
-Devi concludere lo scontro velocemente, se non vuoi che la mia follia ti contagi, anche se la cosa non mi dispiacerebbe. Ti darò ancora un po' di chakra, ma questaè l'ultima razione che ho. L'altro è in mano di quello lì.-
Eh si, detto da un'ottimista, la situazione non era delle migliori, ma c'era ancora una breccia di speranza nel muro della distruzione. Lui doveva allargare quella crepa per distruggere quel muro e doveva farlo prima che esaurisse anche il chakra che aveva.
"Devo riflettere."
Non era così facile riflettere quando una pseudo forza portante ti attaccava con urla e furiose zampate che ti avrebbero potuto strappare le costole, se solo ti avessero colpito.
-DAMMELO!!!-
Nuovamente in picchiata verso di lui, Zasai-Shukaku stava colpendo Gaara con un pugno, o almeno da quando vendevano gli spettatori di quel combattimento; Gaara invece aveva eretto un muro di sabbia concentrata di minerali per difendersi, ma venne lo stesso scagliato lontano a causa del contraccolpo ricevuto dall'esplosione della sua stessa sabbia.
Doveva agire, subito!
"La mia occasione!"
Si concentrò nel formare un'arma con quella speciale sabbia, avrebbe consumato molto chakra, ma era un sacrificio necessario.
-Saikou Zettai Hougeki: Shukaku no Houkou! [Attacco Assoluto: Lancia di Shukaku]-
Una lancia di sabbia si era generata nella mano di Gaara, pronto a lanciarla contro l'avversario.
Ma.
Le braccia del nemico si allungarono in sua direzione con l'intenzione di colpirlo. Con un balzo Gaara evitò l'attacco, riuscendo a difendersi, grazie alla lancia che aveva appena creato.
Lo scontro continuò con innumerevoli braccia di sabbia che tentavano di colpirlo, ma che la sua lancia era in grado di distruggere, grazie al materiale minerario di cui era fatta.
Zasai alla fine aveva pure cercato di attaccarlo direttamente con una zampata, ma Gaara aveva sfruttato l'ausilio di un clone di sabbia per evitare il suo attacco aereo, per poi colpire con un affondo di lancia venuto a mancare a causa dello spostamento della stessa pseudo forza portante che riuscì ad afferrare Gaara per le braccia e a dargli una sonora testata.
Il sangue gli colava dalla testa, gli arrossiva la vista con notevole copiosità e il dolore alla testa non accennava a diminuire.
Zasai rise, fermo, immobile e con un ghigno stampato che lo faceva sentire già con la vittoria in pugno.
Gaara ansimò stanco, dando un ulteriore sguardo al suo nemico. Zasai si preparò nuovamente ad attaccare, non ci riuscì. -Che diavolo sta succedendo?! Non riesco a muovermi!-
La sabbia sotto di loro lo aveva intrappolato e lo stava sommergendo sotto terra, era come se la stessa terra lo stesse inghiottendo.
Gaara si alzò e si allontanò dall'agitato Zasai lentamente, per un po' stava concedendo alla sua follia di uscire fuori da lui: stava godendo lentamente della sua fine.
-Inutile che cerchi di divincolarti, una volta che sei entrato nel Gokusamaiso [Inumazione infernale di sabbia] non puoi pi scappare- sembrava però che Zasai non volesse arrendersi anzi, continuava a divincolarsi, nonostante delle braccia di sabbia lo avvolgessero sempre di più. Gaara non ce la fece a non deformare il viso in una risata folle -TI HO DETTO CHE NON SERVE!- Le sue risa echeggiarono dappertutto. Persino Zasai ne ebbe paura.
E la lancia lo trapassò, facendogli sputare copiosamente del sangue.
Non ci furono altre parole dall'ex pseudo forza portante. L'unica cosa che vide fu lo sguardo della vera forza portante.
Poi, sepolto sotto terra, sentì l'ultimo urlo della sua vita.
-Sabaku Taiso! [Gran Funerale del deserto]-
Un fortissimo terremoto scosse la terra con una potenza inaudita, c'era chi pensava che era giunta la fine del mondo, chi piangeva, chi cercava di scappare, chi semplicemente non riusciva a mantenere l'equilibrio, nessuno riusciva a rimanere impassibile a così tanto potere distruttivo, nemmeno Temari e Kankuro che erano abituati ad assistere a quell'attacco.
Quindi era tutto finito?

