Titolo: First Times
Titolo del capitolo: Risveglio
Fandom: Inazuma Eleven
Personaggi: Kiyama Hiroto, Midorikawa Ryuuji
Genere: introspettivo, romantico, sentimentale
Rating: verde
Avvertimenti: shounen-ai
Conteggio Parole: 471
Note: Ultimo capitolo. In teoria avrei dovuto pubblicarlo domani, ma ho notato che il primo capitolo lo pubblicai il dodici dicembre, quindi ho voluto pubblicare l'ultimo il dodici febbraio.
Ancora non ci credo. Dopo due mesi, ho finito di pubblicare questa raccolta (che ho finito di scrivere tipo più di un mese fa, ma whatever). È strano, non so perché ma ho una strana nostalgia. XD Eppure, appunto, in realtà l'avevo conclusa da parecchio. È proprio l'idea che non aggiornerò più 'First Times' a rendermi un po' triste.
Però, oh, non credete di liberarvi di me! Ho ancora due long in corso ed è probabile che ogni tanto spunti fuori qualche altra one-shot!
Ringrazio chi ha seguito questa raccolta, chi ha commentato (sopratutto The Night Angel che, in generale, mi ha commentato il commentabile e la ringrazio infinitamente!), chi non l'ha fatto ma ha comunque letto fino alla fine, chi l'ha messa tra le preferite/seguite o ricordate. Spero abbiate apprezzato questa fiction, e che vi siate divertiti a leggerla come io mi sono divertita a scriverla. Spero di rivedermi altrove. Grazie.






Quando si svegliò, un sorriso nacque senza apparente motivo sul suo volto. Non era ancora del tutto lucido ma, ancor prima di aprire gli occhi, aveva percepito qualcosa, un qualcosa che gli trasmetteva calma e serenità.
Solo quando si decise a sollevare le palpebre Hiroto capì di cosa si trattava. Accanto a lui, col viso sepolto sul cuscino e i lunghi capelli verdi sparsi tra le lenzuola chiare, Midorikawa dormiva ancora profondamente.
Il sorriso del presidente della Kira Company si allargò. Svegliarsi sentendo il respiro regolare dell'altro, sentendone e riconoscendone immediatamente il profumo, seppur a livello inconscio, e capire che era stato proprio quello a farlo stare così bene fin dal primo istante lo rese incredibilmente felice.
Ciò che era successo la notte precedente tra loro era stato un po' improvviso: erano cresciuti insieme, erano amici e praticamente fratelli. Per quanto fosse affezionato a lui, per quanto avesse sempre ammesso di volergli veramente molto bene e di non sopportare l'idea di averlo lontano, non aveva mai pensato sarebbero arrivati a quel punto. Ma era bastato guardarsi negli occhi per non avere più alcun dubbio.
Si amavano. Hiroto non avrebbe saputo dire da quanto tempo: forse l'amicizia e l'affetto si erano trasformati in amore a poco a poco, o forse quel sentimento c'era sempre stato. Ma non aveva importanza.
- Buongiorno... - mormorò, con voce impastata, Ryuuji. Il più giovane dei due aveva voltato appena la testa verso Hiroto, metà della faccia era ancora contro la morbida stoffa del guanciale.
L'uomo dai capelli rossi gli scostò qualche ciuffo dal viso, per osservarlo meglio. Sorrideva.
- Non fissarmi così - si lamentò sottovoce Midorikawa dopo un po', notando che l'amante non aveva mai distolto lo sguardo da lui. - Sono nudo, è imbarazzante - affermò, pur senza alcuna vergogna nella voce. Suonava più divertito che altro.
- Non dirmi che ti imbarazzi ora - lo prese in giro Hiroto, ridacchiando.
Passarono qualche minuto in silenzio, ed era chiaro che nessuno dei due aveva intenzione di alzarsi, per il momento. In fondo, era domenica.
- Ma quand'è che ci siamo innamorati, noi due? - chiese allora Kira, cercando di non sembrare troppo serio, per evitare equivoci. L'amore c'era, e per questo era andato fino in fondo, quella notte.
Ma l'altro rise e si voltò a pancia in su. - Non lo so. Magari fin da subito - disse, sorridendo.
Hiroto lo guardò, confuso. Ryuuji ridacchiò. - Intendo dire sin dal nostro primo incontro - spiegò dolcemente.
Il più grande dei due rise, comprese che anche il compagno non aveva ben chiara la risposta. Si girò su un fianco, verso l'altro, e lo abbracciò.
La prima volta che Kira Hiroto si svegliò con accanto Midorikawa Ryuuji comprese che, da quel momento in poi, per essere felice doveva cominciare in quel modo ogni mattina della sua vita.