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Autore: _Pan_    28/08/2007    3 recensioni
Questa fanfiction sta diventando la villa del Papa, nel senso che non so davvero quando finirà perchè all'inizio erano nove capitoli, ora sono quattordici. Comunque, Silvia verrà a conoscenza di qualcosa di strano e interessante, una profezia. Cosa succederà?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Apollo, Silvia de Alisia
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Il brodo si è allungato, ora sono sedici capitoli invece dei quattordici che mi ero prefissata. ^.^

13 – L'inizio della battaglia

Ravhen fronteggiava Apollonius con il suo sorriso di scherno, come se fosse sicuro di riuscire a battere l'Angelo.
“Non riuscirai a battermi, Apollonius” disse. “Ho appreso da quel bambino tutte le potenzialità di quel dannato pezzo di roccia. Adesso so tutto, e come fronteggiare un tuo attacco.”
Apollonius non rispose, si girò verso Silvia. “Oh” disse l'Angelo coi capelli rossi “Ce ne hai messo di tempo”
“Che cosa vuoi? Non si può cambiare spirito come un calzino!” gli rispose una Celiane che cercava di sistemarsi in qualche modo.
“Sei sempre la solita, eh?” le rispose “Non ti hanno fatto proprio niente questi undicimila novecento ottantacinque anni!”
“Che ti aspettavi, eh?” esclamò lei, girandosi dall'altra parte.
“Si può sapere perchè ce l'hai tanto con me?” le chiese.
“Tornerò, non ti preoccupare, ci rivedremo!” rispose lei, cerando di imitare la sua voce “E poi chi ti ha sentito più dopo che sei morto? E mi chiedi anche perchè ce l'ho con te?!”
Apollonius aprì la bocca per risponderle ma qualcuno li interruppe:
“Avete finito?” chiese Ravhen, guardandoli come se stesse fissando una scena patetica. “Ti comporti come un bambino, Apollonius, e pensi anche di avere una minima possibilità di battermi?”
“Guarda che lui non è mica solo!”sibilò Celiane, disturbata dal fatto di essere ignorata, ma Ravhen si comportò come se nessuno avesse parlato “Maleducato.”
“Ti brucia ancora il fatto di essere stato battuto da una donna, tanto che hai deciso di ignorarle, Ravhen?” chiese Apollonius, ironico.
“Tua madre, mio caro, ha avuto solo fortuna!” rispose quello, infastidito.
“O magari sei tu che non sei capace a fare un bel niente?!” chiese Celiane. “Menomale che voi Angeli con le ali nere dovreste essere più forti, come mai allora è bastata solo la madre di Apollonius per spedirti in quel buco di dimensione che ha creato per te?”
Ravhen stavolta non riuscì ad ignorarla, ma non le rispose, creò con la magia degli Angeli dalle piume nere una sfera blu intenso che lanciò a velocità supersonica contro Celiane; tuttavia venne intercettata da Apollonius che prese la ragazza e la portò via.
“DANNATO PENNUTO! GIURO CHE QUANDO SCENDO TI AMMAZZO!” urlò lei
“Tutto bene?” le chiese Apollonius.
“Si, tutto a posto. Lasciami che devo accoppare quel brutto porco!”
“Beh.. se ti lasciassi adesso faresti un brutto volo, Celi'”
“Spiritoso!” gli rispose lei, ironicamente. “Alla mia reincarnazione che non servono mai le tue stupide piume ce le ha sempre, non è che me ne potresti darmene qualcuna?”
“Si adesso me le strappo e te le do una ad una!”
“La smetti di fare spirito non richiesto? Abbiamo un avversario da battere, e giuro che se muori anche questa volta brucerò il tuo corpo, ma non prima di averti rotto tutte le ossa. Se invece resti vivo, ti ammazzo io per non essere tornato, come avevi promesso!”
“E quale delle due mi consigli, cara?”
“Quella più dolorosa per te, caro, quindi la seconda!”
“Sei sempre la solita principessa con la forza di un gorilla!”
“E tu sei sempre il solito Angelo con il cervello di un gorilla!”
“Pensi che nei prossimi cinque minuti riusciremo ad andare d'accordo?”
“No.” rispose lei “Non credo proprio, e adesso mettimi giù che devo mantenere una promessa!”
“Come desideri” disse, lasciandola cadere, nonostante fossero ad un'altezza considerevole.
“MA SEI SCEMO?” urlò lei, mentre cadeva. Lui le sorrise divertito e scese a riprenderla a qualche metro da terra.
“A quanto pare...” constatò Ravhen, annoiato “...vi piace perdere tempo. Chiamatemi quando avete finito di giocare”
“Noi non stiamo, giocando” spiegò Celiane, sistemandosi, una volta a terra. “Un giorno sono morta e poi mi ritrovo viva e davanti di nuovo questo barbagianni, che mi aveva promesso la luna, e ti aspetti che sia lucida come prima?”