Tutto era finito con un terremoto che aveva tinto la sabbia di rosso, eppure perché si respirava ancora un'aria così pesante attorno a Gaara.
Roshi intanto iniziò a sentirsi meglio. "Credo che ora l'unico folle rimasto sia lui." Riferendosi a Gaara.
-MAESTRO!- urlò Matsuri. La giovane genin si avviò verso il suo maestro per acclamarlo, ma venne bloccata da Roshi stesso. -Non ti avvicinare a lui. Non è ancora finita, ora Gaara deve combattere contro se stesso, ed è una battaglia a cui nessuno può partecipare.-
Un'altra battaglia in cui nessuno di loro poteva aiutarlo.
Kankuro, Temari e Matsuri iniziarono davvero a sentirsi inutili, Lee odiava quell'attesa snervante, ma veniva tenuto a freno da un ferito Neji e da Sakura; Shikamaru, invece, si limitava a osservare il tutto da lontano.
Del sorprendente avvenne, dopo quando del copioso chakra rossastro emerse dalla sabbia e si gettò addosso a Gaara, assorbendosi come una spugna di quel potere.
-Speriamo che Gaara mantenga il controllo- tremò Kankuro.
Gaara era già fuori controllo da un pezzo. Se prima la battaglia infuriava nel mondo reale fra Shukaku e lui, ora la seconda parte di quel combattimento avveniva dentro di lui, nel suo subconscio.
Dimostrazione che la mia tesi fosse vera, fu quando Gaara emise un assordante urlo stridulo che congelò il sangue nelle vene dei presenti. La seguente trasformazione in ciò che prima era stato Zasai, fece capire che Gaara era fuori controllo.
-GAARA!-


