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Autore: MoreUmmagumma    11/02/2013    3 recensioni
Una ragazza normale. Un carattere insolito. Due corteggiatori altamente improbabili. L'Europa e l'America come sfondo.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jimmy Page, John Bonham, John Paul Jones, Nuovo personaggio, Robert Plant
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo
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Seduta sulla poltroncina dell’aereo, diretto verso Atlanta, Georgia, ripenso al mese di pausa trascorso a casa. Tutto sommato non ho passato un mese così orrendo: mi sono guadagnata qualche sterlina dando ripetizioni di latino a Tom, un ragazzo dell’ultimo anno, che mia nonna ha reputato adatto a me definendolo “bravo giovane, dotato di grande sensibilità”. Decisamente non il mio tipo ideale. Troppo timido e insicuro di sé.
La settimana scorsa, mentre ero al parco con Liz e Eugene, ebbi la grande idea di andare a scuola a trovare i nostri professori. Intuendo il mio secondo fine Liz mi assicurò –Guarda che il professor Harvey non ci sarà. E’ andato all’estero-
-E dove?-
-Non lo so-
-Per quanto tempo?-
-Probabilmente per sempre. Ho saputo che è stato trasferito-
-Ma come le sai queste cose?-
-Pettegolezzi-  mi rispose in un sorriso.
Mi confidai con loro anche per quello che successe con Robert e l’unica risposta che ricevetti fu –E’ chiaro che gli interessi-
Come se non l’avessi capito da me.
La voce di mia madre mi distrae dai miei pensieri –Lily preparati, stiamo atterrando-
Così raduno le mie cose e attendo impaziente il nostro atterraggio.


Appena entro nella mia stanza d’albergo, mi fiondo immediatamente in bagno a farmi una doccia.
Tutte queste ore mi volo mi hanno stressata e una doccia è proprio quello che mi ci vuole.
Mezz’ora dopo ritorno in camera, avvolta nel mio asciugamano e trovo Richard Cole, il braccio destro di Peter, sdraiato sul mio letto. Merda! Nella fretta ho dimenticato di chiudere a chiave la porta della camera.
Mi schiarisco la voce, attirando la sua attenzione.
-Credo tu abbia sbagliato stanza- gli faccio notare cercando di apparire il più sicura di me possibile.
-E’ la stanza 127 questa?-
-Sì esatto!- confermo incrociando le braccia al petto.
-Allora è la stanza giusta- dice alzandosi dal letto e avvicinandosi a me con un ghigno malizioso sulle labbra.
Indietreggio lentamente andando a sbattere con la schiena contro il muro. Le cose da fare sono tre:
1. Scaraventargli qualcosa addosso per stordirlo
2. Urlare come una femminuccia nella speranza che qualcuno mi venga a salvare
3. Cerco di difendermi
Scelgo la terza opzione e cerco di intimorirlo a parole.
-Faresti meglio ad andartene immediatamente. Peter lo verrà a sapere e allo...-
-Chi se ne frega!-
E’ ubriaco marcio. Sento l’odore dell’ alcol insidiarsi tra le mie narici.
-Dai non farti pregare! Vedrai che dopo mi ringrazierai- posa le mani sui miei fianchi e violentemente mi trascina verso il letto gettandomi su di esso. Senza che abbia il tempo di reagire mi si scaraventa addosso inziando a toccarmi.
-Metti giù quelle manacce!- gli urlo sferrandogli dei pugni.
Continuo a urlare e a dimenarmi cercando di liberarmi dalla sua stretta, quando la porta della mia camera si apre. Fortuna che neanche lui ha avuto la brillante idea di chiuderla a chiave.
-Lasciala stare Cole!- gli ordina la terza voce.
Oddio no, non può essere lui!
-Dai vieni Plant, ci divertiamo!- sghignazza Richard continuando a toccarmi.
Ma Robert lo prende alle spalle, di peso e lo trascina fuori la stanza rivolgendogli qualche minaccia.
-Se scopro che hai infastidito qualcun’altra, sappi che Peter non sarà il tuo unico problema. Ora va’ a farti un giro!-
Robert rientra nella mia stanza per accertarsi che stia bene, mentre io comincio a riprendere fiato portandomi una mano sul petto: il cuore batte a mille per lo shock e lo spavento.
-Guarda che era tutto sotto controllo!- gli dico guardandolo con aria truce.
-Sì ho notato!-
Dopo qualche secondo Robert rompe il silenzio che si era creato tra di noi
-Certo che almeno un ‘grazie’ da parte tua non sarebbe male!-
-Grazie!- mi alzo violentemente dal letto e vado in bagno, sbattendomi la porta alle spalle. Mi appoggio al lavandino con il viso nascosto tra le mani. Rapidamente mi sciacquo la faccia con l’acqua fredda e mi guardo allo specchio. Mi sento un mostro. Non l’ho nemmeno ringraziato come si deve.


