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Autore: BlackKay97    13/02/2013    0 recensioni
(Titolo provvisorio)
(Storia scritta a quattro mani)
Una raccolta di fic che vede l'incontro tra i personaggi della saga di Percy Jackson e Final Fantasy...
1. Luke & Zack
2. Clarisse & Hope
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quasi tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Dannazione al suo senso dell'orientamento. Faceva veramente schifo e l'aveva cacciato nei guai per l'ennesima volta. Non aveva idea di dove andare, e sembrava che quella foresta non avesse mai fine. Avrebbe dovuto ascoltare gli altri e andare con Snow, ma lo detestava e preferiva mille volte essere lì sperduto che vicino a quell'... individuo.
Si lasciò cadere su una roccia, tenendosi la testa tra le mani. Perché, perché era così maledettamente imbranato?
- Non ne faccio una giusta... - mormorò, afflitto.
Un rumore gli giunse alle spalle. Spalancò gli occhi verdi, mentre il suo cuore accelerava i battiti. Non era solo... Si alzò di scatto, mettendo mano al coltello a serramanico che teneva in tasca. La lama scattò, affilata da un lato e seghettata dall'altro, mentre il ragazzino si guardava intorno, cercando di non dare a vedere che era terrorizzato. In un istante venne colpito alle spalle e si ritrovò a terra con la punta d’una lancia puntata alla gola. L’energumeno che lo aveva assalito imprecò:- Per la gloria di Ares! Chi cavolo sei pivello?! -
- Hope Estheim, mi sono perso, per favore non uccidermi! - disse, velocissimo, il ragazzo, chiudendo gli occhi.
- Determinato o indeterminato? - ringhiò il tizio. - Eh? - riaprì gli occhi quello, confuso. Il lanciere ritirò l’arma offrendogli una mano per alzarsi:- Ho già capito. Non serve tu risponda! -
- Ehm... - fece il giovane, scostandosi un ciuffo di capelli argentati dal viso - Grazie per non avermi fatto fuori. -
- Clarisse De La Rue! - ringhiò il tizio che si era svelato per essere una tizia:- Di’ un po’, che ci fai a bazzicare qui in giro, eh pivellino?! -
- Io, ehm... - Hope divenne paonazzo, chinandosi a raccogliere il coltello e richiudendolo - Diciamo che sono parecchio, ma parecchio, perso. -
- Già... un pivellino non dovrebbe girare da queste parti. Non te l’hanno detto che ci sono i mostri? Comunque dovevi avere un buon motivo per venire qui. Che facevi? - replicò lei togliendosi l’elmo.
- Cercavo di evitare un tizio che detesto abbastanza... - stette sul vago quello. Non gli piaceva l'insistente uso dell'aggettivo "pivello". Lei sbuffò:- A chi lo dici, pivello! -  si sedette a terra togliendosi la fasciatura alla mano che impugna la lancia. - Potresti per favore chiamarmi solo Hope e non pivello? - chiese timidamente il ragazzino, sedendosi poi sul sasso che aveva occupato fino a poco prima. Lei sogghignò:- Ma come siamo suscettibili pivello! D’accordo: che Hope sia! -
- Grazie. - fece sollevato. Passarono alcuni minuti in silenzio, poi non resistette e pose la domanda che gli frullava in testa: - E... chi staresti evitando, tu? - aveva bisogno di vedere se lei era in una situazione simile alla sua. Aveva bisogno di parlarne con qualcuno. Per tutta risposta lei ringhiò:- Quello stupido di Jackson! Si crede tanto fico perché suo padre è un pezzo grosso. beh, non me ne frega niente! Riuscirò a batterlo, poco ma sicuro: tant’è vero che sono figlia di Ares! - battè un bugno a terra frustrata.
Hope abbassò gli occhi: no, non era decisamente il suo caso. Si lasciò sfuggire un breve sospiro, giocherellando distrattamente con il manico del coltello. Lei sbuffò:- E tu? da chi staresti scappando? - ironizzò leggermente. Non che saperlo le interessasse davvero!