“Basta, ora!” disse Apollonius. “Purtroppo, ha ragione lui dob...”
“Ah” disse lei, offesa “Adesso ha ragione lui”
“Celiane, ascoltami” disse lui, la voce era dura e Celiane sapeva che quando chiamava il suo nome per intero era qualcosa di serio o pericoloso. “Smettiamola di fare gli idioti e cominciamo a combattere!”
“Ah, finalmente lo ammazziamo!” rispose lei, e nella sua mano comparve la sua fida lancia. “Allora, Ravhen, dov'eravamo rimasti?”
“Celiane, non giocare con lui” le consigliò Apollonius.
“Perchè?” chiese lei, sorridendo maliziosa “Sei geloso?”
“Basta!” disse lui, serio.
“Possiamo cominciare, immagino” disse Ravhen, cercando di ignorarli e di colpire Celiane, che come prima fu salvata in extremis da Apollonius.
“Lo vedi?” le disse lui “Devi fare più attenzione invece di fare la stupida.”
Lei, invece di ribattere, accorgendosi della situazione delicata, fece un'espressione di scuse. “Cercherò di fare come dici” rispose, un po' infastidita dal fatto che le spiegasse come combattere, dopotutto era sempre stata una guerriera.
“Un'altra cosa!” disse Apollonius, sorridendole “Non mi piace che ti comporti in quel modo con Ravhen, oltre al fatto che è pericoloso, non nego che mi dia un po' fastidio”
“Geloso, eh?”
“Forse.”
Scesero nuovamente a terra, stavolta Apollonius decise di fare la prima mossa, usando la Pietra di sua madre. Si concentrò, come lei gli aveva insegnato, attraverso la Pietra, e pensò alla persona più cara che aveva, al primo impulso, il suo pensiero andò a Celiane. La pietra pulsò e mandò un'ondata di luce verso Ravhen, che, dapprima ne fu sorpreso, poi, ricordando ciò che aveva appreso dal piccolo Rudy, contrattaccò, e la cosa andò a segno.
“Dannazione!” disse Celiane, furiosa “Ma a cos'hai pensato? A una carota?”
Apollonius non considerò nemmeno le parole della compagna, anche se le avrebbe volentieri detto che aveva pensato a lei, almeno sarebbe stata in silenzio.
“Celi', non cominciare a parlare troppo. Non è il momento adatto per litigare e... dannato.” disse prendendola in braccio e portandola più lontano.
“Come si fa?” chiese lei, ignorandolo. “Non vale che lui sappia come contrattaccarci e noi no.”
“Pensiamo.”
“Come funziona questa cosa?” gli chiese.
“Bisogna pensare alla persona più importante che si ha nel momento in cui si ha nel momento in cui si usa.”
“E tu a chi hai pensato?”
“Ma indovina un po'?” chiese lui, ironico. “Magari proprio a..”
“Oh! Chi se ne frega!” lo interruppe “Me lo dirai dopo!”
Apollonius sospirò, disperato, proprio prima di avvertire che Ravhen stava per lanciare un altro attacco.
“Spostiamoci” le disse, prendendola con quel poco preavviso.
“Che modi! Ti sembra questo il modo di trattare una ragazza?”
“Ragazza.. hai qualcosina in più di dodicimila anni!”
“Vorresti insinuare che sono vecchia, forse?” chiese lei, offesa “Allora tu cosa sei, eh, furbone?”
“Scappi, Apollonius?” gli urlò Ravhen, stavolta seguendolo in aria. “Hai paura per quella donna o per le tue penne?” poi sorrise “Ma in fondo non ha importanza, ti voglio fare un favore, vecchio amico mio”
Apollonius inarcò un sopracciglio. “Vecchio, amico, mio? Ravhen, stai bene?”
Il suo interlocutore lo ignorò. “Voglio cominciare da lei, almeno quando sarà morta non dovrai preoccuparti di salvarla e potrai pensare a te stesso, se invece non accetti, morirai nel tentativo e lei morirà comunque dopo di te, non sembra anche a te che uno che si salvi sia meglio di nessuno?”
“Effettivamente...” gli risponde Apollonius, con tono pensieroso. “No.”
“Come ti pare.” disse lui. “Bene, preparati Celiane, perchè questa volta il tuo adorato Apollonius non riuscirà a salvarti, finora ho giocato con voi due, adesso finiamola!”
Un'altra sfera luminosa si formò nella sua mano, questa volta era verdognola, Ravhen sorrise, e lanciò la sfera in direzione di Celiane, purtroppo, Apollonius, essendo in aria, non poteva sfuggire alla sfera di energia e allora decise di proteggere Celiane con il suo corpo.
“Sapevo che l'avresti fatto!” fu ciò che disse Ravhen prima che la sfera di energia colpisse Apollonius. “Infatti era per te, e ci sei cascato con tutte le scarpe”
Apollonius si accorse solo di quello che era successo, se ne accorse solo quando si rese conto di non riuscire a muoversi, infatti, precipitarono a terra.
“Maledizione!” imprecò.
“Non ti preoccupare” disse lei, cercando di calmarlo “Ho la pellaccia dura io!”

  
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