Due ore dopo mi ritrovo distesa sul letto a riflettere. Penso a quanto sia stata meschina con lui per tutto il tempo. E oggi in particolare. Dovrei andare a chiedergli scusa? Sì, forse dovrei. Dovrei dargli questa soddisfazione? La cosa più giusta sarebbe andare a chiedergli scusa senza però sentirmi umiliata: sono sempre stata una testarda, un'orgogliosa, e così facendo ho paura di fare ciò che lui si aspetta. Che mi stia facendo troppi problemi? In fondo mi ha pur sempre salvata. Ma sì, vado da lui e mi scuso!
Esco dalla mia stanza e mi reco davanti alla sua porta. E più mi avvicino, più sento dei rumori ambigui provenire dalla sua stanza. E’ chiaro che c’è una ragazza con lui. Istintivamente mi porto una mano davanti alla bocca e sgrano gli occhi. Dovrei disturbarlo? In fondo se non lo faccio adesso non lo farò mai più. Prendo un respiro profondo e busso.  Improvvisamente i rumori ambigui si dissolvono e due minuti dopo la porta si apre e mi trovo davanti un Robert in mutande che, con un sorriso malizioso mi domanda –Ciao tesoro! Sei venuta per un ménage à trois? Io e Michele* abbiamo appena inziato-
Incrocio le braccia e ruoto gli occhi al cielo. E io che ci perdo anche tempo, che stupida! Meglio che me ne torni in camera mia!
-Dai vieni qua!- Robert mi prende per un braccio –stavo scherzando! Dimmi tutto-
-Ero venuta per chiederti scusa...per come mi sono comportata-
-Senti senti...- Robert si appoggia allo stipite della porta e incrocia le braccia al petto mentre mi guarda incuriosito.
-Lo so, ho un pessimo carattere. E mi dispiace di essere stata ingiusta con te-
-Ok. Accetto le tue scuse-
-Sì, ma non ti ci abituare-
-Robert!- urla la giovane groupie chiamandolo dalla camera da letto.
-Ti conviene ritornare dentro, sennò Michele ci rimane male- dico io con una smorfia.
Robert scoppia a ridere, con mio grande stupore. Che c’è da ridere?!
-Guarda che non devi chiedere scusa- si avvicina a me mettendomi letteralmente con le spalle al muro
-Mi ecciti quando fai la stizzosetta-
Ci fissiamo intensamente per qualche secondo, dopodiché lo spintono via per tornare verso la mia camera
-In realtà...- aggiunge.
Mi volto verso di lui.
-...un modo per farti perdonare ci sarebbe-
E cioè? Non vorrà mica... –Scordatelo!-
-Ma no, non hai capito! Vieni a cena con me stasera-
A cena? Chissà perché non mi convince.
-Dov’è il trucco?- domando incrociando le braccia.
-Nessun trucco. Un’innocua cena io e te-
Rimango con le braccia incrociate, con lo sguardo puntato in un punto imprecisato del corridoio e rifletto.
-Se accetto- annuncio dopo qualche secondo –mi prometti che mi lascerai in pace?-
Touché! Dalla faccia che ha fatto non si aspettava questa risposta da parte mia.
-D’accordo. Te lo prometto-
-Bene. A stasera-
-Alle 8.00?-
-Alle 8.00- annuisco.
Mi giro e ritorno in camera mia. Avrò fatto bene ad accettare? O è solo una delle tante cose senza senso che faccio ultimamente? Mi siedo sul letto e controllo l’ora. Ho deciso che sopporterò questa cena, tutto purché Robert mantenga la promessa ed io sia finalmente con l'animo più leggero. Ora però mi assale un altro dramma: cosa mai potrei indossare?



*Michele Overman, groupie di Robert Plant.

Nota dell'autrice: come promesso prima di partire, eccovi il capitolo :3
Spero vi piaccia!!!
  
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