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Autore: REAwhereverIgo    15/02/2013    3 recensioni
Quando fatti strani cominciano ad accadere ai ragazzi di una scuola superiore, toccherà alla giovane detective Rea infiltrarsi nel liceo e risolvere il caso!
Spero che vi piaccia! :)
Genere: Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fuga

 

Fabio andò con la macchina a prenderla al parco dove avevano parlato quando avevano litigato. Lei era con le gambe strette al petto, il viso completamente bagnato di lacrime e una scatola di pasticche in mano.

Che succede?” le chiese preoccupato.

Vide anche che si era portata dietro una borsa piuttosto grossa, di quelle che si portano in spiaggia.

Ti prego portami via di qui, da qualsiasi parte ma non farmi tornare a casa” lo implorò tremando.

Ma che succede?” chiese nuovamente.

Capì subito che lei non ce la faceva a parlare, così la prese per mano e la fece salire in macchina.

Andiamo da me, poi mi racconti

 

Jason arrivò a casa e la trovò vuota. Il sorriso stupido che aveva sul volto da quando aveva salutato Emma sparì poco dopo, quando si rese conto che sua figlia non era da nessuna parte.

Rea?” chiamò, controllando la sua stanza, il piano terra e la palestra. Nulla.

Lo assalì il panico: dov’era?

Il telefono squillò e lui lo afferrò.

Rea?” rispose preoccupato. Silenzio dall’altra parte.

Sono Fabio, signor Simon disse alla fine il ragazzo.

Oh, Fabio, scusami. Rea non c’è se stavi cercando lei, non so…

Sì, lo so, è qui con me. Cos’è successo, posso saperlo?  indagò. Jason si passò una mano tra i capelli, a metà tra il sollevato e l’incredulo.

Non ne ho idea, sono rimasto fuori per cinque minuti e quando sono tornato lei non c’era!

Signor Simon, posso essere franco con lei?

Certo, dimmi pure

Rea è qui da me che piange da un quarto d’ora e non riesce a dirmi cosa sia successo. Lei dice di essere uscito di casa cinque minuti solo e di essere tornato, non trovandola. Nel tempo in cui l’ha vista e poi è rientrato cos’ha fatto?

L’uomo trattenne il fiato e si odiò con il cuore, l’anima e il corpo. L’aveva visto. L’aveva visto mentre baciava una sua amica. Perfetto.

Cazzo” sussurrò in risposta.

So che probabilmente non approverà, ma penso che al momento Rea non sia in grado di tornare a casa, quindi la farò rimanere da me. Abbiamo la stanza degli ospiti e i miei non ci sono, per cui non darà noia. Quando riuscirà a parlare di nuovo la chiamerò, va bene? gli disse Fabio, apprensivo. Jason batté un pugno al muro, tremando, poi parlò.

Dille che mi dispiace che l’abbia saputo così e che aspetto sue notizie” si raccomandò.

Riferirò

Ah, e grazie

Attaccò il telefono e si mise una mano in faccia, disperato. Questa non gliela perdonava, lo sapeva.

 

Rea rimase in stato di shock per qualche ora prima che le lacrime smettessero di cadere e lei riuscisse a ragionare obbiettivamente.

Suo padre, il suo amato papà, che se la faceva con Emma. Come avevano potuto? Che cosa gli diceva il cervello? Santo cielo, c’erano diciassette anni tra di loro!

Fabio entrò nella stanza degli ospiti con in mano una tazza fumante.

Camomilla?” le chiese sorridendo. Lei annuì e gli fece spazio sul letto, prendendo la tazza con le mani tremanti.

Ti va di parlarne?” le domandò lui, guardandola apprensivo. La ragazza scosse la testa.

Scusami, non ci riesco. Sono abbastanza sottosopra” rispose. Lui rise sommessamente.

Che c’è?” chiese lei, incuriosita.

L’ultima volta che hai detto quelle parole ti stavi penzolando da un quadro svizzero e io, pensando che parlassi di ciò che provavi per me, ti ho risposto anche io! Che figura!” ricordò divertito.

Rea si strinse nella felpa gigante che aveva addosso e arrossì.

No, io ho pensato che fosse una cosa carina da dire. Certo, quando ho capito a cosa ti riferivi” gli assicurò, ridendo.

Giusto, pensavi che anche io stessi facendo la scimmia a testa in giù!” esclamò Fabio, prendendola in giro.

Non stavo facendo la scimmia a testa in giù, mi allenavo! Voglio fare domanda per diventare poliziotto, lo sai, quindi devo essere in forma!” s’impermalì Rea, spintonandolo leggermente.

Ma sei già in forma!” ribatté il ragazzo.

Sì, in effetti. Cerchio è una forma, in fin dei conti” considerò lei, facendogli la linguaccia.

Lui la guardò dolcemente.

Mi fa piacere vederti sorridere. Sono triste quando stai male” ammise. La ragazza arrossì un po’.

Sei l’unico che sia mai riuscito a farmi ridere in un momento in cui avrei voglia di urlare, sai? Questa cosa di te mi piace” confessò.

Solo questa? Inizio a pensare che tu stia con me solo per divertirti!” esclamò Fabio, fingendosi triste.

Non è assolutamente vero, io sto con te perché mi piaci!” lo corresse Rea. Abbassò lo sguardo imbarazzata.

Cioè, non è che sto con te nel senso lato del termine… insomma…” balbettò un paio di parole senza senso.

E vorresti stare con me nel senso lato del termine?” le chiese lui, prendendole il viso e guardandola fisso. La ragazza avrebbe voluto scomparire, si sentiva andare a fuoco. Annuì debolmente.

” sussurrò.

Meglio così, perché per quanto mi riguarda noi stavamo già insieme” le annunciò, baciandola.

La tazza che aveva in mano cadde sulle sue gambe per lo stupore, facendola schizzare in piedi.

Brucia!” si lamentò, cercando di asciugarsi i pantaloni. Fabio rise e si avvicinò, mettendole le mani sui fianchi.

Basta toglierli” le suggerì, sganciandole il bottone.

Rea sentì il cuore battere forte mentre lui la toccava e i pensieri sparire per un po’.

 

Emma rispose al cellulare felice come non mai.

Ciao Jason!” lo salutò, sedendosi sul letto. Sentì un sospiro dall’altro capo del telefono.

Abbiamo un problema le disse l’uomo.

Che succede? Non ci vediamo domani? Devi lavorare?” chiese lei, tristemente.

N-no, niente di tutto ciò, solo che… prima… Dio, ho fatto un casinoesclamò lui.

Mi stai spaventando

È Rea, Emma! Ci ha visti mentre eravamo in macchina le annunciò.

Oh, cazzo” esclamò la ragazza, mettendosi una mano sulla bocca.

Al momento è da Fabio, non vuole parlarmi. Se n’è andata senza dire nulla

M-mi dispiace, dovevo essere più cauta e…

No, non è colpa tua, però per adesso facciamo in modo di non vederci ok?

Emma sospirò: lo sapeva che non poteva durare.

Va bene, non ti preoccupare. Proverò a parlarle a scuola, domani” gli promise.

Grazie, ti sono grato. Ciao

Ciao” sussurrò lei, chiudendo la telefonata.

Si accasciò sul cuscino e strinse gli occhi: avevano fatto un casino colossale.

 

  
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