YOOOOOOOOOOOOOO
MINNAAAAAA!! Per chi non mi conosce (tutti) sono una novellina fissata
con l’arte
dello scrivere che ha deciso di lanciarsi con la sua Beta, ShiningCrow
*fa
partire gli applausi registrati* *spegne il registratore minacciata
dalla
scrittrice Alfa*, in una nuova avventura, ovvero una Dramione diversa:
comica,
IC, avventurosa e romantica; una Dramione che non presenti cose strane
come
Drachi palestrati o Hermioni coi capelli alla Marilyn Monroe. Noi
speriamo
davvero di riuscirci e ci appelliamo alla corte per consigli e
rimproveri
(chissà, magari anche dei complimenti u.u).
Parlando
della storia: è
finita la II Guerra Magica, Hermione e Ron non sono più
insieme (capirete poi)
e lei ha deciso di tornare a Hogwarts con Ginny per terminare i suoi
studi;
purtroppo un piccolo imprevisto renderà la vita alla nostra
amata Prefetto
perfetto impossibile…
Buona
lettura dalle
vostre amatissime (n.d.a. seeeee) autrici! *fanno partire standing
ovation
registrata*
I'll be your bodyguard.
Prologo:
il mondo complotta contro di me!
Hermione si
morse il labbro inferiore, agitata, e si guardò intorno.
Kingcross era la
solita stazione caotica e piena di vita di sempre, nonostante fossero
passati
solo sei mesi dalla fine della guerra: bambini correvano di qua e di
là,
pavoneggiandosi dei loro famigli, salutando vecchi amici, o
semplicemente ammirando il treno, eccitati poiché era il
loro primo anno,
mentre i genitori piangevano, salutavano i figlioletti che cercavano di
scappare, facevano le ultime raccomandazioni e dicevano a chiunque
passasse
loro a fianco che “Quello è mio figlio”.
Con una
strana malinconia si rese conto di quanto avesse già vissuto
questa situazione
anni e anni fa, quando ancora era una piccola undicenne con i capelli
davvero
troppo crespi, i denti da castoro e la voglia incontenibile di trovare
il suo
posto in quel mondo magico in cui si era ritrovata inaspettatamente
scaraventata: lei, confusa e un po’ spaurita, senza genitori,
quel giorno
perché erano babbani e non potevano entrare, mentre ora
perché erano chissà
dove in Australia; sola nella folla in mezzo a tutti quei maghi che non
conosceva, anni fa perché ancora non aveva incontrato Ron ed
Harry, invece
quella mattina perché loro avevano deciso di non tornare a
Hogwarts per il
settimo anno.
Una specie di
déjà-vu.
Sospirando si
chiese se in quel marasma sarebbe mai riuscita a trovare Ginny prima di
salire
sul treno, una delle poche tra i suoi amici che aveva deciso di
ritornare a
scuola: Harry e Ron infatti avevano iniziato l’addestramento
per diventare
Auror e non avevano nemmeno potuto accompagnarla alla stazione,
nonostante ci
avessero pensato cinque altri Auror super-addestrati a proteggere una
dei
salvatori del mondo magico. Non che lei li volesse. O almeno, non Ron.
Anzi,
Ronald.
Cadendo in
oscuri pensieri iniziò a torturarsi una ciocca crespa di
capelli, che
ovviamente avevano la solita avversione per parole come
“ordine”, “cura”,
“spazzola”,
“lisci” o ancora “decenza”, e
tentò nuovamente di avanzare tra le persone
trascinando il suo enorme baule, pieno dello stretto indispensabile
(più o
meno).
“Signorina
Granger?” chiese educato uno degli Auror al suo fianco
tendendogli una mano per
aiutarla, ma lei scosse la testa. Perfetto esempio di orgoglio
Grifondoro si
auto-riteneva una ragazza assolutamente capace di cavarsela da sola.
Ovviamente
lei avrebbe potuto usare la magia, ma le era stato consigliato, o
ordinato, di
usarla il meno possibile finché non fosse arrivata tra le
mura della scuola.
