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Autore: Lelusc    07/02/2013    0 recensioni
Megan ha abitato a New York dagli zii per nove anni,la madre Fubuki si è trasferita con il marito ad Hokkaido, dove poi a divorziato e si è risposata con William che ha conosciuto in inghilterra.
Ora la madre e il suo nuovo compagno ritornano da Megan e vogliono che vada ad abitare con loro ad Hokkaido, Megan decide di dar loro una possibilità nonostante i 9 anni d'assenza.Però ad Hokkaido ripartono per lavoro e lei troverà qualcosa di straordinario a cui dovrà abbituarsi.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La pensione era piccola,intima, di legno ed era una costruzione antica si e no aveva venti stanze e sicuramente piccole.

Mentre lasciavo i miei parlare alla reception,mi guardai intorno,intanto nell’aria si espandeva un delicato profumo di lavanda, una pianta rilassante, poi nella saletta chiamiamola così c’era un grande e caldo camino acceso e due divani color marrone rossiccio,molto invitanti,sul muro c’erano foto e dipinti del monte Fuji, templi, ed erano meravigliosi, molto realistici,poi c’era un grande quadro con dipinto un paesaggio spolverato diciamo da delicati petali di fiori di ciliegio,era bello e romantico pensai,mi sarebbe piaciuto passare sotto degli alberi di ciliegio in fiore e soprattutto vederli.

“Cara abbiamo fatto vieni” mi girai verso mia madre che mi faceva cenno di venire  con la mano,feci un cenno del capo alla coppia anziana alla reception e li seguii “Bene vediamo com’è la stanza” aprì la porta di legno,quella era normale non di carta e un leggero legno,ma giusto per far si che nessuno entri senza permesso.

Appena entrati trovammo un mobiletto di legno chiaro,con dentro delle pantofole ancora imbustate,poi c’era la stanza in tatami,mi è sempre piaciuto il pavimento di tatami perché essendo paia è  morbido,la stanza non era grande ma c’era un tavolino di legno chiaro con intorno dei bei cuscini colorati e poi c’era un armadio scorrevole con sicuramente i nostri futon,anche quelli mi piacciono molto,srotolare ogni notte quei bei materassi di cotone mi diverte molto.

“Eccoci qui!”  “carino Giappone antico” “si direi”dissi calma,e ora che si fa?” chiesi guardando i miei genitori “che domande cerchiamo di dormire, non so se il fuso orario è uguale a quello in America e sicuramente non lo è, ma normalmente adesso sarebbe l’una o le due,più o meno,proviamo a dormire” annuii e aprii l’armadio scorrevole presi i tre futon e li srotolai a terra “pronti! che velocità è” “ allora, buona notte e domani dopo colazione andiamo a casa” disse mia madre e io avrei scoperto la sorpresa non stavo più nella pelle.

 Incredibile ma vero,dormii fino a mattina, la nostra mattina che per loro era un orario diverso e che io non essendoci abituata non avevo ancora capito,a cosa corrispondeva, ma infondo cosa importava, bastava che fosse giorno.Mia madre e William ancora dormivano e io decisi di cambiarmi, rannicchiarmi in un angolo e finire l’ultimo capitolo del libro, ero al finale cavoli, avevo una voglia matta di finirlo e scoprire tutto,ma prima misi a posto il mio futon stando attenta che a non svegliassero,facendo rumore,poi come avevo deciso mi misi in un angolo a leggere e finii come niente,beh un capitolo è niente, poi guardai fuori dalla  finestra, il cielo, i palazzi, le città, le strade e via dicendo,non era poi diverso dall’America pensai “sei già sveglia”.

 Mi girai verso la voce “si mamma,ma qui è tutto uguale all’America” “si qui non c’è molta differenza,ma noi andiamo ad Hokkaido” “è vero,è un isola giusto?” annuì “e quando ci andiamo?” “quando si sveglierà il ghiro” mi misi a ridere povero William “ma è vero che lì c’è una sorpresa per me?” “si vero,ma non so se all’inizio ti piacerà” “perché dici così,perché è una cosa importante” e da li non chiesi più niente  e mi salì l’ansia.

Poco dopo William si svegliò,per fortuna avevano anche la nostra colazione, molto abbondante e non solo la loro,non sono così abituata,non ricordo ne meno quando fu l’ultima volta che la mangiai e poi ci dirigemmo al porto per cercare un battello che ci avrebbe portato ad Hokkaido.

“Corri Megan! credo sia quello!”mi urlò mia madre “però quel uomo poteva risponderci invece di dare importanza prima al suo Sakè” disse arrabbiato William “lascia stare caro,è inutile arrabbiarsi,Megan!” “sono qui mamma non mettermi fretta!”gli urlai, ero dietro ha William che era dietro alla mamma, che correva verso il battello, che stava per salpare “aspetti si fermi dobbiamo salire anche noi,tenga,ci siete tutti?” “si ci sono” dissi con il fiatone “anche io”disse William,salimmo e il battello partì.