Posò i piedi per terra con un tonfo. L'aria in quel luogo era piuttosto strana, angusta e muffosa. Un luogo così pressante che era la casa del miglior fabbricante di armi mai esistito.
Non vide nient'altro che una buia caverna di fronte a lui, l'unico posto in cui sarebbe potuto andare.
-Ehi, Uchiha. Prendimi!- urlò Karin mentre si gettava già per il pozzo.
Sasuke la osservò atono, senza accennare a muoversi di un solo millimetro. Karin cadde a terra per il sedere.
-MA SEI SCEMO?!!- urlò la rossa, afferrandolo per il kimono.
Si, forse Sakura era molto meglio di lei.
Molto.
Ma Molto.
Pulendosi le gambe e il sedere, Karin emise uno sbuffo e fissò l'Uchiha e il luogo in cui si trovavano.
"Che posto." pensò.
Sasuke si avviò con lenti passi verso la caverna, senza dire nulla alla partner che dovette seguirlo da dietro con un leggero timore del luogo in cui si trovavano.
"Non ci credo. Viviseziona persone e ha paura del buio? Chi le capisce le femmine."
Nel mentre che camminarono, Sasuke sentì stringersi il braccio da Karin, ma non disse nulla: la cosa non lo toccava o, almeno, toccava solamente a una parte del suo corpo che in quel momento faceva la poco Uchiha.
-Itachi... Sei già tornato?- sibilò una voce dietro di loro.
Sasuke si voltò velocemente verso la fonte di quel suono con ira. Il sol pronunciare quel nome già lo faceva infuriare, in più, se una persona lo chiamava con così tanta familiarità la cosa veniva aggravata.
Ma di fronte a sé trovò solamente un vecchio sorretto da un lungo bastone con una donnola sulla spalla.
Totomura portava una torcia che andò a illuminare i due ritratti come due fidanzati. Karin si staccò immediatamente da lui rossa e, balbettante, iniziò a raddrizzarsi gli occhi nervosamente -S... Stavo cadendo, niente di che. Non farti strane idee, Uchiha!-
Ma Sasuke si era già dimenticato di lei.
-Conosci Itachi? Dimmi dove si trova?!-
Totomura sgranò gli occhi. -Che strano. E dire che il tuo deiraku-ken sembrava proprio il suo... E gli somigli per giunta.-
Il fabbricante non riusciva a capire come si fosse sbagliato finché non vide qualcosa che lo convinse. -Lo sharingan. Devi essere il fratello minore di Itachi.-
Ciò non faceva altro che innervosire di più Sasuke che adesso puntava un kunai contro il vecchio. -Ti ho detto di rispondermi! Dove cazzo si trova Itachi?!-
Il kunai diventò polvere all'istante e Totomura oltrepassò i due ninja con noncuranza.
"Che veloce."
-Non metterti a giocare con le armi, bambinetto. Tuo fratello mi sta molto più simpatico di te.-
Sasuke stava per ribattere di quanto gliene fregasse, Karin però lo precedette in quel momento. -Siamo qui per ritirare l'ordine recapitatole da lord Orochimaru.-
Totomura emise una smorfia di disgusto non appena udì quel nome. -Dicevo. Non potevate che essere suoi sottoposti. Che pena che mi fate. Su entrate, entrate.-
Totomura scomparve nell'oscurità, lasciandoli nell'incertezza per un paio di minuti fino a che non si udì lo schiocco di dita che illuminò la caverna, mostrando loro una piccola e logora abitazione dove Itachiko li attendeva all'ingresso.
-Muovetevi, mocciosi. Non abbiamo tutta la giornata.-
Una volta entrati dentro i due si ritrovarono nel salotto più orrendo mai concepito da mente umana, di fronte a loro Totomura che cingeva loro due foderi contenti due katane.
Una era di Orochimaru e l'altra? Il serpente aveva detto di trattarsi di un regalo per Sasuke.
E quel regalo era una katana.
La cosa lo sorprese, non si aspettava che Orochimaru facesse una cosa del genere. Si trattava sicuramente di addestrarlo nell'arte della spada in modo che potesse sfruttarlo, quando avrebbe preso il suo corpo, sicuramente.
-Ora andatevene. Ho già sopportato il fetore di Orochimaru fin troppo.- ordinò il vecchio fabbro.
-Ma non dovremmo pagarla?- domandò Karin incerta.
Il vecchio scosse la testa. -Ci ha già pensato Orochimaru. Ora ho da lavorare. Addio.-
Fu così che Sasuke e Karin si ritrovarono fuori dalla caverna che camminavano sopra la parete del pozzo per tornare alla base, in poche parole erano stati sbattuti fuori, senza troppi convenevoli.
-Sas'ke. Hai intenzione di fissare la tua katana all'infinito?-
L'Uchiha ricambiò al suo sguardo. -Non sono affari tuoi, Karin-
La rossa gli fece la linguaccia. Ognuno tornò a pensare per i fatti suoi ma Karin continuava, nonostante tutto, a fissare l'Uchiha. "Il suo chakra è davvero gustoso."
Verso il tramonto venne la decisione di Sasuke di accamparsi per un paio d'ore di riposo. -Sas'ke. Ti sei accorto di quanto fosse simpatico quel vecchietto?-
Sasuke fissò il fuoco che aveva acceso per riscaldare del ramen istantaneo, ancora non sapeva nulla di suo fratello: credeva di conoscerlo bene.
-Sono poche le persone che stanno simpatiche per Orochimaru. Di conseguenza hanno anche poca simpatia per noi.-
Il ragionamento non faceva una grinza.
La ragazza si sedette di fronte a lui prendendo in mano la sua cena. -Beh, cosa ci si poteva aspettare dal fabbro più abile del mondo nonché fondatore del villaggio dei Fabbri.-
Un fondatore? Sasuke iniziò a chiedersi quanti anni avesse quel vecchio. Di sicuro più di quelli che ne dimostrava e ne dimostrava parecchi.
Per tutto il resto della serata ci fu solamente silenzio fra i due coetanei, silenzi a volte interrotti da Karin, prima che si addormentasse fino all'alba quando Sasuke la svegliò.
-Muoviamoci.-
La ragazza si stropicciò gli occhi ancora assonnata e replicò con insolita energia che non era necessario che la svegliasse, gettandole un secchio d'acqua fredda. Sembrava che fosse una sorta di perverso sergente che inveiva sulle malcapitate reclute a Sasuke piaceva da morire quel ruolo.
"Devo allenarmi. Basta perdere tempo con sciocchezze."