L’uomo alzò
gli occhi al cielo maledicendo la testardaggine delle star e beccandosi
un’occhiataccia
da far cadere la barba a Merlino per la paura dalla nostra dolce eroina.
“Signorina
allora, per favore, la smetta di avanzare! Chiamerò la sua
guardia del corpo
con il Ministro della Sicurezza e chiederò loro di venire
qui.” Le ordinò
infine il pover’uomo esasperato, fermandola con le mani e
sperando poi di
continuare ad averle attaccate alle braccia.
Ma Hermione
non gliele staccò a morsi, limitandosi a guardar male sia
lui che il baule,
prima di sbatterlo a terra e sedercisi sopra, con molta grazia e
leggiadria,
mugugnando tutta la sua disapprovazione.
Già, perché
la bella novità di quell’anno, giusto per donarle
ancora un po’ di buon umore,
era che avrebbe avuto una guardia del corpo a scuola. Ovviamente la
scelta non
era sua e ne avrebbe fatto volentieri a meno, ma era stata
l’unica possibilità
per lei di riprendere gli studi.
Dopo la
caduta do Voldemort, infatti, gran parte dei Mangiamorte erano fuggiti
e
vagavano liberi, molti meditando vendetta contro coloro che lo avevano
sconfitto. E indovinate chi era il numero uno della loro lista:
Hermione
Granger, signore e signori!
Harry metteva
troppo paura ed era considerato troppo protetto, Ronald, troppo stupido
e
pericoloso visto che anche lui frequentava il corso Auror; e quindi chi
rimaneva se non lei?!
Hermione si
prese la testa fra le mani gemendo dalla disperazione. A peggiorare il
fatto di
essere sulla lista di tutti gli assassini del mondo magico, gli
incantesimi di
protezione della scuola non erano ancora stati ricostruiti e ci sarebbe
voluto
almeno un anno perché li rimettessero in piedi, esponendola
ad un grosso rischio;
quindi, la prima risposta che aveva ricevuto quando aveva espresso il
suo
desiderio di tornare a Hogwarts era stata un “No!”
corale che si era sentito
fino in Canada. Per sua fortuna, però, a furia di ritrattare
con la Preside Mc
Granitt, erano giunte al compromesso che l’anno seguente
sarebbe tornata a
scuola con una guardia del corpo in incognito, scelta dal Ministro
della
Sicurezza, perfettamente addestrata.
In poche parole,
aveva il baby-sitter.
Con stizza
aprì la sua fidata borsetta di perline, che non aveva osato
lasciare a casa, ed
estrasse un voluminoso e polveroso libro in cui tuffò il
naso nella speranza di
estraniarsi completamente da quel mondo che, a suo dire, stava
complottando
contro di lei.
“Signorina
Granger?” qualche minuto dopo, un incauto osò
disturbare la sua interessante
lettura; l’agguerrita grifondoro alzò la testa
oltre il bordo del libro e
fulminò l’essere che le stava davanti. Quando si
rese conto che le sue minacce di
morte imminente erano rivolte al Presidente della Sicurezza, si
alzò di botto,
chiudendo di scatto il libro e portandoselo al petto, per poi, rossa
per
l’imbarazzo, cercare di comportarsi civilmente.
“B-buongiorno
signore! Mi scusi se ho dovuto farla venire qui, spero non sia stato un
problema…” ingioiando tutto il nervosismo che
aveva in corpo per il fatto che
stava per conoscere la ragazza, o il ragazzo, che sarebbe stato
attaccata/o a
lei per tutto l’anno, si sforzò di sorridere,
mentre le sue mani stringevano
convulsamente il libro consunto dal tempo.
“Non si
preoccupi signorina, non è niente di grave. Come ben sa,
sono qui per
presentarle il ragazzo che da ora e in poi ha il compito di proteggerla
con la
sua stessa vita.” Incominciò a spiegarle
l’uomo mentre lei aggrottava le
sopracciglia al pensiero che qualcuno si potesse sacrificare per lei:
era una
cosa ingiusta! Si ripromise che quando avrebbe finito la scuola sarebbe
diventata
Ministro per difendere i diritti degli Elfi e delle guardie del corpo
maltrattate.