Si stava bene sul a bordo non era molto affollato, avevamo preso l’ultimo, gli altri erano più affollati,il sole splendeva, era una bellissima giornata,il mare era limpido e brillante per via del caldi raggi del sole e il cielo era terso,mi sentivo così bene “mamma quanto tempo staremo qui?” “non molto cara,non è molto distante” le sorrisi, non vedevo l’ora di sapere che sorpresa mi attendeva “incredibile e passato, niente e già in lontananza si vede il porto” “visto cara che ti dicevo e potrai vedere la città,sai casa non è molto distante potremo andarci a piedi” “davvero,quindi si vede anche il mare” “abbiamo un muretto intorno al giardino della casa,dove tu ti affacci e vedi il mare” “davvero! Non me lo avevi detto,è questa la sorpresa?” “no,aspetta e vedrai,ti spiegherò tutto personalmente una volta arrivati” “e riecco l’agitazione” “no tranquilla,credo sia una cosa bella e ti ci abituerai” guardai mia madre che era serena e
William,che mi sorrise e gli sorrisi a mia volta.

William scese per primo dal battello e poi aiutò noi,c’era un po’ di gente che sicuramente aspettava qualche amico o famigliare,erano tutti felici ,ridevano si abbracciavano e mi sentivo bene fra loro “guarda mamma,sono tutti felici” “si è sempre così,ora andiamo,facciamo una bella camminata e ti mostro un po’ Hokkaido” “va bene” mi prese per mano e c’incamminammo.

“Allora,quello è un hotel,la pescheria,un ristorante con pietanze della casa,quello è un parco,con poco distante le scuole, c’è la materna, l’asilo,l’elementari, le superiori e l’università, sono molto grandi, non hanno badato a spese e non manca niente e già ti ho iscritta a scuola ci andrai dopodomani,visto che domani è sabato,ma non ti preoccupare per questo c’è tempo.

“Se lo dici tu” “si tranquilla” la nostra casa è poco distante,William c’e la fai con le valige di Megan” “si cara grazie per lì interessamento”disse irritato “scusami,William posso portarle anche da sola” “non ti preoccupare sono ingombranti ma non pesano e poi è stata colpa di tua madre che ti ha rapita” “allora grazie”.

Dopo poco mia madre si fermò “che c’è mamma?”siamo arrivati"davanti a me c’era la strada, allora mi girai verso sinistra e vidi un cancelletto bianco che divideva il marciapiede dal giardino di casa “questa è casa vostra?” “casa nostra cara, si” “ma è una villetta!” “si e allora? Ora ti diamo la copia delle chiavi del cancelletto e del entrata, bene e ora andiamo,attenta agli arbusti,non dovrebbero dare problemi lungo il cammino, ma sono leggermente lunghi dobbiamo ancora tagliare un po’ di rami”.

Mentre camminavamo verso casa su una stradina di mattoncini marroni,il telefonino squillò “scusa cara un attimo” ebbi una brutta sensazione, ma sperai di sbagliare,sentii mia madre rispondere e parlare monosillabica,alla fine attaccò “cara,avevo detto di non chiamarmi per qualche mese,volevo passare del tempo con te, come una vera famiglia,ma sembra che sono io il pilastro e sansa di me non sono dove mettere le mani,ritornerò presto e serve anche William”.

 Mi sentii un po’ delusa, non ero certa che quello che mi aveva detto,cioè che avevamo tutto il tempo possibile per conoscerci fosse una bugia,ma anche se non lo era, ormai.
Cercai di non far capire che non ci ero rimasta male “ va bene se è importante” “grazie,guarda! la giù c’è un ragazzo che sta annaffiando i fiori, chiedi a lui,noi andiamo,ritorneremo presto” “va bene a presto mamma” le dissi anche se non ero proprio sicura che ci saremmo rivisti presto.

Mi avvicinai al ragazzo,aveva i capelli corvini ed era girato a annaffiare l’aiuola, non sapevo che dire,ma lui mi aiuto subito anche senza volerlo,forse per il rumore dei miei passi o per la sensazione di essere osservati,non lo so perchè, ma si girò e mi rivolse la parola per primo “ciao, chi sei?” “io sono Megan” mi continuò a guardare,con quei bellissimo occhi color cielo,sicuramente stava cercando di ricordare se mi aveva già vista o aveva già sentito il mio nome,ma perché io ho dato per scontato che dovesse conoscermi?mi chiesi ,e decisi di aiutarlo “ forse è meglio il mio secondo nome, Fumiko” a quel nome mi sorrise “ha si,lo sapevo che saresti arrivata oggi,piacere di conoscerti sono Kei, tuo fratello” rimasi impalata davanti a lui, senza parole a guardarlo in faccia, come una scema  “non sapevi niente?” “no, di cosa?” “di me,che hai dei fratelli” “dei?” “si,aspetta te li presento,vieni” annui e anche se insicura lo seguii .

