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Autore: lu_chan    01/09/2007    4 recensioni
Dopo una tragica battaglia contro Xellos, Lina viene gravemente ferita. Quando si sveglierà niente sarà più lo stesso. Pairing: Lina/Gourry ; Zelgadis/Amelia
Genere: Romantico, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gourry Gabriev, Lina Inverse, Amelia, Xelloss Metallium, Zelgadis Greywords
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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LOST MEMORIES by lu

LOST MEMORIES by lu-chan

Finalmente sono tornata! scusate la lunga assenza ma dovevo laurearmi...eh eh... ,ora sono libera come il vento (e disoccupata...DOH!....), dopodichè un attacco di pigrizia fulminante mi ha lasciato per settimane senza uno straccio d'ispirazione. Ora che mi è passata posso riprendere da dove c'eravamo lasciati. Pronti?

Attenzione: In questo capitolo sono presenti scene un pò forti. Siete avvisati.

Cap 8 : La Favola andata Storta

Il fuoco si rifletteva nei suoi occhi, le urla le facevano eco nella testa.

Un dolore sordo alla nuca la riportò alla realtà, e d'un tratto si accorse d'essere stesa a terra, un corpo più pesante sopra di lei le impediva di respirare liberamente.

Un respiro affannoso sulla sua gola....

-"AAAAAAAARRRGH! COSA FAI MANIACO!"

Il proprietario del corpo emise strani mugolii, mentre la ragazza sotto di lui continuava a dimenarsi, senza tuttavia riuscire a spostarlo di una virgola. Fu dopo alcuni minuti che Lina si rese conto che quei mugolii erano di dolore e che Peter l'aveva spinta a terra per farle da scudo. Un odore acre di bruciato le arrivò alle narici.....

Riuscì finalmente a mettersi a sedere, spostando il ragazzo su un fianco, e a guardarsi attorno.

La balconata su cui stava appoggiata pochi istanti prima era solo polvere. Cenere, scintille, legno scheggiato.

La sua attenzione tornò su Peter quando quest'ultimo gemette di nuovo. Si chinò su di lui con aria preoccupata e cercò la fonte del dolore. L'odore di bruciato veniva dalla schiena di Peter.....lo fece voltare leggermente e vide con orrore come le schegge di legno e le fiamme avevano ridotto il suo amico, che sudava copiosamente, come in preda alla febbre.

Lina cominciò a sudare freddo. L'odore di carne bruciata le arrivò alle narici e minacciò seriamente di farle mandare al diavolo la cena. Per un attimo le si annebbiò la vista e sarebbe svenuta se non fosse stato per la flebile voce del ragazzo, che le chiedeva aiuto invocando ripetutamente il suo nome.

-"S-Sta calmo Peter, ce la farai....so che puoi farcela"

Doveva andare a cercare aiuto, ma parte della locanda era in fiamme e non poteva certo lasciarlo lì. Mise un braccio di Peter sulla sua spalla e si alzò faticosamente in piedi con lui, stavolta il gemito di dolore fu lei ad emetterlo...le sue gambe rischiavano di cedere e il suo corpo le gridava chiaramente di non potercela fare. Ma doveva. Doveva portarlo via da quell'inferno.

Arrivarono alle scale più vicine, il fumo le faceva lacrimare gli occhi e il corpo di Peter sembrava diventare sempre più pesante. Lo sforzo di trascinarlo le stava facendo girare la testa, tanto da farle vedere tre scalinate invece di una...

-"Mi piacerebbe sapere chi è stato il genio che ha piazzato tante scale...." mormorò lei, forse non del tutto cosciente di quello che stava dicendo...quando un gemito di Peter la distrasse facendole perdere l'equilibrio. I due rotolarono in fondo alle scale.

Cercando di non perdere conoscenza, Lina strinse forte i pugni e si alzò a sedere, una fitta di dolore le indicò che s'era fatta male ad un polso. Si stava gonfiando in fretta e faceva un male d'inferno.

Si guardò attorno....si trovava in quello che era stato l'atrio della locanda, adesso riusciva a vedere solo fumo e macerie. Dalle finestre fracassate veniva il grido della campana d'allarme del paese. Intorno a lei i clienti della locanda rimasti fuggivano in tutte le direzioni, quasi calpestando sia lei che Peter, troppo accecati dal loro dramma personale per notare i due ragazzi.

Un "CRACK" più intenso degli altri attirò la sua attenzione verso l'alto.

Il soffitto. Troppo vicino.

Troppo vicino.

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-"Pietà, abbiate pietà! sono solo un povero bandito!"

-"Ma che faccia tosta.....Amelia lascialo andare non vale la pena di perdere tempo per lui"....sospirò Zelgadiss osservando Miss Giustizia punire l'ennesimo bandito che aveva osato minacciarli scambiandoli per semplici viandanti.

-"Certo che ce ne sono parecchi di banditi in questa zona...." osservò Gourry mentre alle sue spalle una decina di altri criminali fuggiva con addosso nient'altro che le mutande e qualche brandello d'abito..."non abbiamo fatto altro da giorni..."

-"E andrà sempre peggio", disse Zel mentre i tre si riavviavano, "ho sentito che molti villaggi in questa regione sono stati dati alle fiamme e saccheggiati, alla locanda dove abbiamo pernottato mi pare d'aver capito che i prossimi obiettivi saranno probabilmente Fares e Raizel, a nord di qui...sarà meglio prendere un'altra..."