Incurante
della smorfia di disappunto di Hermione, il Ministro continuava a
parlare.
“Le assicuro
che è il candidato più indicato, particolarmente
raccomandato, dopo molte
riflessioni, da tutti i professori di Hogwarts e che ha seguito in
questi
ultimi tre mesi corsi specializzati, persino di combattimento babbano,
per
poter adempiere al suo compito perfettamente; inoltre le assicuro che
non le
nuocerà in nessun modo.” Concluse infine
sorridendole.
Hermione
annuì perplessa: perché mai avrebbe dovuto
pensare che la sua guardia del corpo
avrebbe potuto nuocergli?!
“Ragazzo,
vieni avanti.”
Un ragazzo
alto qualche decina di centimetri in più di Hermione, con i
capelli biondo
platino e gli occhi grigi come il metallo e vestito con camicia bianca,
jeans
neri e giacca nera, si fermò davanti a lei.
“Buon giorno
signorina Granger.” Salutò Draco Malfoy ghignando
e caricando di sarcasmo le
parole “signorina”, “Granger” e
anche “Buon”.
Okay, il sarcasmo trasudava da tutta la frase.
La poverina
spalancò gli occhi e il libro le cadde di mano, cadendo con
fragore sul marmo
della stazione, incrinandolo.
Boccheggiò
per un attimo mentre i suoi pensieri si accavallavano uno
sull’altro, frenetici,
per poi concludere, dopo un ragionamento altamente logico e sensato,
che il
biondino si era trovato semplicemente al momento sbagliato nel posto
sbagliato;
quindi si sporse a guardare dietro le sue spalle.
Lui fece un
smorfia e si scompigliò i capelli, come a non credere alle
parole che stava per
pronunciare.
“Smettila di
far finta di non capire, Granger. Sarò io la tua guardia del
corpo.” Sputò
infine guardando la ragazza davanti a lui, che fino a trenta secondi
prima lo
ignorava tranquillamente.
Per un attimo
si chiese se fosse entrata in shock anafilattico e cercò di
ricordarsi che
incantesimo gli avevano insegnato al corso e che avrebbe dovuto fare
per
salvare la vita della sua “cliente”; non gli
sembrava appropriato iniziare il suo
lavoro di guardia del corpo con una gita al San Mungo.
“C-C-C-C-COSAAAAAAAAAA?!?!??!?!”
urlò infine Hermione Granger, ragazza dalla pazienza
infinita, dal linguaggio
forbito e dalla mente fredda e lucida in qualsiasi situazione.
“Anche io
sono felice di vederti Mezzosangue.” Alzò gli
occhi al cielo Malfoy, ghignando
ancora e godendo un mondo per la reazione della ragazza: trovava
impagabile
farle saltare completamente i nervi.
“NO! LUI NO!”
il tono della sua voce si alzò di alcune ottave, mentre il
Ministro si metteva
tra i due, nella speranza di fermare la furia che una piccola frase
aveva
scatenato.
“S-signorina
l-le assicuro c-che non c’è pericolo che Draco le
faccia del male…”
“LO SO
BENISSIMO! SE NON SI RICORDA SONO STATA IO UNA DEI SUOI TESTIMONI
PERCHÈ NON
FINISSE AD AZKABAN!!” urlò ancora Hermione
cercando di strangolarlo con gli
occhi. Draco da parte sua se la rideva beatamente, chiedendosi
passivamente
cosa sarebbe rimasto del Ministro.
Cinque mesi
prima, infatti, la famiglia Malfoy era stata processata, ma grazie alle
testimonianze di Harry, Ron ed Hermione, oltre che al Veritaserum, (ok,
forse
solo grazie al Veritaserum) a Narcissa e a Draco era stato risparmiato
Azkaban.
Il Veritaserum, infatti, aveva rivelato che Narcissa seguiva Voldemort
solo
perché temeva per suo marito e Draco perché era
ricattato sempre da Voldemort
in persona, che minacciava di uccidere i suoi genitori, caduti in
disgrazia
presso di lui.