Entrammo in casa e davanti a un po’ di distanza, mi si presentò una scala di legno che portava di sopra e sotto si essa una porta,che si aprì e ne sbucò un ragazzo,con un grembiule pieno di macchie. Aveva in mano una scodella e un mestolo,i capelli li aveva biondi chiaro, non avevo mai visto un biondo così chiaro e aveva gli occhi scuri come i miei “giusto in tempo, senti un po’ come mi è venuta, e lei chi è?” “indovina” “Fumiko!”annuii “che bello finalmente ti vedo di persona e ti conosco,io sono Akira tuo fratello” annuii “si, piacere di conoscerti,scusatemi non vorrei essere scortese ma,sono finiti?” chiesi a entrambi e a nessuno “no,ne mancano ancora un po’”mi rispose Akira “ah capisco” “lo so, è una cosa strana per te,poi saperlo così, all’improvviso,capisco che è spaventoso” mi disse Kei “vado a chiamare gli altri”aggiunse Akira, rientrò un attimo i cucina e riuscì senza la ciotola,poi corse di sopra tutto trafelato “ragazzi! Ragazzi! è arriva Fumiko! Sta giù!”disse correndo su per le scale “scusalo è agitato,non è sempre così,te lo posso assicurare”disse Kei ridendo.

Ad un tratto vidi  scendere con eleganza un un’altro ragazzo “ma,come?”e mi girai a guardare Kei “che mi guardò e mi sorrise “lui è mio fratello gemello” il ragazzo scese, era proprio uguale a Kei tranne per i capelli che teneva a caschetto invece che corti come lui,però era identico.Indossava una camicia immacolata, dei pantaloni neri e stava in pantofole “ho santo cielo, le pantofole!” “non ti preoccupare non fa niente,non ci sei più abituata, dopo le presentazioni le metterai”mi tranquillizzo Kei, annuii,me ne ero proprio dimenticata.
Sceso l’ultimo gradino, s’incamminò verso di me,era alto e a pensarci lo era anche Kei,ma chissà perché non ci avevo fatto caso.

Si fermò davanti a me e mi porse la mano “piacere io sono Hayato,tuo fratello” “piacere io sono Fumiko” gli dissi stringendogliela “lo so chi sei, ti stavamo tutti aspettando” gli sorrisi,non sapevo come rispondergli” poi vidi scendere rumorosamente Akira,non aveva perso un milligrammo della sua allegria,non capisco, chi sono la regina?
E notai dietro a lui un ragazzo,dai capelli rossi,assomigliava a William,ha si,ora ho capito”.

Ero già pronta alla sua presentazione, ma fece qualcosa che non mi spettai,non scese le scale come tutte le persone normali,ma si sedette sul corrimano e scivolò giù.
Già mi stava simpatico e poi si vedeva dal viso che era simpatico e allegro e per niente posato come Kei o Hayato.

Lo guardai mentre mi veniva incontro, era vestito con una felpa,rossa e ciancicava il laccetto che gli pendeva dal collo, i casi erano due o era nervoso o era un gesto abitudinale,a poca distanza da me lasciò il laccetto e una volta raggiunta mi sorrise “piacere,sono Makoto,tuo fratello” “piacere, io sono Fumiko” e  mi abbracciò, rimasi visibilmente sorpresa non me la aspettavo“lo so,scusa mi è venuto d’istinto”mi disse staccandosi” “no niente”disse imbarazzata,non mi succedeva da molto di rimanere imbarazzata,ma chi se ne importa.

“Kei mi dici quando sono finiti?” chiesi a bassa voce,non volevo che sentissero, si mise a ridere “certo” rispose anche lui a basa voce,così da evitare  che qualche fratello lo sentisse,poi scese dalle scale un bambino che aveva in braccio un cagnolino,il piccolo mi si fermò davanti.

Mi arrivava a più di metà coscia poi alzò il capo per vedermi in faccia,mi fece un sorriso dove mancava un dentino, sicuramente è un birichino,mi dissi fra me,poi posò il cane a terra e mi abbracciò le gambe “sorellina,mi disse con quella sua infantile vocina” stavo per commuovermi, ma non era il caso di piangere lì davanti a tutti.
Mi inchinai per stare alla sua altezza “ciao,io mi chiamo Fumiko e tu?” “Jun” “piacere di conoscerti Jun, dissi sorridendogli,era così piccolo e indifeso e notai anche che era diverso dagli altri, aveva i capelli marroni e gli occhi verdi,ma che stava succedendo?