- Non sto scappando! - avvampò il ragazzo, incrociando le braccia:- Ma c'è un tizio con cui ho un conto in sospeso. Mi ha fatto un torto orribile e non lo sa. Ma, cosa peggiore, sono costretto a viaggiarci insieme. È insopportabile... Frustrante. - gli tornò l'angoscia al solo pensiero. Lei sospirò:- Già... ti capisco. - afferrò la lancia e si gratto la schiena distrattamente. - Ah si? - alzò un sopracciglio Hope - Che ti ha fatto di così tremendo questo Jackson? Ti ha forse portato via qualcuno che amavi? -
- Ha strappato l’onore alla nostra Casa! Alla mia famiglia! A nostro Padre! Ecco che ha fatto quel maledetto!!! - ringhiò furiosa tirandosi in piedi:- Non vedo molto di tanto valore come l’onore, Hope! -
- O-ok, scusami se te l'ho chiesto... - si affrettò a dire Hope, abbassando gli occhi:- Comunque ti capisco... ne so qualcosa di gente che ti rovina la vita... -
- ... ma un giorno mi vendicherò! Lo appenderò al muro, sotto il cinghiale, stemma di mio Padre! -
Sul viso del ragazzino si stirò un sorriso freddo: - Oh, si. La vendetta potrebbe essere davvero utile. Non è forse l'ultima cosa che ti resta quando ti portano via tutto il tuo mondo? - chiese, osservando attentamente la lama del coltello. Sul viso di lei s’aprì un ghigno feroce:- Oh, si! Non c’è dubbio! ... Sai, forse non sei così malaccio dopotutto pivellino! -
- Grazie. - il sorriso sul suo viso non scomparve - Mi ha rovinato la vita e se lo merita... Dovessi anche morire nel tentativo. - sussurrò, come parlando a sé stesso. - Ehi! - lo richiamò lei:- Vacci piano mocciosetto! La vendetta ci sta, ma occhio a non combinare casini! -
- Ah si? E che casini potrei combinare, sentiamo. -
- Ah! Mica sono l’Oracolo! So solo i casini che ho fatto io, non i tuoi, e non mi interessano nemmeno. io t’avverto semplicemente! -
- Che mi resta da perdere? - si alzò in piedi Hope, allargando le braccia - La mia famiglia è stata distrutta, mia madre è morta per proteggere quel tizio... C'è gente che vuole uccidermi, che ho da perdere?! - esclamò, con la voce che tremava. Lei sbuffò:- Ma che cavolo vuoi che ne sappia?! E comunque la tua storia non ha assolutamente nulla di speciale. Vedi di darti una calmata. Non sei l’unico a cui è morta la madre. -
- D-davvero? Mi dispiace... - si diede una calmata il ragazzino. Lei ghignò:- Zitto pivello! Non ti ho mica detto che quel qualcuno sono io! -
- Oh. - arrossì, imbarazzato - Come al solito non ne faccio una giusta... - sussurrò. Lei grugnì:- Pivello! Ma si può sapere chi sei, razza di piaga?! -
- Hai colto bene il concetto con gli aggettivi "razza di piaga". - fece un sorriso amaro - Mia madre mi ha chiamato Hope, ma questo nome ci fa a pugni, con il mio carattere. Di speranza non ne ho mai avuta molta. -. Lei ringhiò:- Quale guerriero perde le speranze prima di scendere in battaglia, eh, pivellino?! -
- Non lo so. - scosse la testa lui, giocherellando con il coltello - Non credo di potermi considerare un guerriero. -
- Umpf! Ma sentitelo! - sbuffò burbera lei:- Senti un po’, se non lo fossi stato non saresti mai arrivato fino a qui, non ti pare?! - d’altra parte, pensò, se era entrato al Campo, doveva per forza essere un semidio!
Il ragazzino ci pensò su, in silenzio. In fondo, poteva essere vero. Se era a quel punto significava che il suo continuo lottare contro ogni ostacolo che gli si prava davanti era servito a qualcosa. Nonostante la morte di sua madre e la sua vita totalmente sconvolta era ancora vivo ed era arrivato fin lì, ancora in piedi. Forse non importava quante mazzate la vita avesse intenzione di dargli. Forse c'era ancora speranza per lui.
Rialzò lo sguardo su quella ragazza incontrata per caso: aveva cercato di ucciderlo, non l'aveva fatto e gli aveva, nonostante i modi burberi, dato una lezione di vita. Trattenne un sorriso:- Sai una cosa, Clarisse? Forse hai ragione. Grazie. -
- Non era mia intenzione aiutarti! - replicò dura lei tirandosi in piedi scostante.
- Non importa. - scosse la testa - Si dà il caso che tu l'abbia fatto. - alzò le spalle, Hope, tirandosi in piedi a sua volta e rimettendosi il coltello in tasca. Lei ringhiò:- E allora dovrò rifarmi creandoti qualche problemino! - sfoderò la lancia che brillò di fulmini:- Inizia a correre, pivellino! - lo sfidò.
- Ehm... Lo sai che ho solo quattordici anni e sono giovane per morire vero? - mise in chiaro il ragazzino. Fu allora che lei lanciò un urlo guerriero da far tremare i muri, solo ce ne fossero stati nella foresta. - è stato bello conoscerti, grazie dei consigli! - esclamò allarmato il ragazzino, partendo come un fulmine lungo il sentiero nel bosco. La ragazzona partì ad inseguirlo urlando, lasciandogli comunque la possibilità d’allontanarsi finchè... non si fermò con un ghigno in volto. Non era male quell’Hope. Ma lei aveva una reputazione da difendere! Certo, le sarebbe piaciuto rivederlo, magari un giorno futuro. Si mise la lancia in spalla e fece dietro-front. Ora doveva pensare a quello stupido di Percy!
   
 
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