“M-ma allora
che problema c’è allora?” chiese il
poveretto alla grifondoro in piena crisi
isterica.
“CHE PROBLEMA
C’È?! Le dico io che problema
c’è: che quest’essere con cui lei mi sta
imponendo
di vivere per un anno è il peggior vanitoso, sadico,
sarcastico, permaloso,
insopportabile, detestabile, spocchioso furetto tinto che il mondo
magico abbia
mai visto! ECCO QUAL È IL PROBLEMA!” concluse
Hermione dopo aver tolto di mezzo
il Ministro, puntando un dito contro il petto di Draco.
“Malfoy
sarebbe felicissimo di farmi ammazzare solo perché mi
detesta!”
La rabbia
gelida deformò i lineamenti prima impassabili di Draco.
“Ma quanti
complimenti, Mezzosangue! Ti ricordo, però, che tra i due,
quello che soffrirà
di più, sarò io, accollato ad una secchiona, coi
capelli crespi e i dentoni,
che passa la sua vita attaccata ai libri!” Il veleno della
serpe arrivò al
cuore del grifone, che però nascose agli occhi del nemico la
ferita e ricambiò
sarcastica.
“Scusa tanto
se non sono all’altezza delle sue aspettative, Milord! Ma se
non mi sbaglio
sono stata io ad averle salvato il fondoschiena da una vita in
prigione!”
“A questo
punto meglio la prigione!”
“Allora
perché hai accettato di farmi da guardia del
corpo?”
Malfoy rimase
per un attimo disorientato dall’improvviso cambio di
direzione della
“conversazione”, trovandosi a guardare gli occhi
castani della ragazza:
confusi, arrabbiati e curiosi.
Poi fece una
smorfia e la fulminò dall’alto del suo metro e
ottanta.
“Perché non
voglio finire ad Azkaban; quindi vedi di star zitta e buona,
lasciandomi
scontare la mia punizione, Mezzosangue!”
“Mi consideri
una punizione?!”
“Dev’essere
un complimento rispetto a quello che la gente di solito pensa di te,
Sangue
sporco!”
A questo
punto la famosa pazienza di Hermione andò a farsi un giro e
la ragazza sfoderò
la bacchetta con un ghigno inquietante.
Malfoy si
allontanò da lei ed estrasse la bacchetta.
Un movimento
impercettibile e uno stormo di deliziosi canarini dorati dai becchi
affilati
come coltelli si lanciò sul volto curato di Draco, che ebbe
appena il tempo di
evocare un scudo.
Hermione fece
virare nuovamente lo stormo per mandarlo nuovamente
all’attacco.
“NOOOO!!” il
Ministro si lanciò tra i due, e lo stormo si
infilzò nella sua schiena (e più
in basso); dopo aver fatto evanescere gli adorabili canarini, irato ed
esasperato li disarmò e prese possesso delle loro bacchette.
A questo
punto la prefetto Hermione arrossì d’imbarazzo per
la sua reazione e il suo
gesto e cominciò a balbettare scuse a casaccio, pregando che
il terreno fosse
magnanimo e la inghiottisse, mentre il biondo, ripresosi e calmatosi,
tendeva
freddo e composto una mano per riavere la bacchetta.
Il Ministro
lo guardò sospettoso.
“La
bacchetta, signore. Le assicuro che, anche se potessi, non schianterei
la
ragazza. Non ci tengo finire ad Azkaban con mio padre.” Il
gelo che le sue
parole emanavano fece deglutire il ministro, che ridiede cauto la
bacchetta al
suo proprietario, prima di fare la stessa cosa con quella della
Granger.
“Signorina
Granger, sono molto dispiaciuto che tra voi e il signor Malfoy non
corra buona
sangue, ma se vuole continuare gli studi dovrà seppellire
questa inimicizia, o
almeno imparare a sopportare.”
A queste
parole Hermione deglutì spaventata, ma un lampo di sfida da
vero grifondoro le
passò negli occhi.
“Mi sta
ricattando, signore?” chiese gelida.