“E lui chi è?” “Flaffy,il mio cane” “che bello, ciao Flaffy dissi accarezzando il cucciolo che amichevolmente scodinzolò e mi leccò una mano,poi vidi qualcuno posare una mano sul capo del piccolo e mi rialzai. Davanti mi trovai un altro ragazzo, doveva avere più o meno l’età di Akira,aveva i capelli neri come mia madre,lunghi fino alle spalle,ma gli occhi verdi,qualcosa mi diceva che era figlio di mia madre e di William ormai aveva capito più o meno il meccanismo.

“Ciao sorella io sono Hikaru” mi disse e notai che era molto sciolto nel parlare ed era sicuro di se “piacere io sono Fumiko” “piacere mio”disse prendendomi la mano e baciandomela e poi nel riguardarmi mi face l’occhiolino,ok mi ero fatta un idea del tipo di ragazzo era,ma sperai mi fossi sbagliata”

Poi scese un altro ragazzo che forse aveva l’età di Akira anche lui,aveva i capelli marroni e anche gli occhi e il fisico snello e slanciato “che cosa è successo mi è parso di sentire Akira starnazzare” “grazie fratello, sei molto gentile” “figurati”poi mi guardò “no! Tu sei Fumiko?” “almeno lo ero fino a poco fa” dissi ironica,si mise a ridere “capisco e adesso sei nervosa, immagino” “come fai a saperlo” “per la tua postura,sei rigida” “si lui,balla ed è molto bravo a capire le persone, diciamo così”mi disse Kei “capisco,non è una brutta cosa,può essere utile””si infatti, comunque io mi chiamo Toshi e sono uno dei tuoi tanti fratelli,piacere di conoscerti” “e io come ho già detto a tutti,sono Fumiko ed è un piacere conoscerti” “bene chi manca ancora?”chiese Toshi a gli altri “.

“Che fai,non ti ricordi quanti fratelli hai” chiese Makoto“no certo che no, ma ogni tanto perdo il conto”mi misi a ridere “e normale no? siete così tanti” “si però non è carino”disse una voce, alzai lo sguardo e vidi un ragazzo sorridermi anche lui aveva i capelli marroni legati in una coda che gli ricadeva lunga sulla spalla,era incredibile gli doveva arrivava a metà fianco. Indossava una maglietta blu e un giacca lunga fino alle gambe, nera che teneva aperta e dei pantaloni dello stesso colore,era normale e sofisticato allo stesso tempo,quando anche lui mi raggiunse,rimase un attimo a guardarmi,non sapevo che fare,ma anche se un po’ imbarazzata lasciai stare “però,ah scusa mi chiamo Heiji e beh ormai vedendo loro sai il continuò, no?” “si sei mio fratello e sei felice di conoscermi o almeno spero e io ti ridico quello che ho già detto a loro,che sono felice di conoscerti e che mi chiamo Fumiko” mi sorrise  e mi girai verso Kei.

“Non vorrei sembrarti insistente ma,sono finiti?” “ne manca uno e poi sono finiti,con te, in totale siamo dieci” “dieci, più mamma e William” annuì.
“Ah eccolo!” esclamò all’improvviso Akira,quel ragazzo era pieno d’energia pensai e rialzai lo sguardo verso la scala che orami conoscevo tanto bene (finalmente l’ultimo fratello) pensai sollevata, e io che volevo dei fratelli.

Il ragazzino era piccolo non come Jun, ma a confronto degli altri,doveva avere, che ne so,dici anni,si incamminò verso di me,ma era frettoloso e il suo sguardo non era felice come quello degli altri,era come scocciato,arrabbiato, rovinava il suo bellissimo viso,si anche quello degli altri era bellissimo e delicato,ma il suo mi dava sul effemminato,se lo vestivi con un abito femminile o un kimono sarebbe diventato una bambina perfetta “se piacere di conoscerti, mi chiamo Misaki non sono tuo fratello, tu ti chiami Fumiko e non sei mia sorella,e ora addio” e cominciò a risalire le scale in fretta e furia.

Mi girai verso gli altri che erano rimasti in silenzio,altri guardavano ancora la scala,quando Kei mi guardò “ora ti spiego,io, Akira e Hayato,siamo i tuoi veri fratelli,quelli di sangue,nati da Ethan e la mamma,invece Jun,Heiji e Toshi,sono figli di William e la sua prima moglie,invece i rimanenti, Misaki,Hikaru e Makoto, sono i figli di nostra madre e William.
“Capisco ma è strano,dovrebbero avere problemi più, Jun, Heiji e Toshi che lui,infondo la madre è uguale” “si,però, Misaki è difficile” “Capisco” “comunque ora ritorniamo a quello che stavamo facendo” disse Hayato, sai stavo facendo i compiti,e cominciarono ad evaporare uno per volta,alla fine rimasi solo con Kei Akira e Makoto.

  
 

 
  
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