Quante volte si era ritrovato dentro il suo subconscio a parlare con il suo demone?
Poche. Persino una mano bastava per contarle. Non perché fuori fosse così bello, o almeno, non lo era prima che lui aprisse gli occhi; però avere di fronte due occhi gialli che ti fissano nel buio assoluto non era il massimo nemmeno per il ghiaccio fatto persona quali era lui prima e dopo della conversione.
Ti piace la mia follia?
Non poteva negarlo.
Quando usava il suo potere erano in sincronia.
"Si, e con questo? Pensi che ti permetterò di prendere il sopravvento?"
I denti aguzzi del demone splendettero nel buio al sentir tali parole.Ma come siamo diventati coraggiosi. Credo che cambiare nindo ti abbia fatto male, Gaara. Non era meglio quando uccidevamo e basta?
No.
Non lo era mai stato.
"Quello eri tu che ti nutrivi del mio essere. Io ora voglio cambiare. Voglio che la gente mi accetti e voglio diventare Kazekage come mio padre."
.
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.
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.
Ci fu del silenzio per una decina di minuti; Gaara stesso iniziò a pensare che il demone si fosse addormentato eppure i suoi occhi erano aperti e luminosi come sempre.
Vaneggi. Quello che tu desideri sono solo delle piccole illusioni che ripeti agli altri ed a te stesso per convincertene. Non sei sincero.
No! Lo era, lui ne era veramente convinto e non avrebbe permesso che un lurido tanuki di ostacolarlo.
"Io ci riuscirò!"
Ci fu un'altra pausa, ma questa durò di meno.
Voglio proprio vedere se ci riesci. Se mai accadrà una cosa del genere, se la gente arriverà a chiamarti Kazekage e mai qualcuno arriverà a dirti "Ti amo", potrò ricredermi sul tuo conto, Gaara del deserto.
Per stavolta hai vinto la partita.
Ringrazia solo che ora ho bisogno di riposo, perché altrimenti.


Aprendo gli occhi Gaara vide il volto piangente di Matsuri e quello sollevato dei fratelli.
-Maestro! Come sono contenta che stiate bene!- pianse ancora interrottamente la ragazza.
Alla sua destra c'erano le persone che lo avevano già accettato, alla sua sinistra i suoi amici della Foglia; al centro Baki e alcuni membri delle forze speciali della Sabbia.
Cosa ci facevano lì?
-Maestro Baki. Cosa ci fate qui?- chiese il rosso.
Serio come sempre, Baki avanzò verso di lui, cingendogli la mano. Nel suo sguardo c'era gratitudine. -Gaara. Sei stato fantastico. Hai salvato tutta la Sabbia.-
Cosa c'entrava il torneo con la Sabbia? O con Zasai?
I dubbi si accavallarono nella sua testa e di questo Baki se ne accorse rimediando. -Quell'uomo era a capo di un'associazione terroristica che cercava di ottenere il potere di Shukaku per distruggere il nostro villaggio. Grazie a te siamo riusciti a proteggere la Sabbia. Sei un eroe.-
Mai aveva visto Baki mostrargli un sorriso genuino come quello. E mai ebbe visto i ninja del villaggio esultarlo con tale entusiasmo, mai.
Era forse un sogno?
-Gaara, non rimanere imbambolato.-
Temari lo aiutò ad alzarsi, reggendolo a se assieme a Rock Lee, Gaara non aveva idea di cosa significava realmente ciò che aveva fatto; semplicemente da quel giorno in poi la Sabbia l'avrebbe visto da una prospettiva diversa, una bella prospettiva.
-Dobbiamo tornare al villaggio. Alcuni di voi hanno bisogno di cure, eh?- fece Baki.
Sia i ninja della Foglia che i tre fratelli del deserto e Matsuri li seguirono, lasciando il torneo deserto con Hedogawa che strillava dal microfono, oramai rotto, su eventuali spiegazioni.
A lui, giornalisti per raccontare quanto accaduto.