“No, le sto
spiegando le condizioni.” Rispose lui altrettanto calmo.
Evidentemente
Hermione, in quel momento, non incuteva tanto terrore quanto Draco.
“Perfetto. Ha eseguito il suo compito e io accetterò la protezione di Malfoy. Ora, se non le dispiace, avrei un treno da prendere.” Comunicò atona.
Oh, sì! Il mondo stava decisamente
complottando contro di lei!
L’uomo annuì
e si allontanò insieme alla precedente scorta di Hermione,
che fino a quel
momento aveva guardato la lite sgranocchiando i pop-corn, per nulla
desiderosa
di intervenire.
Cercando di
conservare quel briciolo di dignità che le era rimasta, la
ragazza afferrò il
baule e cercò di trascinarlo in avanti. Purtroppo il baule
si era affezionato a
quel luogo e si stava opponendo con tutte le sue forze al cambiamento.
Malfoy si
godette, appoggiato a una colonna, la scena della Granger che imprecava
contro
tutti i maghi della terra cercando di spostare il baule: prima
provò a tirarlo,
poi a spingerlo dal dietro, in un momento di pazzia provò a
sollevarlo e infine
lo calciò con rabbia rimediando solo un gemito di dolore per
la botta presa.
Finito lo
spettacolo il ragazzo ebbe la decenza di andare da lei, toglierla di
peso dal
baule su cui si era seduta e afferrarlo per il manico iniziando a
incamminarsi
verso il treno.
“Ehi Malfoy!
Fermati! Non ho bisogno del tuo aiuto!” si mise ad urlare
Hermione dopo essersi
ripresa dallo shock di sentirsi sollevare e rilasciar cadere a terra,
atterrando dolorosamente sul fondoschiena, e cercando di fermarlo.
“Granger,
sta’ zitta e muoviti!” le intimò lui
senza fermarsi.
“Ce la faccio
benissimo da sola, Malfoy.”
“Certo, ho
visto. Un vero esempio di autosufficienza: mi stavo chiedendo quanto ci
avresti
messo ad incominciare a pregare il baule di spostarsi da
solo.”
“Malfoy, stai
cercando di essere schiantato?!” chiese lei superandolo si
slancio e pizzandosi
davanti a lui.
“Granger hai
trenta secondi per levarti, prima che ti prenda e ti infili nel
baule.” Disse
lui ghignando alla prospettiva di infilarla in un posto dove non poteva
né
vederla né sentirla.
La ragazza lo
guardò, mentre dentro di sé lottava tra la
certezza che se non si fosse tolta
Malfoy avrebbe messo in atto la sua minaccia e il suo dannatissimo
orgoglio
grifondoro.
Ovviamente
vinse l’orgoglio.
Il ghigno di
Malfoy si allargò a dismisura mentre lui, mollato il baule,
le si avvicinava
pronto ad afferrarla.
Solo a questo
punto l’orgoglio andò a farsi un giro a braccetto
con il coraggio ed Hermione
cercò di scappare, ma a quanto pare Draco non aveva
intenzione di demordere
perché, afferrata Hermione per un braccio, la
strattonò verso il baule.
“Non osare,
Malfoy!”
Lui continuò
a ghignare, facendo venir voglia a Hermione di prenderlo a calci, e lo
aprì.
“Tu dovresti
difendermi!”
“Infatti
Granger! Quale Mangiamorte penserebbe mai che io ti abbia chiuso al
sicuro nel
baule?! Così prendo tre piccioni con una fava: proteggo te,
tutti quelli che ti
stanno intorno e le mie orecchie!”
“TI ODIO
MALFOYY!” urlò ancora la ragazza cercando di
liberarsi dalla sua presa ferrea,
ma a malincuore dovette constatare che nonostante avesse un fisico
magro,
asciutto e slanciato, di certo non scolpito o palestrato, fosse
decisamente
forte. Decisamente più forte di lei.
“Ma per tutti
i boccini!” esclamò scioccato: il baule della
ragazza, nonostante fosse
visibilmente allargato per magia, strabordava di libri, quaderni,
penne,
calmai, vestiti, tende da campeggio, ventilatori, un banco (?), vari
gufi, un
gatto e un microonde.
