Il signor Sulez dice che mi servirà.
Ma faccio fatica a credergli. Dice di essere un dottore, uno che cura le menti della gente. A Capitol City era una specie di idolo, considerando che, se non poteva considerarsi la testa degli Hunger Games, meno del collo non poteva essere. Assieme a Snow e altri Strateghi, infatti, Sulez amministrava i Giochi, scopriva cosa volevano gli spettatori e faceva in modo che lo ottenessero.
Cioè, sangue.
E hanno avuto sangue.
Questo Sulez, insomma, dice di essere un Dottore, uno coi fiocchi, uno molto bravo.
Dall'apice della sua bella esperienza, come anestesia a ciò che è successo, mi ha dato un quaderno. Un diario. Da compilare giorno per giorno e poi farglielo leggere. Come se potesse servire a riportarla indietro.
Un diario. Ecco cosa farò per il resto della mia misera vita, a parer di Sulez. Scriverò un diario. Neanche avessi 9 anni e fossi cresciuto a Capitol City.
Povero scemo, non ha capito niente.