-Maestro Gaara...-
-Si?-
Matsuri abbassò lo sguardo dispiaciuta.
Ora disteso su un letto all'ospedale, dopo un vorticoso viaggio di tre ore, Gaara si era ritrovato nella stessa stanza di Neji, Lee e Kankuro.
I tre però al momento non c'erano.
Neji dormiva, Lee era sgattaiolato fuori dalla stanza per allenarsi e Kankuro si era messo le cuffie di mp3 e controllava alcuni meccanismi della sua marionetta Kuroai.
Si poteva dire che Gaara e Matsuri erano da soli.
-Mi... Mi dispiace per tutti i guai che ho causato. Sono una tale frana.-
Gaara rimase fermo sul letto, la sua temporanea impossibilità a muoversi gli impediva di mettere una mano sulla spalla dell'allieva per rincuorarla.
-Forse... Forse non dovrei fare il ninja. Combino sempre guai e metto in pericolo le persone a cui tengo.- Al concludere quella frase arrossì nel guardarlo.
Gaara intanto stava pensando a qualcosa da dirle, solo quando la ragazza cercò di alzarsi per andarsene; lui la fermò. -Ascolta, Matsuri.-
Lei si bloccò solo sentendosi chiamare da lui. -Siediti, ti prego.-
Ella obbedì, senza indugi pronta ad ascoltare le parole della persona che rispettava più di tutte. -Tu non sei inutile. Hai talento, ma la tua insicurezza ti limita. Ciò che è successo è successo.-
-Si, ma io... Se fossi stata più forte, adesso lei non sarebbe ricoverato qui in ospedale! Non lo sarebbero i ninja della Foglia o il maestro Kankuro!- Sembrava come se la ragazza non ammettesse scuse di nessun genere, Gaara la guardò intensamente e le sussurrò di avvicinarsi a lui, in modo da poterle sfiorare con sforzo le guance ancora bagnate dalle lacrime. -Sono il tuo maestro. Sono il tuo responsabile, è questo quello che fa un maestro. Ti proteggerò fino a quando avrò forza in corpo.-
Matsuri arrossì e iniziò a giocare nervosamente con la propria maglietta.
Dall'altra parte della stanza, Temari e Shikamaru se la ridevano.
-Non immaginavo che tuo fratello fosse così gentile e premuroso. Sembra davvero cambiato.-
Già, era proprio vero. Temari non poteva essere più felice. -Che ti aspettavi da mio fratello? Uno shinobi nobile quanto me è da encomio!-
-Modesta come sempre, eh?- replicò sarcastico il Nara.
Temari gli ricambiò un sorriso dopodiché iniziò a guardarsi in giro come alla ricerca di qualcuno. -Dov'è finita la rosa?-
-Sakura intendi? È andata a porre delle domande al vostro capo della squadra medica. Ha detto qualcosa del tipo che era per accrescere la sua conoscenza medica-
Sakura poi era il mistero dei misteri fra tutte le donne che conosceva Shikamaru.
Nessun problema per Temari. -Grazie per averci aiutato-
-Figurati. A proposito, che fine ha fatto il signor Roshi? È da quando sono arrivati i ninja della Sabbia che è scomparso, senza dire nulla.- Chiese infine il chunin della Foglia.
Neanche Temari ci aveva fatto più caso.
Quell'uomo era come volatilizzato.


Il giornale di una settimana dopo il torneo parlava chiaro a ogni lettore.

Scontro mostruoso al famoso torneo del paese delle Onde!