Quando fu
quasi certo di aver visto qualcosa di molto simile ad un reggiseno di
pizzo
nero vagare tra i libri e fu chiaro che se non lo avesse richiuso al
più presto
gli sarebbe saltato addosso (il contenuto del baule, non il reggiseno),
si
decise, per istinto di conservazione, a risigillare quel dannato coso;
quindi,
sempre strattonando la Granger, ricominciò a trascinarlo
verso il treno.
“Per questa
volta l’hai scampata Granger! Ora ti conviene star
zitta!” ringhiò.
“Non usare
quel tono con me Malfoy!”
“Ti parlo
come mi pare e piace, Mezzosangue. È meglio che ti ci
abitui. E vedi di
muoverti: il treno, per quanto tu possa essere straordinaria, non
aspetterà
te.” La informò ghignante accelerando mentre lei
si sforzava di stargli dietro
e di non lasciarsi sballottare troppo, alternando occhiate
inceneritrici a
occhiate fulminanti.
“Sarà un
lungo anno” borbottò infine mentre il biondo la
faceva salire per prima dopo
averle mimato un inchino sarcastico.
“Sono
d’accordo Granger.”
Magic
Chat (ovvero momento di libero sfogo e delirio delle nostre
autrici e dei nostri protagonisti)
…
StelladelLeone:
ragazzi? Ohi? Ragazzi? Non ci dite niente?
…
Draco&Hermione:
IO CON LUI/LEI NON CI LAVOROOOOOO!!!!!”
StelladelLeone:
oh ma che carini siete già sulla stessa lunghezza
d’onda *saltella loro intorno
con gli occhioni a cuore*
Draco:
AVADA
KEDAVR…
Hermione:
*ferma Draco con nostra grande gioia* Draco no! Fermati! …
Ci penso io: CANARINI A
ME!!!!
StelladelLeone:
*corre a nascondersi dietro ShiningCrow*
ShiningCrow:
*si abbassa appena prima che lo squadrone di canarini killer possa
disintegrarle la faccia*
*i
canarini
vanno a sbattere contro la parete dietro le due povere ragazze (che si
asciugano il sudore per il pericolo scampato) e vi si conficcano con il
becco*
Hermione:
nooooooooooooooooo!!! i miei tesorucciiiiiii!!!
Draco:
Tesorucci?
Quei cosi sono delle armi di distruzione di massa!! O meglio lo erano.... Direi
che lo schianto li ha intontiti un bel po' .... *sogghigna malefico e
tenta di
staccare una delle suddette armi di distruzione di massa dal muro*
*Draco
inizia
a passarsi il becco del canarino tra i denti con noncuranza*
Hermione: ma che cavolo fai?!?!? Stupido Serpeverde platinato!!!! Stai maltrattando un povero animaletto indifeso!!! Come fai a essere così crudele?!?!
Smettila
subito!!! Smettila ho dettoooooo!! Malfoy, metti subito giù
quel canarino o ti
farò pentire di....
Draco:
Granger, cavolo, ma sei capace di chiudere quella boccaccia per un
secondo? Stai
rovinando la mia opera!
*continua a
passarsi il canarino tra i denti*
Hermione:
IO...COSA?!?
ma come ti permetti?!? Sei il più stupido, idiota, pieno di
sé che io abbia mai
visto!! E non toccare più quel canarino!!
Draco: Sì, sì, certo Granger... SILENCIO!!! Oh, finalmente un po' di pace!!
ShiningCrow: Ehm..signor Furetto pla..*StelladelLeone colpisce forte l'amica sulla testa con un canarino per salvarsi il fondoschiena*
StelladelLeona: Ehm D-Draco...
Draco: AVADA KED...
ShinignCrow&StelladelLeone:
AAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHH*scappano via a gambe levate mentre Draco
ghigna soddisfatto pensando che siano scappate a causa sua e non di
Hermione che dietro di lui mormora strane parole come se fosse
assatanata
puntandogli una bacchetta alla nuca*