-"COSA!" gridò Amelia interrompendolo, "Tu sapevi dei loro prossimi attacchi e non hai detto nulla!".

A quel punto la principessa si puntò indignata di fronte a lui, una mano sul fianco e l'altra col dito puntato sulla sua faccia.

-"Questo non è giusto! bisogna aiutare chi ha bisogno!"

-"Niente affatto" ribattè seccato, "Non abbiamo fatto altro queste ultime settimane, non si può pretendere di eliminare tutti i criminali del mondo con qualche pugno e tanti bei discorsi....quelli prima o poi ci ricascheranno, è nella natura umana". Le parlava con quel tono calmo e ragionevole che un padre usa con una bimbetta in vena di capricci.

-"Non ci sarebbero tanti criminali se il ' Terrore dei Ladri ' fosse ancora qui"....replicò Gourry freddamente, come sempre faceva quando si nominava 'Lei'.

A quel punto tornò il silenzio.

Camminarono per un altro pò finchè Amelia non prese timidamente la parola, piazzandosi di fronte al biondo spadaccino con occhioni lucidi e speranzosi:

-"Però potremmo dare un'occhiata....solo una sbirciatina..."

Lo spadaccino osservò l'orizzonte per qualche secondo prima di guardarla con un'ombra di sorriso:

-"Va bene, andiamo a controllare".

Un sospiro di Zel, chiaramente sconfitto ai voti, fece da sottofondo.

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-"Muovetevi! caricate tutto che ce ne andiamo!"

-"Prendete anche il carro! Insomma quanto ci vuole a controllare quella dannata casa, svelti!"

-"Presto, prima che arrivino le guardie!"

L'uomo osservava compiaciuto il villaggio ormai in rovina, crogiolandosi al pensiero di tutte le ricchezze accumulate, di tutti i villaggi visitati, quello era stato di sicuro il più "carico". Continuava a gridare ordini ai suoi uomini, la sua voce sovrastava il caos circostante. La pelle di lupo sulle sue spalle volteggiava spinta dal vento caldo d'incendio.

Dalle rovine alle sue spalle arrivarono dei versi che attirarono la sua attenzione.

Avvicinatosi vide una mano spuntare da un cumulo di travi e afferrargli debolmente lo stivale.

-"Branson! vieni qui!"

Il bandito che corrispondeva al nome Branson corse immediatamente al fianco del suo Signore.

-"Sposta queste travi, voglio proprio vedere chi c'è qua sotto!"

Le travi vennero spostate e i banditi si trovarono di fronte una scena inusuale.

Due corpi uno sull'altro, faccia a terra. Quello sopra sembrava appartenere ad un ragazzo, posto in modo prottettivo sopra un corpo più esile. Entrambi erano coperti di cenere e sangue rappreso.

Il capo si abbassò e notò che l'altro corpo era di una ragazza, la sua mano stringeva il suo stivale con tutta la forza rimasta.

-"Per gli dei...." sibilò l'uomo.

Il ragazzo le aveva fatto da scudo. Le aveva salvato la vita.

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Erano giunti al villaggio di Fares trovandolo in fiamme. Le grida ed il fumo avevano fatto capire che non si era trattato di un semplice incendio.

-"Siamo arrivati tardi...." disse Gourry mestamente, trovandosi di fronte una scena di morte che gli ricordò i tempi della guerra, gli amici caduti, i corpi, il fuoco, il dolore.

In lontananza vide dei carri allontanarsi, per via del fumo non riuscì a scorgerli bene, pensò a dei sopravvissuti, e per un attimo fu sollevato all'idea che qualcuno ne fosse uscito vivo.

Ora che il fracasso dei crolli e delle urla si era placato sulle rovine regnava un silenzio spettrale. Fu quindi facile da udire...quel mormorio. Si diresse verso la fonte del rumore, verso un grande cumulo di macerie. Ai suoi piedi si ritrovò i resti bruciati di quella che doveva essere l'insegna di una qualche locanda. Andò avanti lentamente, pregando di non essersi sbagliato, di poter trovare un segno di vita in quel luogo di fantasmi. Finchè non la trovò.

Era una donna, di stazza robusta, con indosso abiti da lavoro.

La prese fra le braccia e cercò di toglierle per quanto possibile la cenere dal viso rotondo.

-"D.....Dovete....aiutarli....i ragazzi...."

-"C'è qualcun'altro? Dove signora?" cercò di farla parlare, per la donna non c'era molto da fare, ma avrebbe potuto forse salvare queste persone.

-".....mio figlio....e la ragazza....."

-"Dove?"

-"Lei non sa....devo dirglielo....lei non sa...la verità....devo...." seguì qualche secondo in cui la donna sembrò recuperare le ultime forze...

-"Lei non ricorda....deve avere questa....lei non sa...." la donna gli pose in mano un pezzo di stoffa nera e strinse forte le sue mani su quelle sudate e sporche di terra dello spadaccino.

-"Lina...." mormorò....per poi spegnersi.

Stette diversi secondi ad osservarla, dopo averla posta a terra ed averle messo le braccia incrociate sul petto. Quel nome....continuava a risuonargli nella mente, insieme alle possibilità che in una notte di pioggia aveva inconsciamente creduto irrealizzabili.

Non era possibile. Dopotutto, la "sua" Lina non c'era più....no?

Aprì la mano che ancora stringeva il pezzo di stoffa e lo spiegò....

Nella sua mano...sporca di terra, sudore e sangue.....

Lina...

....la fascia magica di Lina.

  
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