Enorme mostro causa distruzione e sospensione del leggendario torneo ondoso con la delusione di numerosi tifosi che hanno perso l'occasione di vedere il loro campione preferito vincere il torneo.
i dettagli da pagina 1 a pagina 12

Itachi fissò le foto dei concorrenti con una punta di sospetto.
Seduti su delle rupi, i due Akatsuki si riposavano dopo aver terminato con successo la missione durata due settimane: una guerra;
-Certo che al torneo delle onde ne sono successe di cotte e di crude quest'anno, eh?-
Il suo partner gli strappò il giornale fissandolo con incertezza. -Gaara, eh?-
-Ti sei riposato abbastanza, Naruto?-
Il giornale venne appallottolato dall'Uzumaki e lanciato nel vento, si alzarono. -Non trattarmi come un bambino, Itachi- lo fulminò con lo sguardo di quegli occhi rossi da demone.
Itachi rimase impassibile. -Ho appena ricevuto un messaggio da Kisame. Abbiamo ordine di unirci a lui e Zetsu per lavorare assieme da ora in poi.-
Naruto si sorprese, che aveva in mente Pain? Doppia assicurazione a quanto sembrava.
Cominciarono a muoversi discendendo dalle vette della montagna. -Dov'è che si trovano in questo momento?-
-Sono nel paese della terra. A quanto pare stanno catturando una forza portante.-
Per il biondo fu facile capire chi fosse quella forza portante, gli dispiaceva per Han, molto; non poteva fare niente però, niente.


L'enorme esplosione delle mura del palazzo riecheggiò per la zona mentre dal fumo, generatosi ne fuoriusciva la forza portante del Cinque Code, finendo con il distanziare di poco i suoi inseguitori.
Due inseguitori con mantello nero a nuvole rosse che avevano ucciso tutti gli yojimbo al servizio del signore del paese della terra fatto evacuare per sicurezza.
-Bene, bene. Se sei rimasto solamente tu significa che finalmente ti abbiamo scovato, Pentacoda.-
Kisame Hoshigaki con la sua Shameada, le cui bende erano imbrattate di sangue. Zetsu che emergeva dal terreno nella sua interezza si avvicinava di più alla preda rispetto al suo collega.
-Zetsu. Sei sicuro di potertela cavare? Sembra forte.-
Fu Black Zetsu a rispondergli. -Pensa a impedire che qualcuno ci disturbi piuttosto.-
-Catturiamo il Pentacoda. Poi ce lo mangiamo, vero?- chiese White Zetsu.
-Ovvio.-

Han non riusciva a crederci, non riusciva a credere che quel momento fosse arrivato tanto velocemente.
Era il momento decisivo, il momento in cui si sarebbe deciso della sua sorte.
"Non ho altra scelta. Se questi due sono di Akatsuki devo fare sul serio fin dall'inizio o altrimenti!"
Eccomi!

-Voi di Akatsuki. Venderò cara la mia pelle, potete crederci! Lo giuro sul nome del Daymno e sul mio!-
Han si rivestì di chakra rosso, il quale continuò sempre di più a ingigantirsi, fino a diventare bianco e ad assumere la forma di un cavallo dalla faccia e dalle protuberanze di delfino.
Il demone ibrido a cinque code fece il suo ingresso.
-Wow, così questo sarebbe il Pentacoda. Che strano essere.- commentò White Zetsu.
Black Zetsu invece voleva agire al più presto. -Muoviamoci!-
Il nukenin dell'Erba corse verso il demone, sotto lo sguardo curvato dalle risate di Kisame, mentre faceva da spettatore a quello scontro mostruoso.
Una nuova alba stava arrivando.
La caccia era appena iniziata


Fine!!!
Fiuu. Finalmente ce l'ho fatta cari lettori!
Sono fiero di questo lavoro, veramente. Certo, esso presenta delle incongruenze ed in alcuni punti proprio della spazzatura ma nel contesto sono veramente soddisfatto del risultato finale.
Riassumendo ciò che capita:
Gaara diventa un eroe per averlo salvato da una futura minaccia, allenerà Matsuri, si allenerà a dominare i suoi poteri.
Anche Temari e Kankuro faranno come lui, seguiti da Shikamaru, Neji, Lee e Sakura.
Kakashi diventerà padre, ma questo lo vedrete nel primo capitolo del sequel.
Naruto e Itachi iniziano a fare missioni su missioni.
Sasuke inizia ad allenarsi con Orochimaru sul serio.
Akatsuki inizia a catturare le forze portanti, il primo a cadere è il povero Han battuto da Zetsu.
   
 
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